08 giugno 2022

Carlo Smuraglia, sempre con noi... bella ciao.

Carlo Smuraglia è morto: il nostro Presidente sempre, oltre che quello di tutto l’ANPI Nazionale, e poi il Presidente “emerito”.
Fermo, gentile, integerrimo, capace di scelte coraggiose e controcorrente, così carismatico e stimato da poterle sostenere in un’Associazione - come la nostra - che la democrazia in questo Paese non solo la sostiene, ma se l’è inventata.
“Nostro” perché il rapporto con la nostra sezione ANPI Barona era incantato e perfetto. Il nostro rapporto con Carlo era fatto di lucidi interventi, di illuminanti confronti… ma anche di momenti di festa, di cene e di pura condivisione.
Smuraglia è stato un compagno che nella vita ebbe sempre la medesima razionale audacia: nel combattere in armi e nel vincere il fascismo al potere, e poi nel sostenere il diritto del più debole e indifeso (possiamo dimenticare che fu uno degli avvocati della famiglia Pinelli?), nel guidare dall’interno un’Associazione che si confronta con tutti i movimenti (purché antifascisti) ma non è subalterna a nessuno.
Carlo Smuraglia è stato partigiano, avvocato, giurista del lavoro, sempre con la stessa sobria empatia. Gli anni della sua presidenza sono stati quelli difficili dell’autonomia: nella crisi della Sinistra italiana, l’Anpi ha saputo tenere alta la bandiera dei diritti e della cultura della resistenza e della costituzione, senza montarsi la testa, senza volersi sostituire alle altre istituzioni.
Gli anni della sua presidenza sono anche quelli esaltanti dell’apertura ai nuovi partigiani: a tutti i giovani e giovanissimi che - accostandosi all’ANPI - guardavano a quest’uomo, non come ad un nonno, ma come un compagno di strada più saggio. Della stupida osservazione che i “veri partigiani” non ci sarebbero più, per primo Carlo ne rideva: chi si riconosce nei valori della resistenza, chi conosce e si rispecchia nella lotta partigiana è egli stesso partigiano. Nessun partigiano muore, finché qualcuno viene a raccoglierne la bandiera.
Per questo Carlo Smuraglia non è morto: egli vive nella nostra società, nella nostra Costituzione e soprattutto nel nostro cuore.



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