29 settembre 2011

Ricucire l'Italia - 8 ottobre Milano.



Come si ricuce l’Italia? Un filo di decenza ci porta in piazza, sabato 8 ottobre, a Milano, a partire dalle 14 e 30, per reagire all’indignazione. Una grande manifestazione, nel cuore della città, per dare spazio a quanti, ago e filo in mano, vogliono un abito dignitoso per il paese.
Presenta
Luisella Costamagna
sul palco, tra gli altri,
Gustavo Zagrebelsky, Sandra Bonsanti, Valerio Onida, Giuliano Pisapia, Marco Revelli, Paul Ginsborg, Bruno Tinti, Lorenza Carlassare,
Salvatore Veca, Franco Siddi, Carlo Smuraglia, Onorio Rosati, Lirio Abbate, Giuliano Turone
Il bisogno di partecipazione e rappresentanza politica deve farsi largo nelle strutture sclerotizzate della politica del nostro Paese.
Libertà e Giustizia, si riconosce nel MANIFESTO firmato da Gustavo ZAGREBELSKY e nato nel corso del seminario di studi a Poppi
“Noi proviamo scandalo per ciò che traspare dalle stanze del governo. Ma non è questo, forse, il peggio. Ci pare anche più gravemente offensivo del comune sentimento del pudore politico un Parlamento che, in maggioranza, continua a sostenerlo, al di là d’ogni dignità personale dei suoi membri che, per “non mollare” – come dicono –, sono disposti ad accecarsi di fronte alla lampante verità dei fatti e, con il voto, a trasformare il vero in falso e il falso in vero, e così non esitano a compromettere nel discredito, oltre a se stessi, anche le istituzioni parlamentari e, con esse, la stessa democrazia”.

ANPI News n°5.





Raccomandazione... no al 25 aprile.!


Da un ANSA di ieri: "Il governo ha accolto "come raccomandazione" l'ordine del giorno presentato dal parlamentare bolognese del Pdl, Fabio Garagnani, contenente la proposta di sostituire il 25 aprile con il 18 aprile 1948, giorno delle elezioni politiche vinte dall'allora democrazia Cristiana guidata da Alcide De Gasperi".
Secca la replica di Carlo Smuraglia, Presidente Nazionale dell'ANPI su www.repubblica.it: "Una provocazione dell'on. Garagnani e una follia del governo che l'accoglie come raccomandazione. Penso che non se ne farà nulla. Ma se ci provassero troverebbero la ferma opposizione di tanti italiani che li farebbero rapidamente desistere".

26 settembre 2011

I giovani ANPI alla Maddalena

Ringraziando la nostra socia... Ediale Baselli...
i giovani ANPI alla Garibaldeide.


zona sei Milano. No alla legge 3442.

Domani sera consiglio di zona 6. Milano. al punto numero cinque dell'ordine del giorno..
http://www.comune.milano.it/portale/wps/wcm/connect/d7074f80458695e585d58dfd0f1c56e5/Ordine+del+giorno.pdf?MOD=AJPERES
Mozione urgente in opposizione alla proposta di legge numero 3442 (Gregorio Fontana)
Si ringraziano i consiglieri di maggioranza, il Presidente Rabaiotti,
e il Comitato Antifascista per la difesa della Democrazia. Milano zona sei.

Il Coordinamento ANPI zona sei Milano.


OBBIETTIVO RAGGIUNTO:
28\09... L'Odg è passato a larga maggioranza, la zona sei è la prima circoscrizione Milanese che approva l'appello lanciato dall'ANPI, e pone la questione al Comune di Milano.
Grazie... 




Addio Stellina Vecchio Vaia.. addio Lalla..!


La sezione ANPI Barona. Milano si unisce alle dolore di tutti i compagni e compagne che piangono la scomparsa di Lalla...  la nostra bandiera sarà presente ai funerali..
"quando muore una Partigiana, ci muore una madre... quando muore un Partigiano ci muore un padre..."



Con grande dolore diamo notizia della scomparsa di Stellina Vecchio Vaia.
Partigianastaffetta (nome di battaglia Lalla), responsabile dei Gruppi Difesa della Donna, fu accanto a Gina Galeotti Bianchi nel momento della sua tragica morte il 24 aprile 1945 a Niguarda.Fu anche parlamentare, primo Segretario donna della Camera del Lavoro di Milano, moglie del Comandante Alessandro Vaia, Ambrogino d'Oro.Noi del Teatro della Cooperativa abbiamo avuto la grande fortuna e il grande onore di conoscerla, di frequentarla, e soprattutto di apprezzarne la pacatezza, la lucidità, la fermezza del ragionamento, la semplicità, l'immensa statura morale, politica e umana, sempre volta alla giustizia e a difesa dei diritti della classe lavoratrice, delle donne e dei deboli. Un personaggio di enorme spessore, una figura tanto nobile quanto riservata, protagonista in prima persona di una altrettanto nobile pagina della storia di Milano, città Medaglia d'Oro per la Resistenza.
Stellina ci mancherà molto; è stata per noi una grande maestra di vita, la ricorderemo sempre con affetto filiale.
Renato Sarti e il Teatro della Cooperativa

Si prega gentilmente di diffondere presso compagni e amici la notizia che i funerali di Stellina si terranno mercoledì 28 settembre alle ore 10.00, nel piazzale antistante la Camera del Lavoro di Milano, Corso di Porta Vittoria 43.



EL'SA K di Andrea Riscassi...



Il nostro Socio Andrea Riscassi ci invita al suo evento Teatrale...
possiamo dirle di No..???
Sezione ANPI Barona... presente.!

22 settembre 2011

A Diego Novelli Presidente ANPI Torino...

Riceviamo e portiamo alla vostra attenzione...


A Diego Novelli, presidente provinciale dell’ANPI
In questi giorni, l’ANPI provinciale torinese con l’adesione di altre associazioni ha indetto un concorso a cui possono partecipare singole persone, associazioni, scuole, sindacati, partiti, eccetera, intitolato “Adotta un articolo della Costituzione italiana” allo scopo di “promuovere l’impegno per la difesa e l’attuazione del testo fondamentale della nostra repubblica”.  Bella e lodevole iniziativa, peccato però che giunga con qualche decennio di ritardo.
 Come tutti sanno la Costituzione italiana nasce dalla Resistenza al nazifascismo, è figlia di un accordo tra le forze comuniste, socialiste, cattoliche, eccetera, volto a fare sì che non si ricreassero più quelle condizioni politiche e sociali che avevano favorito la dittatura. In breve, la Costituzione è figlia perciò di quel periodo storico, di quella fase del capitalismo che gli storici hanno chiamato “i 30 anni gloriosi del ‘900” (1945-1975); un periodo in cui l’Italia, pur all’interno di un blocco economico e militare, era relativamente padrona del suo destino e godeva di un briciolo di sovranità economica e politica.
 Non so se qualcuno se n’è accorto, ma almeno da vent’anni a questa parte le cose non stanno più così. L’Italia, così come altri paesi, è oggi un paese a sovranità limitata, anzi praticamente priva di qualsiasi tipo di sovranità. Questa situazione si evidenzia, ad esempio dal punto di vista economico, quando i governi (di centrodestra o di centrosinistra non vi è differenza) impongono ai cittadini misure economiche che ne peggiorano le condizioni di vita affermando che ce lo chiede l’Europa, perché i mercati ci giudicano e quindi occorre apparire affascinanti per adescare gli investimenti, perché gli speculatori (cioè le banche) sono sempre in agguato eccetera. In breve, è evidente che questa Costituzione, tendente alla solidarietà e alla giustizia sociale, è completamente incompatibile con l’attuale fase del capitalismo. La competitività del mercato capitalistico non permette compromessi, o si sta nel mercato, o si sta con la Costituzione nata dalla Resistenza, tertium non datur, Marchionne docet.
E’ altresì evidente, al di là del rituale gioco delle parti, che vi è la volontà unanime di tutte le forze politiche  di adeguare la Costituzione nata dalla Resistenza a queste nuove esigenze del capitalismo. Si veda, ad esempio, la decisione unanime delle forze politiche e del presidente della repubblica (sempre a seguito di una richiesta europea) di introdurre nella Costituzione il pareggio di bilancio obbligatorio, che sotterra la solidarietà e la giustizia sociale e inibisce la tanto invocata crescita economica (come hanno spiegato seri economisti). Oppure le deroghe ai contratti di lavoro che calpestano i più elementari diritti dei lavoratori a cominciare dal diritto allo sciopero, deroghe approvate con entusiasmo da tutti i partiti presenti in parlamento e dai sindacati collaborazionisti CGILCISLUILUGL.
Di fatto, concretamente, la Costituzione nata dalla Resistenza è già stata ampiamente superata con decisioni bipartisan. Basta rileggersi neanche tanto attentamente i primi 53 articoli per scoprire che almeno la metà sono stati affossati col consenso della destra e della “sinistra”. Ad esempio, lo stesso giorno in cui gli aerei militari italiani iniziavano a bombardare la Libia compiendo massacri che nell’indifferenza generale proseguono tuttora, Berlusconi rassicurava il popolo italiano e quello libico che i bombardamenti sarebbero stati di precisione chirurgica, mentre il presidente Giorgio Napolitano ancora più ottimista dichiarava che l’Italia non era in guerra. Sono curioso di sentire le conclusioni a cui arriveranno coloro che adotteranno il cadavere dell’articolo 11, morto e sepolto già venti anni orsono con la guerra del Golfo del 1991.
Qualsiasi persona non ideologizzata e con un briciolo di spirito di osservazione può accorgersi di quanto sopra sinteticamente descritto. E’ possibile che i dirigenti dell’ANPI non vedano queste cose? Perché questa iniziativa fuori tempo massimo in “difesa della Costituzione”? Diceva il saggio compagno Andreotti che a pensar male si commette peccato, ma sovente ci si azzecca.
L’Italia è ormai un paese in bancarotta per colpa non solo di Berlusconi, ma di tutta, ma proprio tutta la sua classe politica, nessuno escluso. L’Italia è perciò ormai priva di qualsiasi autonomia decisionale. In questo contesto, le elezioni “democratiche” servono solamente a stabilire chi dei due schieramenti, centrodestra o centrosinistra, gestirà i diktat europei emanati dai curatori fallimentari Draghi e Trichet. Altro che la oscena barzelletta del referendum sulla legge elettorale per ridare la possibilità di scelta al cittadino. L’antiberlusconismo è perciò l’unica arma rimasta alla “sinistra” per distinguersi dalla destra, dato che anche la famosa favola della diversità morale è caduta con lo scandalo Penati. Visto che le elezioni politiche anticipate sono sempre più probabili, io credo che questa sia un’iniziativa prettamente elettorale, che serve a compattare il fronte “antifascista”, il contributo dell’ANPI torinese al centrosinistra per la cacciata di Berlusconi.
A disposizione per eventuali chiarimenti, porgo cordiali saluti.
Torino, 22 settembre 2011.                                                                                    Cesare Allara.     Tessera ANPI 32809.

C'era una volta... Jugoslavia. ANPI Cadoneghe.


16 settembre 2011

STOP alla lapide per la Ferida...

STOP alla lapide per la Ferida "Fu complice dei nazifascisti" Zona 8 Milano, il nuovo Consiglio revoca la delibera Pdl-Lega  sulla targa per l'attrice repubblichina fucilata nel 45. 
Villa Triste, in via Paolo Uccello 17 (Fotogramma)
Villa Triste, in via Paolo Uccello 17 (Fotogramma)
MILANO - Niente targa per la diva del cinema Luisa Ferida. La Zona 8, presidente il giovane Simone Zambelli (Sel), revoca la delibera con la quale, appena sei mesi fa, un'altra maggioranza chiedeva al sindaco l'istituzione di una «lapide alla memoria» in via Poliziano, dove l'attrice il 30 aprile del '45 fu fucilata. La motivazione? «Luisa Ferida non può e non deve essere considerata né un'eroina, né una patriota, né tantomeno un modello così positivo e straordinario da essere rammentato dalla cittadinanza tramite una targa commemorativa», si legge nella nuova delibera discussa e votata ieri sera in via Uruguay. «Solo chi mettendo a rischio la propria vita ha incarnato i valori etici che dobbiamo difendere sopra ogni cosa ha diritto di essere ricordato pubblicamente e di essere esempio per noi tutti». 

Luisa Ferida
Luisa Ferida
Inevitabile la polemica: «Viene data la priorità a discorsi ideologici rispetto alle più urgenti esigenze della cittadinanza. È il vento nuovo di Pisapia», commenta Luca Bianchi (Pdl). Ma dall'Anpi di Zona 8, dove nelle scorse settimane la questione è stata ripetutamente all'ordine del giorno, respirano sollevati: «Lo scorso marzo, in questa stessa aula, una mozione che proponeva la targa alla Ferida e che era stata tenuta per un anno e mezzo in un cassetto è diventata delibera, con una sorta di colpo di mano - dice Antonella Barranca, coordinatrice Anpi -. Ci era parsa l'ennesima provocazione, dato che sempre in questa Zona, prima in viale Certosa, poi in via Pareto, si era insediata l'associazione Cuore nero». Il presidente nazionale Anpi, Carlo Smuraglia, allora aveva scritto all'ex sindaco chiedendo, piuttosto, che qualcosa fosse fatto per «collocare a Villa Triste qualcosa di più della attuale targhetta, praticamente invisibile, per ricordare le atrocità che vi furono commesse»
Villa Triste, in via Paolo Uccello, a cento metri da piazzale Lotto, oggi sede di un istituto di suore, fu il covo di torture dei partigiani da parte della banda di Pietro Koch. «La Ferida negli ultimi anni della sua vita fu coinvolta dal compagno Osvaldo Valenti, tenente della decima flottiglia Mas nella Repubblica sociale - ricorda Mattia Tarelli, presidente commissione Cultura -, e i due attori diventarono poi frequentatori di Villa Triste». Da anni è aperto un contenzioso storico sulla diretta partecipazione della Ferida alle torture perpetrate a «Villa Triste». E questa fu la ragione che sei mesi fa portò la maggioranza uscente di centrodestra a proporre la targa: «Un monito contro tutti quei movimenti e quei regimi totalitari e antidemocratici - aveva detto l'ex presidente Claudio Consolini - che hanno compiuto tante nefandezze. Nella nostra Zona ci sono molte targhe ai partigiani uccisi: credo non ci sia nulla di male se una lapide ricorderà anche un'attrice che, nonostante fosse incinta, fu fucilata in strada senza processo».
Alla storia della diva è stata recentemente dedicata la fiction «Sanguepazzo» per la regia di Marco Tullio Giordana. E un libro (Laura Ferida e Osvaldo Valenti. Ascesa e caduta di due stelle del cinema) di Odoardo Reggiani. Ma in un commovente video online, realizzato dall'Anpi di Quarto Oggiaro, è Antonietta Romano, figlia di Gaetano Romano, archivista capo della Questura di Milano nel 1944, a testimoniare il coinvolgimento diretto dell'attrice nelle torture praticate dalla Banda Koch a Villa Triste. 
Paola D'Amico
15 settembre 2011 12:13

10 settembre 2011

Sangue e sogni. Milano, Sacrario Loggia dei Mercanti.


Sulle targhe di bronzo, ormai annerito, del Sacrario della Loggia dei Mercanti a Milano quasi illeggibili, vi sono 2824 nomi di Partigiani e Deportati che nelle speranze, nelle attese della loro vita cercarono un mondo migliore, di pace, giustizia e libertà, e offrirono ai loro sogni… carne, nervi, e sangue. Lì c'è anche il nome di mio zio Taietti Renato diciotto anni, che tornò alla sua abitazione in una cascina tra i campi della Barona il 27 aprile 1945 su un carro trainato da buoi, chiuso tra quattro assi male inchiodate, un fazzoletto rosso stretto tra le mani, per cercare di chiudere, di fermare il taglio profondo nella pancia aperta da una sventagliata di mitraglia fascista e un buco nero sulla fronte. Anche mio zio, voleva vivere, divertirsi, amare... Come presumo anche oggi tanti diciottenni vogliono fare... certo una modella che sfilerà davanti a quelle lapidi, penserà alla moda, ai soldi, al lavoro... E di sicuro chi li, proprio li... vedrà sfilare, penserà alla gioventù, alla vita che lieve come uno svolazzare di tessuti pregiati porta la bellezza e magari creatività, arte, lavoro e profitto... Ma quello che non capisco, ma quello per cui mi indegno e mi arrabbio è perché proprio li... E perché proprio loro, quelli che decidono, a cui anch'io ho donato tempo, voglia, speranze sogni e attese, dimenticano che in quel luogo su quelle lastre di bronzo non vi sono solo nomi, ma ideali e principi... Vi è davvero, anche su quelle targhe, dolore e lacrime, cuori e menti che tutto lasciarono per la nostra libertà, e che nulla chiesero se non almeno un poco di memoria...! Io sarò lì quando le luci si accenderanno, la musica romperà il silenzio del pensiero, e i "signori" batteranno le mani... Porterò una candela... per mio zio, mio nonno, per tutti i partigiani, i deportati, per tutti i miei padri e per tutte le mie madri... mi piacerebbe non essere solo, e che tanti amici, tanti compagni siano con me lì a illuminare con luce fioca, speranze, sogni e attese che mai moriranno...

Ivano Tajetti.

05 settembre 2011

ANPI NEWS n° 2.






ANPI Piacenza - festa PARTIGIANA.


ANPI - le ragioni del buon senso...



"Naturalmente sono soddisfatto di questa vittoria della ragione, del buon senso e anche, me lo si consenta, della forza dei nostri argomenti.
 
Non sono abituato a cantar vittoria, né tantomeno a rivendicare primazie: devo dire che questa è una vittoria di tutti anche se grande e bella è stata la nostra battaglia di agosto.
 
Ringrazio tutti i nostri militanti ed i cittadini che si sono impegnati in questo periodo in mille forme. Ringrazio anche i gruppi parlamentari che si sono trovati d'accordo sul sopprimere una norma inutile ed inaccettabile moralmente e politicamente.
 
Un ringraziamento particolare va al Presidente del Senato per il suo impegno personale in questa vicenda.
 
Ovviamente dobbiamo restare vigilanti perché ci stiamo abituando alle sorprese più impensate ed ai cambiamenti di rotta: l'iter parlamentare del provvedimento non è ancora ultimato.
 
Ma confido che, una volta prevalsa la ragione, di queste festività non se ne parli più, se non per festeggiarle tutte insieme come un patrimonio ideale del Paese". 
 
 
Carlo Smuraglia
Presidente Nazionale ANPI

02 settembre 2011

Convocazione Direttivo, aperto.

La sezione riapre dopo la pausa estiva,
mercoledì 7 settembre alle ore 21.00
con un IMPORTANTE direttivo aperto a tutti i soci.

  • non toccate il 25 aprile - 1 maggio - 2 giugno
  • proposta di legge 3442 (Fontana)
  • Neo Consiglio di zona - Comune
  • tesseramento 2011\12
  • operatività e programmazione.
  • economia di sezione.
Non potete mancare..! 

8 settembre. ANPI Magenta


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