Associazione Nazionale Partigiani d'Italia - ANPI Barona Milano.
31 ottobre 2015
29 ottobre 2015
Un ricordo particolare del Partigiano Tino Casali...
Un ricordo Particolare del Partigiano Tino Casali dal nostro Presidente di Sezione Ivano Tajetti:
Il Partigiano Tino Casali ci ha lasciato, ho avuto la fortuna di conoscerlo da bambino, nell'oltrepo Pavese, dove lui aveva combattuto, ricordo lui, mio Padre e Carlo Barbieri "Ciro" in un osteria di Casamarchese, che parlavano, parlavano e ricordavano i tempi della loro difficile gioventù... Tino nei miei ricordi di bambino mi sembrava sempre serio e un po' misterioso, ricordo il suo cappello una specie di coppola esagonale, quel cappello particolare che poi rivedrò sempre appeso all'attaccapanni di Via Mascagni, sede storica dell'ANPI Milanese, dove lo rincontrai per instaurare poi con lui un bellissimo rapporto di collaborazione, per una memoria che ormai fa parte del mio essere, io non più bambino, e lui "nonno" saggio e pieno di attenzioni verso i "giovani" ANPI che volevano fare, volevano dire, volevano esserci... Quanti consigli e suggerimenti, caro Tino, grazie per tutto quello che hai fatto, per tutto quello che ci hai lasciato... Anche tu sarai sempre qui con me... e il vento del nostro amato Oltrepo Pavese, non cesserà mai di soffiare... Bella Ciao Tino.!
Note Biografiche:
Agostino Casali (nome di battaglia Tino) nasce a Milano il 25 aprile 1920. Cresciuto in una famiglia di tradizione mazziniana e garibaldina, già a scuola ebbe a subire le conseguenze della mancata adesione alle organizzazioni fasciste. L’8 settembre 1943 Casali sotto il nome di Colombani August è partigiano nella Francia meridionale. Rientrato in Italia nei primi mesi del 1944, aderisce al PCI. Casali viene trasferito da Milano nelle formazioni Garibaldi dell’Oltrepò Pavese. Prima comandante del Battaglione “Cosenz”, poi commissario della Brigata “Casotti”, “Tino” alla vigilia dell’insurrezione è commissario di guerra della Divisione d’assalto “Antonio Gramsci”. Questa formazione di montagna, equipaggiata e armata con mezzi pesanti, dopo aspri combattimenti, superati il Po e il Ticino e liberate Voghera e Pavia, entra per prima a Milano il 27 aprile 1945. "La colonna di circa 600 partigiani dell’Oltrepò Pavese – si legge su l’Unità del 27 aprile 1945 – è sfilata per la città, tra due ali di popolo plaudente; essa ha percorso Corso Italia, ha attraversato piazza Duomo, avviandosi poi, per Corso Buenos Aires, verso il piazzale Quindici Martiri”, come era stata ribattezzata piazzale Loreto. Nel maggio del 1945 Tino Casali rappresenta le formazioni dell’Oltrepò nella costituenda Associazioni Partigiani d’Italia nell’Italia settentrionale finalmente liberata dai nazifascisti. Negli anni 1951-58 è segretario provinciale e regionale del Movimento dei Partigiani della Pace. Viene eletto consigliere comunale dal 1955 al 1965. Presiede dal 1976 al 1981, l’ente ospedaliero milanese “Luigi Sacco”. Dal 1980 al 1985 ricopre l’incarico di Assessore alla Sanità del Comune di Milano nella Giunta guidata da Carlo Tognoli.
Nel maggio del 1969 Casali è promotore del Comitato Permanente Antifascista per la Difesa dell’Ordine Repubblicano, riferimento fondamentale negli anni della strategia della tensione e del terrorismo. Casali ha rappresentato per oltre quarant’anni, come Presidente del Comitato Permanente Antifascista e dell’ANPI Provinciale di Milano, l’antifascismo milanese, e ha svolto una instancabile e continuativa azione a difesa delle istituzioni democratiche e della Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza. Nel 2006, al Congresso nazionale di Chianciano, Casali diventa Presidente Nazionale, succedendo ad Arrigo Boldrini, impossibilitato, per motivi di salute, a seguire l’Associazione. Attualmente era Presidente Onorario dell’ANPI Nazionale e dell’ANPI Provinciale di Milano.
Agostino Casali (nome di battaglia Tino) nasce a Milano il 25 aprile 1920. Cresciuto in una famiglia di tradizione mazziniana e garibaldina, già a scuola ebbe a subire le conseguenze della mancata adesione alle organizzazioni fasciste. L’8 settembre 1943 Casali sotto il nome di Colombani August è partigiano nella Francia meridionale. Rientrato in Italia nei primi mesi del 1944, aderisce al PCI. Casali viene trasferito da Milano nelle formazioni Garibaldi dell’Oltrepò Pavese. Prima comandante del Battaglione “Cosenz”, poi commissario della Brigata “Casotti”, “Tino” alla vigilia dell’insurrezione è commissario di guerra della Divisione d’assalto “Antonio Gramsci”. Questa formazione di montagna, equipaggiata e armata con mezzi pesanti, dopo aspri combattimenti, superati il Po e il Ticino e liberate Voghera e Pavia, entra per prima a Milano il 27 aprile 1945. "La colonna di circa 600 partigiani dell’Oltrepò Pavese – si legge su l’Unità del 27 aprile 1945 – è sfilata per la città, tra due ali di popolo plaudente; essa ha percorso Corso Italia, ha attraversato piazza Duomo, avviandosi poi, per Corso Buenos Aires, verso il piazzale Quindici Martiri”, come era stata ribattezzata piazzale Loreto. Nel maggio del 1945 Tino Casali rappresenta le formazioni dell’Oltrepò nella costituenda Associazioni Partigiani d’Italia nell’Italia settentrionale finalmente liberata dai nazifascisti. Negli anni 1951-58 è segretario provinciale e regionale del Movimento dei Partigiani della Pace. Viene eletto consigliere comunale dal 1955 al 1965. Presiede dal 1976 al 1981, l’ente ospedaliero milanese “Luigi Sacco”. Dal 1980 al 1985 ricopre l’incarico di Assessore alla Sanità del Comune di Milano nella Giunta guidata da Carlo Tognoli.
Nel maggio del 1969 Casali è promotore del Comitato Permanente Antifascista per la Difesa dell’Ordine Repubblicano, riferimento fondamentale negli anni della strategia della tensione e del terrorismo. Casali ha rappresentato per oltre quarant’anni, come Presidente del Comitato Permanente Antifascista e dell’ANPI Provinciale di Milano, l’antifascismo milanese, e ha svolto una instancabile e continuativa azione a difesa delle istituzioni democratiche e della Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza. Nel 2006, al Congresso nazionale di Chianciano, Casali diventa Presidente Nazionale, succedendo ad Arrigo Boldrini, impossibilitato, per motivi di salute, a seguire l’Associazione. Attualmente era Presidente Onorario dell’ANPI Nazionale e dell’ANPI Provinciale di Milano.
28 ottobre 2015
26 ottobre 2015
22 ottobre 2015
21 ottobre 2015
Il Partigiano "Angelo" e Milano (La Città) e la Resistenza...
Venerdì 23 ottobre ore 21,30, presso Spazio Ex Fornace.
Alzaia naviglio Pavese 16. Milano,
Durante l'evento LA CITTA' (MILANO) E LA RESISTENZA -
Book City zona 6 Milano. ANPI Barona.
Ricorderemo la bellissima figura del Partigiano "Angelo" Pierfranco Vitale.
Che ci ha lasciato in questi giorni. Mi auguro che saremo in tanti...
(Angelo in una Fotografia di Andrea Brera)
20 ottobre 2015
19 ottobre 2015
15 ottobre 2015
14 ottobre 2015
13 ottobre 2015
La riforma della Costituzione, dissolve l'identità della Repubblica nata dalla Resistenza...
"La proposta di legge costituzionale che il senato voterà oggi dissolve l’identità della Repubblica nata dalla Resistenza. È inaccettabile per il metodo e i contenuti; lo è ancor di più in rapporto alla legge elettorale già approvata.
Nel metodo: è costruita per la sopravvivenza di un governo e di una maggioranza privi di qualsiasi legittimazione sostanziale dopo la sentenza con la quale la Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità del «Porcellum». Molteplici forzature di prassi e regolamenti hanno determinato in parlamento spaccature insanabili tra le forze politiche, giungendo ora al voto finale con una maggioranza raccogliticcia e occasionale, che nemmeno esisterebbe senza il premio di maggioranza dichiarato illegittimo.
Nei contenuti: la cancellazione della elezione diretta dei senatori, la drastica riduzione dei componenti — lasciando immutato il numero dei deputati — la composizione fondata su persone selezionate per la titolarità di un diverso mandato (e tratta da un ceto politico di cui l’esperienza dimostra la prevalente bassa qualità) colpiscono irrimediabilmente il principio della rappresentanza politica e gli equilibri del sistema istituzionale. Non basta l’argomento del taglio dei costi, che più e meglio poteva perseguirsi con scelte diverse. Né basta l’intento dichiarato di costruire una più efficiente Repubblica delle autonomie, smentito dal complesso e farraginoso procedimento legislativo, e da un rapporto stato-Regioni che solo in piccola parte realizza obiettivi di razionalizzazione e semplificazione, determinando per contro rischi di neo-centralismo.
Il vero obiettivo della riforma è lo spostamento dell’asse istituzionale a favore dell’esecutivo. Una prova si trae dalla introduzione in Costituzione di un governo dominus dell’agenda dei lavori parlamentari. Ma ne è soprattutto prova la sinergia con la legge elettorale «Italicum», che aggiunge all’azzeramento della rappresentatività del senato l’indebolimento radicale della rappresentatività della camera dei deputati. Ballottaggio, premio di maggioranza alla singola lista, soglie di accesso, voto bloccato sui capilista consegnano la camera nelle mani del leader del partito vincente — anche con pochi voti — nella competizione elettorale, secondo il modello dell’uomo solo al comando. Ne vengono effetti collaterali negativi anche per il sistema di checks and balances. Ne risente infatti l’elezione del Capo dello Stato, dei componenti della Corte costituzionale, del Csm. E ne esce indebolita la stessa rigidità della Costituzione. La funzione di revisione rimane bicamerale, ma i numeri necessari sono alla Camera artificialmente garantiti alla maggioranza di governo, mentre in senato troviamo membri privi di qualsiasi legittimazione sostanziale a partecipare alla delicatissima funzione di modificare la Carta fondamentale.
L’incontro delle forze politiche antifasciste in Assemblea costituente trovò fondamento nella condivisione di essenziali obiettivi di eguaglianza e giustizia sociale, di tutela di libertà e diritti. Sul progetto politico fu costruita un’architettura istituzionale fondata sulla partecipazione democratica, sulla rappresentanza politica, sull’equilibrio tra i poteri.
Il disegno di legge Renzi-Boschi stravolge radicalmente l’impianto della Costituzione del 1948, ed è volto ad affrontare un momento storico difficile e una pesante crisi economica concentrando il potere sull’esecutivo, riducendo la partecipazione democratica, mettendo il bavaglio al dissenso. Non basta certo in senso contrario l’argomento che la proposta riguarda solo i profili organizzativi. L’impatto sulla sovranità popolare, sulla rappresentanza, sulla partecipazione democratica, sul diritto di voto è indiscutibile. Più in generale, l’assetto istituzionale è decisivo per l’attuazione dei diritti e delle libertà di cui alla prima parte, come è stato reso evidente dalla sciagurata riforma dell’articolo 81 della Costituzione.
Bisogna dunque battersi contro questa modifica della Costituzione. Facendo mancare il voto favorevole della maggioranza assoluta dei componenti in seconda deliberazione. E poi con una battaglia referendaria come quella che fece cadere nel 2006, con il voto del popolo italiano, la riforma — parimenti stravolgente — approvata dal centrodestra."
Gaetano Azzariti, Lorenza Carlassare, Gianni Ferrara, Alessandro Pace, Stefano Rodotà, Massimo Villone
10 ottobre 2015
09 ottobre 2015
08 ottobre 2015
06 ottobre 2015
03 ottobre 2015
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