21 agosto 2008

Resistenza e Libertà


Qual era il sentimento di tanti giovani che dal 1943 al 1945 parteciparono alla Resistenza partigiana? Ce lo racconta uno di loro, Giorgio Bocca:
“A ripensarci sessant’anni dopo, ci chiediamo come sia stata possibile quella guerra di liberazione. Non la liberazione del 25 aprile 1945, dell’insurrezione, della discesa nella pianura e nelle città, ma la liberazione di ciascuno di noi dal provincialismo, dal fascismo, dal perbenismo. La prima e più importante cosa che i libri di storia non spiegano, che i documenti non raccontano della guerra partigiana è questo stato d’animo di libertà totale ritrovata proprio negli anni in cui un giovane conosce il suo destino obbligato… quale sarà la sua prevedibile vita, quali vizi dovrà praticare per cavarsela, dove troverà il denaro per campare. E invece, d’improvviso, in un giorno del settembre del ’43, si ritrova totalmente libero, senza re, senza duce, libero e ribelle, con tutta la grande montagna come rifugio. Libero anche dal denaro e dalla famiglia. Sì, certo, la famiglia e i suoi affetti rimangono, ma che sia ben chiaro, a casa non si torna fin quando dura la meravigliosa avventura della libertà, dell’essere padrone del proprio destino…”

(Giorgio Bocca, dalla prefazione a Partigiani della montagna, Feltrinelli 2004).
La Resistenza è stata l’esperienza della libertà ritrovata.
Anche oggi l’Italia ha bisogno di un’esperienza simile.
Qualcuno sta coltivando un giorno dopo l’altro, una legge dopo l’altra, un allarme dopo l’altro,

l’ “industria della paura”. Liberiamoci dalla paura. Osiamo di nuovo essere liberi.
Resistenza è libertà.

Circolo A.N.P.I. “F. Vergani” di Brugherio.

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