29 luglio 2007

l'intervento di Giovanni Pesce in Duomo a Milano il 25 Aprile

Il 25 Aprile che ogni anno rinnova in tutti noi il ricordo delle radici della nostra Repubblica e della ritrovata democrazia dopo un infausto ventennio fascista, i lutti delle guerre di invasione, le distruzioni, la morte di migliaia e migliaia di italiani innocenti, estranei alla cultura coloniale e imperiale di Mussolini, mi rimanda a un’altra memorabile pagina della lotta per la Libertà: la guerra di Spagna, dove circa cinquemila italiani combatterono in difesa della Libertà nelle Brigate Internazionali, o nella Brigata Garibaldi. Spagna e Resistenza italiana si coniugano e si fondono in una stessa riva di speranza e di nuovi traguardi. Esse furono due interfacce della stessa medaglia.Ancora oggi non ci si può sottrarre all’emozione e alla commozione pensando a quanta forza e quanto coraggio, in una situazione così tragica il popolo italiano abbia saputo esprimere, nonostante i massacri, le impiccagioni, le brutalità e le torture praticate dalle SS e dalle Brigate nere. Il terrore sistematico era l’obiettivo di tedeschi e fascisti, la crudeltà era ostentata, i cadaveri delle vittime erano esposti come monito per giorni, la morte, secondo il proclama del generale Graziani, era la pena per chi non si presentava alla chiamata per il servizio di leva. La stampa era stata di nuovo imbavagliata, così come la radio.D’altra parte l’esempio dato da casa Savoia in fuga aveva provocato sbandamento politico nel Paese così come la latitanza dello Stato maggiore aveva abbandonato nel caos le Forze Armate in Italia e all’estero.Interi Reggimenti finirono nei carri bestiame diretti in Germania. Comparvero allora le pagine d’un eroismo nato dal basso, coma a Cefalonia, del coraggio come quello dei marinai e degli ammiragli italiani nelle acque greche, con i comandanti sopravvissuti, processati e fucilati dai repubblichini.Il 25 Aprile significa questo. Per non essere vuota retorica, questa storica data va riempita di quei valori e di quelle lontane esperienze conquistate per sempre. La giornata in cui l’insurrezione popolare segna la definitiva sconfitta del nazifascismo e di una politica di repressione e di morte è punto di riferimento attuale, molto attuale.Occorre sempre riandare a quel giorno. Non mi stancherò mai di ripeterlo. La democrazia nel nostro Paese è salda ma è anche quotidianamente incalzata da prepotenze, violenze, fenomeni di sfruttamento, emarginazione, spinte razziste, ingiustizie sociali. I temi della sicurezza sul luogo di lavoro, dell’occupazione giovanile, del salario dignitoso per tutti, di una scuola libera, di una informazione al riparo da interessi e veleni di parte, di pensioni rispettose dei sacrifici compiuti in una intera esistenza, di una giustizia che colpisca in termini rapidi e con pene certe i colpevoli di ogni reato, sono appuntamenti cui occorre dare una risposta .Abbiamo combattuto per questo.La festa – perché il 25 Aprile è la festa di tutti – deve essere onorata dunque in modo concreto. Va rispettata e difesa nell’applicazione costante della Costituzione.Ogni suo passo è frutto del nostro sacrificio e di chi è stato spazzato via dai barbari del tempo.Non sono concesse distrazioni, fughe in avanti, dimenticanze. La Liberazione è stata una pietra fondante del nostro vivere civile. Su essa poggia la speranza non solo nostra, ma soprattutto delle giovani generazioni.
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Giovanni Pesce Medaglia d'Oro al valor Militare.

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