29 marzo 2021

"Il Paese è chiamato ad un nuovo Risorgimento"

160 dopo l'unità d'Italia, che abbiamo celebrato pochi giorni fa, il Paese è chiamato ad un nuovo Risorgimento. Sono venuti al pettine nodi che da tempo si erano intrecciati.


Appello: Articolo 32 Costituzione Italiana


 

19 marzo 2021

Basta false promesse...


 










ANPI Barona Milano è con Fridays for future.                                              "Basta false promesse" 

12 marzo 2021

I Partigiani della Barona: Piazza Miani "Una finestra sul cielo".


 































Lapide Partigiani e caduti zona Barona. (ex zona 16) Milano. 

Piazza Guglielmo Miani sul monumento "Ai caduti per la Libertà". 

In mezzo a Piazza Miani, crocevia di tutte le strade e le storie della Barona, c’è una scultura alla cui base è stata posta una lapide con tutti i nomi dei caduti della zona.  La scultura, dal titolo molto evocativo “La finestra nel cielo”, e di Carlo Ramous. L'artista Milanese ha eseguito quest'opera nel 1969 intitolandola "Finestra sul cielo". E' stata esposta nel 1973 alla Biennale di Venezia. In seguito è stata acquistata dal Comune di Milano per abbellire i giardini della Galleria d'arte moderna di via Palestro: il 21 aprile 1985 è stata portata in Piazza Miani e dedicata ai caduti per la libertà, libertà evocata da movimenti e tensioni della scultura. 

Ogni anno in piazza Miani si concludono le celebrazioni del 25 aprile Festa Nazionale della Liberazione nel quartiere.


 




I Partigiani della Barona: Renato Taietti.


 
































Renato Taietti. Lapide in Via Bardolino 30. Milano.

Nato a Milano il 9/8/1926 da Pietro e Giovanna Val. Risiedeva in Via Bardolino 30. Mulino Doppio. Milano. Appartenente alla 166° Brigata Garibaldi. Diploma Alexander 221409. Nel 1944 aveva cominciato a frequentare antifascisti nella zona del Lodigiano e aveva cosi maturato la decisione di entrare nella Resistenza. Inquadrato nella 166° Brigata Garibaldi, il ragazzo a Liberazione praticamente avvenuta, con una ventina di altri suoi Compagni cercò di fermare, in frazione San Bernardo, località "La Gatta" di Lodi, una colonna di soldati nazisti in fuga verso la Svizzera, catturato fu fucilato immediatamente sul posto insieme ai suoi Compagni. Renato Taietti insieme a tanti Partigiani della Barona è sepolto al Campo della Gloria del Cimitero Maggiore di Milano. E il suo nome è sulle lastre di Bronzo alla Loggia dei Mercanti di Milano, con i tanti nominativi dei Partigiani Milanesi. Una Lapide lo ricorda anche sul luogo dell'uccisione a Lodi in Viale Piacenza 10. 

"Sono a Mulino Doppio (via Bardolino 30), qui, in questo fabbricato che si perde in secoli di storia se ne parla già come di un doppio mulino in alcune carte del 1589, poi sede di una filanda. Durante la guerra 1915-18 fu un ospedale militare per i poveri soldati feriti in terre di confine, e infine caseggiato di ringhiera, parte delle mie radici sono nate qui... Mio padre e i suoi sei fratelli sono nati tra queste mura, mia non- na Giovanna, mezza austriaca, mezza italiana, scappava dalla prima Guerra Mondiale e chissà come arrivava qui ai confini di una città sempre più grande, tre “mariti” e sette figli, la nonna che “tirava” tabacco dal naso, beveva grappa al mattino, mi metteva in tasca olive nere da mangiare in cortile giocando con i bambini più terribili e urlanti di tutta la mia esistenza (...) Qui la storia si ferma, sono imbarazzato, scrivere, rac- contare, sento la storia mia e l’obiettività ne risente, ho paura di far prevalere emozioni, dilungarmi troppo, e tutto perché sono davanti ad una lapide: “Qui abitò Taietti Renato che alla causa della Libertà offerse la Giova- ne vita - 9 agosto 1926 – 26 aprile 1945”.  Il fratello più piccolo di mio padre, il settimo figlio di mia nonna Giovanna Val e di mio nonno Pietro Taietti. Strano, il verde diventa smeraldo, le foglie su gli alberi, lì dove una volta c’era un campo di bocce, s’incendiano di luce. Un raggio di sole cade obliquo e guardando bene, migliaia, milioni di particelle microscopiche, pulviscolo, si muovono, si agitano lì, solo lì, in quel pezzetto d’aria illuminato dl sole. Mi sento piccolo piccolo, leggo e rileggo quelle scarne parole: il naso all’insù, un rettangolo di marmo, parole in rilievo che si stanno cancellando, dimenticando.Prendo in prestito alcune pagine che ho già scritto, sono importanti per ricordare: “Seduta davanti alla vecchia stufa, si asciugava le lacrime con lo straccio della cucina, dalla finestra entrava un debole sole e odor d’erba bagnata. Sul tavolo della stanza quattro assi male inchiodate aperte, una brutta cassa da morto, all’interno mosche e sangue, il corpo di Renato, il più giovane, diciannove anni. Mia nonna Giovanna aveva in giro per il mondo sette figli, per la guerra, per liberare l’Italia. Quando il prete che arrivava da Lodi con due buoi e un carro pieno di bare si fermò a Molino Doppio, la vecchia Cascina tra i prati della Barona, dicendo che c’era un Taietti, Giovanna disse urlando: «Ma chi è dei miei figli?». Renato, innamorato di quella ragazzina mora di Lodi Vecchio, Renato il più giovane, il più piccolo sempre via da casa, sempre di corsa, sempre a ridere e sognare amore e libertà. Ora lì, sul tavolo della cucina, con un fazzoletto a quadri in mano che cercava di coprire di tamponare un’enorme squarcio rosso di mitraglia nella pancia, carne e budella, e un buco in fronte nero come le loro maledette camicie nere... E la sua voce, le sue grida perse per sempre in un campo là a Lodi, i suoi sogni scomparsi, la sua vita ancora da cominciare per sempre finita. Fascisti e nazisti che se ne vanno, che scappano, ma come ultimo sfregio morti e risate. Torneranno a casa gli altri sei fratelli, gli altri Partigiani, e gli altri soldati del mondo, ma Renato non c’è più e questo fine Aprile di gioia, di Liberazione, vedrà altre lacrime e altro dolore, e le macchie di sangue stenteranno ad asciugare. E noi non potremo mai dimenticare. Renato Taietti anni diciannove, catturato in combattimento a Lodi Vecchio il 26 aprile 1945 e subito fucilato da fascisti e nazisti di una colonna motorizzata che stava fuggendo verso la Svizzera, Il suo corpo è sepolto al Cimitero Maggiore, Campo della Gloria; anche una lapide a Lodi Vecchio, in viale Piacenza, ricorda lui e i suoi compagni trucidati da vigliacca mano fascista; il suo nome è iscritto alla Loggia dei Mercanti di Milano insieme a 1739 Martiri che donando la loro vita ci hanno regalato la LIBERTÀ”."

Racconto di Ivano Taietti, nipote di Renato. Tratto da Libertà tra i Navigli- La Resistenza in Barona, Lorenteggio, Giambellino, Porta Genova. Milano.  






















                                           Fotografia: Funerale di Renato Taietti. Molino Doppio, primi di Maggio 1945.   


Le Lapidi della Barona. 




I Partigiani della Barona: Cascina Monterobbio.

 




















Giuseppe Magnini. Pietro Magnini. Angelo Leoni. Attilio Lombardi. Giuseppe Vanazzi. Lapide in Via San Paolino 5. Milano. Cascina Monterobbio. 














Giuseppe Magnini.


 













Pietro Magnini. 




















Angelo Leoni.




















Attilio Lombardi.

























Giuseppe Vanazzi.


Lapide Via San Paolino 5 Milano. 

Angelo Leoni

Nato a Cerro al Lambro l’8/11/1925, figlio di Pietro Battista. Residente in via Moncucco 51.                      Apparteneva alla Brigata volante “Oliva” della divisione Ticino.                                                                                  Diploma Alexander 230304. Venne fucilato sulla strada Pavese il 26/12/1944.

Giuseppe Magnini

Nato a Pioltello il 20/09/1925, da Natale e Luigia Freschi.                                                                                     Apparteneva alla Brigata Matteotti Volante “Riva”. Diploma Alexander 226216.                                                    Fucilato a Chiavari al tramonto del 20/10/1944.

Pietro Magnini

Nato a Vimodrone il 16/01/1921, apparteneva alla stessa Brigata del fratello.                                                       Diploma Alexander 226212. Fucilato a Milano il 24/12/1944 o forse il 26/12/1944 dalla compagnia giovani fascisti Bir El Gobi. In località Naviglio Pavese, molto probabilmente con Angelo Leoni. 

Giuseppe Vanazzi

Nato a Chiene (CR) il 4/02/1920 da Luigi e Agostina Bressanelli.  Apparteneva alla Brigata Gramsci. Questa Brigata era formata da 170 volontari tra i militari italiani del Regio esercito (quasi tutti della divisione “Firenze”) e da albanesi. La sua lotta contro i nazisti iniziò subito l’8 settembre e continuò fino alla liberazione dell’Albania collaborando con l’Esercito Albanese di Liberazione Nazionale.  Deceduto in combattimento in Albania il 28/09/1944.

 Attilio Lombardi 

Nato a Zelo Bonpersico (Milano) il 23/02/1925, figlio di Vittorio e di Giuseppina Brambati, abitava a Milano in via Moncucco 51 (attuale via S. Paolino 5 – cascina Monterobbio). Partigiano fin dall’8 settembre 1943. Apparteneva alle formazioni di “Giustizia e Libertà” divisione Ticino. Diploma Alexander 226213. Venne portato via da casa il 16/10/1944 dai fascisti e dagli stessi ucciso a Chiavari il 20/10/1944, come descritto in una testimonianza allegata alla scheda presso l’ANPI Provinciale di Milano. Viene ricordato anche al cippo di via Moncucco.




 



























































































































Articolo Corriere della Sera 28 dicembre 1944. 
























































Articolo Corriere della Sera 29 maggio 1972. 


Le Lapidi della Barona 


10 marzo 2021

I Partigiani della Barona: Ettore Satta.

 




























Ettore Satta. Lapide in Via Lago di Nemi 4. Milano. 

Nato a Milano il 20 Ottobre 1910 da Arturo e Adelaide Vincenzi, risiedeva in Via Lago di Nemi, 4.

Appartenente alla 113° Brigata Garibaldi – Diploma Alexander 227357

Catturato per essere deportato ad Auschwitz viene raggiunto al binario 21 dalla moglie Bianca Colla che non lo vuole lasciare.

E’ il 21 novembre 1944 e poco prima di Verona un bombardamento colpisce il treno sul quale viaggiano; alcuni muoiono sotto le bombe, altri riescono a salvarsi e tra questi Ettore e Bianca.

Tornano quindi a Milano percorrendo la strada a piedi, sempre più stanchi. Ad aiutarli, paradossalmente, dandogli un passaggio in auto è un fascista che viaggia con sua moglie. Rientrano nella loro casa in via Lago di Nemi, 4, con la differenza che Ettore vive nascosto in cantina; Bianca cerca di proteggere il suo Ettore il cui spirito di libertà, più forte dell’amore per lei, lo spinge a riprendere la lotta contro il fascismo per la libertà.

Il 27 Aprile Ettore si trova presso lo stabilimento F.I.U.M. in Viale Cassala, 47 dove muore durante un rastrellamento nazifascista.

Bianca rimane nella loro casa di Via Lago di Nemi dove morirà il 27 Febbraio 2012 a 97 anni.

Quella di Ettore e Bianca è una delle tante storie di amore: amore coniugale e amore per la libertà.

Nel Maggio del 1972 il Sindaco di Milano Aldo Aniasi ha consegnato le medaglie d’oro della civica amministrazione ai famigliari dei caduti per la libertà negli anni 1943 – 1945 e, tra questi, anche Ettore Satta.




































 

































































Articolo Corriere della Sera 29 maggio 1972. 





Le Lapidi della Barona 


I Partigiani della Barona: Idelio Fantoni.

 



















Idelio Fantoni. Lapide in Viale Famagosta 2. Milano.

Nato a Milano il 14/07/1927, da Antonio. Abitava in viale Famagosta 2 e lavorava alle Officine Tallero. 

Appartenente alla 113ª Brigata Garibaldi SAP. E’ stato insignito della Medaglia di bronzo e riconosciuto con Diploma Alexander 227347.

Idelio crebbe nelle casi popolari intorno a piazza Miani (che allora si chiamava piazza Predappio) dove, insieme ad altri ragazzi, cominciò in maniera autonoma svolgere piccole azioni (scritte sui muri, volantini…) contro il fascismo e l’occupazione tedesca. Tutti entreranno presto, con altri partigiani, a far parte dell’8° Distaccamento Barona della 113ª Brigata Garibaldi. 

Nella notte del 25 aprile 1945 a Ronchetto sul Naviglio, al confine tra Milano, Buccinasco e Corsico, arriva da Vigevano una colonna di camion e automobili di fascisti e nazisti. A sorvegliare la zona un gruppo di 15 partigiani, stanchi e male armati. Lo scontro è immediato. Poco più tardi arrivano i rinforzi che prendono il nemico di fianco. Il nemico è costretto a fermarsi. 

Ma tra i partigiani ci sono feriti e morti: Domenico Bernori, Giovanni Paghini. Idelio Fantoni è ferito gravemente e viene subito portato, insieme ad altri, nella cripta della chiesa di Santa Rita dove, segretamente era stata allestita un’infermeria per i partigiani. Ma per Idelio non c’è più niente da fare. 

Viene ricordato anche in località Ronchetto del Naviglio sul cippo di Via Lodovico il Moro 187. Milano. 


 
























Le Lapidi della Barona 




I Partigiani della Barona: Fulvio Rossi.

 




























Fulvio Rossi. Lapide in Via Watt 1 angolo Via Binda. Milano.

Nato a Milano il 17/5/1900 da Rodolfo e Palmira Belli, residente in via Watt 1.

Apparteneva alla 113ª Brigata Garibaldi SAP.

Fulvio era un antifascista della prima ora. Era un operaio che lavorava alla Kardex (una fabbrica che ha sede in via Ettore Ponti) che si occupava di meccanica. In fabbrica c’erano tanti lavoratori/ lavoratrici, si conoscevano tutti ed erano amici. Quasi tutti sono diventati partigiani/e e sono entrati nella 113ª Brigata Garibaldi. Alla Liberazione il raggruppamento contava quasi 400 fra uomini e donne. 

Fulvio venne arrestato in casa sua dagli agenti dell’OVRA nella notte fra il 15 e il 16 novembre 1944 insieme a tanti altri partigiani e poi fucilato in via Cermenate.

"Sicuro assertore del venire Rivoluzionario dei lavoratori cadde nel vivo della lotta clandestina il 15 novembre 1944. Ad ignominia e vergogna dei sicari sia a lui gloria eterna. I Compagni della Cardex e della Cellula" 











































Articolo Corriere della Sera 29 maggio 1972. 












Distaccamento Kardex. Fotografia 30 aprile 1945.



Le Lapidi della Barona 

 

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