25 gennaio 2021

La Legge: Istituzione del "Giorno della Memoria".

Legge 20 luglio 2000, n. 211

"Istituzione del "Giorno della Memoria" in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti"

pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 177 del 31 luglio 2000

Art. 1.

1. La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonchè coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.

Art. 2.

1. In occasione del "Giorno della Memoria" di cui all'articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell'Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinchè simili eventi non possano mai più accadere.

ANPI Cinisello Balsamo - Giorno della Memoria 2021.




 

24 gennaio 2021

NON DIMENTICHIAMO... 27 Gennaio 2021


GIORNO DELLA MEMORIA 2021 - ANPI BARONA MILANO.

I Partigiani della Barona e del Giambellino, deportati politici uccisi nei campi di concentramento. 

Noi NON dimentichiamo. Più di novanta i nominativi sulle lapidi Partigiane della Barona e del Giambellino/Lorenteggio, riportiamo qui la storia di nove di loro che terminarono la loro breve vita nei campi di concentramento nazifascisti. Uccisi tra fame, indicibili sofferenze, strazianti torture, malattie e violenze, morti per ideali di libertà, morti per la Resistenza del bene contro il male assoluto. Non dimentichiamoli. 


Dal Corriere della Sera, 27 maggio 1945. 

“Un appello del prefetto per gli internati di Mauthausen e Dachau. Il prefetto di Milano ing. Riccardo Lombardi ha fatto una importante comunicazione riguardante i prigionieri politici italiani in Germania. Egli ha detto:

Una delegazione dei campi di “eliminazione” di Mauthausen e di Dachau è giunta ieri a Milano. Dei prigionieri politici italiani ivi detenuti l’85 per cento è perito. I superstiti, circa 1500, sono tuttora, a differenza degli internati francesi, belgi, olandesi, cechi, polacchi, russi e anglo-americani, chiusi nei campi e versano in gravissime condizioni fisiche. Ogni giorno parecchi di essi soccombono alle malattie e allo stato di sfinimento portato dalle sevizie e dalle privazioni a cui sono stati sottoposti. E’ urgente il rientro in patria di questi nostri fratelli per i quali è stata predisposta ogni assistenza. E’ mancato finora il consenso delle autorità alleate competenti che sono a quanto sembra, il Comando generale alleato nel Mediterraneo. Chiediamo di essere autorizzati a spedire una colonna di automezzi a prelevare questi infelici nostri confratelli e portarli a Milano, dove essi avranno ogni possibile cura. Questo rientro non pregiudica il divieto provvisorio stabilito dalle autorità alleate per il ritorno delle centinaia di migliaia di ex-internati italiani, per i quali continua a valere il piano fissato. Migliaia di famiglie e tutto il popolo italiano attendono con angoscia la decisione degli alleati. A nome del popolo italiano facciamo un caloroso appello al Governo britannico e al Governo americano affinché vengano date immediate istruzioni ai Comandi militari competenti di autorizzare il rientro a Milano dei superstiti dei campi di “eliminazione” di Mauthausen e Dachau”.

Il prefetto ha ribadito la necessità di provvedere sollecitamente al rimpatrio degli italiani internati nel campo di Mauthausen anche in un telegramma inviato al Maresciallo Alexander. 


Bossi Luigi - Milano 23/11/1922 - Ebensee 23/04/1945.  - Cippo di Via Moncucco di Via Moncucco 29. Nato a Milano in Via Chiesa Rossa 67, abitava in Via Moncucco 38 di professione Operaio Saldatore. Partigiano nelle Brigate Matteotti dal 1/1/1944. Arrestato per attività sovversive il 13/12/1944, veniva deportato nel lager di Bolzano e da li tradotto il 1/2/1945 in Germania nel campo di concentramento di Mauthausen e poi in quello di Ebensee, dove moriva a soli 22 anni tra stenti, torture e supplizi il 23/04/1945. 

Cimini Guido - Napoli 14/03/1889 - Dachau 6/2/1945. - Lapide di Via Biella 30 (Abitazione). Guido Partigiano nella Brigata volante “Aldo Oliva” della Divisione Ticino. Nato a Napoli, antifascista dalle sue origini si trasferisce a Milano con la famiglia in cerca di lavoro, viene catturato dai fascisti nel settembre del 1944, incarcerato a San Vittore e poi passando dal lugubre binario 21 della Stazione Centrale di Milano, viene deportato nel campo di concentramento di Dachau dove viene ucciso a 46 anni di vita il 6 febbraio 1945. 

Giovanni 25/2/1925-3/5/1945; 20 anni e Pietro Negri 27/3/1906-5/10/1944; 38 anni. Abitavano in via Lodovico il Moro 135 dove li ricorda una Lapide “Nei campi di eliminazione sacrificarono la fiorente giovinezza alla libertà”. Partigiani combattenti, appartenevano alla 113ª Brigata Garibaldi SAP: Giovanni dall’8 settembre 1943, Pietro dal 26 luglio 1943. (Diplomi Alexander 227352 e 229780) Furono arrestati alla Cascina Beldiletto in Barona con l’accusa di occultare armi e munizioni. Vennero deportati in Germania nel campo di concentramento di Mauthausen. Secondo le schede della Federazione Comunista Milanese, sezione “Antonio Gramsci”, i due fratelli vennero arrestati in piazzale Baracca, su denuncia di certo Bortolotti Giovanni, il 30 novembre 1943. Pietro morì a Mauthausen il 5 ottobre 1944, quasi un anno dopo il suo arresto. Giovanni due giorni prima della liberazione del campo.  (Da un verbale della 113ª Brigata Garibaldi SAP veniamo a conoscenza delle gravi conseguenze della delazione di Giovanni Bortolotti. “Costui, al soldo dei fascisti, denunciava i cittadini combattenti, e non, sospettati di tramare contro lo status quo. A seguito di tale atto trovarono la morte 6 giovani della nostra zona, sorpresi mentre erano riuniti per organizzare un’operazione di guerriglia in uno scantinato di via Ludovico il Moro ed arrestati il 4 agosto 1944. (Giovanni e Pietro Negri, Vittorio Morneghini, Giuseppe Frazzei, Francesco Migliavacca e Luciano Paschini). “Furono arrestati tutti e portati al carcere di San Vittore dove vennero pesantemente torturati al fine di ottenere i nomi dei loro compagni d’azione, ma nessun nome venne fatto.”

Vittorio Morneghini. Milano il 5/6/1922. Gusen 1/4/1945. Lapide presso la sua abitazione Via Lodovico il Moro 135, con i Partigiani Negri Giovanni e Negri Pietro. Di professione  Operaio Meccanico, Partigiano combattente 113° Brigata Garibaldi SAP. dal 17/03/1944. Catturato per delazione durante un’azione di disarmo in Via Vigevano, Milano il 4/8/1944, incarcerato a San Vittore e deportato a Mauthausen il 17/8/1944  e poi ucciso nel sotto campo di Gusen il 1/04/1945. 

Luigi Corradini.  Milano 1/6/1908 – Gusen 10/4/1945. Lapide dove abitava in via Parenzo 8. Operaio Meccanico. Partigiano 114ª Brigata Garibaldi Sap dal gennaio 1944. Viene arrestato dai nazifascisti il 18 marzo 1944 e deportato a Gusen dove è ucciso tra stenti e malattie a 36 anni.

Vittorio Malandra. Milano26/6/1894 – Mauthausen 22/4/1945. Abitava in viale Famagosta 4, dove una lapide ricorda il suo sacrificio  Partigiano nella 128° Brigata Garibaldi SAP operante a Sesto San Giovanni, dove lavorava alla Breda come Operaio verniciatore. Viene arrestato a casa sua la notte del 14 marzo 1944, in uno dei maggiori rastrellamenti eseguiti dai fascisti repubblichini in seguito agli scioperi avvenuti nelle fabbriche milanesi e dell’hinterland all’inizio del mese. Quella notte furono 63 gli operai catturati. La Breda fu una delle fabbriche più colpite con un totale di 125 arrestati di cui 121 deportati. Malandra prima incarcerato a San Vittore viene poi portato a Bergamo alla caserma Umberto I. Da qui partì il 17 marzo 1944 per Mauthausen con il trasporto n. 34. Arrivò nel campo di concentramento dopo 3 giorni di viaggio, numero di matricola: 58958. Rimase in vita per più di un anno fino al 22 aprile 1945. Morì ucciso a 51 anni.

Federico Fossati. Milano 12/9/1912 –  Mauthausen 18/4/1945. Abitava in via Apuli 1. Giambellino, Milano. Federico è ricordato nella lapide collettiva di Via Segneri.  Partigiano nella 113° Brigata Garibaldi SAP dal 10 febbraio 1944. (Diploma Alexander 233568)  Lavorava alla C.G.E. in qualità di Elettrotecnico. Viene arrestato come “misura preventiva” anche a causa di un odio personale con uno squadrista fascista della zona (detto “Ciuffolo”), trasferito al carcere di Verona e poi mandato a Mauthausen dove giunge il 13 marzo 1944, numero di matricola 57630.  Viene più volte trasferito, una vera e propria “via Crucis” tra soprusi e torture tra vari sottocampi, tra cui St. Lambercht, una fattoria delle SS dove il lavoro era estremamente duro. Rientrò a Mauthausen il 15 maggio del 1944 ma già il 21 settembre veniva mandato a Gusen a lavorare negli impianti sotterranei di produzione degli armamenti. Il 6 marzo 1945, in pessime condizioni, viene portato al campo principale, nel Sanitaslager dove morì, ucciso poche settimane prima della liberazione, Aveva 33 anni. 

Adriano Pogliaghi. Milano 25/11/1923 –  Gusen 19/4/1945.  Abitava in via Segneri 8. Lapide collettiva di Via Segneri e lapide presso la sua abitazione. Partigiano combattente in varie formazioni Matteotti. Squadre d’Azione giovanili P.S.I. e Brigata Cucciniello. Diploma Alexander n° 230297.  Fin dal novembre 1943 entra a far parte del movimento clandestino Socialista, Capo settore della zona S. Cristoforo – Barona e, contemporaneamente, agisce come uomo di collegamento con le Brigate del Varesotto.  E’ tra i più attivi durante il grande sciopero del marzo 1944, motivo per cui viene arrestato: Aveva sabotato con altri  compagni Partigiani (Arrigo Veneri, Angelo Doninotti e Paolo Barbieri) un lungo tratto della linea tranviaria tra Via Biella e il naviglio Grande in Barona. Avendo obblighi di leva viene mandato al comando militare della Marina da dove riesce ad evadere.  Tornato a Milano riprende con ancora più fervore la lotta contro il nazifascismo, nuovamente arrestato e deportato, dopo un periodo trascorso nel carcere di San Vittore, a Mauthausen dove morì ucciso a soli 21 anni.


23 gennaio 2021

Elio Gallo sempre con NOI... i suoi libri, il suo pensare.


 













Ringraziando il Papà Cosimo e il Fratello Andrea, per la donazione di tutta la biblioteca del nostro Caro Elio Gallo, che ci ha prematuramente lasciato il passato anno.  - Il nuovo timbro ElioGallo ANPIBarona  per tutti i libri della nostra biblioteca di Sezione. Elio sarà sempre con noi... 

il "nostro" vaccino contro il fascismo. La tessera ANPI 2021.

Le prime dosi 2021 del nostro vaccino sono arrivate. Cosa aspettate a vaccinarvi contro fascismo, razzismo e le idiozie del pensiero? E per chi è lontano bonifico e spedizione postale. anpibarona@fastwebnet.it 



I me cìamava per nome: 44.787...

I me ciamava per nome: 44.787 – in streaming

In occasione del Giorno della Memoria Teatro della CooperativaANEDANPI e Istituto Nazionale Ferruccio Parrisaranno promotori di un’importante iniziativa.

A partire dal pomeriggio del 27 gennaio verrà messo a disposizione gratuitamente in streaming lo spettacolo di Renato Sarti I me ciamava per nome: 44.787 – Risiera di San Sabba, nato dalla raccolta delle testimonianze dei sopravvissuti e delle deposizioni dei carnefici per raccontare l’orrore dell’unico lager nazista in Europa munito di forno crematorio situato all’interno di una città (Trieste), dove furono assassinate tra le duemila e le cinquemila persone, per la maggior parte civili.



Perché ANTIFASCISTI oggi... Le Sezioni ANPI Val di Susa e Torino.


 

Italiani brava gente..?




 

La settimana della MEMORIA - ANPI Rescaldina Milano.




 



































ANPI Porta Genova Milano - La famiglia Ruberl...
































Le molte facce della giustizia e dell'ingiustizia.


 

16 gennaio 2021

Uniamoci per salvare l'Italia.


 

Carlo Barbieri "Ciro" e Olga...

Come nacque l’amore tra “Ciro” Carlo Barbieri e Olga Garbarini, la figlia di Paolo, proprietario della Trattoria Imbarcadero di Casamarchese (Pv)..? Grazie alla requisizione di un pentolone...  ❤️



11 gennaio 2021

Il Sindaco Aldo Aniasi, il Comandante "Iso".

Partigiani veri e partigiani falsi. - Il Sindaco di Milano, Aldo Aniasi, il Comandante Partigiano “Iso”. Presidente della FIAP da sempre fautore della doppia tessera ANPI/FIAP è stato iscritto alla Sezione ANPI Barona Milano dagli anni 60 del secolo scorso sino alla sua morte.
Aldo Aniasi nasce il 31 maggio del 1921 a Palmanova, provincia di Udine, da una famiglia antifascista. Il padre è un vecchio socialista.
Si traferiscono a Milano nel 1938. Aniasi frequenta l'Istituto tecnico "Cattaneo": la sua professoressa di italiano e storia è un'appassionata antifascista e in classe parla di socialismo, liberalismo e libertà. Venne per questo denunciata. Aldo si convince sempre più nel suo osteggiare il fascismo.
Nel 1941 si iscrive a ingegneria presso il Politecnico di Milano.
Aniasi ed alcuni suoi compagni sono attivi ancora prima della caduta del fascismo distribuendo volantini, tenendo riunioni clandestine, diffondendo libri messi all'indice dal fascismo.
Appena dopo l'8 settembre Aldo, con l'appoggio della popolazione di Codogno(dove era sfollato con la famiglia) distribuisce indumenti ai soldati allo sbando e recupera armi nelle caserme abbandonate.
Subito dopo parte per la Valsesia entrando nel distaccamento "Fanfulla" della XV Brigata Garibaldi.
Nel 1944 Aldo si sposta a Cusio e poi in Val d'Ossola dove viene formata la 2ª divisione Garibaldi "Redi"di cui diviene comandante con il nome di battaglia di "Iso Fanali". D'ora in poi sarà per tutti il Comandante "Iso"!
Vive e collabora alla Repubblica partigiana dell'Ossola che, benché sia durata poco, servì ad incoraggiare e dare nuova forza alla lotta antifascista.
Il 27-28 aprile del 1945 la divisione Redi arriva a Milano dopo aver costretto alla resa i tedeschi del Campo di Aviazione di Lonate Pozzuolo e Gallarate e gli aviatori dell’aereonautica militare della RSI.
Aldo Aniasi viene insignito della Medaglia d'argento al valore militare.
Nel 1946 lascia il PCI e passa al PSI divenendo membro del direttivo della sezione "Volta Garibaldi" di Milano per poi fare parte della Federazione provinciale, poi di quella nazionale fino a diventare membro dell'esecutivo.
Nel 1949 è tra i primi comandanti partigiani ad entrare nella FIAP. Ne sarà presidente dal 1986 (alla morte di Parri) fino alla sua morte.
Entra come consigliere nella giunta di Ferrari nel 1951 occupandosi prevalentemente dell'edilizia popolare e nel settore delle politiche per i minori facendosi portavoce dell'esigenza dell’istituzione di asili nido e scuole materne comunali, colonie marine ed elioterapiche, interventi e servizi mirati a favore dei minori portatori di handicap, non scolarizzabili o con patologie specifiche, tra cui, per esempio, l’istituzione tra il 1951 e il 1954 di sette scuole speciali per audiolesi, per anormali psichici, per rachitici e motulesi, per ambliotici, per epilettici, e per bambini gracili.
Nel 1961, con la.giunta Cassinis, Aniasi ricopre l'incarico di assessore ai lavori pubblici, contribuendo alla costruzione di nuovi edifici scolastici e risolvendo il problema del sovraffollamento delle classi e del sistema a turnazione delle lezioni: entro la fine del 1965 Milano avrà ben 110 scuole tra materne, elementari e medie.
Aldo Aniasi viene eletto sindaco il 19 dicembre 1967. Pochi giorni dopo, il 27 dicembre 1967, gli viene conferito il titolo onorifico di “Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana”.
Grazie a lui e alla sua giunta viene approvato il piano quadriennale del verde che porta alla realizzazione di nuovi parchi cittadini, di giardini nelle zone periferiche, e di una rete di campi-gioco per bambini – da 8 nel 1961 passano a 84 nel 1970; un'altra priorità della giunta è la difesa del lavoro: durante le agitazioni dell’autunno caldo, per esempio, il Consiglio comunale vota un cospicuo stanziamento a favore delle famiglie dei lavoratori in stato di bisogno per il prolungarsi degli scioperi, e la distribuzione a prezzi controllati di generi di prima necessità.
Il 10 maggio 1968 inaugura il circolo di via De Amicis che diviene un luogo di cultura e dibattito della sinistra milanese.
Nel 1976 Aniasi viene eletto deputato con il PSI. Durante la legislatura istituisce una "Commissione d’inchiesta parlamentare sulle cause e conseguenze della sciagura causata il 10 luglio 1976 a Seveso (Milano) per l’inquinamento di dioxina dovuto al cattivo funzionamento di un reattore dello stabilimento della società ICMESA”.
Nel 1980 viene chiamato a ricoprire il ruolo di ministro della Sanità nel II governo Cossiga e nel governo Forlani.
Il 28 giugno 1981 Aniasi diventa Ministro senza portafoglio con delega agli Affari Regionali nel I e nel II governo Spadolini . Il 15 luglio entra a far parte della VI Commissione (Finanze e Tesoro).
Il 14 dicembre 1982 Aldo Aniasi assume la prestigiosa carica di Vicepresidente della Camera, che manterrà fino al 22 aprile 1992.
Il 14 febbraio 1989, la proposta di legge per la “riapertura dei termini per la concessione di medaglie d’oro al valore militare alle province di Milano e Pavia per meriti acquisiti durante la Resistenza”.
Nel 1994 lascia la Camera dei Deputati, aderisce ai DS, continua il suo impegno nella FIAP e come promotore di convegni e seminari: "Il governo Parri", "Le formazioni GL nella Resistenza", "Conoscete la storia patria?", "Comando militare del Corpo volontari della libertà", “Il pericolo dell’estrema destra in Italia ed in Europa".
Nel 2003 presenta "I siti della vergogna”, un censimento dei siti Internet neofascisti e neonazisti.
Nel settembre 2004 organizza e presenta una mostra su Sandro Pertini presso il Palazzo della Regione di Milano.
Il 19 maggio 2005 presenta a Venezia il libro “Giustizia e Libertà e Partito d’Azione a Venezia e dintorni”.
Muore pochi mesi dopo il 27 agosto.
25 aprile 1970 discorso celebrativo:
"Il ricordo della Resistenza deve essere tenuto vivo nella convinzione che più che la carenza delle coscienze, curi l’insensibilità democratica della classe dirigente, che rimpiange lo spirito autoritario del fascismo comodo scudo dei privilegi degli abbienti". (In foto Archivio famiglia Pesce: il Partigiano Comandante “Iso” e il Partigiano Comandante “Visone”) 


08 gennaio 2021

Comunicato ANPI Barona Milano. Trump, un insurrezione di destra...

Comunicato ANPI BARONA Milano.

Una insurrezione di destra. Questo è avvenuto al Capitol Hill di Washington. 
Prima l'infuocato discorso di Donald Trump che non si arrende neanche davanti all'evidenza della vittoria dei Democratici in Georgia.
Poi l'assalto organizzato dai suoi comitati elettorali fin dentro al Parlamento.
Infine le forze di polizia che si fanno travolgere senza mettere in campo una sicurezza adeguata e l'intervento tardivo della Fbi e della Guardia nazionale.
Quelle a cui abbiamo assistito sono le immagini di un tentato e non riuscito piano di sovvertimento delle istituzioni Statunitensi di un Presidente disperato e sconfitto.
Un atto eversivo che riporta gli Stati Uniti d’America e il mondo agli anni più bui del fascismo. 

Sezione ANPI Barona Milano.  
7 gennaio 2021.

04 gennaio 2021

Mani sporche, occhi lucidi... VOSS Osnago. NOI ci siamo.

Quest’anno una Befana Antifascista particolare per ANPI Barona Milano.

Niente “festa” ma nel consueto segno della solidarietà, un baule pieno di viveri, dolciumi e calze della Befana, una chitarra (e il suo Compagno fidato; Alessio Lega), pioggia, vento e neve, ma via sulla strada per Osnago, destinazione il presidio delle lavoratrici e dei lavoratori della VOSS. 

Zona arancione, si può uscire da Milano, via che si parte, un lunedì mattina speciale, la bandiera dell’ANPI Barona Milano, un bidone di ferro che brucia la legna per scaldarsi, una tenda ed un container, uno spelacchiato albero di natale, con appeso dei nastri neri disperati, il viso di operaie e operaie che da quasi 30 giorni presidiano la loro fabbrica che il “padrone” ha deciso di chiudere. Difendono le loro “macchine” (vi ricordate i Partigiani che difendevano i loro macchinari durante la Resistenza, i piani di difesa delle fabbriche, che i nazisti e i fascisti svuotavano, “la produzione continua in Germania, e chi si oppone: campi di concentramento”) guardarsi negli occhi, che le parole le nasconde la mascherina, ma poi basta guardare le mani, gente che lavora, i segni delle schegge di metallo, dell’olio chimico, il nero della fatica sotto pelle. E allora ANPI ci deve essere, non lo dice il consueto comunicato, lo dice la presenza, il cantare insieme “Bella Ciao”, e “Cara moglie”, lo dice il silenzio della disperazione, ma poi l’occhio lucido di chi ti accoglie, e ti ringrazia, e non esiste il copia incolla della storia degli altri, la storia siamo noi… “La storia siamo noi, siamo noi padri e figli, siamo noi, bella ciao, che partiamo. La storia non ha nascondigli, la storia non passa la mano. La storia siamo noi, siamo noi questo piatto di grano.” Siamo noi che ringraziamo voi che dormite al freddo per difendere il lavoro, per difendere la dignità, per difendere i vostri sogni, la famiglia, i bambini, per difendere la speranza di un mondo migliore e giusto. Le parole, poche ma sincere, il scaldarsi insieme e ogni lapillo di legna bruciata che sale nell’aria rarefatta è un speranza di noi, insieme, di fare e non dire.

Grazie lavoratrici e lavoratori della VOSS di Osnago, grazie per quello che fate, noi siamo con voi siamo li, non ci si può abbracciare, ma il nostro abbraccio arriva da lontano, arriva dai Partigiani, dalle Partigiane, dalla Resistenza, dal coraggio della lotta sempre. 


Osnago. 4 gennaio 2021.

Sezione ANPI Barona Milano. 












02 gennaio 2021

Bella Ciao "Mariuccia" Maria Brambilla. Memoria di una Milano che non c'è più...

Cadono e non si alzano più, i testimoni della Libertà. Il Covid continua a mietere vittime tra quella generazione che prima liberò l'Italia e poi la ricostruì regalandoci la Libertà. E' morta stanotte "Mariuccia" Maria Brambilla nata in Barona, in Via Moncucco al n° 34 il 14 maggio 1934. Moglie di Volpi Rosolino, "Lino" Partigiano combattente nella 113° Brigata Garibaldi di Milano, che sposa nel 1955. Va a vivere in Corso San Gottardo, cresciuta insieme al "Pinza" Luciano Sada e sua moglie Elda vive gl'indimenticabili anni della "Briosca" Trattoria alla Briosca di Via Ascanio Sforza 27 e poi quando la Briosca si trasferisce al "13" Maria vi lavora come Cuoca e dal '78 all' '80 lo gestisce direttamente. La Milano della "Ligera" la mala romantica, tra Barbera e l'etica morale del popolo, tra delinquenti, operai, Partigiani e case di ringhiera, e il naviglio che scorre lento tra la sghighera, Mariuccia che ci racconta nel suo bel Milanese tutto quello che è successo negli anni del fascismo e della Liberazione, https://fareluogo.it/giorni-di-liberazione-23-maria-brambilla/ (e sentire la sua voce, nodo in gola, o meglio il "magun"). Maria che trascorre i suoi ultimi anni tra ricordi ed affetti in Viale Faenza 5 dove ha vissuto fino alla morte, Maria che ci raccontava, che aspettava insieme a noi che questo brutto male passasse  per fare ancora festa, magari con il Pelè che suona, e noi a ballare, ridere, un bicchiere di vino in mano, e i racconti della Briosca, della Resistenza, di un antifascismo reale, fatto sulla pelle della gente che passava in bicicletta all'alba per andare a "bottega" fischiettando e portando nel cuore le proprie passioni, le proprie piccole storie che han fatto la Storia grande. 

Le condoglianze più sentite ai figli Luigi, Marco e Daniela ai famigliari tutti. Tutta la Sezione ANPI Barona abbruna la sua bandiera, da sempre iscritta alla nostra Sezione, ancora una volta piangiamo una Compagna di lotta, di memoria, di radice. Bella Ciao Mariuccia. 

Ivano Tajetti, e tutta la Sezione ANPI Barona Milano.

Milano 2 gennaio 2021. 

I funerali di "Mariuccia" giovedì 7 gennaio ore 14,45. Chiesa Santi Nazaro e Celso, Via Zumbini 19. Milano. 


 



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