30 gennaio 2023

Partigiani e Memoria 2023.

Giorno della Memoria 2023.
Care compagne e cari compagni ci ritroviamo anche quest'anno in piazza Miani per commemorare le vite spezzate nei campi di concentramento e di sterminio nazifascisti.
La senatrice ed ex deportata Liliana Segre ha dichiarato in questi giorni il suo timore che presto l'orrore dell'olocausto verrà ricordato solo con poche righe sui libri scolastici. Il timore è fondato ed è lo stesso che proviamo noi che, già da diversi anni - considerate che Gianfranco Maris, ex presidente dell' ANED, denunciava questa situazione fin dal 1996 - vediamo sempre più grande il vuoto di memoria per i deportati politici. Sapete tutti che attualmente siamo governati dai partiti della destra che, fingono di non essere mai stati fascisti e che non ci sia continuità con il partito fascista di Mussolini. Pare che per alcuni sia sufficiente sentir dire che le leggi razziali del 1938 furono un atto imperdonabile. Certo che lo furono! Ma furono anche la logica continuazione di una dittatura che già dal 1926 aveva creato il confino politico dove esiliare e isolare in condizioni drammatiche chiunque, anche solo minimamente, la pensasse diversamente dal regime.
Non diversamente accadeva nella Germania di Hitler dove già dal 1933 si attivarono i campi di concentramento per rinchiudervi inizialmente solo i prigionieri politici.
Eppure oggi c'è un silenzio quasi totale su tutti quegli oltre 30.000 deportati politici italiani, sui 10.500 che morirono a Mauthausen, Gusen, Dachau, Flossenburg, Ravensbrück, per citare i più noti, perché erano partigiani, operai che avevano scioperato, antifascisti, uomini e donne che scelsero di opporsi a nazifascismo. Nulla gli fu risparmiata una volta entrati nell'inferno concentrazionario nazista: fame, botte, selezioni, lavori massacranti e disumani, fucilazioni, impiccagioni, torture, malattie non curate o malattie procurate per accelerare la morte.
Perché questi deportati non vengono ricordati? Perché si vuole cancellare l'esempio, il coraggio, l'impegno di tutti coloro che parteciparono alla Resistenza. Si vuole cancellare la Resistenza e negare che da essa è nata la nostra Repubblica.
Purtroppo, a quanto pare, noi non stiamo raccogliendo i frutti, che avrebbero dovuto essere ormai ben maturi, della lotta e dei valori antifascisti, ma stiamo vedendo moltiplicarsi, come erba infestante, quelli di una parificazione che sarebbe meglio definire mistificazione storica e politica. Ed è evidente nel momento in cui, per esempio, il Presidente del governo dichiara che l'Msi "ha traghettato verso la democrazia milioni di Italiani sconfitti dalla guerra" e che ha avuto "un ruolo importante nella storia d'Italia". Quello stesso Msi che era strettamente legato al terrorismo nero... Ma quello va bene, anche se ha compiuto stragi... per altri, invece, c'è il 41 bis ad oltranza o fino alla morte per fame.
E allora noi oggi ricordiamo qui i nomi di chi, lottando coraggiosamente, consapevoli del sacrificio, morirono nei campi nazisti per lo più a Mauthausen, dove l'arrivo degli italiani si intensificò proprio dopo i gloriosi scioperi del marzo 44. Gli uomini vennero strappati di notte dalle proprie case e dalle proprie famiglie e spediti in massa nei lager.
Della Barona furono deportati e non tornarono più:
Luigi Bertacchi, partigiano del 9º distaccamento della 113ª Brigata Garibaldi SAP, morto a Mauthausen l'8 Maggio 1944 a 43 anni (presto, speriamo, avremo una lapide che lo ricorda in via Lodovico il Moro).
Luigi Bossi, partigiano della Brigata Matteotti, morto a Ebensee il 28 aprile 1945 a 22 anni.
Guido Cimini, partigiano della brigata volante "Aldo Oliva" della Divisione Ticino Matteotti, morto a Dachau il 6 febbraio 1945 a 46 anni, un anno più di me.
Luigi Corradini, partigiano della 114ª brigata Garibaldi SAP, morto a Gusen il 10 aprile 1945 a 36 anni.
Vittorio Malandra, partigiano della 128ª Brigata Garibaldi SAP, morto a Mauthausen il 22 aprile 1945 a 51 anni.
Vittorio Morneghini, partigiano della 113ª Brigata Garibaldi SAP, morto a Gusen Il 18 marzo 1944 a 36 anni.
Giovanni Negri, il più giovane di tutti, partigiano della 113ª Brigata Garibaldi SAP, morto a Mauthausen il 3 maggio 1945, due giorni prima della liberazione del campo, a 20 anni.
Suo fratello Pietro Negri, partigiano della 113ª Brigata Garibaldi SAP, morto a Mauthausen il 5 ottobre 1944 a 38 anni.
Adriano Pogliaghi, partigiano della Brigata Cucciniello, morto a Gusen il 19 aprile 1945 a 21 anni.
Non abbiamo nulla o ben poco che ci racconti della loro deportazione, dei loro pensieri, dei loro ultimi istanti . Magari chiesero a qualche compagno di riportare le loro ultime parole a casa, ma non è detto che lo stesso compagno sia riuscito a sopravvivere. E così, le loro voci sono rimaste là.
Chi, invece, riuscì a tornare da Flossenburg fu un altro partigiano della 113ª Brigata Garibaldi SAP: Eugenio Esposito, figlio di Andrea Esposito fucilato il 10 agosto 1944 a piazzale Loreto. Voglio concludere ricordando quanto disse Eugenio in un'intervista quando gli chiesero se fosse importante che i giovani conoscessero questa storia:
"Non dico che è importante, dico che è obbligatorio. Per il semplice fatto che, da che c'è mondo, la storia si ripete. Io sono convintissimo che questi fatti si ripeteranno. Se li dimentichiamo, questi fatti si ripeteranno."
Noi, allora, oggi siamo qui per non dimenticare tutte quelle vittime innocenti, ebrei, rom, Sinti, omosessuali , disabili, politici, internati militari che morirono nei campi di concentramento nazisti e per non dimenticare tutti coloro i quali lottarono per evitare che vincesse il nazifascismo e per questo furono deportati e sterminati.
Siamo qui per rendere ancora vitale la loro lotta, per evitare che in nessun altro modo la storia si ripeta, che il razzismo e l' odio non siano programmi politici.
Nessuna commemorazione ha senso se non si trasforma in impegno politico attivo e quotidiano.
Perché tutto non si riduca a poche righe è necessario che le parole abbiano vita e diventino azione.
Stefania Cappelletti, Presidente Anpi Barona Milano.


12 gennaio 2023

Con Metromondo ricordando Fabrizio De Andrè

 



Esponiamo la bandiera Palestinese. Siamo con loro.

Il ministro della sicurezza Israeliano Ben-Gvir ordina alla polizia che venga fatta rispettare la legge che vieta l'esposizione delle bandiere Palestinesi in luoghi pubblici.
Un altro tentativo di cancellare l'identità di un popolo martoriato, imprigionato, ridotto alla miseria e massacrato. Noi vogliamo ricordare con le parole di uno dei più grandi poeti mondiali la forza e il coraggio del popolo Palestinese a cui esprimiamo la nostra piena solidarietà esponendo la loro bandiera, ed invitando tutti ad esporre la bandiera dello Stato Palestinese.
“Noi, discendenza palestinese di questa sacra terra, dotati di valori universali, alla ricerca di pace e libertà, testamento vivente di resistenza e dignità umana nonostante le avversità, vittime da mezzo secolo del buio dell’occupazione e della dispersione, dichiariamo la nostra sonante presenza nel tempo e nello spazio, nonostante i tentativi di sradicarci dalla terra che ci ha dato il suo nome dall’inizio del tempo. Non emergiamo dal buio del mito o dalla leggenda: siamo nati nella luce brillante della storia in questa terra che ha visto nascere le più antiche civiltà. In questa terra l’umanità ha imparato a costruire la sua prima casa, a piantare la prima spiga di grano, a creare il primo alfabeto. […..] Siamo nati in Palestina, nessun’altra terra ci ha dato i natali. ”. Mahmoud Darwish.



09 gennaio 2023

Befana Partigiana 2023.

Befana Antifascista 2023.
Racconto di una giornata di festa, unità e futuro in Barona.
Una sala allegra, chiacchierona, piena di compagne e compagni, sorrisi e abbracci. Dopo gli anni di pandemia, siamo di nuovo qui, tutti noi, anche chi ci ha lasciato, ben saldo nei nostri cuori. 
La voce e le note di Filippo dei Fà balà l'Oecc sono la colonna sonora del nostro pranzo. 
Nella festa c'è spazio e tempo per l'azione politica e in sala il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale raccoglie le firme contro il disegno di legge sull'autonomia differenziata presentata dal ministro della Lega, Calderoli. 
Diverse altre sezioni Anpi hanno partecipato alla nostra festa: Audrey Hepburn, Giambellino,  Calvairate, Vigentina, Corsico, Fara d'Adda, 10 agosto e Varese che ci racconta della situazione difficilissima nel territorio a causa dell'indecente presenza di Do.Ra. Totale sostegno ad ANPI Varese, non lasciamo soli i compagni davanti a questi ignobili infami! 
Con l' arrivo di un particolarissimo elfo, il nostro Ivano Taietti, è iniziata la lotteria della Befana! Tanti premi, belli, buffi, vintage e nuovissimi!!! Calze di dolciumi per i bimbi. Niente carbone perché noi siamo tutti buoni!!! 
Il ricavato della vendita dei biglietti della lotteria serviranno per un progetto che ci è molto caro: portare alcuni ragazzi a visitare e conoscere la storia di Ventotene e a portare una targa a ricordo dei confinati politici milanesi durante il ventennio fascista. 
Una fetta di panettone ed è ora di andare, in attesa del prossimo incontro, di ritrovarci di nuovo tutti insieme e creare ancora grandi cose! 
Un abbraccio immenso a tutte e tutti!  

- Stefania Cappelletti. Presidente ANPI Barona Milano.












Bella Ciao Partigiano Alfa, bella ciao Giovanni Marzona.

Una grave perdita per ANPI, per tutti gli Antifascisti Milanesi, piangiamo un Partigiano, piangiamo un Compagno che per tutta la sua vita ci ha regalato presenza, emozioni, affetto, impegno e gioia. Bella Ciao Giovanni Marzona, Bella Ciao Partigiano Alfa. Affranti e disperati abbruniamo la nostra bandiera, ci ritroveremo sempre insieme sulle strade della Resistenza. Facciamo nostre e vi proponiamo il pensiero del "nostro" Ivano Taietti, che con Giovanni ha vissuto momenti intensi ed indimenticabili. Ancora un abbraccio a tutte e tutti che piangono la perdita di un grande Uomo. (in foto, "grazie Ivano". A Radio Popolare, solo qualche settimana fa). - “Come grano maturo, la falce impietosa taglia la loro vita, ma il loro pane, continuerà per sempre a sfamare chi le ha voluto bene. Un grande dolore, stanotte è morto il Partigiano Alfa, Giovanni Marzona. Un grande amico, un Maestro, un altro dei miei Padri, piango una grave perdita per tutti gli Antifascisti Milanesi ma non solo. A pochi giorni dal suo 95 compleanno, Giovanni mi/ci lascia da soli... Nel dolore della sua perdita affiorano mille ricordi, la sua onesta intellettuale, il suo affetto immenso verso i giovani, il suo spendersi nelle scuole, e in tutti gli ambiti dove ragazze e ragazzi alle sue parole dimostravano immediatamente una forte empatia, mai fermo, sempre disponibile, le sue discussioni anche critiche verso chi considerava la Resistenza solo una memoria, per lui Resistenza era opera quotidiana in tutti gli ambiti, tanti momenti insieme, nelle scuole, nella sua casa in Friuli, dove alle sue parole lo rivedevo, li nel cortile dove era nato, scappando dai fascisti, dai nazisti, dai cosacchi. Giovanni ha sempre vissuto la sua lotta nel quotidiano, non ne ha mai fatto solo un ricordo di gioventù. Le feste, il suo Coro Resistente, la gioia che traspariva nei suoi occhi nel ritrovarsi tra Compagne e Compagni, il nascondere i suoi malanni sotto i baffi, il suo sorriso indimenticabile, la sua voce, le sue mani, i valzer con le belle Donne, non ti dimenticherò Caro Alfa, ti ringrazio per tutto quello che mi ha regalato, acqua limpida, vento di montagna, la gioia della tua compagnia. Le mie sentite condoglianze ai famigliari, ai figli, ai nipoti, alla Sezione ANPI di Quarto Oggiaro, al Coro Resistente, a tutti e tutte che hanno avuto la fortuna di conoscerlo, ancora una volta bella Ciao Giovanni. Ritornerò sulle tue strade, sui monti del Friuli, sul monte Penice, dove tu lavorasti come professionista nella Rai, nel Palazzo Rai di corso Sempione, dove come sindacalista a difesa dei più deboli, nelle scuole tra i giovani, ovunque il tuo profumo mi accompagnerà nella vita. Per sempre tra le cose più preziose.”




Con Lula e il popolo Brasiliano.

- Con Lula e il popolo Brasiliano. - Lula è tornato alla Presidenza del Brasile vincendo le elezioni, e ha assunto la carica il primo gennaio 2023.
Bolsonaro non era presente per il passaggio di consegne, scappato negli Usa, da dove sta organizzando la destabilizzazione del paese, contando su governatori a lui vicini e su una buona parte delle forze armate corrotte. Questo è ciò che sta accadendo in queste ore in Brasile, dove la destra fascista ha assaltato il Parlamento, e la sede della Corte Costituzionale. Un’azione che ricorda l’attacco a Capitol Hill dopo la sconfitta di Trump.
Come Anpi Barona Milano non possiamo che condannare gli assalti fascisti e questo tentativo di golpe che speriamo fallisca in breve tempo e si ristabilisca l’ordine democratico.
Esprimiamo tutta la nostra solidarietà a Lula, alle Brasiliane e Brasiliani che anche da qui guardano al loro paese con preoccupazione. Nessun fascismo in nessun luogo! 



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