11 gennaio 2025

Pietra d'Inciampo; Partigiano Adriano Pogliaghi


Il 23 gennaio alle 9:25 si svolgerà la cerimonia per la posa d'inciampo per Adriano Pogliaghi in via Zumbini 39. È la prima pietra d'inciampo del quartiere Barona. 
Adriano aveva solo 22 anni quando morì.
A Milano lavorava come elettricista. Tra la fine di ottobre e l'inizio di novembre 1943 entrò a far parte del gruppo giovanile socialista clandestino e venne nominato capo settore della zona S.Cristoforo - Barona. Teneva anche i collegamenti con il Varesotto.
Nella sua scheda Partigiana leggiamo che: "Partecipò attivamente all'opera propagandistica, lancio di manifestini, distribuzione di giornali, ecc.
Fu poi uno dei più attivi durante il grande sciopero del marzo 1944 e in quell'occasione fu arrestato perché con altri due compagni aveva sabotato un lungo tratto delle linea tranviaria." 

Di quest'azione, avvenuta in via Biella, dove il tram faceva capolinea, esiste anche un articolo del Corriere della Sera: "Quattro giovinastri, senza Patria e senza coscienza, all'evidente soldo del nemico, hanno portato ieri la loro azione criminale contro un pezzo di rete tranviaria, in una via della città, compiendo l'atto insano del sabotaggio coll'asportare un tratto di binario." Presi dalla Muti, due furono costretti a portare in spalla i pezzi del binario divelto e agli altri due fu attaccato un cartello con scritto: "Mentre la Patria è dilaniata, io ho sabotato una linea tranviaria. Che cosa merito?". Così combinati furono fatti girare per le vie del centro e in Galleria. Poi vennero incarcerati a San Vittore. Adriano fu mandato a Bergamo al Comando Militare della Marina dovendo assolvere agli obblighi di leva ma con uno stratagemma riuscì a scappare e tornò a Milano per continuare la lotta Partigiana. 
Fu nuovamente catturato in seguito all'arresto di alcuni suoi compagni che, durante gli interrogatori, fecero il suo nome. Dopo un periodo di detenzione nelle carceri milanesi fu inviato a Verona e da qui in Germania nel campo di concentramento di Mauthausen, dove arrivò senza due denti e senza i suoi occhiali, come risulta dalla scheda di registrazione compilata all'ingresso del campo. Il suo numero di matricola era: 126359. Triangolo rosso. Morì il 6 aprile 1945 alle 6:30 del mattino per denutrizione e infarto.

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