31 marzo 2011

Intervista a Bianca Bracci Torsi.

"Torino era imbandierata di tricolori", ma stavolta non le hanno dato troppo fastidio. Fin da ragazzina preferiva la bandiera rossa. Ma in questi giorni ha interpretato quell'impavesamento come una risposta alla Lega. Dell'Unità d'Italia le piace pensare che la Resistenza l'abbia riscattata dal fascismo e che oggi debba essere salvaguardata dal secessionismo strisciante.
A Torino, Bianca Bracci Torsi c'è andata come delegata della sezione romana Villaggio globale, al congresso nazionale dell'Anpi, l'associazione dei partigiani in cui la responsabile Antifascismo di Rifondazione comunista (nel comitato direttivo, tra gli altri, è stata eletta Lidia Menapace), è consigliere nazionale.
Ecco un'altra cartolina di Bianca da Torino: la standing ovation, l'unica del congresso per l'intervento di Massimo Rendina, presidente dell'Anpi di Roma ma all'epoca comandante della Brigata Garibaldi in Piemonte. "E' stato riconosciuto come il liberatore di Torino grazie alla disobbedienza all'ordine degli Alleati di aspettarli. Ma bisognava salvare i gappisti che, con lo sciopero del 18 aprile del '45, erano ormai scoperti. E c'era da salvare la Fiat dalle mine naziste. Se qualcuno se lo fosse ricordato prima forse Marchionne non avrebbe fatto quello scempio dei diritti dei lavoratori".
Come ha reagito il congresso all'ennesimo vento di guerra, quello che sta soffiando sulla Libia?
Ha reagito senza se e senza ma. E' stato votato all'unanimità l'ordine del giorno che ribadisce l'articolo 11 della Costituzione, che chiede lo stop ai bombardamenti e a qualunque tipo di intervento armato. Inoltre, il documento finale è esplicito quando chiede di favorire il ritorno dei "nostri" ragazzi dalle missioni di guerra e di tagliare le spese militari.
Do i numeri: 345 delegati per 120mila iscritti, 15mila in più nel 2011, 50mila fans su facebook. L'Anpi, sta cambiando.
Sì è cresciuta, non è più un'associazione solo combattentistica. Dal 2006, non solo per ragioni anagrafiche, ha aperto ai giovani e alle donne, intendendo per giovani tutti gli antifascisti che non hanno potuto fare la Resistenza. E' stato un congresso vero, il nostro, con un dibattito forte e civile da cui emerge un ruolo dell'Anpi come promotore di una nuova resistenza che raccoglie le sue forze nell'antifascismo militante che oggi si esprime nei partiti di sinistra ma anche largamente in nuove forze che magari quei partiti li criticano pur riconoscendo che esista più di un rischio per la democrazia: il suo nome è fascismo, al di là della riverniciatura e delle rivisitazioni.
Chi c'è oggi assieme ai vecchi partigiani?
Nell'Anpi ci sono cittadini democratici, i comunisti e anche attivisti di centri sociali, studenti dei collettivi, esponenti di associazioni coi quali molti di noi non hanno in comune storie e modalità di azione. Ma questo nel '43 non ha impedito l'unione del Cln. Io stessa mi sento più vicina a un gruppo anarchico piuttosto che ai liberali o ai monarchici che nel '43 erano con noi.
E' vero, s'era notato un nuovo attivismo attorno all'associazione dei partigiani, in controtendenza con la crisi dei partiti storici della sinsitra. Non temi che possa esserci il rischio che qualcuno veda nell'Anpi la destinataria di una sorta di supplenza della politica?
C'è stato dibattito attorno a una tesi di destra, ossia quella secondo cui i partiti non servono più, che la politica vera sia quella fatta fuori da essi. Una critica che non viene solo dai giovani più inesperti. Credo che i partiti non sono alternativi ma necessari alle aggregazioni varie. Ricordiamoci che l'antipartitismo è tipico dei fascismi.
Su cosa è avvenuto il confronto politico più intenso?
Si partiva da un documento che in molti abbiamo ritenuto blando e generico, ossia facilmente interpretabile per tutti i gusti. A partire dai congressi di sezione, e via via fino a Torino, c'è stato un lavoro diffuso che ha portato a chiarirlo e arricchirlo, renderlo più netto. Uno dei nodi era l'analisi
della destra alla luce delle sue recenti divisioni e il rischio che non fosse evidente il fatto che le destre italiane siano prive di ogni cultura democratica e antifascista. Prova ne sono i legami con formazioni dichiaratamente neofasciste. Altro terreno di confronto è stato sulla necessità di attuare la Costituzione, non solo di assumersi la salvaguardia dei principi.
Ecco, quali sono i compiti che s'è data l'Anpi?
Innanzitutto quello di mantenere vive la conoscenza e la condivisione dell'antifascismo e la consocenza di quello che è stato tutto il fascismo. Diversi delegati, molti di radici slovene, hanno sollevato il dramma dell'occupazione in Jugoslavia a partire dagli anni '20 contro il revisionismo implicito in quella celebrazione dell'orgoglio fascista che è la Giornata della memoria delle foibe. Il dibattito ha riscontrato che il nemico non marcia solo tra le forze esplicitamente neonaziste e neofasciste, presenti in tutta Europa, ma in ogni proposta e iniziativa che riproponga elementi di fascismo come il corporativismo di cui è portatore Marchionne. Nostro compito sarà anche quello di individuare gli aspetti più nascosti di questo ritorno. Quando si va nelle scuole bisognerà parlare dell'intero periodo fascista. Oltre all'impegno contro la campagna reviosionista - con l'attacco alla resistenza che passa per i ripetuti tentativi di equiparare repubblichini e partigiani, per la riscrittura della toponomastica e per il degrado di luoghi storici della Resistenza - servono azioni concrete contro la semischiavitù del lavoro, contro i centri di detenzione oggi inaccettabili e da chiudere. Dobbiamo lottare per abolire il reato di clandestinità, contro il secessionismo leghista e i tagli al welfare.


di Checchino Antonini su Liberazione (29/03/2011)

Forza e debolezza dell'ANPI. XV Congresso.

Dal sito di Resistenze: http://www.resistenze.org/sito/te/cu/an/cuanbc30-008662.htm
Un articolo sul congresso Nazionale dell'ANPI a Torino.


www.resistenze.org - cultura e memoria resistenti - antifascismo - 

30-03-11 - n. 357
Forza e debolezza dell’ANPI al XV congresso
di Tiziano Tussi
30/03/2011

Si è concluso domenica a Torino il XV congresso dell’ANPI. Un congresso lungo, iniziato giovedì al teatro Carignano, con l’apertura ufficiale, messaggi augurali, anche dal Presidente della Repubblica, intervento delle autorità. Poi due giorni intensi di dibattito e conclusioni con le votazioni degli organi dirigenti e documenti vari, domenica mattina.
Cercherò di riassumere punti di forza e di debolezza del congresso stesso per facilitare la comprensione dell'avvenimento.
Punti di forza:
- un aumento molto forte delle iscrizioni. Un dato oramai tra i 130 ed i 140 mila iscritti. Un segnale inequivocabile dell’attenzione che l’Associazione riesce sempre a suscitare tra diverse anime della società italiana per fasce d’età: donne e giovani in particolare.
- un radicamento nazionale: in tutte le 110 dieci province si sono aperte sedi ANPI, anche laddove la Resistenza non è avvenuta. Buona parte del Meridione e delle isole. Questo dato, assieme al precedente mostra un grumo di nuove richieste politiche verso l’Associazione, per l’oggi.
- un lavoro di base molto ricco. Non tutte le province e/o sezioni dell’ANPI lavorano bene, ma prese nella loro totalità vi sono moltissime attività che vengono svolte in modo egregio: pubblicazioni di libri, giornali locali in tirature anche alte. Tale lavoro è a volte fatto in autonomia cercando di portare avanti temi che, a volte, direttamente, con la Resistenza poco hanno a che fare, quali i prossimi referendum che trattano tematiche diverse da quelle usuali per l’ANPI. Temi di attualità, quali quelli sul lavoro, vanno in questo senso. Quindi buona vitalità e partecipazione alle problematiche contemporanee.
Punti di debolezza
- a fronte di una buona capacità di movimento possiamo osservare un livello dirigenziale che non sempre riesce a cogliere tali potenzialità. Oppure le coglie solo parzialmente o ne é sospettoso. In fondo dalla dirigenza ANPI viene una prassi politica di moderazione che a fronte delle richieste sempre più pressanti che sorgono dalla società e dalla base dell’Associazione tende a rintanarsi per sfuggire a pericoli che di reale hanno ben poco – il rischio dell’estremismo, presente in termini minimali tra gli iscritti. Un abito politico collaudato e consolatorio: un abito frustro e/o moderato.
- poca duttilità nell’usare gli strumenti di divulgazione interni. Poca attenzione ai mezzi d’informazione e propaganda – rivista, sito – non riconoscendo negli stessi un valore essenziale per l’ANPI, non riuscendo a capire che l’informazione si ha tramite strumenti reali che vanno usati, potenziati e resi sempre più funzionali agli scopi che l’ANPI dice di prefiggersi.
- una deriva pericolosa per la specificità dell’Associazione, è quella che vede inserirsi al suo interno sempre più, un ceto che viene dalla politica, dal sindacalismo o dall’associativismo che, per motivi diversi, ha deciso che l’ANPI, in quanto serbatoio di iscritti e quindi di ipotetici votanti di sinistra, meriti più attenzione tanto da farsi cooptare a livello dirigenziale. Basti scorrere l’elenco dei nomi del novello Comitato nazionale per accorgersene. Per ora pochi, rispetto alla maggioranza dei componenti di tali organismi, ma abbastanza da fare scattare un sospetto di tale tipo. La sponda interna del duopolio PD-SEL è ben disposta ad accettare buoni dirigenti che improvvisamente si presentano alla porta delle responsabilità nazionali.
- si corre perciò il rischio di usare i giovani che sono entrati nell’organismo dirigente come un abbellimento di un progetto di surrogazione ad un gioco partitico scoperto e perdente sulla base dei risultati di questi ultimi vent’anni circa dall’abbattimento del muro di Berlino.
In definitiva: una strada innovativa nei dati quantitativi che viene aggredita dal solito vecchio modo di fare politica. Starà ai nuovi dirigenti nazionali ed a tutti i nuovi iscritti individuare tale limite mortale per l’ANPI e rintuzzare un esito definitivo. Vi sono numerose questioni aperte sia di ordine interno che esterno a cui l’ANPI dovrà fare fronte nei prossimi anni. Se riuscirà a salvaguardare il suo assetto di luogo di confronto e discussione ma, ancora di più, ed è questo l’aspetto più difficile da affrontare, di proposta politica multipla e generalizzata ai temi del vivere civile attuale, proseguendo in un metodo di lavoro democratico potrà svolgere un ruolo importante per il Paese, esportabile ed usabile anche nei partiti della sinistra che sono arrivati ora ad una forma asfittica di lavoro. Dato che l’ANPI è in espansione dovrà fare di tutto per non fermare tale evoluzione positiva, rigettando il ruolo di preda da caccia da parte degli appetiti di altra forma e natura; da parte di una sinistra nella quale generali senza esercito e sempre perdenti non sanno più dove girare la propria testa politica.

ANPI Senigallia.

ritrova il portafoglio grazie alla tessera ANPI...

Una  Notizia Curiosa...
"Caro Ivano, volevo segnalarti il seguente episodio accadutomi martedì 29 u.s. Al mercato di v.le Papiniano qui in Milano. Mi hanno rubato/ho perso il portafoglio, dopo essere tornata a casa e aver bloccato bancomat, carta dei servizi ecc... mi telefona una signora, che abita alla Barona e mi dice che ha trovato il mio portafoglio, ha visto che dentro c'era la tessera ANPI barona e che lei è amica di tale Silvana e che a volte è stata a qualche iniziativa della nostra sezione, insomma è riuscita a scovarmi e me l'ha restituito assolutamente intonso: non mancava neanche un centesimo. Ero incredula, in questo paese, dove di legale ci hanno lasciato solo l'ora, possiamo invece dire che alla Barona vive gente onesta e che avere nel portafoglio una tessera ANPI, in caso di smarrimento/furto  può essere un buon motivo per farselo restituire! Volevo ringraziare pubblicamente i signori Francese/Lamanna per il loro gesto che nella sua semplicità ed onestà riconcilia noi cittadini: non sempre l'appartenenza a questa nazione è una vergogna!!
Un abbraccio.  Ivana. "

30 marzo 2011

Pietro Gori. Nostra patria è il mondo intero.

L\'Anpi di Rimini insieme a Centro Studi Libertari Francolini e l\'osteria Harissa ricorda la figura del grande pensatore e poeta anarchico Pietro Gori nelò centenario della sua morte. L\'iniziativa dal titolo "NOSTRA PATRIA E\' IL MONDO INTERO ANARCHIA RESISTENZA ANTIFASCISMO" vuole ricordare, anche attraverso i suoi scritti e i suoi versi, questa significativa figura del movimento anarchico  e allo stesso tempo ricordare il contributo dei libertari nella lotta al fascismo e durante la Resistenza. Dopo l\'incontro seguirà una cena a tema, a concludere la giornata si terrà il concerto della Banda dei Disertori.

DOMENICA 3 APRILE 2011
hosteria Harissa - via Tonini 16/a Rimini

PIETRO GORI: NOSTRA PATRIA È IL MONDO INTERO
centenario della morte 1911 - 2011
anarchia resistenza antifascismo

17,30
Pietro Gori: pensieri ribelli
Massimo Ortalli Archivio Storico della Federazione Anarchica Italiana
Gli anarchici e il primo antifascismo
Marco Rossi ricercatore sociale
Bella Ciao 1964, verso le radici della canzone di protesta
Emiliano Visconti studioso di popular music

a seguire CENA LIBERTARIA
per prenotazioni 0541 25830
entro venerdì 1 aprile

ore 21,30
Con lo sguardo rivolto all\'aurora
Banda dei Disertori in concerto


ANPI Bergamo - La Banda Turani.

ANPI - Emergency. 2 aprile.

la strage di Fragheto.

28 marzo 2011

Cambierà.? Certo che cambierà.!


Aula Consiliare Comune di Milano - 21 marzo.

Riceviamo e con molta felicità pubblichiamo:

Carissime/i, 
Nella mia posizione capita, purtroppo molto raramente, di ricevere dei regali positivi, anomali rispetto alla paccottiglia avvolgente che tutti riversano sui Consiglieri. 
Come sapete, spesso mi è capitato di inviarvi i miei interventi in Articolo 21, cioè quegli Interventi  in cinque minuti, fatti in apertura di seduta, dove si segnalano e commentano i fatti più importanti della cronaca. 
Bene, volevo commentare, in apertura della seduta del 21 marzo, l'ennesimo increscioso episodio di revisionismo accaduto in zona 8, dove la maggioranza ha imposto la decisione di ricordare con una Targa Luisa Ferida. 
Non atto di Pietà umana ma lucido e volgare atto di revisionismo, del tutto inaccettabile. 
Ad aiutare il mio intervento è arrivata una poesia di Ivano Tajetti, Segretario della Sezione ANPI Barona. Un vero e proprio Atto d'amore per la città che ho letto in Aula, fra lo stupore sbigottito dei colleghi di centrodestra (Rizzati si dà alla Poesia) e gli applausi dei colleghi di centrosinistra. 
Ringrazio ancora Ivano e vi dedico questa Poesia. 

Un abbraccio 
Francesco Rizzati 

Presidente del Gruppo Consiliare Comunisti Italiani – Federazione della Sinistra 
Via T. Marino, n. 7 
e- mail: francesco.rizzati@comune.milano.it 
               gc.comunistiitaliani@comune.milano.it 








ANPI Campania. ANPI Salerno.

23 marzo 2011

Congresso Nazionale ANPI...

24 - 27 Marzo a Torino il XV Congresso Nazionale ANPI.
Sul sito dell'Anpi nazionale sarà possibile seguire in streaming l'intero congresso.
http://www.anpi.it/
Partigiani... Antifascisti... 
Auguri. Che il nostro congresso sia la Primavera che avanza...
Gli alberi cominciano a mettere le foglie.














ANPI Mediglia

22 marzo 2011

Libia: un intervento nei limiti ONU.


Dichiarazione di Raimondo Ricci, Presidente Nazionale dell'ANPI
“L’ANPI, in relazione agli eventi tragici che in questo momento stanno colpendo la Libia e alle iniziative militari in corso, rifiuta il ricorso alla guerra in ogni forma, quale modalità di soluzione delle controversie internazionali”. 
La posizione dell’Associazione Partigiani è stata ribadita dal presidente nazionale Raimondo Ricci in una dichiarazione in cui si sottolinea tuttavia che “in considerazione della risoluzione adottata dall’ONU che ha giustificato l’intervento militare limitato esclusivamente alla difesa delle popolazioni  in rivolta contro un potere assoluto e dittatoriale che le sta massacrando,  sia da condividere il suddetto intervento nei limiti e con le finalità espressamente e specificamente approvate dal Consiglio di sicurezza dell’ONU”.
“L’ANPI - ha inoltre aggiunto Raimondo Ricci - invita i governi dei Paesi che hanno posto a disposizione le proprie forze militari, ad attuare gli interventi nel più rigoroso rispetto della risoluzione ONU e con la precipua e fondamentale attenzione alla tutela della vita e della integrità delle popolazioni nella speranza che le ragioni del buon senso e dell’equilibrio consentano al più presto di convenire tutte le parti al tavolo delle trattative”.

21 marzo 2011

ANPI Regione Lombardia.

Pizzinato furioso" offesa alla città di Milano capitale della Resistenza” 
La Repubblica 20 marzo 2011 — pagina 1 sezione: MILANO
NON crede sue orecchie, Antonio Pizzinato, presidente regionale dell'Anpi, quando gli dicono che davanti a Palazzo Marino ci sono le insegne della X Mas mentre si intona l'inno di Mameli per l'inizio di un convegno sui 150 anni dell'Unità d'Italia. «GLI stendardi e i reduci della brigata fascista in Comune? È una ferita insanabile e un'offesa alla città di Milano, capitale della Resistenza». È incredulo e indignato Antonio Pizzinato, 79 anni, presidente regionale dell'Anpi, l'Associazione nazionale partigiani, nel giorno in cui sfilano davanti al Comune di Milano i vessilli della X Mas, uno spettacolo a cui sperava di non dover mai assistere. Senatore, l'invito alla pacificazione nazionale è venuto anche dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
«Sì, ma non confondiamo la pacificazione con la rimozione e la cancellazione della storia. Il rispetto è per tutti i morti, ma così si riabilita chi ha ucciso e torturato i combattenti per la libertà del Paese. Come diceva Arrigo Boldrini, il "comandante Bulow", "Noi abbiamo combattuto per la nostra libertà, per quella degli indifferenti e per quella di chi era contrario". Ma non si può parificare gli alleati dei nazisti, né tantomeno onorarli, tanto più quest'anno». Perché? «Perché abbiamo appena festeggiato i 150 anni dell'Unità d'Italia e Milano ha avuto un ruolo determinante in questa storia, a partire dalle Cinque Giornate del '48 fino alla Resistenza nella quale caddero oltre 2800 partigiani - ricordati alla Loggia dei Mercanti e al Campo della Gloria - per non parlare delle migliaia di deportati, degli arrestati, di quelli che fecero gli scioperi del '43 e '44, così come non si possono dimenticare i quindici fucilati dell'agosto '44, dirigenti del comitato clandestino della Falck, della Ercole Marelli e della Borletti. È in memoria di tutta questa gente che la X Mas deve stare lontana da Milano». Eppure il ministro alla Difesa Ignazio La Russa e il sindaco Letizia Moratti non hanno trovato nulla da dire, anzi. «È questa la vergogna maggiore. Che la riabilitazione venga da parte di un ministro della Repubblica italiana che ha giurato fedeltà alla Costituzione, e che lo faccia il sindaco della città Medaglia d'oro della Resistenza. Questa è l'onta indicibile. Ma non si ricordano cosa fece la X Mas all'Albergo Regina? Forse no, visto che il Comune non ha ritenuto nemmeno di mettere una targa a memoria». Lo ricordi lei che cosa succedeva all'Albergo Regina. «Era lì che venivano torturati e uccisi i combattenti per la libertà. Ma la lapide l'hanno dovuta mettere i cittadini perché le istituzioni non l'hanno fatto». Vogliono invece mettere una lapide in memoria di Luisa Ferida... «Quella che stava con i torturatori della repubblica di Salò? Mi sembra incredibile. Non è nemmeno revisionismo, è la cancellazione della storia da parte di alti rappresentanti delle istituzioni nazionali, che dovrebbero esser fedeli alla Costituzione e che invece riabilitano chi diede fuoco a interi paesi per rappresaglia, chi bruciò vive le famiglie dei partigiani e impiccò i combattenti per la libertà». Che cosa si può fare? «Siamo alla vigilia del 25 aprile, io sono molto preoccupato per i segnali che vedo in giro. Ne discuteremo la settimana prossima nel venticinquesimo congresso nazionale dell'Anpi a Torino. Serve un nuovo impegno per far vivere i valori della Resistenza». - ZITA DAZZI

il pane bianco

La giustizia e i cittadini

Milano. Città medaglia d'oro alla Resistenza.

19 marzo 2011

Riflessioni su la storia d'Italia

Valori di solidarietà e Antifascismo nel quartiere di Lambrate.

Forti dell'appoggio di PDL e Lega alla guida del paese, associazioni e gruppi neofascisti sono proliferati negli ultimi anni in Italia aprendo ovunque nuove sedi in particolar modo a Milano. Con un approccio piuttosto subdolo si sono insinuati nel tessuto sociale dichiarandosi apartitici e apolitici, costituendo di fatto le basi per la diffusione di una cultura xenofoba e militarista. Sono nati e hanno preso piede così a Milano, città Medaglia d'Oro della Resistenza, spesso nell'inconsapevolezza e anche nell'indifferenza dei cittadini, gruppi di neofascisti come Forza Nuova e Casapound.
La Zona 3 sembra tra le zone predilette da queste nuove organizzazioni.
In Viale Brianza é stata aperta la sede degli Hammer; in Viale Monza quella di Lealtà e Azione; in Via Boscovich quelle di Destra per Milano e Patria e Libertà; in Via Console Flaminio quella di una sedicente associazione apartitica, Ideopolis (che organizza corsi di paracadutismo) e a ottobre é stata scongiurata l'apertura di una nuova sede di Forza Nuova in Corso Buenos Aires.
Per far sentire la loro voce organizzano iniziative dal sapore nostalgico. La più eclatante quella del 29 aprile dell'anno scorso in ricordo di Sergio Ramelli, una vera e propria parata stile Germania anni Trenta, qualche giorno dopo seguita da un concerto nazirock addirittura patrocinato e finanziato dal Consiglio di Zona 3.
Le iniziative organizzate da questi gruppi, sempre più frequenti, devono essere condannate con forza e laddove vengano comunque svolte, devono essere contrastate da campagne di contro informazione in modo da vanificare la loro potenza propagandista. Zona 3 per la Costituzione e le forze di sinistra della zona hanno organizzato un incontro pubblico sulla presenza di forze neofasciste nel quartiere a confronto con le realtà di solidarietà, integrazione e difesa dei diritti.
Data l'importanza del tema, auspichiamo una partecipazione numerosa.
Zona 3 per la Costituzione.



Milano. Le insegne della Decima Mas in piazza della Scala

Le insegne della brigata fascista presenti al convegno organizzato per i 150 anni dell'Unità
 d'Italia cui hanno partecipato il sindaco Moratti e il ministro della Difesa Ignazio La Russa
Svetta il labaro della Flottiglia Decima Mas in piazza della Scala durante l'esecuzione dell'inno di Mameli. 
I rappresentanti dell'unità speciale hanno partecipato con la loro insegna al convegno organizzato oggi a Palazzo Marino dal consigliere comunale del Pdl, Stefano Di Martino, sul tema "150esimo dell'Unità d'Italia dal Risorgimento alle Missioni di pace".
All'incontro, a cui hanno preso parte anche tutte le altre associazioni di combattenti, sono intervenuti il sindaco, Letizia Moratti, e il ministro della Difesa, Ignazio La Russa. Al primo cittadino è stato consegnato lo storico tricolore rinvenuto nel 1942 durante la campagna di Russia e riportato da un combattente in Italia l'anno successivo, oltre a una targa dell'associazione degli artiglieri.

Sottolineando la necessità di una pacificazione nazionale, il ministro La Russa nel corso del convegno ha citato una massima di Giorgio Almirante, lo storico segretario dell' Msi: "Quando vedi la tua verità fiorire sulle labbra del tuo nemico, devi gioire, perché questo è il segno della vittoria", citazione che è stata accolta da un grande applauso della platea.

 Decisamente critica la posizione del centrosinistra che parla di una grave ferita provocata alla città a poche settimane dalla ricorrenza del 25 aprile. Il numero due del Pd in consiglio provinciale Caputo dichiara : "Il sindaco di Milano, città medaglia d'oro della Resistenza che tanti martiri ha donato per la liberazione del nostro Paese dalla dominazione nazi-fascista, prima tace e non si oppone alla decisione del Consiglio di Zona 8 di dedicare una lapide all'attrice del ventennio Ferida, coinvolta nelle agghiaccianti vicende di Villa Triste, e oggi partecipa ad un convegno a Palazzo Marino in cui sono rappresentati i reduci della Decima Mas e della Repubblica Sociale Italiana.". Proteste anche dall'Anpi, l'associazione nazionale partigiani che nei giorni scorsi aveva preso pubblicamente posizione in particolare contro l'ipotesi di dedicare una lapide alla Ferida.


Repubblica Milano.

ITALIA - don Andrea Gallo

Sentieri Partigiani 2011

18 marzo 2011

Memoria Antifascista


E’ nato “Memoria Antifascista”, un coordinamento che raggruppa, assieme ad altri organismi e persone significative, alcune associazioni fondate per ricordare alcuni giovani uccisi a Milano negli scorsi decenni. Persone che credevano nella democrazia non come valore astratto, ma come base per costruire una società giusta che ponesse al centro lavoro, giustizia, diritti e progresso e che credevano nei valori della Resistenza antifascista che ha ridato dignità all'Italia. Persone come Gaetano Amoroso, Giovanni Ardizzone, Alberto Brasili, Davide Cesare Dax, Roberto Franceschi, Giuseppe Pinelli, Lucca Rossi, Saverio Saltarelli, Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci, Claudio Varalli e Giannino Zibecchi.
Tutti caduti per mano dei fascisti o dei corpi dello stato scatenati in selvagge repressioni. Sono morti in quella che è stata a tutti gli effetti, una Nuova Resistenza. Da anni le associazioni tengono viva la memoria di queste persone per trasmettere a tutti, sopratutto ai giovani, i valori che li hanno animati e che ancora oggi rappresentano un patrimonio indispensabile per l'intera società. Ma da tempo nella nostra città viviamo in un clima di negazione di questo patrimonio: da un lato cresce la presenza e l'attività di gruppi dichiaratamente fascisti e nazisti, con sempre più frequenti episodi di squadrismo e di aperta manifestazione ideologica razzista; dall'altro le forze politiche che governano la città offrono copertura politica e organizzativa a questi gruppi e cercano di dare legittimità ai peggiori rottami del neofascismo, arruolandosi anche nella coalizione elettorale. Questa situazione rappresenta un degrado del quadro politico e un insulto alla tradizione e alla realtà democratica e antifascista di Milano che non sono più tollerabili. Crediamo sia necessario avviare una forte azione di comunicazione e di ampia mobilitazione per riportare Milano alle dimensioni che merita: città aperta alla democrazia e a chi lavora per la tolleranza, ma chiusa all'ideologia lugubre del fascismo nelle sue nuove ma sempre vecchie forme. Nei prossimi mesi gli appuntamenti di ricordo dedicati a molti di quei giovani caduti saranno un'occasione per dare ancora più forza a ognuna di queste scadenze "Memoria Antifascista" vuole infatti creare una sensibilizzazione dell'opinione pubblica e una forte mobilitazione nella città, affinché siano chiusi gli spazi di manovra dei gruppi fascisti e le loro sedi e per ridare dignità alle strade di Milano, dove alle lapidi che ricordano i caduti della Resistenza in tanti anni si sono aggiunte quelle dedicate ai giovani antifascisti assassinati.
Gli appuntamenti delle prossime settimane che vedranno "Memoria Antifascista" impegnata assieme alle associazioni sono:
16 marzo ore 20.30 in via Brioschi: iniziativa in ricordi di Davide Cesare "Dax".
18 marzo ore 17 in via Mancinelli: iniziativa in ricordo di Fausto e Iaio.
16 aprile iniziativa in ricordo di Claudio Varalli e Giannino Zibecchi
con tre momenti di presidio: ore 15.30 piazza Cavour, ore 16.30 piazza Santo Stefano, ore 18.30 corso XXII marzo.
29 aprile a Città Studi: iniziativa in ricordo di Gaetano Amoroso.

Questi i promotori di “Memoria antifascista”: 


Amici e compagni di Luca Rossi   www.luca-rossi.it 

Associazione amici e familiari di Fausto e Iaio  www.faustoeiaio.it 

Associazione culturale antifascista Dax 16 marzo 2003  www.daxresiste.org 

Associazione Per non dimenticare Varalli e Zibecchi www.pernondimenticare.com 

Circolo anarchico Ponte della Ghisolfa  www.ecn.org/ponte 

Osservatorio democratico sulle nuove destre www.osservatoriodemocratico.org

Teatro della cooperativa  www.teatrodellacoperativa.it 

Licia, Claudia e Silvia Pinelli

Rosa Piro, mamma di Dax



Memoria Antifascista - Per info: 3392737441

ANPI Milano - lettera aperta al Sindaco di Milano.

zona 8 Milano. - La destra riabilita la banda Koch

Mentre in Italia si commemora il 150° dell'unità, il consiglio di zona 8 mercoledì 16 marzo 2011, in seconda convocazione (per non avere problemi con il numero legale), è stato convocato per discutere la proposta di intitolazione di una targa in memoria di Luisa Ferida, attrice aderente alla repubblica di Salò e partecipe, con Osvaldo Valenti, alle attività di tortura della famigerata banda Koch all'interno di villa Triste a Milano.
Questo è il testo approvato dalla maggioranza di destra del consiglio di zona, con 13 voti contro 11 dell'opposizione:
"In questo luogo, il 30/4/ 1945 venne assassinata, benchè incinta, LUISA FERIDA, famosa attrice di teatro e di cinema. A lei e a tutte le vittime dell'odio e della violenza causate da ideologie totalitarie e antidemocratiche è dedicata questa targa, affinchè mai più nella storia si ripetano simili nefandezze".
La targa e le motivazioni sono sconcertanti, un insulto alla storia e alla memoria per l'Italia e Milano, un atto gravissimo e di inaudita arroganza e ignoranza, e fascismo,una provocazione che offende tutte le vittime torturate e ammazzate dalla banda Koch, una delle più orrende squadracce del fascismo in Italia.
Milano democratica e antifascista reagisca a questa destra, non si può rimanere indifferenti.
 ANPI  Sezioni  ZONA  OTTO.  
 Comitato ANTIFASCISTA ZONA OTTO. 
 Coordinamento sezioni ANPI Milano zona 6.
 Comitato ANTIFASCISTA per la difesa della Democrazia zona sei. Milano. 

17 marzo 2011

Enrichetta, Ada, Jessica...

Caro Carlo… muoio a poco a poco… solo Silvia mi da la forza di respirare, cerco tra le lacrime le tue mani, le tue labbra, la tua voce. Mi aggrappo con tormento e affanno a visioni e pensieri, la mia mente torna a luoghi e persone che ci hanno visto costruire la nostra vita insieme. Ti rivedo, ragazzino birbante che mi giuravi amore tra fiori profumati, inebrianti di Primavera nella nostra amata Napoli, testardo e ribelle subito cercavi la strada delle armi, la scuola e il collegio militare ti strappavano a sogni e parole segrete, a promesse lievi come il vento salato e leggero che arrivava dalla spuma del mare. Io sola, costretta a un marito che non amavo, a botte e soprusi, segregazione e terrore. Io che non potevo amare ed educare a idee di libertà e giustizia i miei figli. Le tue ferite del 12 ottobre 1846, il tuo sangue che come malta costruiva il muro della nostra splendida avventura. Io che solo con il tuo amore e con la fuga a Livorno e poi a Marsiglia cominciavo a vivere e sempre il vento del mare soffiava sulla nostra unione, vento che si faceva bufera, tempesta, uragano maledetto dai Borboni  che volevano estinguere a tutti i costi, il nostro fuoco d’amore… ma le fiamme anche nelle tristi giornate di Londra e Parigi non potevano mai spegnersi, quante lacrime, quanto dolore, il carcere Francese, la perdita di Carolina, il ricatto e le angosce che giungevano dall’Italia. Ti vedo ora, qui… proprio come fosse ora,  il tuo sorriso, le tue braccia forti che mi stringono prima della partenza per la Legione straniera, il mio triste saluto in quella mattina di freddo, lacrime che si mischiano alla pioggia che scivola  nel mare che spinge la nave verso l’Algeria.
Guerra, guerra, quanta guerra, il Veneto e la Lombardia, gli Austriaci e poi i Francesi, la Repubblica Romana e gli amici, i fratelli dell’amato tricolore, Garibaldi, Saffi, Mameli, Mazzini
La tua prigionia a Sant’Angelo, e il fuoco che mai sopito divampava con ideali che apparivano come sole sull’alba di un nuovo mondo. Quante notti d’amore e avide letture, parole, lettere pensieri dei cari amici, Giuseppe Ferrari, Carlo Cattaneo, Proudhon, Fourier, Bakunin, Herzen, serbo ancor ora qui sul cuore tutte quelle innumerevoli pagine che scrivesti e che con me costruisti con dialogo paziente e continuo, Socialismo, libertà, Repubblica, Anarchia, diritti e giustizia, rivoluzione e pace. La  meravigliosa pace della nostra casa sul colle Albaro presso Genova dopo le lotte di Roma…  Roma bella e perduta dove con le mie mani lavai il sangue a tanti feriti e morti, dove il giorno e la notte non avevano significato per me e per la cara Cristina di Belgiojoso, e dove anch’io conobbi il dare la morte per violenza, per guerra che tutto lacera e distrugge. L’amore per te,  e per l’idee di libertà che ormai pienamente mi pervadevano, e mi trascinavano come fuscello nell’impetuoso vortice che tutta Italia agitava.
La gioia della nascita di Silvia, e il tormento della tua infaticabile e incontrollabile, irrefrenabile costruzione della spedizione nel sud, il mio dolore e l’entusiasmo dei tuoi compagni, Nicola Fabrizi, Luigi Dragone, Giuseppe Fanelli, Nicola Mignogna, Giovan Battista Falcone, e il caro ed amato Giovanni Nicotera.
Quante notti insonni e folli t’ implorai di non partire, di non offrire alla morte la vita di tanti giovani fratelli, la tua vita, non mi apparteneva, tu dicevi, urlavi che era solo dell’Italia, ma io egoista pensavo all’amore, alla nostra figlia.. alla nostra travagliata vita che non poteva non doveva concludersi con simile terribile destino.
Del “Sacrificio senza speranza di premio” ma ora io so che le tue profetiche parole ogni mia ricompensa io la troverò nel fondo della mia coscienza e nell'animo di questi cari e generosi amici... che se il nostro sacrifico non apporta alcun bene all'Italia, sarà almeno una gloria per essa aver prodotto figli che vollero immolarsi al suo avvenire”  tanto servirono per la nostra adorata Patria.
Non voglio, non posso ricordare la notizia della tua morte tra Sapri e Sanza in quel maledetto giorno che tutti, ora spesso mi ricordano con fatti e scritti, 1 luglio 1857.  Non voglio pensare a tutti quelli che tra torture, sevizie e immani dolori ti seguirono nella morte, gridando viva l’Italia.
Io allora non sapevo, come ben so ora, che quella spedizione fallita era un seme profondo per feconda terra Italica, e che da li nasceva nuova stagione, da li il Risorgimento.
Quante volte declamai a Silvia la “Spigolatrice di Sapri”  Quante volte piansi con lei stretta tra le mie braccia, grazie anche a te ora vivo libera nella nostra patria, lavoro  per il suo futuro,  e per il futuro della nostra figlia, ma anche di tutti i figli di questa bella terra. Vivo di ricordi dolorosi e tristi, di viaggi e battaglie, d’amore e morte, ma non dimentico anche attimi di felicità intensa, di progetti e sogni che ora sento realizzati, ti vedo e sento ancora il vento del mare qui sulla baia di Napoli, dove sono tornata, e dove nacque il nostro amore, sento ancora forte e pieno il profumo di fiori rossi e caldi, che ci videro giovani e belli sussurrarci parole segrete d’amore eterno. Ora con il conforto di Garibaldi, Nicotera, Bertani attendo serena di venire di nuovo ad abbracciarti e con te di discutere ancora di pace e libertà per la nostra amata Italia.
A presto mio adorato Carlo.

Enrichetta Di Lorenzo Pisacane.
Napoli.  Marzo 1861.

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Sono qui a piangere come una stupida in questa giornata di primavera, in questa bellissimo maggio Parigino pieno di profumi e colori, anche il cimitero del Père Lachaise mi sembra sereno e quieto sotto questo luminoso sole… eppure il mio cuore s’agita fremente e dolorante qui davanti alla tua tomba mio amato Piero.  I miei pensieri volano come le soffici nubi bianche che veloci passano nel cielo di Parigi… il viaggio che da Torino mi ha portato qui ha riempito i miei occhi di rovine e polvere.. ed ora le mie lacrime vogliono pulire per sempre i miei occhi che tanto sangue, devastazione e violenza hanno visto. Qui sembra tutto tranquillo, ma fuori da queste mura tutto porta ancora i segni di una violenza bestiale e disumana, eppure.. ecco… si sente da lontano una risata squillante e felice, piena di speranza e subito mi rivedo e ti rivedo; giovani di 16 – 17 anni che mano nella mano parlavamo lungo la strada che ci portava al “Gioberti” il nostro liceo, e fu tra quelle mura il nostro primo bacio, le nostre prime promesse, i nostri primi segreti, le nostre prime speranze.
E scrivere, e parlare, era abitudine quotidiana che ci faceva sentire cosa sola, come cosa sola eravamo quando ci sposammo in un'altra giornata di splendido sole che brillava sulla neve di quel felice gennaio, ti ricordi quel meraviglioso 1923 tra studi, e incontri, tra amore e amicizia,  il nostro sole che nascondeva il male nero ed inguaribile che già avvolgeva l’Italia, i nostri amici, le loro belle parole, i limpidi pensieri scritti per le “nostre” riviste, la nostra “Rivoluzione Liberale”, il nostro “Il Baretti” che tante gioie ma poi anche tanti dolori ci portò. Sento la loro voce, Gramsci, Amendola, Salvatorelli, Fortunato, Antonicelli, Salvemini e Sturzo.
Amore e studio, parole e pensieri, idee e progetti, non ci potevamo fermare, non ci potevano fermare l’odio, la violenza, le selvagge persecuzioni fisiche e spirituali, il sole dell’avvenire sempre ci accompagnava.
Caro Piero, sento ancora qui sulla pelle le tue lacrime di gioia, i tuoi occhi brillare così forte che quando ti dissi di aspettare un figlio da te… la luce che essi emanavano oscuravano dubbi, paure, incertezze. Il nostro amato Paolo, che tu non hai mai visto crescere e diventare uomo, sai, caro Piero, fu proprio lui che mi strappo dalla follia, dalla perdita di ogni ragione, Dovevo reagire, lottare, resistere… tutte quelle percosse, tutte quelle torture che subisti, che ti portarono  alla morte in quel terribile febbraio del 1926, quando Paolo aveva solo quaranta giorni di vita, e che senza di lui avrebbero spento per sempre il nostro sole.
Ricordare, studiare, discutere, e fu proprio vedere Paolo che cresceva con ideali cosi belli e puri, con l’aiuto di Benedetto Croce e degli amici più cari che mai ti dimenticheranno. Sai bene che anche con Sergio a cui ora ho donato il cuore, il  programmare, e il vivere è sempre stato e sempre sarà, solo per gli ideali che tu mi hai inspirato…
E le parole si facevano carne, il partito d’Azione, Giustizia e libertà, e dopo l’otto settembre, il sole sulle montagne, la Resistenza, il camminare senza sosta tra valli e monti, non sentire più il freddo, la fame, il dolore, solo il desiderio di liberare l’Italia dal fascismo, dal nazismo, dalla tirannide che tutti i nostri ideali offuscava con morte e soprusi. Dolce Piero ho combattuto, lottato con tutte le mie forze, e Paolo era al mio fianco, senza soste tra neve e pioggia, ma sempre uno squarcio tra le nubi nere, e sempre il nostro sole, che mai mi ha mai lasciato. Sai non ho mai abbandonato la voglia di fermare sulla carta tutti i miei pensieri, la mia azione, e quanto mi piacerebbe che tu potessi leggere con me tutti quelli scritti di sangue e speranze.
E sapessi quante donne, belle, dolci e forti mi hanno aiutato in questo gravoso compito.
Adesso tutto è finito. Il sole brilla forte e caldo nel cielo, siamo donne e uomini liberi, abbiamo pagato tanto, forse troppo, ma è così bello poter riposare un poco qui accanto a te, parlarti, e sentirti felice perché tutto quello che tu hai fatto, non è stato vano.
L’Italia è libera, sono serena, e piena di voglia di costruire e progettare, per noi, per Paolo, per tutti i compagni che non ci sono più e per tutti quelli che sono qui al nostro fianco, sempre pronti a offrire tutto, per far si che sulla nostra bella terra sempre sorga il sole della libertà, dell’eguaglianza, della felicità.
Addio caro Piero, Arrivederci mio amato, a presto.


Ada Gobetti.
Parigi, maggio 1945. 

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Caro Diario, ho conosciuto un ragazzo che arriva da lontano, e il profumo della sua pelle, il suo sorriso strano, mi portano pensieri e visioni di una terra calda che non conosco, mi piace e nello stesso tempo m’inquieta, quando siamo soli, ogni bacio è un discorso, ogni parola è una carezza… Continuiamo a cercarci, e poi subito lunghe discussioni, riflessioni, spesso anche litigate, il suo essere unico, il suo viaggio, la sua patria lontana così bella, ma ancora così oppressa e sfruttata, il suo continuare a cercare la libertà, la vita onesta e bella di un lavoro, di sentirsi “uomo” con tutti e dovunque è continua fonte di ragionamenti e progetti…
Forse e proprio questo che non ci fai mai stare zitti, anche con gli altri, gli amici e i compagni, ma soprattutto anche con chi pensa, e proprio non riesco a capirli, che non siamo tutti uguali, questi qui che comandano, e che continuano a buttare polvere negli occhi.
Questi qui che considerano le donne, oggetti, merce per il supermercato, poi basta un’etichetta colorata e lucida, per attirare attenzioni e trovare qualcuno che compra, fa niente se nella scatola solo il vuoto. Come ci arrabbiamo Karim ed io, caro Diario, tu neanche te lo immagini.
Io studio e lavoro, anche se chiamare lavoro questo schifo di contratto a termine, è davvero un esagerato complimento… si signor padrone, si signor cliente, si signore… 600 euro al mese, che non mi servono neanche per comprare i libri dell’Università… per fortuna che c’è Karim che mi fa ridere… ultimo tra gli ultimi che mi tocca pure pagargli la pizza… Che se non ci fossero papà e mamma, neanche quella potrei pagare, meno male che sono Antifascista e con gli amici abbiamo un bel po’ di progetti per il nostro quartiere, per l’Università, per la nostra vita… e ogni manifestazione ci vede sempre in prima fila.
L’anno scorso mi sono pure iscritta all’ANPI, papà era un secolo che me la menava, ma la voglia mi  è venuta, quando ho cominciato a parlare con la nonna di quello che hanno fatto lei e il nonno, (che mi manca tanto) in una primavera di sessantasei anni fa…
Porca paletta e avevano sì e no la mia età… mi sembra impossibile, comunque anch’io se posso faccio la ribelle, ho litigato pure in posta con i soliti fascisti e razzisti, e poi mi sto davvero appassionando alla storia, quella vera… sono andata pure al congresso dell’ANPI cittadino, e ho visto che adesso le ragazze e i ragazzi come me sono tanti, e con loro è facile lavorare, progettare, sognare un mondo migliore… mi piacerebbe davvero poter contribuire a cambiare in qualche modo, questa triste città, questo strano paese, quest’Italia così bella ma sempre così oltraggiata, davvero io sogno tanto, tantissimo, forse anche più di Karim,
Voglio la natura e non il cemento, voglio una scuola per imparare davvero, voglio lavoro e non sfruttamento, voglio libertà, cultura e arte, voglio cantare, suonare, scrivere poesie, voglio giustizia ed equità, voglio davvero sognare un mondo giusto e bello, voglio amare… avere figli e vivere libera… ti sembra così difficile, mio caro Diario segreto… Mamma dice “apri gli occhi, smetti di sognare” io invece gli chiudo e sogno ancora più forte…
Adesso mercoledì che vado giù all’ANPI vedo come si può per fare avere la tessera a Karim, anche lui è Antifascista, e nel suo paese stanno combattendo ora per la Libertà, come combatterono mia nonna e mio nonno Partigiani in un’Italia di tanti anni fa… che poi la nonna lo dice sempre che non è di sicuro questa l’Italia che volevano e per cui hanno combattuto… E poi si avvicina il 25 aprile la nostra festa, non vedo l’ora di cantare “Bella Ciao” e scendere nelle vie del mio quartiere e della mia città per mio nonno, per i miei cari Partigiani, per tutti noi dell’ANPI, e per tutta questa Italia che chiude gli occhi, stringe i pugni e sogna ancora più forte, proprio come me…

Jessica.
Milano, Marzo 2011.

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ATTENZIONE: pura opera di fantasia… Le lettere di Enrichetta Pisacane e Ada Gobetti non sono documenti storici.  Ho cercato di riportarvi (spero senza errori) alcuni fatti veri e documentati sulla loro storia. Il tutto, avrete capito… è immaginazione. Jessica poi… non esiste, ho meglio… forse esistono tantissime Jessica,  e qualcuna per fortuna la conosco.
Allora diciamo: situazioni inventate che mi hanno permesso di scrivere e magari farvi leggere spero con piacere, un augurio particolare per il 150° della nascita dell’Italia. Tre donne e la loro storia… poi come esile ma tenace filo conduttore il Risorgimento, la Resistenza, l’Antifascismo, per una riflessione sentita su questa tormentata e amata Italia.


Ivano Tajetti.
ANPI Barona. Milano. 

150 anni dell'Unità d'Italia.

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150 anni dell'Unità d'Italia. Questi sono gli auguri di Tecnova


16 marzo 2011

Torino. Congresso nazionale ANPI... Buon lavoro.

La Sezione ANPI Barona. Milano. Augura a tutti i delegati ANPI d'Italia presenti a Torino, un proficuo e importante lavoro... Siamo certi che il nostro Presidente Ivano Tajetti che sarà con voi a Torino, porterà con lui, ancora una volta i nostri ideali, il nostro impegno, la nostra memoria, le nostre speranze... 
Grazie ancora cari compagni... di cuore... buon lavoro, ne abbiamo bisogno.!

I Partigiani e il direttivo ANPI Barona. Milano. 







Rifugi alpini della Valsassina nella lotta di Resistenza Partigiana

dal 25 aprile non si torna indietro...

Se in piazza va l'anima dell'Anpi...



Vorrà pur dire qualcosa, se nella giornata a difesa della Costituzione, nelle piazze Italiane non c'erano le bandiere dei partiti, ma al collo di molti manifestanti, i fazzoletti dell'ANPI? Nessuna autoesaltazione. Ovvio, a tutti noi fa piacere che la nostra associazione conquisti simpatie e adesioni. Ma in quelle piazze c'era qualcosa di ancora più importante dei simboli dell'ANPi. C'era la sua anima. Già vorrà pur dire qualcosa se un giorno migliaia di Italiani sentono il desiderio di far sentire a tutti la loro volontà di difendere la Costituzione scritta con il profumo della libertà: libertà conquistata con le armi in pugno e la fame di democrazia nel cuore. C'era sopratutto questo nelle mille piazze d'Italia che si sono riempite di tricolori. C'era l'orgoglio di chi nei valori della democrazia crede senza se e senza ma. C'era la coscienza pulita di chi continua a pensare che l'Italia nata dalla Resistenza sia una preziosa eredità che non va dissipata, ma che anzi, va difesa e valorizzata secondo gli ideali sanciti dalla Costituzione. C'era la determinazione di chi non vuole arrendersi. In quelle piazze c'era l'anima dell'ANPI.
Michele Urbano

09 marzo 2011

Emendamenti - Congresso Provinciale ANPI Milano.

A.N.P.I. CONGRESSO PROVINCIALE MILANO
Documento politico-programmatico per il 15° Congresso Nazionale dell’ANPI EMENDAMENTI
Il testo è quello del documento nazionale in cui sono stati inseriti gli emendamenti approvati all’unanimità dalla Commissione politica, con l’indicazione della sezione che li ha presentati e di quelli che per omogeneità sono stati assorbiti.
Gli emendamenti che la Commissione all’unanimità ha deciso di respingere sono indicati solo dal nome della sezione e dal numero progressivo risultante dal verbale di ciascun congresso.
La proposta è di votare tutto in blocco perché decisa all’unanimità, dopo un esame compiuto su ogni singolo emendamento, tenendo conto anche che nella commissione erano presenti rappresentanti di sezioni che avevano approvato o addirittura presentatori di emendamenti..

Documento politico-programmatico per il 15° Congresso Nazionale dell’ANPI

La crisi economica e sociale che il nostro Paese sta attraversando è parte di quella più generale che pervade l’intero pianeta. È necessario che la risposta avvenga in modo (em. Codè 1 NO) unitario fra tutti i Paesi che fanno parte dell’Unione Europea (em. Codè 2 NO)di cui, ricordiamo, l’Italia è stata fondatrice dopo la fine di quella epocale tragedia che fu la Seconda Guerra Mondiale. Anche a questo fine è quindi doverosa la promozione di una positiva unità antifascista europea resa necessaria e urgente dalla sempre più drammatica situazione dal punto di vista della crescita delle forze razziste e di estrema destra. Particolare attenzione all’Est europeo teatrio di movimenti nostalgici dei passati regimi collaborazionisti dei nazisti (em. Carugate 2, assorbe Abb.sso 3). Fin dal 2008 l’ANPI ha evidenziato la gravità della situazione e il suo forte impatto sui lavoratori, le loro famiglie e i giovani e le donne in particolare: i più colpiti dalla disoccupazione e dai drammatici effetti del precariato che nega sicurezza e possibilità di costruirsi progetti di vita. Abbiamo posto in luce, nel contempo, l’irresponsabilità dell’attuale governo che ha minimizzato la crisi, evitando di assumere (em. Giambellino 1 NO) tutti i provvedimenti necessari a fronteggiarla.
Favorito da queste nefaste e assenti politiche del governo, oltre che dall’utilizzo spregiudicato, cinico e irresponsabile della crisi, forte come non mai nel passato è oggi l’attacco al potere ed alla funzione costituzionale del sindacato nei luoghi di lavoro e nella società tale che si consente che contratti di lavoro di milioni di lavoratori non siano rinnovati. Si opera, da parte delle stesse destre al governo, per la divisione sindacale oltre che per favorire soluzioni alle vertenze unilaterali e non contrattate con i sindacati, talché i diritti dei lavoratori vengono ridotti quando non negati. L’ANPI e l’antifascismo, mentre denunciano tutto ciò, (em. Giambellino 1 NO) sono in campo a difesa della funzione del sindacato, fattore essenziale e costitutivo della democrazia repubblicana.
Autoritarismo e populismo stravolgono la democrazia repubblicana (em. Lambrate 1 NO)
Per responsabilità delle destre e della Lega Nord, in primo luogo per l’impulso di politiche governative autoritarie e populiste e con l’ausilio di una vera e propria offensiva culturale - esercitata innanzitutto attraverso il monopolio berlusconiano sull’editoria e sulla televisione privata e il controllo di gran parte di quella pubblica – anche attraverso un diffuso revisionismo storico e negazionismo (em. Lambrate 1) la stessa identità politica dell’Italia di Repubblica parlamentare si sta trasformando secondo un disegno volto a dar luogo ad un potere governativo autoritario prevaricatore degli altri poteri e per sottrarlo ad ogni equilibrio costituzionale a partire da quello stesso di garanzia del Presidente della Repubblica. La campagna revisionista di rivalutazione di azioni e figure del passato, di attacco alla Resistenza e alla guerra di Liberazione in parte sostenuto da alcuni mezzi di informazione, si esprime nei ripetuti tentativi di equiparare i repubblichini ai partigiani, nella concessione di spazi a forze neonaziste/neonaziste, o nella intitolazione di piazze o vie a gerarchi fascisti. (em. Carugate 1, assorbe Segrate 1 e Abb.sso 4)
A fronte di questa situazione, l’ANPI rivendica la propria natura di Associazione custode della vicenda storica attraverso la quale il nostro Paese - che ha vissuto l’esperienza autoritaria e violenta della dittatura fascista ( em. Giambellino 2 NO)e che, per quattro dei sei anni di guerra, è stato a fianco del nazismo - ha saputo ritrovare la via di un “ritorno alla ragione” che ha consentito di mutare la propria identità passando dal totalitarismo alla democrazia. È in questa motivazione profonda che le forze antifasciste, di ogni orientamento politico e culturale, (em. Cinisello 1, assorbe Buccinasco 7) trovarono la ragione di una unità che ha consentito la realizzazione di due grandi obiettivi: il mutamento della forma istituzionale dello Stato da monarchia a Repubblica e l’elaborazione e l’approvazione, a larghissima maggioranza, della Costituzione.
Difesa e attuazione dei principi costituzionali
Entrata in vigore il 1° gennaio del 1948, la Costituzione afferma valori, principi, regole e obblighi che definiscono con chiarezza la nuova identità politica e sociale della nostra Patria: il lavoro come fondamento della Repubblica; la sovranità che appartiene al popolo il quale la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione; i diritti inviolabili di ogni persona umana; l’eguaglianza e la coesione
sociale che devono essere promosse dalla Repubblica attraverso la rimozione di tutti gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana (em. Donne 1) e la piena partecipazione dei cittadini e dei lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese; la libertà dell’iniziativa economica privata che deve svolgersi senza recare danno alla libertà, alla sicurezza e alla dignità umana; il ripudio della guerra (em. Colombo 3 NO) come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; il consenso alle limitazioni di sovranità necessarie, a condizione di reciprocità, per assicurare la pace e la giustizia fra le nazioni; l’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge e il riconoscimento della parità di diritti e opportunità tra uomini e donne. In particolare, nel quadro internazionale occorre rivedere tutta l’onerosa partita delle spese militari e delle missioni all’estero e quindi favorire il rientro delle truppe italiane dalla disastrosa guerra in Afghanistan, nella quale l’Italia era entrata con un ruolo di pace, in rispetto dell’art. 11 Cost. ed è invece stata coinvolta direttamente nella guerra (em. XXV Aprile 1, Donne 2). Sono questi principi inderogabili che vengono posti a fondamento dell’essenza repubblicana nei primi dodici articoli della Costituzione oltre che negli articoli dal 13° al 54°, riguardanti i diritti e i doveri dei cittadini. Questi principi sono stati difesi, affermati, posti in essere e potenziati attraverso grandi movimenti e battaglie sociali e civili durante tuta la storia repubblicana. In questo processo di costruzione e sviluppo della vita democratica, le donne e i loro movimenti hanno potuto affermarsi come nuova grande forza di cambiamento e di rinnovamento(em. Donne 3). Inoltre la Costituzione prevede altresì le istituzioni di garanzia: dalle prerogative del Presidente della Repubblica, alla funzione della Corte Costituzionale, ai compiti della magistratura come istituzione autonoma e indipendente.
Le leggi “ad personam” concepite con l’unico scopo di giovare alla tutela giudiziaria del Presidente del Consiglio; le pressioni occulte per influenzare le decisioni degli organismi di garanzia; l’improponibile richiesta di dimissioni del Presidente della Camera; il ricorso anticipato alle urne usato come minaccia; l’attacco alla magistratura come “istituzione politicizzata” portato anche a livello legislativo e con un forte tambureggiamento mediatico; gli attentati alla libertà di informazione, sono questi i più chiari segni di quel mutamento del regime democratico, incompatibile con la Costituzione, stigmatizzato da tutti i maggiori esponenti della cultura italiana.
La destra si divide
Negli ultimi tempi abbiamo assistito al manifestarsi, nello stesso schieramento politico del PdL, di contraddizioni che sono venute via via delineando un vero e proprio scontro politico tra una destra che sostanzialmente si riconosce nelle regole e nei principi della Costituzione (em. Codè 3 NO\) e quella berlusconiana e leghista che, invece, persegue di fatto un mutamento del regime democratico.
Oggi, dunque, il problema che si prospetta con sempre maggiore evidenza nella realtà politica italiana, non è solo il contrasto (em. Colombo 1) dialettico tra destra e sinistra, come molti esponenti politici affermano, bensì, innanzitutto, un insanabile dissidio fra chi aggredisce l’identità democratica del nostro Paese, realizzata attraverso il dettato costituzionale, e chi tale identità tende a rispettare e a salvaguardare. Ciò non muta il giudizio di fondo sulle destre italiane, prive, con ogni evidenza, nella loro gran parte, di una reale cultura democratica e antifascista, ben diversamente dalle destre conservatrici di stampo europeo. Prova ne sono gli accordi elettorali e politici stretti con formazioni dichiaratamente neofasciste (em. Zona 1 Milano 1, assorbe Abb.sso 6)Tale situazione rende sempre più necessaria un’intesa fra tutte le forze democratiche al fine di superare e rimuovere la china verso la quale l’Italia sta andando.(em. Precotto 8 NO) Questa è la priorità assoluta alla quale deve ispirarsi – mediante concrete prese di posizione, scelte politiche e battaglie sociali e culturali - la parte più consapevole del popolo e soprattutto le giovani generazioni, nell’interesse dell’intera nostra comunità.
Salvaguardare l’identità costituzionale e democratica dell’Italia (em. Giambellino 3 NO) Scongiurato questo pericolo, (em Colombo 2 NO) si renderà possibile ritornare a un dialettico e normale confronto di idee e di programmi nell’ambito di un ritrovato clima di rispetto e di attuazione dei principi costituzionali. Sarebbe invece del tutto negativo che le diversità di visioni politiche e programmatiche fra le forze in campo in una democrazia compiuta divenissero veicolo di una
pericolosa deriva autoritaria.
Ciò che chiediamo all’opposizione antifascista e democratica
Per sventare e battere questo pericolo, l’ANPI sollecita ancora una volta l’opposizione politica e parlamentare - a partire dalle forze antifasciste - a svolgere la sua preziosa e indispensabile funzione in Parlamento e nel Paese in modo più efficace e incisivo, facendosi più consapevole della grave sfida in atto contro la democrazia, e a rendersi più vicina ai cittadini ed ai lavoratori e più capace di interpretare e rappresentare le loro impellenti necessità. Per tutto ciò occorre porre al bando le persistenti, irriducibili e laceranti divisioni foriere di impotenza politica e dar luogo a scelte di unità e collaborazione richieste in modo sempre più pressante da ampi settori dell’opinione pubblica ed innanzitutto da milioni di antifascisti e democratici.
Battaglie nazionali dell’ANPI
Riforma della legge elettorale
Necessaria e urgente è una riforma della legge elettorale coerente con il dettato costituzionale e in materia di diritti politici dei cittadini affinché gli elettori, fin dal prossimo Parlamento, possano scegliere con libertà i propri rappresentanti da eleggere alla Camera dei Deputati ed al Senato della Repubblica. (em. Precotto 7, Giambellino 4, Cinisello 2 NO)
Per la giustizia
Ci battiamo per una giustizia fondata sul principio dell’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge e per una magistratura autonoma e indipendente sostenuta adeguatamente dallo Stato con le necessarie risorse finanziarie (em. XXV Aprile 4), decisiva per assicurare il diritto alla giustizia e alla sicurezza dei cittadini e per rendere sempre più adeguata e vincente la battaglia alla mafia ed ai poteri criminali. Basta con le leggi ad personam! Si rendono inoltre necessarie riforme in materia di vivibilità delle carceri a risoluzione in particolare del non più derogabile problema dell’eccessivo sovraffollamento degli istituti penitenziari (em. Cinisello 3)
No al razzismo, no alla xenofobia, no alla omofobia (em. Cesano B. 1, assorbe integr. Magenta 1)
Ogni anno milioni di uomini e donne, in un mondo in cui si muore di fame e di guerre (em. Donne 4), lasciano i loro Paesi in cerca di una vita migliore laddove, per diverse ragioni, c’è bisogno di forza lavoro. Anche in Italia l’immigrazione è una grande questione nazionale da affrontare con adeguate politiche strutturali e di accoglienza e integrazione e non invece, come avviene ad opera delle destre e della Lega nord al governo con la politica dei respingimenti (em. Donne 6), con visioni di mero ordine pubblico che alimentano esasperazioni e paure, e strumentalizzano per fini elettoralistici gli stessi bisogni di sicurezza dei cittadini. Si negano così i diritti degli immigrati e in particolare quelli garantiti ai rifugiati politici dalla convenzione di Ginevra (em. Donne 5), quelli stessi garantiti dalla Costituzione. Risoluta è l’opposizione dell’ANPI al razzismo e alla xenofobia come dimostrato nella grande manifestazione nazionale che l’Associazione ha promosso e realizzato, su questi temi, a Mirano (VE) il 12 dicembre 2009. Per questo si rende necessario sviluppare azioni concrete al fine di eliminare le intollerabili condizioni di semi schiavitù a cui molti lavoratori immigrati sono costretti nel nostro Paese, promuovere sostanziali modifiche al sistema dei Centri di Identificazione e di Espulsione – oggi inaccettabili e da chiudere – che non garantisce il pieno rispetto dei diritti democratici e prevedere l’abolizione del reato di clandestinità (em. Cinisello 4, Precotto 4 NO)
In questa battaglia politica e culturale, l’ANPI e l’antifascismo devono essere in campo quali essenziali punti di riferimento e per far pesare: la storia d’Italia quale Paese di grande emigrazione; la dura lezione delle famigerate leggi razziali del fascismo e, non di meno, la luminosa lezione che deriva dalla significativa partecipazione di tanti antifascisti stranieri alla Resistenza italiana e il contributo di tanti militari delle truppe alleate alla liberazione del Paese.
Un più forte impegno per i diritti umani universali (em. Donne 7)
Per i valori cui si ispira e per la sua grande tradizione di solidarietà internazionale, l’Anpi rinnova l’impegno per la pace, la democrazia e per i diritti umani universali, ancora negati e conculcati in tanti paesi. In particolare, rinnova il sostegno e la solidarietà alle donne che in ogni parte del mondo sono in prima fila nella lotta per la democrazia e le libertà nei loro paesi e si battono per il diritto alla vita contro guerre, violenze di ogni tipo, dittature, per contrastare regimi autoritari e per superare culture e società patriarcali.
L’Unità Nazionale non si tocca
L’unità dell’Italia riconquistata dalla Resistenza è un bene irrinunciabile per il presente ed il futuro del Paese. (em. Codè 4 NO) L’ANPI è contro il secessionismo leghista ammantato di federalismo e contro politiche governative ad esso corrive ma, al tempo stesso, esasperatamente centraliste e taglieggiatrici dei poteri locali e regionali e delle loro risorse finanziarie necessarie per le politiche sociali.
Occorre sottolineare l’art. 15 Cost. che afferma “La Repubblica è una e indivisibile.” Anche il Presidente Napolitano ha detto, in occasione del suo discorso alla Scala per il 25 Aprile 2010, che “l’Italia è chiamata a vivere come Nazione e come Stato nell’unità del suo territorio, della sua lingua e della sua storia.
Infatti, l’unità d’Italia, di cui celebriamo il 150° anniversario, frutto del Risorgimento, è stata riconquistata dalla Resistenza antifascista. Pertanto occorre evitare che si affermi ogni forma di federalismo che comporti un secessionismo strisciante e possa creare disuguaglianze sociali e territoriali.
(em. XXV Aprile 2, assorbe: Precotto 5, Codè 5, Abb.sso 2, Buccinasco 6, Barona 2, Carugate 4, Lambrate 6, Cesano B. 2, Crescenzago)
►Promuovere una nuova etica pubblica; la “questione morale” (em. Donne 8) Sia regolato il conflitto d’interessi
Forte è la preoccupazione per il persistere e l’acuirsi di una questione morale che investe responsabilità di governo nazionali e locali, i partiti e la politica, oltre che alte responsabilità della stessa Pubblica Amministrazione come mai nel passato era accaduto. (em. Cinisello 5 NO) Debellare la corruzione, renderla estranea al Parlamento, ai governi nazionali e locali, alle istituzioni, alla pubblica amministrazione, ai partiti ed alla politica, è una urgente necessità, per un’Italia pulita e più giusta nell’economia e nella vita civile. Combattere l’avvilente modello culturale che viene proposto a ragazze e ragazzi, fondato sull’uso del corpo come merce da esibire e di scambio. Promuovere una cultura che proponga una idea di sé e del proprio futuro basata sulla dignità e responsabilità personale (em. Donne 9) Liberare l’Italia dalla questione morale, contrastare con efficacia l’evasione fiscale e l’illegalità diffusa, regolare il conflitto d’interessi con norme di legge rigorose, è condizione necessaria anche per una rigenerazione e per il rinnovamento dei partiti e della politica. Dall’esito di questa battaglia dipende il futuro della democrazia e la stessa possibilità di contrastare e vincere i pericolosi orientamenti populisti, di antipolitica, di ostilità e diffidenza verso i partiti e le istituzioni e i poteri pubblici democratici, presenti in settori dell’opinione pubblica dai quali emerge lo smarrimento della nozione stessa di “bene comune” oltre che la necessità di salvaguardare e rafforzare la convivenza civile e la coesione sociale che la Costituzione invece tutela come beni irrinunciabili.
Scuola
Nella visione costituzionale, la scuola pubblica, insieme ala lavoro, costituisce un valore essenziale, è un presidio fondamentale per rimuovere gli ostacoli alla realizzazione della persona umana (art. 3 Cost.), per educare alla cittadinanza e per formare la coscienza civile delle nuove generazioni; coscienza che deve essere fondata sulla reintroduzione in tutti gli ordini di scuola dell’insegnamento della storia contemporanea, su una più strutturata e rigorosa conoscenza della storia dell’antifascismo e della Resistenza, fondativi della Carta Costituzionale. La scuola pubblica, l’Università, la ricerca, la cultura sono altresì un fattore essenziale dello viluppo economico, sociale, civile e culturale del Paese. Dalla loro qualità dipende il suo stesso futuro, soprattutto in una società globale in cui il principale fattore di disuguaglianza rischia di essere la conoscenza. Va perciò contrastato con una grande battaglia civile e culturale con un investimento adeguato di idee, progetti e responsabilità, il disegno promosso dal centrodestra che umilia risorse preziose e che punta a snaturare il ruolo costituzionale della scuola pubblica attraverso vere e proprie controriforme e stagli indiscriminati.(em. Donne 10, assorbe: Cinisello 6 e 7, Codè 6, Magenta integr. 2, Precotto 6, Giambellino 56, XXV Aprile 3,)
Giovani e lavoro. Sicurezza sul lavoro
È agli occhi di tutti lo svilimento in atto nel lavoro, come diritto di ogni cittadino, sempre più carente e privato di tutele e diritti (em. XXV Aprile 5), oltre che di centralità e dignità. I più colpiti sono i giovani, condannati al precariato e alla disoccupazione. Uno su tre è senza lavoro. Per non parlare del fenomeno troppo diffuso degli incidenti e dei morti sul lavoro che denunciano una grave inapplicazione delle regole. Il lavoro diviene in questi casi una rischiosa avventura nel buio. Tutto ciò è in palese e profondo contrasto con la Costituzione che tanta importanza ha conferito al lavoro da renderlo fondamento della Repubblica. Per questo si rende necessario un aggiornamento del sistema di protezioni sociali con riferimento al mutato contesto internazionale in seguito alla globalizzazione economica. Per garantire un futuro di stabilità sociale ed economica al Paese, l’Anpi fa voto che vengano riprese procedure di stabilizzazione dei lavoratori precari della PA, della scuola e degli altri comparti produttivi. (em. Cinisello 8, Zona 1Milano 3; Giambellino 6 NO)
Informazione libera e indipendente
Un’informazione che racconti realmente e liberamente il Paese, senza legacci, ostacoli, minacce, è oggi quasi del tutto assente. Assistiamo ad una occupazione a tutto campo dei mezzi di informazione da parte di un potere, anche di governo, che ha urgenza di coprire verità e inadempienze al fine di perpetuarsi. L’ANPI conferma il suo impegno a sostenere le battaglie a favore di una informazione libera e indipendente, presupposto cardine per una sana e robusta democrazia.
Difendere, riaffermare e promuovere la dignità e i diritti delle donne Come abbiamo detto alla Conferenza nazionale di organizzazione dell’Anpi, dopo il grande contributo delle donne alla Resistenza e alle lotte democratiche dell’Italia repubblicana, ancora oggi la democrazia italiana ha bisogno della cultura, delle lotte, del punto di vista delle donne. Deve perciò essere contrastata la grave involuzione sociale, civile e culturale dell’identità stessa, della condizione e del ruolo delle donne nella vita del Paese di cui il centrodestra porta la principale responsabilità. Lavoro, scuola cultura, riconoscimento del valore sociale della maternità, possibilità di conciliare maternità e lavoro, battaglia contro la violenza sessuale, laicità nello Stato, costituiscono per le donne una condizione essenziale di dignità, autonomia e crescita personale. Ormai oggi nel mondo si riconosce il ruolo innovatore delle donne in ogni campo: nell’economia, neo sociale, nella cultura. Da loro dipende non solo la crescita della ricchezza materiale, ma lo sviluppo più libero, giusto, umano, sostenibile della nostra società, una più forte rinnovata democrazia. (em. Donne 11)
La nostra proposta
Di fiducia e speranza l’Italia è priva e ne ha invece bisogno! L’unità antifascista è stata protagonista vittoriosa della Resistenza e per la conquista della Costituzione, della Repubblica e della democrazia. Può e deve essere ancora oggi per tutti i democratici, per le nuove generazioni, un esemplare stimolo per dare coraggio, fiducia a scendere in campo con una rinnovata e ampia unità al fine di salvaguardare e attuare la Costituzione.
I giovani rappresentano realtà molto complesse. Dobbiamo riuscire a confrontarci con tutti, con tutte le realtà organizzate tenendo conto delle esperienze compiute sul territorio, ma
anche di quelle nella scuola e nelle battaglie studentesche e – in forme loro proprie – nell’associazionismo e nel volontariato. (proposta della Commissione, supera em. Zona 1 Milano 2, Abb.sso 5, Lambrate 2, Buccinasco 10, Segrate 2, Barona 1, Carugate 3, Codé 7) Per questo fondamentale obbiettivo, è l’ora di una GRANDE ALLEANZA tra l’ANPI, l’associazionismo antifascista, le confederazioni sindacali e il vasto campo dell’associazionismo democratico italiano!
Avanti con la “Nuova stagione dell’ANPI”
Il bilancio è positivo. Importanti sono i traguardi raggiunti dopo la Conferenza nazionale di Organizzazione svoltasi a Chianciano Terme nel 2009 e nell’attuazione delle sue decisioni. Vi sono ora iscritti in tutte le 110 province italiane. Oltre che in Belgio, vi sono sezioni ANPI a Londra, in Argentina, nella Repubblica Ceca, e se ne stanno costituendo in Germania, Svizzera, a Parigi e a Madrid. Nel 2009 l’ANPI era presente solo in 81! L’Associazione è ora più nazionale, con più iscritti, più giovani e più donne. Documenti e iniziative realizzate a partire dalla Prima Conferenza nazionale delle donne dell’Anpi sono patrimonio e fanno parte integrante della politica della Associazione e devono coerentemente impegnarla nell’insieme. (em. Donne 12). Si è attivata verso l’ANPI l’attenzione, l’iniziativa e la collaborazione di significativi settori della cultura e dell’intellettualità oltre che delle forze politiche, democratiche e antifasciste. In 29 province del mezzogiorno si stanno costituendo i Comitati Provinciali. Più ampia, intensa e qualificata si è fatta l’iniziativa politica nazionale e locale. In particolare ciò si è evidenziato sui temi della lotta alla mafia - manifestazione nazionale a Portella della Ginestra il Primo Maggio 2010 - contro il razzismo e la xenofobia e per la pace, anche attraverso la Feste Nazionali di Gattatico (RE) e di Ancona e le tante feste locali dell’ANPI.
Più intensi sono ora i rapporti di collaborazione con le associazioni dell’Antifascismo, con i sindacati, in particolare CGIL, SPI-CGIL e Fondazione “G. Di Vittorio” e con l’ARCI, Libera, Articolo 21, e l’associazionismo democratico. Superiamo le inerzie e le resistenze residuali. Andiamo avanti verso nuovi traguardi: di qualificazione, consolidamento e di crescita dell’Associazione. I 150.000 iscritti al Congresso Nazionale del 2011 sono possibili e si possono superare. Ovunque si accrescano nell’ANPI impegno e responsabilità degli antifascisti. Valorizziamo i partigiani, i patrioti e i benemeriti ancora viventi. Abbiamo memoria degli scomparsi. In questo ambito si propone di attuare un censimento dei partigiani viventi, in collaborazione con i Comitati Provinciali. Ciò per dar luogo ad una campagna nazionale di incontri con i partigiani, i patrioti e i benemeriti.
Crescita dell’ANPI: consolidare anche nelle nuove leve i valori e la progettualità dell’Associazione (em. Vigentina 1)
Nell’Associazione si riduce la presenza dei partigiani. Crescono gli antifascisti che non hanno vissuto direttamente la Resistenza. Cambia la fisionomia dell’Associazione e dei suoi organi dirigenti. Si ampliano e diversificano rispetto al passato l’iniziativa e le motivazioni con le quali si aderisce all’Associazione.
Il ruolo dell’ANPI
Nella “nuova stagione” dell’ANPI va ribadito che:
L’ANPI non è un partito. Si aderisce all’ANPI non per una scelta di schieramento partitico bensì per la sua storia, per la memoria, per i valori ed i principi dell’ Antifascismo e della Resistenza che l’Associazione rappresenta e difende battendosi per il rispetto e l’attuazione della Costituzione, oltre che per i contenuti delle sue politiche e per la condivisione del suo Statuto. L’autonomia dell’ANPI, innanzitutto da ogni partito, è condizione irrinunciabile dell’unità per un’Associazione culturalmente e politicamente pluralista quale è l’ANPI ancor più oggi, affinché possa esercitare con efficacia, credibilità, vasta partecipazione e consenso la sua funzione di “coscienza critica” della democrazia e della società; l’ANPI ripudia la violenza e la contrasta poiché estranea al contesto democratico conquistato dall’Antifascismo e dalla Resistenza e quale arma dei nemici della democrazia e della libertà. Il disagio sociale e l’impotenza politica non giustificano il ricorso alla violenza! La protesta politica e sociale va espressa attraverso l’esercizio dei diritti e nelle forme previste dalla Costituzione. l’ANPI rispetta e collabora con le istituzioni della Repubblica quali conquiste della Resistenza anche quando, a seguito di elezioni, sono governate da esponenti della destra. Si batte affinché chi governa transitoriamente – Comuni, Province, Regioni e lo Stato – operi in ottemperanza ai valori, ai principi e alle norme sancite dalla Costituzione e dall’ordinamento dello Stato.(em. Cesano B. 3, Magenta 1, Rozzano 1, Precotto 2, Codè 8, Cinisello 9 e 10) Quando ciò non avviene, lo si contrasta con le armi della democrazia distinguendo sempre le istituzioni da rispettare e difendere e con le quali collaborare, dalle politiche e dalle ideologie di chi le governa alle quali opporsi quando necessario. Si ritiene quanto sopra essenziale per contrastare e vincere orientamenti sbagliati presenti - sia pure in modo minoritario – anche nell’Anpi. E’ intollerabile che forme di contestazione violenta si siano esercitate nei confronti di manifestazioni del 25 Aprile – Roma, Milano, Catania, ed anche nei confronti di dirigenti dell’Anpi e comandanti partigiani, e non può essere taciuta la tolleranza manifestata da alcuni esponenti dell’Antifascismo e della stessa Anpi (proposta della commissione che supera gli emendamenti: Buccinasco 8, Codè 10, Lambrate 3, Vigentina 2, Segrate 3, Abb.sso 7, Precotto 1, Codè 9, Abb.sso 1 e 9, Barona 3)
Ritenere l’Antifascismo, la Resistenza e la Costituzione patrimonio solo della sinistra è valutazione da contrastare con il necessario confronto culturale, storico e politico. Così come va ribadito che l’ANPI è “la casa” di tutti gli antifascisti. (em. Cinisello 11)
Nella “nuova stagione dell’ANPI” sono da confermare:
l’autorevolezza politica e morale dell’Associazione e dei suoi dirigenti affinché essa continui ad essere punto di riferimento per i democratici e gli antifascisti; l’unità, il rigore, la disciplina, il rispetto e l’applicazione dello Statuto e delle regole a partire dalle procedure per le nuove iscrizioni e dal dovere di chi aderisce di iscriversi nella sezione del Comune, del quartiere in cui risiede o nel luogo in cui lavora o nell’università in cui studia. Questa regola ha un fondamento, prima di tutto nell’esigenza di un reale radicamento nel territorio. Va intesa, naturalmente con saggezza e buon senso. Gli organismi che usciranno dal Congresso dovranno approvare un Regolamento nazionale di attuazione dello Statuto che permetta, tra l’altro, di gestire limitate deroghe, motivate in modo trasparente. Con il tesseramento del 2011 vanno risolte o avviate a risoluzione situazioni anomale eventualmente esistenti. Vi è anche la necessità che tutto sia sempre riconducibile ad unità di intenti e di finalità, che la stessa autonomia delle sezioni sia sempre ricondotta ad un corretto rapporto con gli organismi provinciali, quanto meno ogni volta che si impegna il nome dell’Anpi e si adottano iniziative che vanno al di là dei singoli livelli territoriali. (riformulazione della Commissione, assorbe em. Buccinasco 9, Lambrate 4, Cesano B. 4)
“l’attenzione che l’ANPI ha sempre riservato all’istituzione militare: al suo ruolo specifico nella compagine dello Stato e delle Pubbliche Amministrazioni e, con particolare riguardo all’attività di formazione e di educazione delle Forze Armate negli ORGANI DIRIGENTI ideali della Resistenza e nei principi della Costituzione nei quali si è fuso il più alto patrimonio ideale del Risorgimento” (dal Documento della Conferenza Nazionale di Organizzazione – Chianciano Terme 2009). In considerazione del fatto che le FFAA sono oggi costituite da volontari, è fondamentale che le attività di educazione e formazione siano integrate con corsi svolti da docenti di diritto costituzionale (em. Lambrate 5)
Corrette posizioni su queste ed altre questioni, cosiddette di orientamento, sono decisive per un lineare svolgersi della vita associativa e per salvaguardare l’identità dell’ANPI e delle sue politiche ed affinché vi sia sempre ed ovunque dell’Associazione, dell’Antifascismo e della Resistenza una giusta percezione da parte dell’opinione pubblica in particolare delle nuove generazioni. Nei confronti di queste ultime come Associazione operiamo affinché alla Resistenza e alla Costituzione si ispirino la loro educazione e formazione politica anche con iniziative dei Comitati Provinciali e delle Sezioni dell’ANPI. (em. Cinisello 12 NO )
Con il Congresso, nel rinnovo degli organi dirigenti, dal livello nazionale alle sezioni, si presenta la necessità urgente – per evitare il declino purtroppo ancora in atto in alcune province e per perseguire ovunque il consolidamento, la crescita e la qualificazione dell’Associazione – che ovunque si possa contare ancor più sull’apporto degli antifascisti, di donne e giovani accanto a quello, esperto e autorevole dei partigiani. (em. Giambellino 7 NO)
È questa la condizione necessaria per soddisfare l’esigenza forte di una crescita della capacità di direzione politica e di iniziativa. Sono necessari quindi: più tempestività, una più ampia gamma di temi del nostro intervento sulla politica e nella società e una più adeguata visibilità. Sono entrati e stanno entrando nell’Associazione tanti democratici e giovani. Non deludiamoli!
Per le strutture organizzative e gli organi dirigenti si confermano le proposte approvate dalla Conferenza Nazionale di Organizzazione di Chianciano Terme (2009) e successivamente adottate dal Comitato Nazionale:
PRESIDENZA ONORARIA. Si ipotizza che sia utile sostituirla con un Comitato Nazionale d’Onore composto da alte e qualificate personalità antifasciste della cultura, della politica, dell’economia, della scienza oltre che da partigiani e antifascisti. Altrettanto si propone per i livelli provinciali e di Sezione. Laddove non fosse praticabile, si può comunque continuare a mantenere la Presidenza Onoraria (em. Buccinasco 4)
COMITATO NAZIONALE. Si ritiene necessario aumentarne il numero dei componenti. Ciò con riferimento all’ampliamento della presenza dell’ANPI nel territorio nazionale e per consentire una più ampia rappresentanza nel massimo organo dirigente. Questa esigenza – da soddisfare senza tuttavia dare luogo ad organismi pletorici – può essere perseguita in forza del disposto del quarto comma dell’art. 5 dello Statuto, che testualmente recita: “Il Comitato Nazionale può procedere alla cooptazione di nuovi membri, scelti tra i soci dell’ANPI, in caso di decesso o impedimento assoluto di alcuno dei propri componenti ovvero quando ciò si renda necessario per la funzionalità dell’Associazione”. Tale norma consente, con assoluta evidenza, l’aumento del numero dei componenti del Comitato Nazionale per esigenze relative appunto alla funzionalità dell’Associazione.
CONSIGLIO NAZIONALE. Si ritiene necessario un restringimento del numero dei suoi componenti anche per renderne più agevole, frequente e meno dispendiosa la convocazione e per un aumento della presenza di dirigenti effettivi dell’Associazione con attenzione oltre che ai Comitati Provinciali, alle Sezioni.
COMITATI REGIONALI. Da alcune parti è stata avanzata la proposta di dare ai Comitati Regionali i caratteri e le prerogative di un organo dirigente, attraverso una modifica dello Statuto che, da un lato, renda obbligatoria la costituzione di Comitati Regionali laddove la regola statutaria ne prevede semplicemente la possibilità e, dall’altro, ad essi attribuisca una funzione dirigente, la quale non potrebbe che essere sovraordinata rispetto alle funzioni dei Comitati Provinciali. Dopo approfondita riflessione, si esprime la ferma convinzione che sia sufficiente, sotto il primo profilo (quello dell’obbligatorietà), sollecitare la costituzione di Comitati Regionali relativamente a tutte le strutture associative, anziché stabilirne statutariamente l’obbligo. Per quanto riguarda il tema relativo ad eventuali funzioni di direzione politica, è invece più prudente conservare per i Comitati Regionali una funzione di coordinamento – come definito dallo Statuto – onde evitare che possa determinarsi fra regioni tra di loro distanti, e aventi tradizioni e visioni non sempre coincidenti sul profilo storico e politico, il rischio di diversificazioni e contrasti che potrebbero compromettere l’irrinunciabile, necessaria visione unitaria e condivisa dell’Associazione e delle sue politiche. A suo tempo si procederà a definire con regolamento, procedure e criteri per la formazione dei Comitati Regionali ed eventualmente ad individuarne competenze affinché ad esempio essi innanzitutto possano contribuire ad un continuo e buon funzionamento dei Comitati Provinciali presenti nel territorio della regione e ciò in collaborazione con gli organi dirigenti nazionali.
STRUTTURE ORGANIZZATIVE
A livello provinciale e delle Sezioni, varie sono le situazioni in atto. Vi sono Comitati Provinciali in cui la Presidenza è anche organo esecutivo e altre in cui esiste una segreteria o/e un segretario. Si propone che ovunque, per i Comitati Provinciali e le Sezioni, ci si doti di una sede autonoma (em. Buccinasco 3 NO) e vi sia oltre al presidente almeno un segretario responsabile dell’organizzazione oltre che il responsabile dell’amministrazione (tesoriere).
Sono queste necessità imprescindibili per una buona conduzione dell’Associazione e delle sue iniziative, e nondimeno per rapporti fluidi, continui e corretti tra il Centro nazionale e il territorio.
LA COMUNICAZIONE
Va tenuto conto che la comunicazione e i suoi presidi (il Sito – è finalmente online la nuova versione – e “Patria indipendente”) sono oggi per l’ANPI strumenti di comunicazione ma al tempo stesso anche pressoché i soli mezzi di organizzazione e di intervento politico. Da ciò deriva la necessità che i Comitati Provinciali e le Sezioni si dotino di un computer e di un indirizzo di posta elettronica.
TESSERAMENTO
Una buona gestione del tesseramento e dell’elenco degli iscritti da parte dei Comitati Provinciali e delle Sezioni è richiesta non solo da necessità di correttezza nella vita associativa, ma altresì per assicurare un carattere trasparente e democratico dell’ANPI. In questo senso, mentre sul piano nazionale sarà ripreso il lavoro per definire il progetto dell’Anagrafe Nazionale degli iscritti, a livello provinciale e di Sezione si dovrà operare in corrispondenza affinché si creino le condizioni per realizzare detto progetto.
RISORSE FINANZIARIE
Per evitare il rischio di paralisi nella vita associativa e nell’iniziativa, vi deve essere riflessione e impegno per il reperimento delle necessarie risorse finanziarie essendo purtroppo a rischio, tra l’altro, lo stesso esiguo contributo dello Stato, peraltro gravemente ipotecato anche dagli aumenti dei costi postali relativi alla spedizione della nostra pubblicazione e all’ attività associativa notevolmente aumentata. In questo senso, attenzione e impegno sono richiesti per:
il lancio ed il successo della Sottoscrizione Nazionale per il 15° Congresso Nazionale; una ulteriore estensione - del tutto possibile dopo i risultati raggiunti nel 2008 (4.000 adesioni) - della destinazione del 5x1000 all’ANPI da parte di iscritti e amici antifascisti e democratici; un aumento del prezzo della tessera, sia per il nazionale che per l’attività dei Comitati Provinciali e delle Sezioni; (em. Buccinasco 5 NO) sostenere ed aumentare gli abbonamenti a “Patria indipendente” – anche come strumento di attività dei dirigenti dell’Associazione tra gli iscritti e all’esterno dell’Associazione. (em. Cinisello 13 NO) Per il raggiungimento di questi obbiettivi conforta, come testimonianza di possibilità, la disponibilità che si riscontra tra chi chiede di iscriversi sia per un più adeguato contributo per la tessera che per l’abbonamento a “Patria indipendente”.
STATUTO
Si propone di modificare lo Statuto limitatamente all’introduzione di norme richieste da disposizioni di legge e per definire l’età per iscriversi all’ANPI. Per altre necessità si ritiene di poter procedere attraverso la eventuale definizione di norme regolamentari. (em. Precotto 3)
LE GIORNATE NAZIONALI
25 Aprile: Festa della Liberazione. Evitare la ritualità e il declino del 25 Aprile è il nostro compito. Celebrare il 25 Aprile in tutti i Comuni e adoperarsi perché alla festa partecipino istituzioni, forze armate, scolaresche - e la giornata sia arricchita di eventi di riflessione storica e politica, sport, spettacolo - sono presupposti fondamentali affinché il 25 Aprile sia vissuto come grande festa popolare. ►27 Gennaio: Giornata della Memoria di tutte le vittime ►9 Maggio: fine della 2a guerra mondiale e riconquista dell'unità d'Italia. Giornata a ricordo delle vittime del terrorismo e delle stragi.
2 Giugno: Festa nazionale della Repubblica e della Costituzione a Milano. ►8 settembre: armistizio e avvio della Resistenza ►4 Novembre: fine della Ia Guerra mondiale (em. Buccinasco 2 NO) 10 Febbraio: Giorno del Ricordo. L'ANPI e i democratici debbono uscire dalla difensiva e non consentire che questa giornata, complici anche autorità pubbliche corrive, sia occasione per celebrazioni “dell'orgoglio fascista”, con volgari strumentalizzazioni del dramma delle foibe ed intollerabili aggressioni alla memoria dei partigiani e della Resistenza. L’Anpi deve collaborare con le istituzioni locali, con gli istituti storici e con tutte le associazioni democratiche e antifasciste che promuovano dibattiti o momenti di confronto sugli avvenimenti che hanno coinvolto il confine nord orientale dell’Italia, partendo almeno dalla Prima guerra mondiale(em. Buccinasco 1; Giambellino 8 NO).
21 Marzo, giornata nazionale contro le mafie (em. Barona 5)
I 150 ANNI DELL’UNITA’ D’ITALIA
Proposta
Far conoscere la storia. Porre in luce ciò che unisce e differenzia il Risorgimento e la Resistenza quali tappe del cammino unitario e democratico dell’Italia. Essere al fianco del Presidente della Repubblica nel difendere, come conquista irrinunciabile, l’unità d’Italia. Sollecitare le forze politiche antifasciste e democratiche all’impegno necessario per contrastare l’indifferenza ed il sabotaggio governativo ai programmi del 150°. Stimolare all’iniziativa prefetti, Comuni, Province, Regioni, scuole e università.
SETTEMBRE 2011: UN GRANDE RADUNO NAZIONALE DI POPOLO E DI GIOVANI PER I 150 ANNI DELL’UNITÀ D’ITALIA CONTRO I FAUTORI DELLA SECESSIONE E PER UNA REPUBBLICA UNITA E DEMOCRATICA.
L’EUROPA
Risulta decisivo estendere all'Europa – in collaborazione con l'Antifascismo europeo e con il coinvolgimento e il sostegno dell’Unione Europea – il contrasto al revisionismo e la strategia della memoria della Resistenza quale presupposto e fondamento della stessa Unione Europea. L'Europa è un nostro orizzonte. Dobbiamo contrastare le derive nazionalistiche e la ricomparsa di forze neonaziste, razziste e xenofobe. Un forte impegno culturale e politico, in collaborazione con gli istituti storici, va riservato affinché le ANPI del Mezzogiorno, nell’ambito della strategia della memoria, avviino una incisiva iniziativa sull’Antifascismo che precedette la Resistenza in quei territori.
In questo senso è opportuno e doveroso promuovere una grande campagna in tutto il Paese, e in particolare nel Mezzogiorno, per valorizzare e ricordare: eccidi, battaglie, proteste, movimenti, associazioni, uomini e donne che ne furono protagonisti. (em. Giambellino 9) L’ANPI, custode della vicenda storica attraverso la quale l’Italia è riuscita a passare dal totalitarismo alla democrazia, è in campo – come coscienza critica del Paese – per ridare ai cittadini fiducia e speranza, per la difesa e la piena attuazione della Costituzione, contro la corruzione diffusa, per il diritto ad un lavoro dignitoso, contro il razzismo e la xenofobia, per la salvaguardia dell’unità dell’Italia, per una scuola non più “fabbrica del precariato”. L’ANPI è in grado di impegnarsi positivamente per tali obbiettivi grazie alla sua “nuova stagione” con la quale l’Associazione è potuta crescere ed essere presente in tutte le 110 Province italiane. Con il Congresso Nazionale di Torino del marzo 2011, l’ANPI intende confermare e approfondire impegni e prospettive anche attraverso i necessari aggiornamenti e rafforzamenti delle sue strutture organizzative, in particolare con l’inserimento negli organi dirigenti degli antifascisti che, per ragioni anagrafiche, non parteciparono alla Resistenza e che sono entrati - e continuano ad entrare – numerosi nell’Associazione grazie alla modifica statutaria apportata col Congresso Nazionale del 2006.

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