Associazione Nazionale Partigiani d'Italia - ANPI Barona Milano.
20 febbraio 2006
relazione XIV congresso provinciale Milano
Una situazione particolare.. che mi vede per la prima volta presentarmi al Congresso Provinciale come presidente della mia sezione.
L a sezione Barona che per la prima volta dalla liberazione porta alla sua guida un NON partigiano, dal dopoguerra ad ora in sessant’anni quarto responsabile.
Non posso che essere onorato e non posso nascondervi anche un poco intimorito, le esperienze personali e soprattutto del tempo sono un bagaglio prezioso di momenti difficili come quelli della Resistenza e della lotta di liberazione, che io non ho.
Dunque grazie a tutti voi, miei padri, mie madri, miei maestri.
Ed ha proposito di padri.. GRAZIE ANCHE al mio babbo vero che da partigiano mi ha insegnato sin da piccino, l’onestà, l’antifascismo ma soprattutto la capacità di sognare una società, un mondo migliore, e la possibilità nel mio piccolo di operare perché i suoi, nostri valori non siano un utopia ma un senso alle mie e vostre azioni quotidiane.
Ritornando alle difficoltà, tenterò un piccolo approfondimento sulle problematiche che sempre di più emergono soprattutto in questo periodo di non facile gestione politica, chi ci governa ormai da anni sta attuando con tutti i mezzi a sua disposizione, (e tutti sappiamo che sono tanti.) una opera di revisionismo storico CHE sta sconvolgendo e confondendo. Libri, stampa, televisione, proposte di leggi, dibattiti per frastornare e confondere, una melma vischiosa dove far nuotare personaggi senza scrupoli ed onestà pronti solo a servire a rinnegare ideali per i propri meschini interessi, una campagna diffamatoria che ogni giorno stravolge l’Antifascismo, la resistenza, la liberazione e il suo atto più importante la repubblica e la sua Costituzione. Insensate opinioni sui morti tutti uguali, sulle equiparazioni tra combattenti, Basterebbe leggere le lettere dei condannati a morte della Resistenza dove emerge l’amore per la vita, la guerra non era cercata, mentre al contrario dell’analisi delle ultime lettere dei caduti della Repubblica Sociale si vede la morte come valore. Questo è chiaramente un elemento di distinzione fondamentale
Per poi arrivare alle menzogne sulle stragi effettuate dai partigiani, salendo in un vortice senza fine, ai diritti dei lavoratori, alle discussioni sulle donne, alla sanità.. alle tutele che nel nome del loro progresso economico della mafia del potere vengono incrinate. Una confusione che genera regresso e in cui tutti noi nuotiamo, tanti troppi problemi ogni giorno sono sotto i nostri occhi, scuola, lavoro, natura, ambiente, assistenza, diritti civili e sociali.
L’Anpi nella figura del suo presidente Vicario Tino Casali ha spesso ricordato i pericoli di questa attuale società e sempre chiesto a tutti, partiti, organismi, associazioni, movimenti, una costante vigilanza ma soprattutto un unione totale per sconfiggere ora come sessanta anni fa il nemico comune. So che in tutti voi le radici dell’antifascismo sono ben radicate ma vi chiedo di continuare senza sosta a PARLARE, COMUNICARE, con tutti esporre il nostro pensiero che non teme alcuna menzogna proprio perché a costruito basi di civiltà, uguaglianza, fraternità e libertà. Basi che sono il collante della nostra vita e della nostra società. Sono ottimista anche per il fattore giovani, spesso nelle varie riunioni della nostra associazioni ci si guarda in giro e ci si chiede ma dove sono i giovani..?
La pregiudiziale antifascista è caduta nelle coscienze di molti adulti, figuriamoci tra i giovani, Nazismo e fascismo hanno sempre sviluppato la teoria dell’ annientamento, facciamo si che la scuola in primis porti a conoscenza questi fatti, non per il bel voto ma perché si impari a RESISTERE alle violenze e alle ingiustizie piccole e grandi.
Insegniamo poi i valori della costituzione
Evitiamo la storia monumentale, servono i cortei, servono anche le lapidi, ma e essenziale per me far capire che tutti anche i ragazzini possono “resistere”
I PARTIGIANI NON ERANO EROI SENZA PAURA, la resistenza l’hanno fatta anche le donne, i preti, gli studenti e gli operai che buttavano sabbia negli ingranaggi del nazifascismo. La pedagogia della resistenza deve formare ancora i ribelli, i sabotatori, i disertori, Quando siamo in coda alla posta e vediamo maltrattare un anziano o uno straniero perché non sa come si compila il modulo e non reagiamo, dobbiamo ricordarci chi siamo.. e ricordare di rompere le scatole. Dire ai giovani di rompere le scatole e non mandarli al diavolo sarebbe già un buona intenzione.
I GIOVANI CI SONO… bisogna solo cercarli, e soprattutto ascoltarli, Una delle indicazioni durante la Resistenza era quello della fiducia nella gioventù, che doveva formare la sua coscienza. in giro per le vie della mia zona tante lapidi della guerra di liberazione riportano i nomi ma soprattutto l’età di chi allora offri la propria vita, dai diciassette a venti, venticinque anni e la età di quasi tutti quelli uomini e donne di quei ragazzi.. giovani, ribelli, banditi, che allora non ascoltarono nessuno e decisero pagando sulla loro pelle con il loro sangue sui muri delle città, sulla terra delle montagne, sulla polvere o la neve di terre straniere, nelle camere a gas e nei forni crematori. Morirono gridando BASTA.
Cari partigiani pensate a come eravate voi a vent’anni e cosa avete fatto allora e sicuramente meno dubbi avrete e sicuramente avrete subito pronte le risposte ai vostri perché i giovani non ci sono…? Approvo in pieno il passaggio che l’ANPI sta effettuando nei congressi provinciali e nazionale che ci attende, un cambiamento statutario da sempre atteso che permetterà senza sotterfugi un salto di responsabilità per tutti e a tutti, anche a chi non ha fatto la resistenza.
Partigiani, Patrioti e ore ancor più importante e necessaria la vostra presenza la vostra esperienza, la vostra forza e voglia di lottare che da sempre avete dimostrato, nessun timore la legge della vita è a tutti nota, Ma ora in questo congresso voi dovete sapere che la resistenza e l’antifascismo non moriranno mai.
Io guardo alle culture del mondo in cui l’anziano e considerato il saggio, il capo tribù, quello a cui chiedere consigli ed opinioni, ma di sicuro lui il vecchio saggio non ha timore, non ha dubbi, perché sa, ne e certo che di fianco a lui vi e la gioventù, piena di dubbi, inesperienza, perplessità, ma e lì di fianco a lui, non dietro né davanti…
Qui non si discute di età ed esperienze ma di essere o non essere antifascisti, qualcuno pensa che il fascismo sia ormai un vecchio ricordo del passato, io invece sono convinto che sia tuttora molto presente nel mondo e in Italia. Ed appena leggo un giornale, ascolto la radio, guardo la tv.
Mi accorgo che purtroppo ho ragione.
Penso che il fascismo esista ancora e che per fortuna ancora esista l’antifascismo, quell’antifascismo che vuole difendere la libertà da varie minacce che in senso generico definisco fasciste, se qualcuno mi fa una prepotenza, io glielo posso anche dire “sei un fascista” se qualcuno vuole abolire l’autonomia della magistratura, glielo posso gridare, posso gridare fascisti a chi usa i manganelli contro gli studenti e i cittadini che protestano ricordo Genova e arrivo alle proteste del TAV. Come cittadino credo di avere il diritto e il dovere di usare in un paese come l’Italia che ha conosciuto, che ha inventato, il fascismo e la cui storia continua a ruotare intorno a questa esperienza di distruzione della democrazia, nella quale e rispetto alla quale la democrazia inevitabilmente si definisce.
Le disuguaglianze, il razzismo, le oppressioni, sono mali molto ben radicati, pochi comandano e decidono per molti, troppa gente ancora soffre e muore.
ANCORA FAME E SETE E MALATTIE infestano il nostro mondo.
Anche qui noi come antifascisti dobbiamo lottare e pensare nel quotidiano.La nostra e una storia onorevole ed entro così nella attualità più stretta, la nostra non è una storia di compromessi di basso profilo, non è storia di mafie e fatta di cose importanti e positive che dalla storia vengono e che dobbiamo riconoscere. Continuare a piantare piccoli semi di speranza e felicità. Una volta si diceva GIOIA E RIVOLUZIONE io penso che un comportamento etico ed onesto, una sensibilità che deriva dalla nostra storia, un educazione all’uguaglianza siano ancora una volta le nostre armi più forti per sconfiggere il razzismo, il fascismo i mali della nostra società.
E così fortemente Vi sensibilizzerei in tal senso anche per far nuovamente opera di proselitismo, tra amici e conoscenti. Una tessera dell’ANPI in tasca vi assicuro e sicuramente una buona assicurazione per il futuro.. nuovi iscritti, nuovi aiuti sono obbiettivi primari, spendete una parola in più, convincete gli scettici, le nostre porte aperte, sono la nostra storia, e la nostra forza.
Sfruttiamo le nuove tecnologie, le innovazioni informatiche devono essere strumento quotidiano per raccontarci, soprattutto ora che i mass media hanno un altro indirizzo, ad esempio e lo faccio notare alla Presidenza il silenzio dei giornali,(anche nelle cronache locali) sul nostro congresso provinciale.
Ricordando poi gli impegni elettorali che ci attendono quest’anno e che vedranno impegnati tutti i nostri associati nel proporre le proprie idee, e questo è un obbligo politico e morale per contribuire a cambiare la direzione politica del Paese con la forza della memoria, e il rispetto della storia e della sua verità, ma anche per l’attualità delle proposte legate ai valori dell’Antifascismo e della Resistenza che sono sempre più valori essenziali.
Vorrei concludere ribadendo ancora una volta l’importanza del tesseramento soprattutto tra le nuove generazioni e portando a vostra conoscenza anche l’importanza fondamentale di essere uniti non solo tra partiti e movimenti ma anche tra associazioni partigiane, alcuni di noi sono iscritti anche alla FIAP e il nostro caro Aniasi, ricordo iscritto alla nostra sezione era presidente della FIAP e forte propugnatore di una federazione unita dagli alti ideali di libertà, solidarietà e democrazia.
Da compagno a compagni, ai quali tutto ci unisce e nulla ci divide.
Antifascisti, Compagne e compagni, presidenza, delegati dai partiti, e dalle forze politiche, dai movimenti e dalle associazioni. Ho cercato di tracciare un sintetico quadro della vita di questa sezione di periferia, spero di essere riuscito a farvi comprendere che nonostante i problemi che come ben voi sapete sono sempre tanti, troppi.. noi con il nostro impegno passato, presente e futuro, noi partigiani ed antifascisti, noi crediamo in un progresso di rafforzamento e ampliamento di libertà, di quella libertà che tanti hanno sognato in tutto il mondo prima di venire uccisi ancora una volta dalle ingiustizie.
Vi lascio con le parole di Norberto Bobbio, parole che io considero siano di supporto al vostro agire. E che io rileggo spesso nei momenti di dubbio, stanchezza, perplessità..
“ A coloro che non vogliono più saperne della Resistenza perché in Italia le cose non vanno come dovrebbero andare,
c’è da rispondere che la nostra non sempre lieta situazione presente non dipende da una ragione soltanto:
che non abbiamo ancora appreso tutta intera la lezione della libertà.
E siccome l’inizio di questo nuovo corso della libertà e stata la Resistenza,
si dovrà concludere che i nostri malanni, se ve ne sono,
non dipendono già dal fatto che la Resistenza sia fallita,
ma dal fatto che non l’abbiamo ancora pienamente realizzata.”
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