Associazione Nazionale Partigiani d'Italia - ANPI Barona Milano.
20 agosto 2011
Non toccate il 25 aprile...
8 commenti:
Sergio
ha detto...
Caro Tajetti, in momenti come questi deve emergere in tutta la sua magnificenza questa Costituzione che sembra tanto fragile agli attacchi dei soliti fascisti. Il prseidente della Repubblica, Capo della Nazione democratica deve sentire la forza della nazione ed opporsi, come è nelle sue potestà, a questi biechi attacchi denuncuando al Paese quanto sta succedendo. Diamo coscienza a Napolitano, lui deve dire quello che il popolo in questo momento si aspetta da una democraziia ancora rappresentativa. Perso anche questo treno prepariamoci ad affrontare momenti bui come non mai! Sosteniamo il Presidente!Scriviamo una lettea aperta perchè sappia cosa veramnte vogliono gli Ialiani. Questo è mantenere viva la nostra Storia e le conquiste raggiunte col sangue di tanti. Resistenza e passione sempre. Un abbraccio Sergio Cazzaniga Presidnte Anpi Sez. Martiiri Vimercatesi".
Abolire le feste civili (o nasconderle in alcune domeniche) mi pare pericoloso e pretestuoso.
Abolire le feste civili è PRETESTUOSO, perché –tra feste civili e religiose- abbiamo meno giorni di festa che in Francia, Germania, Svizzera e USA.
(Se la paura è quella dei ‘ponti’, ricordiamo che i giorni di ferie, in base alle leggi oggi in vigore, devono esser concordati con l’azienda: non sono a discrezione del lavoratore)
Abolire le feste civili è PERICOLOSO perché le ricorrenze civili sono un elemento di coesione di una società.
Certo non bastano alcuni giorni di festa per ottenere che tutti i cittadini si riconoscano negli stessi ideali di libertà e giustizia sociale (non dimentichiamo che è questo il senso delle festività civili).
Però certe ‘scadenze’ richiamano comunque qualcosa alla memoria di tutti; giornali e TV ne parlano, riportano i discorsi di intellettuali e autorità….
Le nostre società moderne hanno bisogno di ideali comuni, di qualcosa che ci tenga uniti: abbiamo bisogno anche delle feste civili, dunque!
Altrimenti ogni nostra città diventerà una banlieue.
Siamo assolutamente d'accordo.Quindi cosa facciamo? Purtroppo i partiti,ma anche i sindacati,che dovrebbero rappresentarci non fanno nulla,se non ogni tanto dire debolmente che non sono d'accordo.Crede che per settembre bisognerebbe organizzare qualcosa. Albarosa Raimondi
Grazie Ivano, sono messaggi che ci rincuorano e ci danno forza! A Reggio Emilia nella Festa Democratica e poi in quella di Sel ,come Anpi, abbiamo iniziato a raccogliere le firme contro questo abominio e la gente dice"ne posso mettere tante?"
Don Gallo a Reggio qualche giorno fa ha detto: "E' il primo passo per la morte della democrazia!"
Però quante nostre energie sprecate a contrastare le idiozie!Spero vi stiate attivando a Milano per la marcia Perugia -Assisi del 25 settembre e per il meeting"1000 giovani per la pace" a Bastia Umbra il 23-24 settembre, vedi www.perlapace.it
Carissimo Ivano, puoi contare su di me! Per me la Resistenza è cosa seria, non il compitino da svogere nei giorni del 25 aprile, per me il 25 aprile è tutti i giorni, ecco perchè questa vergogna non troverà alla fine alcuno sbocco. Stanne certo.
Caro Ivano, sono completamente d'accordo con il tuo appello e con tutte le inziative (come quelle della Cgil) volte a respingere l'assurda ipotesi di soppressione della festività del 25 aprile e delle altre due (1maggio e 2 giugno) che celebrano valori che incarnano i fondamenti della nostra Repubblica. Sappiamo di essere in un momento nel quale gli errori, dei governanti - di oggi ma anche di eiri - impongono di chiedere duri sacrifici ai cittadini; ma sappiamo anche che l'irrisorio vantaggio economico derivante dalla soppressione delle tre festività civili provocherebbe, invece, una lesione profonda della fisionomia democratica del Paese: un danno che non ha prezzo. Concetti simili ebbi modo di esprimere al Senato, in anni lontani, quando fui tra i promotori della legge che riportò il 2 giugno a una più degna celebrazione. Non ho certo mutato opinione da allora. Il disegno che oggi il governo vorrebbe perseguire è - oltre tutto - reso più odioso dal tentativo di sopprimere soltanto festività civili, lasciando intatto il ben più lungo elenco di quelle religiose: anche per questo è necessario contrastarlo nettamente e con forza. Un saluto cordiale e solidale Antonio Duva
8 commenti:
Caro Tajetti,
in momenti come questi deve emergere in tutta la sua magnificenza
questa Costituzione che sembra tanto fragile agli attacchi dei soliti
fascisti.
Il prseidente della Repubblica, Capo della Nazione democratica deve
sentire la forza della nazione ed opporsi, come è nelle sue potestà, a
questi biechi attacchi denuncuando al Paese quanto sta succedendo.
Diamo coscienza a Napolitano, lui deve dire quello che il popolo in
questo momento si aspetta da una democraziia ancora rappresentativa.
Perso anche questo treno prepariamoci ad affrontare momenti bui come
non mai!
Sosteniamo il Presidente!Scriviamo una lettea aperta perchè sappia
cosa veramnte vogliono gli Ialiani. Questo è mantenere viva la nostra
Storia e le conquiste raggiunte col sangue di tanti.
Resistenza e passione sempre.
Un abbraccio
Sergio Cazzaniga
Presidnte Anpi Sez. Martiiri Vimercatesi".
caterina de camilli
via montelatici 10
22020 san fermo
-------------------------------- LETTERA ----------------------------------------
Abolire le feste civili (o nasconderle in alcune domeniche) mi pare pericoloso e pretestuoso.
Abolire le feste civili è PRETESTUOSO, perché –tra feste civili e religiose- abbiamo meno giorni di festa che in Francia, Germania, Svizzera e USA.
(Se la paura è quella dei ‘ponti’, ricordiamo che i giorni di ferie, in base alle leggi oggi in vigore, devono esser concordati con l’azienda: non sono a discrezione del lavoratore)
Abolire le feste civili è PERICOLOSO perché le ricorrenze civili sono un elemento di coesione di una società.
Certo non bastano alcuni giorni di festa per ottenere che tutti i cittadini si riconoscano negli stessi ideali di libertà e giustizia sociale (non dimentichiamo che è questo il senso delle festività civili).
Però certe ‘scadenze’ richiamano comunque qualcosa alla memoria di tutti; giornali e TV ne parlano, riportano i discorsi di intellettuali e autorità….
Le nostre società moderne hanno bisogno di ideali comuni, di qualcosa che ci tenga uniti: abbiamo bisogno anche delle feste civili, dunque!
Altrimenti ogni nostra città diventerà una banlieue.
San Fermo (Como), 15 agosto 2011.
Caterina De Camilli - caterinadeca@libero.it
Siamo assolutamente d'accordo.Quindi cosa facciamo? Purtroppo i partiti,ma anche i sindacati,che dovrebbero rappresentarci
non fanno nulla,se non ogni tanto dire debolmente che non sono d'accordo.Crede che per settembre bisognerebbe organizzare
qualcosa. Albarosa Raimondi
Grazie Ivano, sono messaggi che ci rincuorano e ci danno forza! A Reggio Emilia nella Festa Democratica e poi in quella di Sel ,come Anpi, abbiamo iniziato a raccogliere le firme contro questo abominio e la gente dice"ne posso mettere tante?"
Don Gallo a Reggio qualche giorno fa ha detto: "E' il primo passo per la morte della democrazia!"
Però quante nostre energie sprecate a contrastare le idiozie!Spero vi stiate attivando a Milano per la marcia Perugia -Assisi del 25 settembre e per il meeting"1000 giovani per la pace" a Bastia Umbra il 23-24 settembre, vedi www.perlapace.it
Con un abbraccio
Fiorella Ferrarini
grazie facciamo nostro il vostro comunicato e provvediamo a diffondere
cristiano ceccucci
Anpi Valcesano
Carissimo Ivano, puoi contare su di me!
Per me la Resistenza è cosa seria, non il compitino da svogere nei giorni del 25 aprile, per me il 25 aprile è tutti i giorni, ecco perchè questa vergogna non troverà alla fine alcuno sbocco. Stanne certo.
Alessandro Fontanesi
Reggio Emilia
Caro Ivano,
sono completamente d'accordo con il tuo appello e con tutte le inziative (come quelle della Cgil) volte a respingere l'assurda ipotesi di soppressione della festività del 25 aprile e delle altre due (1maggio e 2 giugno) che celebrano valori che incarnano i fondamenti della nostra Repubblica.
Sappiamo di essere in un momento nel quale gli errori, dei governanti - di oggi ma anche di eiri - impongono di chiedere duri sacrifici ai cittadini; ma sappiamo anche che l'irrisorio vantaggio economico derivante dalla soppressione delle tre festività civili provocherebbe, invece, una lesione profonda della fisionomia democratica del Paese: un danno che non ha prezzo.
Concetti simili ebbi modo di esprimere al Senato, in anni lontani, quando fui tra i promotori della legge che riportò il 2 giugno a una più degna celebrazione. Non ho certo mutato opinione da allora.
Il disegno che oggi il governo vorrebbe perseguire è - oltre tutto - reso più odioso dal tentativo di sopprimere soltanto festività civili, lasciando intatto il ben più lungo elenco di quelle religiose: anche per questo è necessario contrastarlo nettamente e con forza.
Un saluto cordiale e solidale
Antonio Duva
Ciao caro Ivano, io sono pronta... è varamente una vergogna e un
oltraggio alla storia!
Diana
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