Intervenendo alla cerimonia [a Porta san Paolo] e parlando davanti al Capo dello Stato (che ha invitato tutti i cittadini a rafforzare la memoria della Resistenza) il ministro della Difesa Ignazio La Russa ha reso omaggio anche ai militari dell'esercito della Repubblica Sociale Italiana che, «dal loro punto di vista, combatterono credendo nella difesa della Patria». «Farei un torto alla mia coscienza - ha detto La Russa - se non ricordassi che altri militari in divisa, come quelli della Nembo dell'esercito della Rsi, soggettivamente, dal loro punto di vista, combatterono credendo nella difesa della patria, opponendosi nei mesi successivi allo sbarco degli anglo-americani e meritando quindi il rispetto, pur nella differenza di posizioni, di tutti coloro che guardano con obiettività alla storia d'Italia».
Netta la replica del Capo dello Stato all'impudente discorso del ministro della Difesa La Russa: la Resistenza, ha sottolineato Napolitano, "andrebbe forse ricordata nella sua interezza" e per questo "ho parlato di un duplice segno della Resistenza: quello della ribellione, della volontà di riscatto, della speranza di libertà e di giustizia che condussero tanti giovani a combattere nelle formazioni partigiane" e "quello del senso del dovere, della fedeltà e della dignità che animarono la partecipazione dei militari, compresa quella dei seicentomila deportati nei campi tedeschi, rifiutando l'adesione alla Repubblica di Salò".Il discorso di Napolitano. "Vorrei incoraggiare tutti a rafforzare il comune impegno di memoria, di riflessione, di trasmissione alle nuove generazioni del prezioso retaggio della battaglia di Porta San Paolo, della difesa di Roma e della Resistenza", ha detto Napolitano, aprendo la cerimonia di commemorazione della Difesa di Roma."Tutte le componenti ideali, sociali, politiche, della società italiana, - ha aggiunto il Capo dello Stato - si possono trovare nel sentire come propria la Costituzione, nel rispettarla, nel trarne ispirazione". Il presidente ha esortato tutte le forze politiche ad "animare un clima di condiviso patriottismo costituzionale".Napolitano ha ricordato come "L'8 settembre 1943 sancì il crollo - nella sconfitta e nella resa, nonostante il sacrificio e l'eroismo dei nostri combattenti - di quel disegno di guerra, in alleanza con la Germania nazista, che aveva rappresentato lo sbocco fatale e l'epilogo del fascismo. Ma quell'8 settembre annunciò nello stesso tempo la nascita della Resistenza, nel duplice segno che la caratterizzò fino all'insurrezione vittoriosa e alla Liberazione del 25 aprile del '45".Nel clima "di dissoluzione e pauroso sbandamento che seguì l'armistizio con le forze anglo-americane, avrebbe davvero potuto essere travolta la patria : così non fu, così non sarebbe stato, perchè nacque in quello stesso giorno un decisivo moto di riscossa e di rinascita, che chiamammo ben presto Resistenza".
Da la Repubblica online, 8 settembre 2008
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