Riceviamo e volentieri poniamo alla vostra attenzione; alla vostra lettura...
naturalmente condividiamo il pensiero di Roberta.!
Cara Unità
Al principe JUNIO VALERIO BORGHESE è dedicata la copertina del numero in edicola del mensile "MONSIEUR" . Il claim della testata, giova in questo caso ricordarlo, recita così:
"DAL 1920 OGNI MESE IL BELLO, IL BUONO, IL MEGLIO DELLA VITA"
(repubblichini, eversori e apprendisti golpisti inclusi, mi vien da dire).
L'ammiccante ritratto del "mitico" capo della Decima è accompagnato da un titolo e da uno strillo abbastanza inequivocabili, che qui riporto
"PATRIA E ONORE"
I valori difesi dal comandante nel 1943 sono scomodi nella società di oggi che ricerca solo il piacere dei diritti e rifiuta la difficoltà dei doveri.
Ma per chi non si arrende al conformismo ecco la storia di un uomo da rileggere e rivalutare.
Mi si può obiettare che il target di Monsieur, periodico la cui "mission",a grandi linee, potrebbe essere riassunta nel porsi come alfiere delle eccellenze e del
dandismo contemporaneo, è quel che è.
Tuttavia il problema è un altro e, secondo me, serissimo.Tale copertina, infatti, ha "catturato" la mia attenzione non dagli espositori dell'edicola presso cui abitualmente mi rifornisco, e neppure dalla zona giornali e riviste del Superstore dove, confesso, ogni tanto sfoglio a scrocco, bensì dall'ultima pagina de L'UNITA', di martedì 29 luglio.
Conosco abbastanza bene il mondo della carta stampata e so come queste cose accadano "in automatico" per questioni di contratti pubblicitari.
Ma so anche che ci sono delle attenzioni che in una redazione come la vostra non dovrebbero venir meno.
Sarò passatista, ma di un certo rigore io continuo a sentire il bisogno. Siccome mi è stato insegnato a criticare nel merito, benché la copertina pubblicizzata sul "nostro" giornale "fondato da Antonio Gramsci", fosse inequivocabilmente apologetica, ho anche avuto lo stomaco di andare ad acquistare la rivista in questione e leggermi, dalla prima all'ultima, le pagine dedicate al Principe Nero dei "MAI MORTI". Incluso il farneticante editoriale in cui il Direttore motiva le ragioni (tutte attualissime) che lo hanno spinto a dedicare la copertina all'eroe della Decima Mas.
Post o trans che sia, comunque di fascismo si tratta. E di un genere molto pervasivo, che dobbiamo saper riconoscere e contrastare con grande determinazione. Ora e sempre. Da bambina spesso mi è capitato di accompagnare gli anziani, perlopiù partigiani o deportati, della sezione del PCI a cui erano iscritti i miei genitori (la stessa di Nori Brambilla e Giovanni Pesce) durante la diffusione domenicale "L'Unità". Questo giornale, lo sapete bene, è un patrimonio collettivo, è un simbolo, nonostante i molti cambiamenti. Fate dunque maggiore attenzione, perché qui si tratta di una forma che è sostanza. Come lettrice ve lo chiedo. In nome di quegli anziani con cui sono cresciuta, invece, credo sia giusto esigerlo.
Un saluto.
Roberta Migliavacca
ANPI Voghera - Membro del Direttivo Provinciale ANPI Pavia
Associazione Nazionale Partigiani d'Italia - ANPI Barona Milano.
31 luglio 2008
30 luglio 2008
21 luglio 2008
Patria Indipendente.
"Arturo" su Patria Indipendente di Luglio.
http://www.anpi.it/patria_2008/006-7/F_INSERTO_Zavattarello_VIII.pdf
Ringraziamo i compagni di "Patria" e l'amico Wladimiro.
http://www.anpi.it/patria_2008/006-7/F_INSERTO_Zavattarello_VIII.pdf
Ringraziamo i compagni di "Patria" e l'amico Wladimiro.
18 luglio 2008
15 luglio 2008
segnalazione. "Resistere"
"Resistere" in Oltrepo'
Un importante tentativo di radicare la coscienza dell’identità locale è quello di far emergere episodi storici legati al territorio che consentano e motivino la localizzazione di un distretto culturale dell’Alto Oltrepò pavese. La storia “maiuscola”, come può essere quella della Resistenza, ma soprattutto quella “minuscola” legata alla vita quotidiana di quel tempo, spesa tra l’ardore e l’incertezza, fra personaggi più o meno nobili di quei luoghi, sono fra le principali risorse endogene in grado di mettere in luce e rafforzare l’immagine del territorio sia per l’interesse suscitato nei suoi fruitori esterni, che soprattutto per l’affetto dei suoi abitanti. Sono già numerose le monografie e le ricerche sul movimento partigiano in Oltrepò, ma affrontare la Resistenza non solamente dal punto di vista storiografico o documentaristico può dimostrarsi utile al recupero dei valori emersi in quel particolare periodo storico, allo scopo di utilizzarli positivamente per il presente. L’anelito di libertà, il senso di giustizia e di onestà, il rispetto per la dignità umana, che emersero allora sono importanti oggi per promuovere l’effettivo sviluppo sociale di questi territori. I partigiani dell’Oltrepò pavese hanno innanzitutto lottato per la loro terra e, consci di segnare la sua umile storia, non l’hanno abbandonata nemmeno quando si sono affacciate le ostilità. Oggi, guardando i paesini spopolati, i campi incolti, le tradizioni ed i dialetti che scompaiono non si può non ricordare lo spirito di quei giovani che durante la Resistenza non si tirarono indietro rispetto alla difesa della libertà e della vita del proprio territorio.
http://www.vallestaffora.info/cultura/dati/resistenza.html
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Un importante tentativo di radicare la coscienza dell’identità locale è quello di far emergere episodi storici legati al territorio che consentano e motivino la localizzazione di un distretto culturale dell’Alto Oltrepò pavese. La storia “maiuscola”, come può essere quella della Resistenza, ma soprattutto quella “minuscola” legata alla vita quotidiana di quel tempo, spesa tra l’ardore e l’incertezza, fra personaggi più o meno nobili di quei luoghi, sono fra le principali risorse endogene in grado di mettere in luce e rafforzare l’immagine del territorio sia per l’interesse suscitato nei suoi fruitori esterni, che soprattutto per l’affetto dei suoi abitanti. Sono già numerose le monografie e le ricerche sul movimento partigiano in Oltrepò, ma affrontare la Resistenza non solamente dal punto di vista storiografico o documentaristico può dimostrarsi utile al recupero dei valori emersi in quel particolare periodo storico, allo scopo di utilizzarli positivamente per il presente. L’anelito di libertà, il senso di giustizia e di onestà, il rispetto per la dignità umana, che emersero allora sono importanti oggi per promuovere l’effettivo sviluppo sociale di questi territori. I partigiani dell’Oltrepò pavese hanno innanzitutto lottato per la loro terra e, consci di segnare la sua umile storia, non l’hanno abbandonata nemmeno quando si sono affacciate le ostilità. Oggi, guardando i paesini spopolati, i campi incolti, le tradizioni ed i dialetti che scompaiono non si può non ricordare lo spirito di quei giovani che durante la Resistenza non si tirarono indietro rispetto alla difesa della libertà e della vita del proprio territorio.
http://www.vallestaffora.info/cultura/dati/resistenza.html
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10 luglio 2008
Segnalazione...!
Lunedì 14 Luglio ore 21
Spazio Melampo - via Carlo Tenca, 7 - Milano (MM Repubblica)
sarà presentato il libro:
INFERNO BOLZANETO
L'atto d'accusa dei magistrati di Genova di Mario Portanova
Ne parlano con l'autore:
Vittorio Agnoletto - Nando dalla Chiesa - Massimo Rebotti
Tutti gli orrori di Bolzaneto raccontati attraverso la requisitoria dei pubblici ministeri Patrizia Petruzziello e Vittorio Ranieri Miniati al processo contro 45 uomini e donne delle forze dell’ordine. Tra il 20 e il 22 luglio 2001, nel “carcere provvisorio” del G8 di Genova oltre 200 manifestanti inermi subirono botte, manganellate, ustioni, insulti, umiliazioni, vessazioni, minacce, in un regime di terrore che avvolgeva ogni angolo della caserma, dal piazzale d'ingresso ai bagni, all’infermeria. Questo libro racconta per la prima volta i risultati dell’inchiesta giudiziaria e gli atti del processo. L’accusa dei magistrati genovesi è durissima: «A Bolzaneto sicuramente vi sono stati comportamenti deliberatamente inumani, crudeli e degradanti», scrivono. «Non c'è emergenza che possa giustificare quello che è accaduto. Non c'è giustificazione perché si era ormai lontani dagli scontri di piazza e quella caserma, dove lavoravano pubblici ufficiali, doveva rappresentare un luogo di sicurezza e di rispetto dei diritti per ogni detenuto». In Italia non esiste il reato di tortura.Ma se esistesse, a Bolzaneto sarebbe stato commesso.
Spazio Melampo - via Carlo Tenca, 7 - Milano (MM Repubblica)
sarà presentato il libro:
INFERNO BOLZANETO
L'atto d'accusa dei magistrati di Genova di Mario Portanova
Ne parlano con l'autore:
Vittorio Agnoletto - Nando dalla Chiesa - Massimo Rebotti
Tutti gli orrori di Bolzaneto raccontati attraverso la requisitoria dei pubblici ministeri Patrizia Petruzziello e Vittorio Ranieri Miniati al processo contro 45 uomini e donne delle forze dell’ordine. Tra il 20 e il 22 luglio 2001, nel “carcere provvisorio” del G8 di Genova oltre 200 manifestanti inermi subirono botte, manganellate, ustioni, insulti, umiliazioni, vessazioni, minacce, in un regime di terrore che avvolgeva ogni angolo della caserma, dal piazzale d'ingresso ai bagni, all’infermeria. Questo libro racconta per la prima volta i risultati dell’inchiesta giudiziaria e gli atti del processo. L’accusa dei magistrati genovesi è durissima: «A Bolzaneto sicuramente vi sono stati comportamenti deliberatamente inumani, crudeli e degradanti», scrivono. «Non c'è emergenza che possa giustificare quello che è accaduto. Non c'è giustificazione perché si era ormai lontani dagli scontri di piazza e quella caserma, dove lavoravano pubblici ufficiali, doveva rappresentare un luogo di sicurezza e di rispetto dei diritti per ogni detenuto». In Italia non esiste il reato di tortura.Ma se esistesse, a Bolzaneto sarebbe stato commesso.
Comunicato
La presidenza dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) della Lombardia aderisce all’appello lanciato dall’ANED (Associazione Nazionale ex Deportati) di Roma e di Milano, esprimendo la più ferma riprovazione per il disegno di legge che prevede la schedatura dei Rom e dei Sinti presenti sul territorio italiano, tramite la rilevazione delle impronte digitali.
Il provvedimento si presenta ancora più odioso e inaccettabile, perché rivolto anche ai bambini e a tutti i minori che, finora, anche se privi di documenti, hanno potuto frequentare la scuola pubblica del nostro Paese. Il progetto di schedatura è, oltre tutto, in totale contrasto con la Convenzione internazionale per i Diritti del Fanciullo promulgata nel 1989 dall’ONU e ratificata dallo Stato Italiano.
La presidenza dell’ANPI della Lombardia è grandemente sensibile al problema della sicurezza e della serenità dei cittadini e non è dunque contraria alla individuazione delle persone sorprese a commettere reati, italiani o stranieri che siano, per rendere più difficile la loro reiterazione e più efficace il contrasto alla criminalità. Ma questo non ha nulla a che vedere con la schedatura di due intere comunità, bambini compresi.
Questo è un segno intollerabile di discriminazione e di criminalizzazione PREVENTIVA nei confronti di tutto un popolo, a prescindere dalle responsabilità accertate dei suoi singoli componenti.
Cose di questo genere si sono già viste ed hanno segnato alcuni tra i periodi più bui della storia dell’umanità, da ultimo quello nazifascista.
Chi prova sollievo o indifferenza, perché questa volta non tocca a lui, sbaglia grandemente.
La presidenza dell’ANPI lombarda fa appello alle forze politiche, alle organizzazioni sindacali, alle associazioni, a tutte le cittadine e i cittadini della nostra Regione per una netta condanna del provvedimento.
Nel caso che questo provvedimento venisse approvato, l’intera presidenza regionale dell’ANPI Lombardia chiede di essere schedata insieme ai Rom e ai Sinti.
PRESIDENZA ANPI LOMBARDIA
Il provvedimento si presenta ancora più odioso e inaccettabile, perché rivolto anche ai bambini e a tutti i minori che, finora, anche se privi di documenti, hanno potuto frequentare la scuola pubblica del nostro Paese. Il progetto di schedatura è, oltre tutto, in totale contrasto con la Convenzione internazionale per i Diritti del Fanciullo promulgata nel 1989 dall’ONU e ratificata dallo Stato Italiano.
La presidenza dell’ANPI della Lombardia è grandemente sensibile al problema della sicurezza e della serenità dei cittadini e non è dunque contraria alla individuazione delle persone sorprese a commettere reati, italiani o stranieri che siano, per rendere più difficile la loro reiterazione e più efficace il contrasto alla criminalità. Ma questo non ha nulla a che vedere con la schedatura di due intere comunità, bambini compresi.
Questo è un segno intollerabile di discriminazione e di criminalizzazione PREVENTIVA nei confronti di tutto un popolo, a prescindere dalle responsabilità accertate dei suoi singoli componenti.
Cose di questo genere si sono già viste ed hanno segnato alcuni tra i periodi più bui della storia dell’umanità, da ultimo quello nazifascista.
Chi prova sollievo o indifferenza, perché questa volta non tocca a lui, sbaglia grandemente.
La presidenza dell’ANPI lombarda fa appello alle forze politiche, alle organizzazioni sindacali, alle associazioni, a tutte le cittadine e i cittadini della nostra Regione per una netta condanna del provvedimento.
Nel caso che questo provvedimento venisse approvato, l’intera presidenza regionale dell’ANPI Lombardia chiede di essere schedata insieme ai Rom e ai Sinti.
PRESIDENZA ANPI LOMBARDIA
03 luglio 2008
Museo Storico della Liberazione. Roma
COMUNICATO
DELLA PRESIDENZA NAZIONALE DELL’ANPI
E DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE EX DEPORTATI
L’Italia deve difendere la memoria della Resistenza
Il Decreto Legge n. 112 del 25 giugno 2008 prevede nel suo articolo 26 la soppressione degli enti inutili fra i quali dovrebbe o potrebbe essere incluso, come segnalato e denunciato in questi ultimi giorni dalla stampa, anche il Museo storico della Liberazione di via Tasso in Roma. Non è inoltre escluso che altri enti e strutture dediti alla custodia e alla valorizzazione della memoria della Resistenza e dell’antitotalitarismo possano essere compresi nella suddetta soppressione.
Non è ammissibile e rappresenterebbe un vulnus gravissimo alla storia, alla dignità e all’essenza democratica del nostro Paese un provvedimento di tale natura, anche se esso si risolvesse non nella soppressione del Museo (ed eventualmente di altri enti e strutture analoghe) ma in un mutamento della sua gestione che ne ridimensionerebbe l’attuale funzione testimoniale e didattica, come efficacemente evidenziato dal suo direttore, prof. Antonio Parisella.
I firmatari del presente comunicato chiamano a raccolta tutti i cittadini che hanno a cuore la storia vera della nostra patria e la sua vocazione democratica a vigilare e, ove necessario, a mobilitarsi per impedire che il paventato segnale di involuzione possa manifestarsi. Con questo intento essi decidono intanto:
1) di esprimere piena solidarietà e appoggio all’azione di denuncia dell’incombente pericolo condotta dal direttore del Museo storico della Liberazione di via Tasso prof. Antonio Parisella;
2) di affidare al prof. Giuliano Vassalli, Presidente emerito della Corte Costituzionale ed ex Ministro della Giustizia (il quale fu a suo tempo personalmente vittima della struttura nazista operante in via Tasso), di elaborare in ordine al Decreto Legge in questione un parere da porre a disposizione dell’opposizione parlamentare al presente governo, al fine di modificare in modo chiaro e netto il Decreto Legge in questione onde evitare la soppressione del Museo storico della Liberazione e di eventuali altri enti o strutture dediti alla custodia e valorizzazione della memoria della Resistenza e dell’antitotalitarismo;
3) di inoltrare il presente comunicato ai fini della conoscenza e degli eventuali interventi loro consentiti e possibili al Presidente della Repubblica, ai Presidenti del Senato e della Camera, al Sindaco e al Presidente della Provincia di Roma e alla Confederazione Italiana fra le Associazioni Combattentistiche e Partigiane.
Con riserva di ulteriori prese di posizione e interventi.
Tino Casali
Presidente Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (ANPI)
Raimondo Ricci
Vice Presidente vicario ANPI
Gianfranco Maris
Vice Presidente ANPI e Presidente Associazione ex deportati (ANED)
DELLA PRESIDENZA NAZIONALE DELL’ANPI
E DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE EX DEPORTATI
L’Italia deve difendere la memoria della Resistenza
Il Decreto Legge n. 112 del 25 giugno 2008 prevede nel suo articolo 26 la soppressione degli enti inutili fra i quali dovrebbe o potrebbe essere incluso, come segnalato e denunciato in questi ultimi giorni dalla stampa, anche il Museo storico della Liberazione di via Tasso in Roma. Non è inoltre escluso che altri enti e strutture dediti alla custodia e alla valorizzazione della memoria della Resistenza e dell’antitotalitarismo possano essere compresi nella suddetta soppressione.
Non è ammissibile e rappresenterebbe un vulnus gravissimo alla storia, alla dignità e all’essenza democratica del nostro Paese un provvedimento di tale natura, anche se esso si risolvesse non nella soppressione del Museo (ed eventualmente di altri enti e strutture analoghe) ma in un mutamento della sua gestione che ne ridimensionerebbe l’attuale funzione testimoniale e didattica, come efficacemente evidenziato dal suo direttore, prof. Antonio Parisella.
I firmatari del presente comunicato chiamano a raccolta tutti i cittadini che hanno a cuore la storia vera della nostra patria e la sua vocazione democratica a vigilare e, ove necessario, a mobilitarsi per impedire che il paventato segnale di involuzione possa manifestarsi. Con questo intento essi decidono intanto:
1) di esprimere piena solidarietà e appoggio all’azione di denuncia dell’incombente pericolo condotta dal direttore del Museo storico della Liberazione di via Tasso prof. Antonio Parisella;
2) di affidare al prof. Giuliano Vassalli, Presidente emerito della Corte Costituzionale ed ex Ministro della Giustizia (il quale fu a suo tempo personalmente vittima della struttura nazista operante in via Tasso), di elaborare in ordine al Decreto Legge in questione un parere da porre a disposizione dell’opposizione parlamentare al presente governo, al fine di modificare in modo chiaro e netto il Decreto Legge in questione onde evitare la soppressione del Museo storico della Liberazione e di eventuali altri enti o strutture dediti alla custodia e valorizzazione della memoria della Resistenza e dell’antitotalitarismo;
3) di inoltrare il presente comunicato ai fini della conoscenza e degli eventuali interventi loro consentiti e possibili al Presidente della Repubblica, ai Presidenti del Senato e della Camera, al Sindaco e al Presidente della Provincia di Roma e alla Confederazione Italiana fra le Associazioni Combattentistiche e Partigiane.
Con riserva di ulteriori prese di posizione e interventi.
Tino Casali
Presidente Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (ANPI)
Raimondo Ricci
Vice Presidente vicario ANPI
Gianfranco Maris
Vice Presidente ANPI e Presidente Associazione ex deportati (ANED)
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