On. Sergio Zavoli
Presidente Commissione parlamentare
per l’indirizzo generale e la vigilanza
dei servizi radiotelevisivi
Via del Seminario 76
00186 Roma
e p.c. Dott. Paolo Garimberti
Presidente Rai
Viale Mazzini 14
00195 Roma
Caro e stimato Presidente,
Abbiamo ricevuto nell’ultimo mese moltissime proteste da singoli cittadini e da diverse associazioni democratiche circa la trasmissione di “Porta a porta” del 14 maggio - ed altre dello stesso tipo - che, dedicata a questioni connesse con la Guerra di Liberazione, la Resistenza e l’Antifascismo, è apparsa non priva di inesattezze storiche. Sarebbe stato utile rettificare subito – come ha chiesto con lettera (allegata) al Presidente della RAI il Comitato Provinciale ANPI di Roma e Lazio - richiamandosi ai fatti, nella loro dimensione reale, ed ai giudizi più e più volte espressi da: protagonisti, studiosi ed esperti. Su ciò rimandiamo la Sua valutazione, caro Presidente, dopo una rivisitazione della trasmissione in questione.
Risulta davvero singolare che questo sia avvenuto proprio dopo aver visto nella giornata del 25 Aprile una imponente partecipazione popolare alle manifestazioni svoltesi nelle grandi città, a partire da Milano, ed in molti comuni italiani, una partecipazione non a caso superiore a quella degli anni passati, e nel corso della quale si è avuta, come di consueto, la limpida, argomentata e forte dichiarazione antifascista del Presidente della Repubblica. E non solo. Poiché per la prima volta si è registrata la partecipazione da parte dell’attuale Presidente del Consiglio che ha espresso anche giudizi generalmente condivisibili sul ruolo decisivo dei partigiani nella Guerra di Liberazione e sul grande valore della Resistenza nella storia e nella vita della nostra Patria. In quelle giornate si è manifestata davvero l’esistenza di una corale maggioranza antifascista nel popolo italiano, tale – noi riteniamo - da indurre il Governo a depennare dai propositi del Parlamento la famigerata proposta di legge n. 1360 con la quale si pretendeva di equiparare militi repubblichini con partigiani e militari italiani combattenti per la libertà. La Rai, Signor Presidente, è certo libera, ovviamente, di esprimersi come crede anche su questi problemi, ma ha il dovere – crediamo – di sostenere i valori e i propositi della Resistenza e dell’Antifascismo sanciti nella Costituzione della Repubblica e conseguentemente di contrastare, in modo efficace, le posizioni dei denigratori di quei valori, tanto più quando si esprimono con falsi e in modo rozzo, volgare.
A nostro avviso, signor Presidente, occorre provvedere affinché nelle trasmissioni televisive e radiofoniche dedicate ad argomenti che evocano l’Antifascismo, la Liberazione e la Resistenza, innanzitutto siano presenti protagonisti, esperti, storici ecc. ecc. indicati dall’ANPI quale associazione maggioritaria o dall’associazionismo pluralista, unitario, autonomo, antifascista, resistenziale, combattentistico, della deportazione e delle comunità ebraiche. E quando ciò, per ragioni tecniche od altro, non fosse possibile, si suggerisce il ricorso a documenti, dichiarazioni o schede quali strumenti predisposti allo scopo di far emergere la posizione o il punto di vista dell’ANPI e dell’associazionismo sopra menzionato. In questo senso assicuriamo la piena collaborazione.
A nostro parere è assurdo che alle trasmissioni del tipo sopra ricordato manchi la voce dell’Antifascismo e della Resistenza. È come, ci permettiamo di rilevare, se a quelle che hanno per tema questioni sindacali si invitasse a partecipare la sola parte degli imprenditori!
Cogliamo l’occasione per salutarLa e per confermarLe sentimenti di vicinanza nel difficile e rilevante compito, decisivo per la vita democratica, che Le è stato affidato e che sta onorevolmente esercitando.
Sicuri della Sua sensibile attenzione a quanto ci permettiamo di richiedere. A disposizione per quanto fosse necessario. Con stima e cordialità, salutiamo.
La Segreteria Nazionale ANPI
.
Associazione Nazionale Partigiani d'Italia - ANPI Barona Milano.
29 maggio 2009
27 maggio 2009
26 maggio 2009
elezioni 6/7 giugno...
Elezioni del 6-7 giugno 2009
Il prossimo appuntamento elettorale del 6-7 giugno per il rinnovo del parlamento europeo e il concomitante appuntamento per eleggere i componenti di buona parte degli enti locali italiani rappresentano un importante momento di scelta democratica che assume particolare valore nell’attuale momento di una crisi progressivamente grave che il nostro paese sta attraversando.
L’ANPI deve essere in questa congiuntura coerente con l’impegno politico che le compete, impegno che appartiene alla sua tradizione storica, dalla fondazione ad oggi, e che è stato anche recentemente ribadito dai documenti ripetutamente approvati dal nostro Comitato Nazionale e da decine e decine di iniziative a livello locale in tutto il Paese.
Questa coerenza, che l’ANPI richiede a tutti gli italiani, esige un’assoluta fedeltà nei confronti dei valori e delle prospettive affermate nel corso della lotta di Liberazione nazionale, in forza della quale l’Italia ha profondamente cambiato la propria identità, dal totalitarismo alla democrazia, con il mutamento della forma istituzionale dello Stato da monarchia a repubblica e con l’elaborazione e approvazione della nostra Costituzione, nella quale sono stati affermati i più avanzati e positivi principi di eguaglianza, solidarietà, giustizia, promozione sociale e visione dei rapporti fra le nazioni.
La nostra associazione ormai da tempo ha denunciato i rischi ai quali è sempre più esposto il nostro Paese a causa di una deriva populistica verso una concezione personalistica del potere; pulsioni di carattere razzistico e tentativi di manipolazione di principi fondamentali della Costituzione che caratterizzano una destra nella quale sono sempre più presenti tendenze di natura autoritaria.
L’ANPI non è un partito politico, ma intende svolgere, insieme alle altre associazioni che incarnano i valori a cui si è ispirata la lotta di Liberazione nazionale, per profonde motivazioni ideali, etiche e politiche, una funzione di vigile salvaguardia e l’affermazione dei principi che reggono il nostro sistema democratico.
Per questo il Comitato Nazionale dell’ANPI invita i propri associati e con essi le donne, i giovani e tutti gli antifascisti:
- a contrastare l’astensionismo, esercitando massivamente il diritto di voto, affinché esso si confermi come un’essenziale conquista democratica;
- ad orientare il proprio voto, in modo efficace e costruttivo, a favore di quelle forze politiche e quei partiti, di quelle donne e di quegli uomini - per i quali l’Antifascismo e la Resistenza costituiscono un patrimonio irrinunciabile per attuare i valori e i princìpi sanciti nella Costituzione - che svolgono la loro azione politica ed ispirano i loro programmi al rinnovamento politico e sociale del Paese, in vista di un futuro desiderabile per le nuove generazioni. Un’Europa democratica ed antifascista, dei diritti e del lavoro, con la sua Costituzione, può rappresentare una speranza per il Sud del mondo e garantire una politica di cooperazione economica, sociale e distensione pacifica.
Per quanto concerne il voto relativo alla vigente legge elettorale, che ha sottratto agli elettori la possibilità di una piena partecipazione politica, negando il diritto di scegliere i propri rappresentanti in Parlamento, l’ANPI, pur rivendicando la priorità di modifica della suddetta legge elettorale, non ritiene di dover dare indicazioni di voto.
COMITATO NAZIONALE ANPI
Il prossimo appuntamento elettorale del 6-7 giugno per il rinnovo del parlamento europeo e il concomitante appuntamento per eleggere i componenti di buona parte degli enti locali italiani rappresentano un importante momento di scelta democratica che assume particolare valore nell’attuale momento di una crisi progressivamente grave che il nostro paese sta attraversando.
L’ANPI deve essere in questa congiuntura coerente con l’impegno politico che le compete, impegno che appartiene alla sua tradizione storica, dalla fondazione ad oggi, e che è stato anche recentemente ribadito dai documenti ripetutamente approvati dal nostro Comitato Nazionale e da decine e decine di iniziative a livello locale in tutto il Paese.
Questa coerenza, che l’ANPI richiede a tutti gli italiani, esige un’assoluta fedeltà nei confronti dei valori e delle prospettive affermate nel corso della lotta di Liberazione nazionale, in forza della quale l’Italia ha profondamente cambiato la propria identità, dal totalitarismo alla democrazia, con il mutamento della forma istituzionale dello Stato da monarchia a repubblica e con l’elaborazione e approvazione della nostra Costituzione, nella quale sono stati affermati i più avanzati e positivi principi di eguaglianza, solidarietà, giustizia, promozione sociale e visione dei rapporti fra le nazioni.
La nostra associazione ormai da tempo ha denunciato i rischi ai quali è sempre più esposto il nostro Paese a causa di una deriva populistica verso una concezione personalistica del potere; pulsioni di carattere razzistico e tentativi di manipolazione di principi fondamentali della Costituzione che caratterizzano una destra nella quale sono sempre più presenti tendenze di natura autoritaria.
L’ANPI non è un partito politico, ma intende svolgere, insieme alle altre associazioni che incarnano i valori a cui si è ispirata la lotta di Liberazione nazionale, per profonde motivazioni ideali, etiche e politiche, una funzione di vigile salvaguardia e l’affermazione dei principi che reggono il nostro sistema democratico.
Per questo il Comitato Nazionale dell’ANPI invita i propri associati e con essi le donne, i giovani e tutti gli antifascisti:
- a contrastare l’astensionismo, esercitando massivamente il diritto di voto, affinché esso si confermi come un’essenziale conquista democratica;
- ad orientare il proprio voto, in modo efficace e costruttivo, a favore di quelle forze politiche e quei partiti, di quelle donne e di quegli uomini - per i quali l’Antifascismo e la Resistenza costituiscono un patrimonio irrinunciabile per attuare i valori e i princìpi sanciti nella Costituzione - che svolgono la loro azione politica ed ispirano i loro programmi al rinnovamento politico e sociale del Paese, in vista di un futuro desiderabile per le nuove generazioni. Un’Europa democratica ed antifascista, dei diritti e del lavoro, con la sua Costituzione, può rappresentare una speranza per il Sud del mondo e garantire una politica di cooperazione economica, sociale e distensione pacifica.
Per quanto concerne il voto relativo alla vigente legge elettorale, che ha sottratto agli elettori la possibilità di una piena partecipazione politica, negando il diritto di scegliere i propri rappresentanti in Parlamento, l’ANPI, pur rivendicando la priorità di modifica della suddetta legge elettorale, non ritiene di dover dare indicazioni di voto.
COMITATO NAZIONALE ANPI
22 maggio 2009
19 maggio 2009
ANPI/Donne
“E’ un fatto importantissimo che l’ANPI abbia deciso di riaprire la battaglia delle donne!” ha usato parole di incoraggiamento Livia Turco alla Conferenza “Più forza all’antifascismo e alla democrazia: più donne nell’ANPI”. Presenti la CGIL, l’ARCI, l’UGL, la Rete degli Studenti Medi, l’Unione degli Studenti. “Il silenzio delle donne oggi è purtroppo assordante - ha proseguito la deputata- e siamo quasi sparite. Dobbiamo tornare a fare gruppo contro le proposte pesanti di questo centrodestra, l’autorevolezza delle singole non serve a nulla. Grazie all’ANPI per quello che sta facendo e farà. Sono con voi”. Ad ascoltare ed intervenire c’erano le partigiane - Lea Bendandi, Maria Bocchi, Savina Bozzano, Tina Costa, Didala Ghilarducci, Annita Malavasi, Giovanna Marturano, Lidia Menapace, Marisa Ombra, Aude Pacchioni, Ibes Pioli, Olga Prati, Marisa Rodano, Walkiria Terradura, Teresa Vergalli - Marisa Ferro e Carla Argenton, della Segreteria Nazionale dell’ANPI, Armando Cossutta, Paola Varesi, direttore del Museo Cervi, le giovani antifasciste, tra cui Enrica Berti e Serena Ragno del Comitato Provinciale ANPI di Venezia e Monica Minnozzi di quello di Macerata, e altre figure variamente impegnate tra cui Lidia Campagnano, giornalista e docente universitario, Patrizia Sentinelli, già Vice Ministro degli Affari Esteri.
Forte e largo è apparso il consenso intorno all’iniziativa come anche la voglia di partecipare alla nuova stagione di battaglie per la democrazia avviata dall’Associazione: “La CGIL ha sempre considerato inseparabile il suo rapporto con l’ANPI - a parlare è Carla Cantone, Segretario Generale dello SPI-CGIL - Inseparabile perché ci uniscono i valori, il coraggio, la storia. Ma soprattutto ci unisce il modello di società al quale pensiamo per il futuro di vecchie e nuove generazioni. Un modello di società ove le donne non siano considerate un corpo da esibire anche nella politica e non più solo nello spettacolo”. Il richiamo alle veline è evidente, e a questa vicenda le donne ANPI rivendicano una sacrosanta “estraneità”. Meglio tacere.
Grande l’entusiasmo in sala, si è respirato un vigore da ritrovata unità antifascista. L’ARCI ha promesso sostegno e partecipazione, le partigiane hanno accolto e Eletta Bertani, dirigente dell’ANPI di Reggio Emilia, ha annunciato: “lanciamo per i prossimi due anni il progetto Donne, antifascismo, democrazia: ieri. Oggi e domani, un progetto che vivrà nelle province, sul territorio, favorendo il dialogo tra le diverse generazioni e articolandosi in una molteplicità di iniziative: laboratori, forum tematici… in tutta Italia”.
In sintonia anche l’On. Rosa Calipari, della Commissione Difesa: “Stare qui tra voi è per me tornare a casa. Sono cresciuta nei valori dell'antifascismo, mio nonno Pietro Mancini fu il fondatore nel 1905 del Partito Socialista in Calabria. Oggi c'è bisogno dell'ANPI, di nuovi resistenti: siamo in presenza di leggi razziali (per cui ogni italiano dovrebbe vergognarsi), sì proprio quelle, cambia solo l'etnia contro cui si scagliano; siamo in presenza di ministri che fanno revisionismo e di esponenti della maggioranza che affermano che Mussolini sia stato troppo buono. Di fronte a questo ci si sarebbe aspettata una forte indignazione popolare. Come c'è stata per il ritiro della 1360 per cui l'ANPI è stata fondamentale”.
A concludere la giornata è stato Luciano Guerzoni, della Segreteria Nazionale dell’Associazione: “L'ANPI ha estremo bisogno delle donne. E la dimostrazione più evidente di ciò sarà che presto entreranno in numero maggiore nella dirigenza nazionale. Questo è un elemento costitutivo della nuova stagione di lotta per la democrazia e rigenerazione dei partiti che l'Associazione dei partigiani si avvierà a realizzare: la Conferenza di organizzazione che terremo a Chianciano nei prossimi 26, 27 e 28 giugno segnerà l'inizio di questo percorso. Nuove forze, nuova linfa culturale: questo è il futuro dell'ANPI. Non c'è tempo da perdere”.
Forte e largo è apparso il consenso intorno all’iniziativa come anche la voglia di partecipare alla nuova stagione di battaglie per la democrazia avviata dall’Associazione: “La CGIL ha sempre considerato inseparabile il suo rapporto con l’ANPI - a parlare è Carla Cantone, Segretario Generale dello SPI-CGIL - Inseparabile perché ci uniscono i valori, il coraggio, la storia. Ma soprattutto ci unisce il modello di società al quale pensiamo per il futuro di vecchie e nuove generazioni. Un modello di società ove le donne non siano considerate un corpo da esibire anche nella politica e non più solo nello spettacolo”. Il richiamo alle veline è evidente, e a questa vicenda le donne ANPI rivendicano una sacrosanta “estraneità”. Meglio tacere.
Grande l’entusiasmo in sala, si è respirato un vigore da ritrovata unità antifascista. L’ARCI ha promesso sostegno e partecipazione, le partigiane hanno accolto e Eletta Bertani, dirigente dell’ANPI di Reggio Emilia, ha annunciato: “lanciamo per i prossimi due anni il progetto Donne, antifascismo, democrazia: ieri. Oggi e domani, un progetto che vivrà nelle province, sul territorio, favorendo il dialogo tra le diverse generazioni e articolandosi in una molteplicità di iniziative: laboratori, forum tematici… in tutta Italia”.
In sintonia anche l’On. Rosa Calipari, della Commissione Difesa: “Stare qui tra voi è per me tornare a casa. Sono cresciuta nei valori dell'antifascismo, mio nonno Pietro Mancini fu il fondatore nel 1905 del Partito Socialista in Calabria. Oggi c'è bisogno dell'ANPI, di nuovi resistenti: siamo in presenza di leggi razziali (per cui ogni italiano dovrebbe vergognarsi), sì proprio quelle, cambia solo l'etnia contro cui si scagliano; siamo in presenza di ministri che fanno revisionismo e di esponenti della maggioranza che affermano che Mussolini sia stato troppo buono. Di fronte a questo ci si sarebbe aspettata una forte indignazione popolare. Come c'è stata per il ritiro della 1360 per cui l'ANPI è stata fondamentale”.
A concludere la giornata è stato Luciano Guerzoni, della Segreteria Nazionale dell’Associazione: “L'ANPI ha estremo bisogno delle donne. E la dimostrazione più evidente di ciò sarà che presto entreranno in numero maggiore nella dirigenza nazionale. Questo è un elemento costitutivo della nuova stagione di lotta per la democrazia e rigenerazione dei partiti che l'Associazione dei partigiani si avvierà a realizzare: la Conferenza di organizzazione che terremo a Chianciano nei prossimi 26, 27 e 28 giugno segnerà l'inizio di questo percorso. Nuove forze, nuova linfa culturale: questo è il futuro dell'ANPI. Non c'è tempo da perdere”.
16 maggio 2009
14 maggio 2009
Un governo senza umanità minaccia di toglierci la nostra umanità.
Di fronte ai respingimenti illegali e inumani che sta effettuando il governo italiano, i partecipanti al Meeting nazionale “per un’Europa di Pace”, che si è svolto nella città di San Francesco d’Assisi dall’8 al 10 maggio 2009 per iniziativa della Tavola della pace e dal Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani, hanno rilasciato la seguente dichiarazione:
Un governo senza umanità minaccia di toglierci la nostra umanità.
Questi fatti ci offendono e ci feriscono!
Chi non riconosce i diritti degli altri non riconosce neanche i nostri
“La decisione del governo italiano di respingere i disperati che fuggono dalla guerra, dalle torture, dalla fame e dalla miseria ci fa male, ci offende e ci ferisce. Non parliamo di immigrati ma di persone, donne, uomini e bambini. Hanno paura, freddo e fame. Ci chiedono asilo e protezione e li respingiamo senza pietà.
Come italiani, proviamo vergogna. Nessun governo si può permettere di venire meno ai doveri di solidarietà, di accoglienza e di difesa dei diritti umani che sono iscritti nella nostra carta Costituzionale e nel diritto internazionale dei diritti umani. Nessun governo può togliere a nessuno il diritto al cibo, alla salute, all’istruzione, ad un lavoro dignitoso.
Questi fatti ci offendono e ci feriscono. Così come ci sentiamo offesi e feriti da tutte quelle leggi, quei provvedimenti, quelle dichiarazioni, quelle parole velenose che stanno alimentando nel nostro paese un clima di violenza, discriminazioni, intolleranza, insofferenza, razzismo, divisione e insicurezza.
Un governo senza umanità minaccia di toglierci la nostra umanità. Non possiamo accettarlo. Senza umanità saremo tutti più poveri, insicuri e indifesi. Solo riconoscendo agli altri i diritti che vogliamo siano riconosciuti a noi, riusciremo a vivere meglio.
Per questo, mentre alcuni costruiscono muri e scavano fossati tra di noi e il resto del mondo, noi ci impegniamo ad aprire le nostre città e comunità locali, a renderle sempre più accoglienti e ospitali per tutti, per chi ci è nato e per chi è arrivato da poco. Le città in cui vogliamo vivere sono le città dei diritti umani. Città belle, accoglienti, dove si vive bene perché ci si aiuta l’un l’altro.”
I partecipanti al Meeting nazionale “per un’Europa di Pace” promosso dalla Tavola della pace e dal Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani
Assisi, 10 maggio 2009
Un governo senza umanità minaccia di toglierci la nostra umanità.
Questi fatti ci offendono e ci feriscono!
Chi non riconosce i diritti degli altri non riconosce neanche i nostri
“La decisione del governo italiano di respingere i disperati che fuggono dalla guerra, dalle torture, dalla fame e dalla miseria ci fa male, ci offende e ci ferisce. Non parliamo di immigrati ma di persone, donne, uomini e bambini. Hanno paura, freddo e fame. Ci chiedono asilo e protezione e li respingiamo senza pietà.
Come italiani, proviamo vergogna. Nessun governo si può permettere di venire meno ai doveri di solidarietà, di accoglienza e di difesa dei diritti umani che sono iscritti nella nostra carta Costituzionale e nel diritto internazionale dei diritti umani. Nessun governo può togliere a nessuno il diritto al cibo, alla salute, all’istruzione, ad un lavoro dignitoso.
Questi fatti ci offendono e ci feriscono. Così come ci sentiamo offesi e feriti da tutte quelle leggi, quei provvedimenti, quelle dichiarazioni, quelle parole velenose che stanno alimentando nel nostro paese un clima di violenza, discriminazioni, intolleranza, insofferenza, razzismo, divisione e insicurezza.
Un governo senza umanità minaccia di toglierci la nostra umanità. Non possiamo accettarlo. Senza umanità saremo tutti più poveri, insicuri e indifesi. Solo riconoscendo agli altri i diritti che vogliamo siano riconosciuti a noi, riusciremo a vivere meglio.
Per questo, mentre alcuni costruiscono muri e scavano fossati tra di noi e il resto del mondo, noi ci impegniamo ad aprire le nostre città e comunità locali, a renderle sempre più accoglienti e ospitali per tutti, per chi ci è nato e per chi è arrivato da poco. Le città in cui vogliamo vivere sono le città dei diritti umani. Città belle, accoglienti, dove si vive bene perché ci si aiuta l’un l’altro.”
I partecipanti al Meeting nazionale “per un’Europa di Pace” promosso dalla Tavola della pace e dal Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani
Assisi, 10 maggio 2009
Europa, dove il comunismo è morto ma fascismo e nazismo godono ottima salute.
Il comunismo europeo è crollato nel 1989 e ormai è difficile trovare partiti e movimenti che si richiamino a quel modello. Fascismo e nazismo sono crollati nel 1945, dopo aver scatenato una guerra mondiale e aver ucciso milioni di persone, eppure in Europa ci sono ancora tante, troppe persone che si richiamano a quel modello, lo esaltano e vorrebbero vederlo tornare.
In Austria il 9 maggio un gruppetto di neonazisti fa irruzione nell'ex campo di concentramento di Mauthausen inneggiando a Hitler. Sempre in Austria un albergatore rifiuta alcuni clienti ebrei perché "danno problemi". In Grecia lo stesso giorno altri seguaci del baffuto pazzo genocida assaltano l'ex corte d'appello dove 500 immigrati protestano contro l'espulsione. Nella Repubblica Ceca il 3 maggio un gruppo di neonazisti attacca una pacifica manifestazione di rom. Per quanto riguarda l'Italia a Roma per il 25 aprile compaiono manifesti fascisti, a Parma vengono distrutte le corone che ricordano i partigiani. Il 10 maggio a Trento un aggressione omofoba, il 6 maggio nella stessa città quattro neonazisti aggrediscono per strada alcuni studenti universitari. Il 5 maggio a Roma un gruppo neofascista brucia una macchina davanti a un centro sociale di sinistra e lascia volantini inneggianti al fascismo. Il 3 maggio viene aggredito un moldavo a Tor Bella Monaca, dove il 14 aprile un giovane senegalese, aggredito con una bottiglia rotta per motivi razzistici, aveva perso un occhio. Il 26 aprile ad Albenga otto italiani tentano di bruciare vivi alcuni marocchini con cui avevano litigato. Sono solo gli episodi più recenti, ma si potrebbe continuare a lungo. Non si tratta di "ragazzate", non si tratta di sparuti gruppi di nostalgici. Ci sono troppi europei che inneggiano al nazismo perché hanno il culto dell'odio e della violenza e non si fanno problemi a metterlo in pratica.
Oltre alle violenze dei gruppi di estrema destra anche le polizie europee sono state spesso accusate di maltrattare immigrati e stranieri, come in Austria, in Francia, in Portogallo, e anche l'Italia ha avuto i suoi edificanti episodi.
L'unico fantasma che ormai si aggira per l'Europa è il caso di dirlo, è quello del nazismo e del fascismo. Dovrebbe essere morto da 65 anni ma non è affatto così, organizzazioni neofasciste e neonaziste proliferano in varie forme in tutta Europa, in Germania e in Polonia come in Grecia, e la discriminazione le aggressioni contro stranieri, immigrati, omosessuali e militanti di sinistra sono cronaca di ogni giorno.
Africani e rom sono i più bersagliati dal razzismo in Europa, ma i gruppi neonazisti non sono certo diventati filo-israeliani, anzi non hanno mai abbandonato l'idea che l'olocausto sia solo un'invenzione, tanto che, ironicamente, in Francia si sono addirittura formate alleanze tra alcuni islamici ed esponenti dell'estrema destra negazionista.
Torniamo un attimo agli 20 e 30 del Novecento. Fascismo e nazismo si diffondono contro la "minaccia comunista" e la "plutocrazia giudaica". In un periodo di crisi economica si formano gruppi che invece di prendersela con i veri responsabili della crisi, il potere politico ed economico, vanno alla ricerca di capri espiatori: comunisti, ebrei, omosessuali, rom. Che moriranno a milioni nei campi di concentramento. Ora siamo di nuovo in un periodo di crisi economica e di chi è la colpa? delle banche? dei governi? di un capitalismo predatore, incontrollato e privo di limiti? No, è più facile cercare i capri espiatori, che sono immigrati, comunisti (quelli che restano), omosessuali, rom. Vaste aree del potere politico ed economico europeo hanno favorito l'ascesa del fascismo e del nazismo perché ne ricavavano un beneficio diretto. E anche oggi ci sono troppi settori dell'economia e della politica che cavalcano e lusingano i sentimenti più razzisti degli europei con spregiudicato populismo. Perché la xenofobia può servire a raccattare voti e gli immigrati spaventati e discriminati sono più facili da sfruttare. Ma le destre europee che sfruttano il razzismo per i loro fini si rendono conto di quale mostro stanno nutrendo e allevando? Perché il nazismo si aggira ancora per l'Europa.
Francesco Defferrari
In Austria il 9 maggio un gruppetto di neonazisti fa irruzione nell'ex campo di concentramento di Mauthausen inneggiando a Hitler. Sempre in Austria un albergatore rifiuta alcuni clienti ebrei perché "danno problemi". In Grecia lo stesso giorno altri seguaci del baffuto pazzo genocida assaltano l'ex corte d'appello dove 500 immigrati protestano contro l'espulsione. Nella Repubblica Ceca il 3 maggio un gruppo di neonazisti attacca una pacifica manifestazione di rom. Per quanto riguarda l'Italia a Roma per il 25 aprile compaiono manifesti fascisti, a Parma vengono distrutte le corone che ricordano i partigiani. Il 10 maggio a Trento un aggressione omofoba, il 6 maggio nella stessa città quattro neonazisti aggrediscono per strada alcuni studenti universitari. Il 5 maggio a Roma un gruppo neofascista brucia una macchina davanti a un centro sociale di sinistra e lascia volantini inneggianti al fascismo. Il 3 maggio viene aggredito un moldavo a Tor Bella Monaca, dove il 14 aprile un giovane senegalese, aggredito con una bottiglia rotta per motivi razzistici, aveva perso un occhio. Il 26 aprile ad Albenga otto italiani tentano di bruciare vivi alcuni marocchini con cui avevano litigato. Sono solo gli episodi più recenti, ma si potrebbe continuare a lungo. Non si tratta di "ragazzate", non si tratta di sparuti gruppi di nostalgici. Ci sono troppi europei che inneggiano al nazismo perché hanno il culto dell'odio e della violenza e non si fanno problemi a metterlo in pratica.
Oltre alle violenze dei gruppi di estrema destra anche le polizie europee sono state spesso accusate di maltrattare immigrati e stranieri, come in Austria, in Francia, in Portogallo, e anche l'Italia ha avuto i suoi edificanti episodi.
L'unico fantasma che ormai si aggira per l'Europa è il caso di dirlo, è quello del nazismo e del fascismo. Dovrebbe essere morto da 65 anni ma non è affatto così, organizzazioni neofasciste e neonaziste proliferano in varie forme in tutta Europa, in Germania e in Polonia come in Grecia, e la discriminazione le aggressioni contro stranieri, immigrati, omosessuali e militanti di sinistra sono cronaca di ogni giorno.
Africani e rom sono i più bersagliati dal razzismo in Europa, ma i gruppi neonazisti non sono certo diventati filo-israeliani, anzi non hanno mai abbandonato l'idea che l'olocausto sia solo un'invenzione, tanto che, ironicamente, in Francia si sono addirittura formate alleanze tra alcuni islamici ed esponenti dell'estrema destra negazionista.
Torniamo un attimo agli 20 e 30 del Novecento. Fascismo e nazismo si diffondono contro la "minaccia comunista" e la "plutocrazia giudaica". In un periodo di crisi economica si formano gruppi che invece di prendersela con i veri responsabili della crisi, il potere politico ed economico, vanno alla ricerca di capri espiatori: comunisti, ebrei, omosessuali, rom. Che moriranno a milioni nei campi di concentramento. Ora siamo di nuovo in un periodo di crisi economica e di chi è la colpa? delle banche? dei governi? di un capitalismo predatore, incontrollato e privo di limiti? No, è più facile cercare i capri espiatori, che sono immigrati, comunisti (quelli che restano), omosessuali, rom. Vaste aree del potere politico ed economico europeo hanno favorito l'ascesa del fascismo e del nazismo perché ne ricavavano un beneficio diretto. E anche oggi ci sono troppi settori dell'economia e della politica che cavalcano e lusingano i sentimenti più razzisti degli europei con spregiudicato populismo. Perché la xenofobia può servire a raccattare voti e gli immigrati spaventati e discriminati sono più facili da sfruttare. Ma le destre europee che sfruttano il razzismo per i loro fini si rendono conto di quale mostro stanno nutrendo e allevando? Perché il nazismo si aggira ancora per l'Europa.
Francesco Defferrari
13 maggio 2009
Siamo tutti un popolo di migranti...
"Non amano l'acqua, molti di loro puzzano perché tengono lo stesso vestito per molte settimane. Si costruiscono baracche di legno ed alluminio nelle periferie delle città dove vivono, vicini gli uni agli altri. Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti. Si presentano di solito in due e cercano una stanza con uso di cucina. Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci. Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, probabilmente antichi dialetti. Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l'elemosina ma sovente davanti alle chiese donne vestite di scuro e uomini quasi sempre anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti. Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro. Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano non solo perché poco attraenti e selvatici ma perché si è diffusa la voce di alcuni stupri consumati dopo agguati in strade periferiche quando le donne tornano dal lavoro. I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel nostro paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, attività criminali". La relazione così prosegue: "Propongo che si privilegino i veneti e i lombardi, tardi di comprendonio e ignoranti ma disposti più di altri a lavorare. Si adattano ad abitazioni che gli americani rifiutano pur che le famiglie rimangano unite e non contestano il salario. Gli altri, quelli ai quali è riferita gran parte di questa prima relazione, provengono dal sud dell'Italia. Vi invito a controllare i documenti di provenienza e a rimpatriare i più. La nostra sicurezza deve essere la prima preoccupazione".
Il testo è tratto da una relazione dell'Ispettorato per l'Immigrazione del Congresso americano sugli immigrati italiani negli Stati Uniti, Ottobre 1912
Il testo è tratto da una relazione dell'Ispettorato per l'Immigrazione del Congresso americano sugli immigrati italiani negli Stati Uniti, Ottobre 1912
11 maggio 2009
Donne dell'ANPI.. conferenza Nazionale
“Più forza all’antifascismo e alla democrazia: più donne nell’ANPI”
CONFERENZA NAZIONALE DELLE DONNE DELL’ANPI
Roma, lunedì 18 maggio – ore 9.30/18 –
Centro Congressi, Via dei Frentani 4
“Abbiamo voluto questa Conferenza Nazionale perché in un momento così grave della vita del Paese non può mancare la voce, la presenza, l’impegno, il punto di vista delle donne, ed in particolare delle donne dell’ANPI”.
Così, partigiane e antifasciste si ritroveranno da tutta Italia, il 18 maggio, un po’ per contarsi, un po’ per fare il punto sul presente e lanciare un futuro a misura di libertà e diritti. Non parole, dunque, ma piattaforme di un lavoro da iniziare subito.
“Ci preme ribadire che il progetto che proponiamo non vuole avere nulla di celebrativo, di retorico, di rivendicativo, ma è una operazione politica e culturale che si propone di rafforzare l’influenza dell’ANPI tra le cittadine italiane, di ricostruire tra di loro reti di relazione e di solidarietà, di sollecitare lo sviluppo di movimenti autonomi e partecipati, consolidando così, anche attraverso un nuovo protagonismo delle donne, le basi della nostra democrazia”. E’ la conclusione del documento che le donne dell’ANPI hanno approntato per questa Conferenza. Con la concretezza, la costanza, la capacità di mobilitare sogni che le contraddistinguono.
Da sempre.
Fin da quando hanno combattuto con gli uomini nelle formazioni partigiane, organizzato e gestito le case di latitanza, nascosto e sfamato i soldati sbandati dopo l’otto settembre ’43, partecipato alle manifestazioni di massa per il pane, per la liberazione dei loro uomini in carcere, per la fine della guerra, “resistendo” in mille forme diverse e pagando duramente, non dimentichiamolo mai, per le rappresaglie, le stragi, le deportazioni.
E negli anni successivi, con la conquista del voto, con l’organizzazione dei convitti scuola, dei primi asili, dei doposcuola, con l’attivazione dei servizi di base, con l’assistenza e l’aiuto alle famiglie più povere, con le battaglie per avere l’acqua, le case, le scuole; e poi nelle lotte delle lavoratrici per il lavoro, per la parità salariale, per la tutela della maternità, per il riconoscimento del lavoro delle mezzadre e delle contadine, per la pensione alle casalinghe.
Artefici, queste donne, della prima “rivoluzione pacifica” del Novecento... e di quella di domani. C’è da crederlo
CONFERENZA NAZIONALE DELLE DONNE DELL’ANPI
Roma, lunedì 18 maggio – ore 9.30/18 –
Centro Congressi, Via dei Frentani 4
“Abbiamo voluto questa Conferenza Nazionale perché in un momento così grave della vita del Paese non può mancare la voce, la presenza, l’impegno, il punto di vista delle donne, ed in particolare delle donne dell’ANPI”.
Così, partigiane e antifasciste si ritroveranno da tutta Italia, il 18 maggio, un po’ per contarsi, un po’ per fare il punto sul presente e lanciare un futuro a misura di libertà e diritti. Non parole, dunque, ma piattaforme di un lavoro da iniziare subito.
“Ci preme ribadire che il progetto che proponiamo non vuole avere nulla di celebrativo, di retorico, di rivendicativo, ma è una operazione politica e culturale che si propone di rafforzare l’influenza dell’ANPI tra le cittadine italiane, di ricostruire tra di loro reti di relazione e di solidarietà, di sollecitare lo sviluppo di movimenti autonomi e partecipati, consolidando così, anche attraverso un nuovo protagonismo delle donne, le basi della nostra democrazia”. E’ la conclusione del documento che le donne dell’ANPI hanno approntato per questa Conferenza. Con la concretezza, la costanza, la capacità di mobilitare sogni che le contraddistinguono.
Da sempre.
Fin da quando hanno combattuto con gli uomini nelle formazioni partigiane, organizzato e gestito le case di latitanza, nascosto e sfamato i soldati sbandati dopo l’otto settembre ’43, partecipato alle manifestazioni di massa per il pane, per la liberazione dei loro uomini in carcere, per la fine della guerra, “resistendo” in mille forme diverse e pagando duramente, non dimentichiamolo mai, per le rappresaglie, le stragi, le deportazioni.
E negli anni successivi, con la conquista del voto, con l’organizzazione dei convitti scuola, dei primi asili, dei doposcuola, con l’attivazione dei servizi di base, con l’assistenza e l’aiuto alle famiglie più povere, con le battaglie per avere l’acqua, le case, le scuole; e poi nelle lotte delle lavoratrici per il lavoro, per la parità salariale, per la tutela della maternità, per il riconoscimento del lavoro delle mezzadre e delle contadine, per la pensione alle casalinghe.
Artefici, queste donne, della prima “rivoluzione pacifica” del Novecento... e di quella di domani. C’è da crederlo
10 maggio 2009
09 maggio 2009
Coordinamento ANPI zona 6. Milano.
A.N.P.I. (ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARTIGIANI D’ITALIA)
Coordinamento zona 6. Milano.
“Ente morale”, D.L. n.224 del 5 aprile 1945”
Viene convocato il coordinamento ANPI:
Giovedì 28 maggio ’09 ore 21.00
Presso la cooperativa Barona. Ettore Satta , Via Modica, 8 Milano.
(Secondo piano)
Con il seguente ordine del giorno:
· Bilancio 25 Aprile 2009
· Programmazione 2009/10
· Varie ed eventuali
La riunione è aperta a tutti i soci delle sezioni ANPI zona 6. Milano.
Si raccomanda la presenza visto l’importanza delle tematiche in discussione.
Il coordinatore
Ivano Tajetti.
Coordinamento zona 6. Milano.
“Ente morale”, D.L. n.224 del 5 aprile 1945”
Viene convocato il coordinamento ANPI:
Giovedì 28 maggio ’09 ore 21.00
Presso la cooperativa Barona. Ettore Satta , Via Modica, 8 Milano.
(Secondo piano)
Con il seguente ordine del giorno:
· Bilancio 25 Aprile 2009
· Programmazione 2009/10
· Varie ed eventuali
La riunione è aperta a tutti i soci delle sezioni ANPI zona 6. Milano.
Si raccomanda la presenza visto l’importanza delle tematiche in discussione.
Il coordinatore
Ivano Tajetti.
Lazzate - 13 maggio 09.
“Arturo” Oltrepò Pavese, Milano, Dongo.
Mercoledì 13 maggio ’09 ore 10.00
A Lazzate (Mi) – Auditorium “Musazzi”
Scuola media Statale Matteo Ricci. Via Laratta, 1.
h. 10,00 presentazione dell’ANPI e breve introduzione del filmato “Arturo” a cura di Ivano Tajetti. (consigliere regionale ANPI Lombardia
h. 10,15 proiezione del filmato “Arturo” Oltrepò Pavese, Milano, Dongo.
h. 10,45 esposizione di Aldo Marchi (Partigiano combattente nel Mantovano)
h. 11,15 Ivano Tajetti parla di Resistenza (fondamenta della nostra Costituzione)
ANPI Sezione Barona – Milano anpibarona@fastwebnet.it
Mercoledì 13 maggio ’09 ore 10.00
A Lazzate (Mi) – Auditorium “Musazzi”
Scuola media Statale Matteo Ricci. Via Laratta, 1.
h. 10,00 presentazione dell’ANPI e breve introduzione del filmato “Arturo” a cura di Ivano Tajetti. (consigliere regionale ANPI Lombardia
h. 10,15 proiezione del filmato “Arturo” Oltrepò Pavese, Milano, Dongo.
h. 10,45 esposizione di Aldo Marchi (Partigiano combattente nel Mantovano)
h. 11,15 Ivano Tajetti parla di Resistenza (fondamenta della nostra Costituzione)
ANPI Sezione Barona – Milano anpibarona@fastwebnet.it
08 maggio 2009
07 maggio 2009
Dax/San Paolo/Una poesia...
Oggi ho ricevuto due e.mail,
trovo importante inserirle sul blog..!
sono complementari...
e sicuramente faranno riflettere..
Non dimentichiamo! Non perdoniamo!
7 maggio PRESIDIO h. 18.00 in piazza San Babila
9 maggio PRESIDIO h. 18.00 alle Colonne di San Lorenzo
Si chiude così il capitolo giudiziario relativo alla notte del 16 marzo2003, la notte in cui morì Dax, assassinato dalle lame fasciste, mentre ai suoi compagni ed amici accorsi al pronto soccorso dell'ospedale San Paolo toccarono le cariche di polizia e carabinieri. Già in via Brioschi la presenza massiccia dei mezzi delle forze dell'ordine aveva di fatto rallentato l'arrivo dei soccorsi. Dopo che le ambulanze avevano portato via Davide ed un altro compagno gravemente feriti, un plotone di poliziotti si presentò in tenuta antisommossa per "contenere la disperazione" dei presenti, provocazione culminata poi con cariche e manganellate all'interno dell'ospedale. Prima le risate sprezzanti di fronte al dolore di chi aveva appena appreso la notizia della morte di Dax, poi un'aggressione, premeditata e finalizzata a renderci inermi per impedire qualsiasi tipo di reazione. Hanno approfittato della situazione per compiere una mattanza contro quei"rossi di merda" da sempre detestati, "uno di meno", "vi ammazziamo tutti", spingendosi fin dentro ai reparti dell'ospedale per rincorrere chi tentava di sottrarsi alla loro furia. Il "caso" ha voluto poi che le telecamere del pronto soccorso a quell'ora non funzionassero e non abbiamo così potuto documentare in diretta i pestaggi selvaggi e le urla delle persone arrestate, dopo essere state picchiate a sangue. Un bilancio fatto di volti tumefatti, teste aperte, braccia e denti rotti, sommati alla tragica morte di Davide.Già all'indomani della mattanza era pronta la grottesca versione del questore Boncoraglio per giustificare l'operato dei propri uomini: "Stavamo solo impedendo che i ragazzi portassero via la salma." Giustificazioni aberranti, quasi a cercare di dipingerci come selvaggi o barbari (cosa avremmo dovuto fare con la salma?) immediatamente avvallate dalla stampa insieme al tentativo di trasformare un omicidio politico in una "rissa tra balordi". Un chiaro tentativo di far calare il silenzio su quella che fu, nei fatti, una piccola Diaz milanese. Il capitolo giudiziario rappresenta un'altra ferita aperta Le indagini, infatti, portarono alla sbarra quattro compagni e tre esponenti delle forze dell'ordine. La sentenza d'appello, emessa nel febbraio del 2008, ha confermato la condanna ad un anno ed otto mesi per due compagni e il risarcimento complessivo di oltre 100.000 euro. Ha inoltre portato alla piena assoluzione dei membri delle forze dell'ordine ,che in primo grado avevano visto la condanna di un poliziotto a quattro mesi per abuso d'uffico (ripreso da un video amatoriale mentre manganellava una persona a terra) e di un carabiniere a sette mesi per il possesso di una mazza da baseball (reato caduto in prescrizione). Nulla hanno contato le testimonianze del personale medico-sanitario che ha assistito alle cariche indiscriminate dentro e fuori il pronto soccorso, intervenendo tempestivamente per curare i numerosi feriti. Ancora meno hanno pesato le evidenti lesioni riportate dagli amici e dai compagni di Davide, gli unici,invece, ad essere stati condannati. Lo stato si assolve stravolgendo la verità nelle aule dei tribunali,aggiungendo alle violenze di quella notte le menzogne della sentenza.Da Genova al San Paolo: la giustizia porta la divisa. La sentenza d'appello ha evidenziato ancora una volta come la giustizia italiana funzioni a senso unico, applicando due pesi e due misure sulla base di chi deve andare a giudicare: i suoi servi in divisa o chi manifesta dissenso.... www.daxresiste.org
NON PERDONIAMOCI
In memoria di Franco Serantini,
vent’anni, anarchico, figlio di nessuno,
assassinato il 5 maggio 1972, a Pisa.
Non perdoniamoci
I morti-ragazzi,
sempre e ancora ragazzi.
Come allora.
Non perdoniamoci
questi morti
nuovi
col volto da fanciullo.
Come i partigiani
falciati
nei prati di Ghemme.
Nelle piazze
nelle vie
nelle carceri.
Proprio come allora.
Ancora, a vent’anni
Questo nuovo morire.
Non perdoniamoci
I morti-ragazzi,
crocefissi
con la nostra muta
disperazione.
Dante Strona
partigiano Biellese
In memoria di Franco Serantini,
vent’anni, anarchico, figlio di nessuno,
assassinato il 5 maggio 1972, a Pisa.
Non perdoniamoci
I morti-ragazzi,
sempre e ancora ragazzi.
Come allora.
Non perdoniamoci
questi morti
nuovi
col volto da fanciullo.
Come i partigiani
falciati
nei prati di Ghemme.
Nelle piazze
nelle vie
nelle carceri.
Proprio come allora.
Ancora, a vent’anni
Questo nuovo morire.
Non perdoniamoci
I morti-ragazzi,
crocefissi
con la nostra muta
disperazione.
Dante Strona
partigiano Biellese
06 maggio 2009
04 maggio 2009
02 maggio 2009
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