29 dicembre 2010

Condannata a morte: Irma Marchiani "Anty"



Per togliere "la colonna sonora" dal blog...
fondo pagina e click su pausa, Grazie.
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Un abbraccio..!


“Caro amico ti scrivo così mi distraggo un po’…
e siccome sei molto lontano, più forte ti scriverò..”
Un anno sta finendo, e mi sembra doveroso ringraziare tutti voi cari compagni, cari amici, cari lettori del blog ANPI Barona, le statistiche dicono che siete tanti, molti… per un semplice blog di una sezione “al confine dell’Impero”.
Ne sono felice. Se avete trovato notizie utili, racconti, attualità, e magari anche riflessioni su questo piccolo grande mondo che è l’ANPI… veramente… la cosa mi fa piacere..
Spero di potervi abbracciare magari anche ad uno a uno in questo prossimo anno che ci attende… sarà un 2011 difficile e duro… ma sono certo che tutti noi insieme… uniti… c’è la faremo, e poi abbiamo sempre l’insegnamento dei nostri amati Partigiani a farci da guida, da faro in queste giornate uggiose…
Allora “a presto” Felice anno nuovo…!
Ivano Tajetti.

28 dicembre 2010

ANPI... Grave errore non dialogare con gli studenti.


Questo il commento di Luciano Guerzoni, della Segreteria Nazionale ANPI, sul movimento degli studenti  che contesta la riforma Gelmini.
Da quando ha preso corpo l’autoritarismo berlusconiano con le sue attitudini classiste e di manomissione della Costituzione e dell’ordine repubblicano, i partigiani e gli antifascisti – innanzitutto quelli che si raccolgono nell’ANPI – con tenacia paziente e risoluta, impegnano se stessi e tutte le forze sociali e politiche democratiche per ridare fiducia e speranza indispensabili a rendere sempre più ampio, unitario, possente e vincente il campo delle forze che si battono per il cambiamento. Fiducia e speranza sono dunque nostri obiettivi: quelli stessi della “nuova stagione dell’ANPI” che oggi, con il movimento degli studenti contro la “riforma Gelmini”, emergono come frontiere possibili. E avranno il loro peso innanzitutto nell’azione volta a contrastare validamente l’attuazione di un  progetto governativo dagli effetti nefasti  per l’università pubblica, la ricerca e la cultura, rese così incapaci di essere, come potrebbero, volano di crescita economica, sociale e civile e, oltretutto, tali da essere forieri di un classismo ancora più brutale di quello attuale nell’accesso al sapere della nostra gioventù. Gli studenti, con la loro lotta determinata ma gioiosa e pacifica, hanno spiazzato la violenza e i violenti poiché consapevoli che lì sta un nemico di cui il potere governativo si giova per isolarli dall’opinione pubblica, ma, non di meno, hanno spiazzato anche il governo: sordo alle loro richieste. Asserragliato nei “palazzi della zona rossa”. Cinico e anche violento con il suo ricorso alla criminalizzazione dei giovani, rivelatore di pulsioni repressive, reazionarie e fasciste. Nell’incontro con il Presidente della Repubblica e nel dialogo con Susanna Camusso gli studenti hanno evidenziato una disponibilità al confronto con le istituzioni e le forze sociali e politiche. E’ una potenzialità preziosa che si iscrive pienamente nell’alveo della democrazia repubblicana conquistata con la Resistenza e sancita dalla Costituzione. Cogliere questa disponibilità, farla in valore, è compito della politica, innanzitutto dei partiti e delle forze sociali dell’opposizione antifascista e democratica. Non farlo sarebbe un grave errore assolutamente non giustificato dalla repulsa e dalla diffidenza verso i radicalismi, gli estremismi verbali o la retorica rivoluzionaria, più presenti in un movimento studentesco autonomo, unitario, che semmai sono da contrastare nel merito ma da non confondere con attitudini alla violenza. Non faranno questo errore i partigiani e gli antifascisti. L’ANPI promuoverà in ogni parte del Paese incontri con gli studenti aprendo i suoi congressi di Sezione e provinciali alla loro voce. L’università pubblica che vogliono è la metafora di un futuro desiderabile  per le nuove generazioni: di studio, lavoro e progetti di vita. E a ben vedere coincide con lo stesso desiderabile futuro dell’Italia. Investire di questa questione cruciale la politica, le istituzioni, i sindacati e le forze sociali e della cultura, è urgente e necessario. E’ così alla prova, ancora una volta, la democrazia repubblicana, la sua capacità di garantire partecipazione, di assecondare il cambiamento. Al tempo stesso, questa è un’occasione importante per le istituzioni, i partiti e la politica di rigenerarsi e rinnovarsi.

Luciano Guerzoni.    Segreteria Nazionale ANPI

Comunicato stampa: ANPI Magentino.

ANPI Zona 8. Milano.

ANPI Alta Valconca

eccidio di Valaperta...

22 dicembre 2010

PATRIA un articolo.!

Dal numero 10\2010 di PATRIA in distribuzione in questi giorni, un articolo di Ivano Tajetti - Presidente della nostra sezione. Portandolo alla vostra attenzione, buona lettura.


20 dicembre 2010

Raimondo Ricci. Documento messaggio fine 2010.

Care compagne e cari compagni,
ritengo sia doveroso, in queste ultime settimane di dicembre 2010, compiere con voi una valutazione in ordine alle novità che sono intervenute sulla scena della politica italiana, sulle prospettive e sulle alternative che in ordine ad essa stanno maturando. Sul ruolo che la Nostra Associazione, l' ANPI, è chiamata a svolgere in nome dei valori, dei principi e degli impegni che caratterizzano la nostra stessa ragion d'essere.
Il presente messaggio non è peraltro indirizzato soltanto ai militanti della Nostra Associazione e delle altre associazioni che intendono mantenere viva la memoria della Resistenza e di tutto ciò che essa ha rappresentato e tuttora rappresenta nella storia d'Italia. È diretto anche e soprattutto alle forze politiche cui spetta il compito di garantire quanto più possibile, in una fase di profonda crisi globale, il progresso e il benessere della nostra comunità nazionale. Inoltre questo messaggio deve essere valutato da parte di ogni componente della nostra comunità, a cominciare dalle generazioni più giovani; e ciò al fine di contribuire a quel risveglio delle coscienze oggi più che mai indispensabile.
Non credo sia necessario enumerare in dettaglio tutti i comportamenti personali e quelli relativi alla gestione politica instaurati dal premier e dai suoi sodali. Tutte le insufficienze, le deviazioni da un trasparente rispetto dei principi e delle regole sanciti dalla nostra Costituzione, le arbitrarietà anche interpretative che si collocano del tutto al di fuori della nostra Carta fondamentale e le illusioni sull'oggettiva realtà dei problemi che travagliano il nostro Paese. L'uso di aggressioni mediatiche nei confronti di chi non si attiene o si ribella a quelle illusioni. Il tentativo di stravolgere la Costituzione realizzato a livello parlamentare da una maggioranza ottenuta dal premier con gli strumenti di un populismo mediatico e fortunatamente bocciato da una larga maggioranza del popolo con il referendum del giugno 2006. L'attacco martellante nei confronti delle istituzioni di garanzia previste dalla Costituzione, a cominciare dalla Magistratura, un attacco alcuna volta esteso al Presidente della Repubblica che oggi può definirsi il più solido baluardo contro una minacciata deriva autoritaria. La tolleranza da parte del premier di attività contrarie alle leggi vigenti. L'ossessiva volontà di ricorrere a leggi “ad personam” per fronteggiare i propri guai giudiziari, senza curarsi (vedi la legge sul cosiddetto processo breve) degli effetti di cancellazione di migliaia di processi in corso.
Ossessione affiancata da una pretesa riforma della giustizia indirizzata ad aggredire il requisito di autonomia e indipendenza della Magistratura e a sottrarre ad essa strumenti indispensabili per l'accertamento di reati, anche molto gravi, come quelli concernenti la criminalità organizzata.
Il complesso delle attività sopra citate è stato tale da suscitare il dissenso e la reazione di una parte stessa della destra, quella che fa capo al Presidente della Camera Gianfranco Fini il quale, nel suo intervento programmatico di Perugia, ha chiaramente enunciato la necessità di una destra che nel suo agire politico si muova in conformità ai principi e alle regole disegnati dalla Costituzione.
Non è un caso che la Legge Fondamentale sia stata elaborata tra la metà del 1946 e fine 1947 in modo da elaborare un testo condiviso e approvato a larghissima maggioranza, fra tutte le forze politiche democratiche in campo, dai comunisti ai democristiani, agli azionisti ai liberali.
Oggi ci troviamo di fronte ad un'emergenza che non vede tanto una contrapposizione tra destra e sinistra quanto un conflitto tra chi intende muoversi nel solco della Costituzione e chi invece da essa vuole divorziare, onde conseguire un potere assoluto che pur non presentandosi con gli stessi attributi esplicitamente dittatoriali del fascismo intende instaurare un nuovo potere autoritario. Questo è il vero e concreto obiettivo del berlusconismo. In sostanza, il populismo è lo strumento di chi oggi governa l'Italia, l'autoritarismo è il risultato cui vuole pervenire.
Martedì 14 dicembre il premier Berlusconi ha evitato la sfiducia per soli tre voti, dopo un'indecente attività di mercato. Ed ora si ripropone espressamente di operare, al fine di rafforzare la sua maggioranza, in modo da continuare questa sua deprecabile attività. La prospettiva è preoccupante, considerando la spregiudicatezza dei suoi comportamenti. Per sconfiggere questa deriva che consegnerebbe il nostro Paese ad un ulteriore degrado dal quale sarebbe enormemente difficile risollevarsi, l'unica risposta non può che essere un'alleanza di tutte le forze d'opposizione che a questo disegno si oppongono in modo concreto e operante, senza alcuna esclusione. È necessaria la realizzazione di una sorta di CLN dettato dall'emergenza, capace di ricreare le condizioni fondamentali affinché la normale dialettica politica possa ricostituirsi su basi nuove nell'ambito delle forme e dei limiti della nostra Carta Fondamentale. È un progetto verso il quale occorre muoversi, con una piena disponibilità di quelle forze che furono un tempo capaci dell'approvazione della nostra Legge fondamentale.
Nel concludere questo mio messaggio ritengo necessario soffermarmi sul disagio profondo che pervade studenti e giovani privati di una prospettiva futura, disagio latente da tempo,che negli ultimi giorni ha portato ad una reazione fondamentalmente giusta. Noi tutti però dobbiamo evitare che la violenza venga ritenuta l'ultima risorsa di chi è disperato. Per questo ai giovani in particolare,desidero dire che la degenerazione della protesta in atti violenti porta come conseguenza il dare involontariamente ragione ai responsabili dell'attuale degrado. D’altro canto, le proposte di arresto preventivo – che riecheggiano leggi fasciste – e le altre iniziative volte a rafforzare la repressione dimostrano chiaramente l’intenzione dell’attuale governo di ridurre a questione di ordine pubblico il profondo anelito di giustizia e progresso che costituisce l’essenza delle proteste di studenti e precari. Per modificare le cose bisogna isolare le frange violente, di qualunque tipo esse siano e impegnare le migliori energie, a cominciare dalle nuove generazioni, nello sforzo comune per il cambiamento, forti del fatto che la coscienza del Paese è dalla parte delle legittime aspirazioni dei suoi giovani.
Con un fraterno augurio a tutti voi, per il prossimo Natale e per il nuovo anno, rendiamo sempre più operante il nostro impegno per il Bene della nostra Italia
Raimondo Ricci Presidente nazionale ANPI

18 dicembre 2010

una giornata di sole... Milano ANTIFASCISTA.

Una bella giornata, la Milano antifascista è in piazza Oberdan, musica, racconti, letture, la voce di Rosati e Smuraglia che ci ricordano valori e radici, mille colori, migliaia di persone che cantano "bella ciao".
NO ai fascisti ancora una volta sorpresi dalla volontà e dalla forza di una Milano unita, democratica, civile ed antifascista.
NON PASSERANNO..!

12 dicembre 2010

Piazza Fontana. ANPI. Non contestata la cerimonia.

http://www.agi.it/news/notizie/piazza-fontana-anpi-contestati-politici-non-la-cerimonia

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2010/12/12/visualizza_new.html_1670714318.html


ANSA MILANO - In una piazza Fontana dove, complice forse il freddo, si sono riunite solo alcune centinaia di persone a commemorare il 41/mo anniversario della strage del 12 dicembre del '69, ad attirare l'attenzione sono stati, come da alcuni anni a questa parte, i gruppi antagonisti. Una cinquantina di giovanissimi vicini al centro sociale Cantiere hanno infatti contestato lungamente prima il Presidente della Provincia, Guido Podestà, e poi il Sindaco, Letizia Moratti. Ma la novità politica di quest'anno è l'aperta presa di distanza da loro del comitato organizzatore. Nel discorso del presidente dell'Associazione famigliari delle vittime, Carlo Arnoldi, l'unico a prendere la parola (introdotto dal presidente dell'Anpi milanese, Carlo Smuraglia) é stato infatti chiaramente espresso l'invito a "contestare col silenzio" ed è stato ricordato che "la contestazione sposta l'attenzione dalla commemorazione". "Noi non abbiamo mai, e sottolineo mai, voluto lo scontro politico", ha detto Arnoldi. La presa di posizione arriva nel giorno in cui, al contrario, da più parti il mondo antagonista chiedeva agli organizzatori della commemorazione di smentire alcune voci su un certo qual imbarazzo e fastidio per queste ripetute contestazioni. I familiari delle vittime hanno poi chiesto "la pubblicazione e l'accesso a tutti i documenti delle varie inchieste ancora coperti da segreto" di una pagina della storia italiana per la quale "non ci sarà una verità giudiziaria ma solo una verità storica". Il sindaco Moratti, dal canto suo, è arrivato all'ultimo momento unendosi alle istituzioni (Regione, Provincia, Comune, Anpi, organizzazioni sindacali, Acli) un minuto prima della deposizione delle corone, quattordici, davanti alla Banca nazionale dell'Agricoltura. In piazza molto prima di lei, bersagliato dai fischi, c'era invece il presidente Podestà: "Purtroppo un gruppo di ragazzini ha deciso di contestare come al solito la manifestazione. Vedo che sono molto giovani, dovrebbero imparare dalla compostezza degli adulti", ha commentato. Letizia Moratti ha invece lasciato la piazza strettamente sotto scorta senza rilasciare alcuna dichiarazione, dopo aver assistito per intero alla proiezione pubblica, su maxischermo, di un commovente documentario d'epoca sulla strage.
(AGI) - Milano, 12 dic. - Ci tiene a precisare che le contestazioni sono avvenute prima dell'inizio della commemorazione per l'anniversario della strage di Piazza Fontana e subito dopo la fine, Carlo Smuraglia, presidente dell'Anpi di Milano, che ha parlato con i cronisti al termine della manifestazione. I giovani che hanno contestato il sindaco di Milano, Letizia Moratti, e il presidente della Provincia, Guido Podesta', sono infatti restati in silenzio per tutta l'ora durante la quale sul palco hanno parlato i parenti delle vittime e da sui e' stato mostrato un video girato dopo la strage che 'fotografa' l'episodio e il momento storico della bomba alla Banca dell'Agricoltura. 

Milano: No alla nuova sede di "forza nuova"


Forza Nuova, il sindaco Moratti revoca l'assegnazione della sede del Comune


L'organizzazione di estrema destra si era aggiudicata i locali di Palazzo Marino in corso Buenos Aires provocando la protesta delle sigle antifasciste. La decisione concordata con il prefetto


Il sindaco di Milano, Letizia Moratti, ha revocato l'assegnazione di uno spazio commerciale di circa 200 metri quadri in corso Buenos Aires e di proprietà comunale che il partito di Forza Nuova si era aggiudicato mediante una gara a evidenza pubblica per farne una propria sede.
La decisione del primo cittadino arriva a nove giorni dalla prevista inaugurazione dei nuovi spazi dell'organizzazione di estrema destra, sui quali si era già scatenata una accesa polemica da parte delle più diverse sigle antifasciste, dal Pd all'Anpi fino ai centri sociali. A quanto si è appreso la decisione, assunta dal sindaco Moratti, è stata presa di concerto con il prefetto di Milano, Gian Valerio Lombardi, e con le autorità di pubblica sicurezza.
La notizia della revoca è stata accolta con un applauso e esultanza dai manifestanti scesi in Piazza Fontana. "La nostra mobilitazione è servita a bloccarli, almeno per ora - ha commentato un rappresentante dei 'Partigiani in ogni quartiere', che riunisce associazioni antifasciste, collettivi e alcuni centri sociali - Toccherà a noi l'anno prossimo continuare a bloccare nuovi possibili spazi".
la Repubblica. Milano.



"Più radicamento nel territorio, più dialogo con i giovani"

La Costituzione, nata dalla lotta di Resistenza, è la casa comune che ha consentito al popolo italiano, dal dopoguerra a oggi, di affrontare problemi e avversità salvaguardando, nell’essenziale, la pace, la libertà, i diritti fondamentali degli individui e quelli delle comunità, il diritto al lavoro, all’istruzione, alla salute e alla casa. Essa ha contribuito a formare l’identità nazionale, per cui non è possibile pensare al popolo italiano senza i suoi istituti di libertà: il pluralismo, la distribuzione dei poteri, la partecipazione popolare. 
Per questo, la Costituzione, legge fondamentale che sta alla base della nostra convivenza civile, merita di essere conosciuta più di quanto già non lo sia. Ciò vale soprattutto per le nuove generazioni, che troppo spesso non la conoscono o la conoscono appena. Ma vale anche per tanti adulti, ai quali può capitare di darla per scontata o di dimenticarne i cardini fondamentali.
Oggi, purtroppo, molti principi e diritti sanciti dalla Costituzione sono oggetto di attacchi senza precedenti come, ad esempio, la libertà di informazione, il diritto al lavoro, il diritto di sciopero. Ma appunto, non tutti i cittadini sono consapevoli di ciò, spesso semplicemente perché non sanno, perché non sono informati. 
La nuova stagione dell’ANPI dovrà quindi avere, tra i propri compiti, quello di essere più vicina ai cittadini recuperando la memoria tramite un'azione di divulgazione e di diffusione dei principi ispiratori della nostra libertà e della nostra democrazia, soprattutto tra le nuove generazioni. E' una funzione irrinunciabile per continuare a difendere e attuare, ora e nel futuro, tutti i punti della Costituzione. E’ quindi necessario, per evitare di correre il rischio della celebrazione ripetitiva, magari un po’ lontana dai sentimenti e dall'ascolto della gente, individuare modalità e strumenti che permettano di raggiungere questo obiettivo nel modo più efficace possibile. 
Per questo la Costituzione va portata nelle piazze, nei quartieri, nelle scuole, negli oratori, nei luoghi di lavoro e di ricreazione, e va spiegata in maniera semplice e leggera anche attraverso parole in musica, parole recitate e parole in festa, realizzando le feste della Costituzione. Ciò si può fare senza rinunciare alla serietà e al rigore. E’ infatti possibile parlare di temi importanti e profondi, in modo seducente, per catturare l’attenzione e recuperare la partecipazione attiva dei cittadini.
In altre parole, uno dei compiti dell’ANPI, dovrà essere quello di suscitare interesse per la Costituzione e il suo messaggio affinché diventino un patrimonio condiviso da nonni, nipoti, genitori, figli e possano fornire strumenti concreti e utili alle famiglie, nella loro quotidianità.
La destra, negli ultimi anni, ha organizzato un’offensiva culturale che ha provocato un vero e proprio terremoto nelle coscienze e nei valori, soprattutto tra la parte più povera e meno istruita della popolazione. Sono infatti, le periferie delle grandi città e la provincia “profonda”, i luoghi privilegiati della Lega e dei gruppi neofascisti e neonazisti. In questi angoli, tra coloro che si vedono negati i diritti alla casa e al lavoro, la qualità e la possibilità dell’istruzione, l’efficienza e la gratuità delle prestazioni sanitarie, il futuro per i propri figli e quindi la dignità, sono attecchiti e attecchiscono più facilmente i razzismi e, l'illusione, che soltanto attraverso politiche di esclusione, a danno di immigrati e di rom, si possano risolvere i loro problemi. 
L’ANPI può e deve contribuire a ricostruire un tessuto culturale e sociale di solidarietà quale precondizione perché le nostre comunità, a partire dalle grandi metropoli come Milano, città Medaglia d’Oro della Resistenza, tornino a essere luoghi di inclusione, di cooperazione, di accoglienza e di lavoro.
Per farlo, l’ANPI, dovrà radicarsi maggiormente nella società e diramarsi nel territorio, il più capillarmente possibile, cominciando dalle periferie degradate, sofferenti e multiculturali, parlando con la gente, la gente che non ha voce, migranti compresi, per ridarle fiducia, speranza e consapevolezza dei propri diritti e dei propri doveri, in quanto diritti e doveri universali di tutti i cittadini così come sancito dalla Costituzione.
Infatti, pur essendo doveroso continuare a non dimenticare, attraverso le manifestazioni e le irrinunciabili commemorazioni delle giornate nazionali, dal 25 aprile al 27 gennaio, dal 9 maggio al 2 giugno, ciò non basta più, soprattutto se poi ci si rinchiude, principalmente, nelle stanze dei convegni e delle conferenze dove, perlopiù, partecipano le solite persone informate e consapevoli.
L’ANPI, a mio parere, dovrebbe dialogare maggiormente con le ragazze e i ragazzi, studenti e lavoratori, precari e disoccupati, dovrebbe coinvolgere e stimolare il confronto anche verso i giovani che hanno posizioni diverse e non sempre condivise o condivisibili, verso i giovani assenti, spettatori passivi, rassegnati e indifferenti. Dialogare significa ascoltare e non soltanto fare pedagogia, indispensabile ma non sufficiente, coinvolgere significa aprirsi a nuove forme di comunicazione e di partecipazione, assegnare ruoli e anche responsabilità, ai giovani, negli organismi dirigenti delle sezioni e dei comitati provinciali. Solo così l’ANPI potrà attualizzare e rivitalizzare, con il contributo di tutti, vecchi e giovani partigiani, antifascisti e democratici, il patrimonio ideale e culturale della Resistenza e il programma dell’Associazione.
Rita Barbieri, sezione Anpi Barona

Milano, 2 dicembre 2010

Piazza Fontana - strage di stato

02 dicembre 2010

Claudio Rovelli. Consigliere zona 6. Mi.\direttivo ANPI Barona.

12 dicembre 1969-2010 * ANPI Milano.


12 dicembre... Milano.

A Milano... il fascismo e il nazismo tornano di moda

da Liberazione
Nel capoluogo lombardo si voterà in primavera per il nuovo sindaco. Fascismo e nazismo tornano di moda
A Milano Pdl e Lega finanziano i gruppi
di estrema destra
Saverio Ferrari
Nel maggio scorso, a seguito delle continue manifestazioni promosse dell'estrema destra a Milano, il quotidiano israeliano Haaretz pubblicò un lungo e preoccupato dossier sottolineando come nel Nord d'Italia «il fascismo» tornasse «di moda». Nell'indagine di Haaretz il fenomeno venne messo in relazione alla forte crescita della Lega nord. «Nel clima politico attuale - scrissero le due giornaliste autrici dell'inchiesta - i sostenitori della destra non si vergognano più di esprimere posizioni razziste», rilevando come il successo della Lega consentiva anche al neofascismo di tornare alla ribalta. In quegli stessi giorni anche il Corriere della Sera titolò Milano "capitale" dei naziskin.
In effetti, Milano, tra aprile e maggio, era stata teatro di diversi avvenimenti. Si era iniziato con una fiaccolata, il 29 aprile, per le vie di Città studi «in ricordo di Sergio Ramelli, Enrico Pedenovi e Carlo Borsani, caduti per mano dell'odio comunista». Più che un corteo, da Forza nuova a Azione giovani, sfilò una vera e propria parata stile Germania anni Trenta: file da cinque, tamburi a scandire il passo, decine di fiaccole e molte bandiere con la croce celtica. Circa ottocento i presenti. Il tutto tra saluti romani ritmati e camicie nere. Mai prima a Milano si era visto qualcosa di simile. La domenica successiva, il 2 maggio, si tennero, invece, prima un concerto nazirock in zona Porta Venezia con l'esibizione di Skoll, nome di battesimo Federico Goglio, un cantautore il cui nome d'arte, per sua stessa ammissione, si ispirerebbe a un «lupo feroce» della mitologia germanica, dedito «alla violenta cancellazione della vita sulla terra azzannando il pianeta e riempiendo l'universo di spruzzi di sangue» (il tutto con il patrocinio e il sostegno economico del consiglio di zona 3), quindi un torneo di calcetto al Lido, in memoria di Sergio Ramelli, con la partecipazione di squadre tipo Forza nuova, Azione giovani, Hammerskins, patrocinato dal Comune e sponsorizzato dalla Provincia.
Ma non era finita. Sabato 22 un corteo nazionale di Forza nuova «contro banche e finanza», con la presenza di una delegazione del partito di estrema destra ungherese Jobbik (estimatore delle Croci frecciate, collaborazioniste dei nazisti durante l'occupazione tedesca), fu vietato e trasformato in un comizio in piazza Aspromonte, mentre il 29 maggio successivo, circa 400 teste rasate, provenienti da Spagna, Francia, Germania, Svezia e Svizzera, si erano ritrovate a Cinisello Balsamo, sotto un tendone, per celebrare il ventesimo anniversario del circuito europeo degli Hammer. Da allora la situazione è andata ulteriormente peggiorando. In settembre ha aperto in viale Brianza, a poche centinaia di metri dalla stazione Centrale, una nuova sede degli Hammer, una sorta di "avamposto", così è stato definito, per «contrastare l'invasione di immigrati e zingari». Nei locali messi a disposizione dall'Aler, con tanto di vetrina sulla strada, la prima iniziativa, tenutasi il 3 novembre, ha riguardato una conferenza in onore di Lèon Degrelle, un tempo generale delle Waffen-SS, poi condannato come criminale di guerra. Tra i partecipanti anche Roberta Capotosti, consigliera provinciale del Pdl. Il 25 ottobre è invece emerso che per la mostra fotografica in ricordo della battaglia di El Alamein, allestita allo Spazio Oberdan, promossa dall'assessorato alla Cultura della Provincia in collaborazione con le associazioni d'Arma e con il patrocinio del Ministro della Difesa e dell'Esercito, gli spazi espositivi erano stati appaltati alla Ritter, una delle principali case editrici di riferimento della destra neonazista.
Per il 3 dicembre, sempre l'assessorato alla Cultura della provincia, guidato da Umberto Maerna (sorpreso da alcuni giornalisti nel 2007 mentre salutava romanamente davanti alle tombe dei repubblichini al Campo X del cimitero Maggiore), ha pensato bene di sostenere, con il proprio patrocinio, un convegno in ricordo dei 174 bambini del quartiere Gorla, periti il 20 ottobre 1944 in un bombardamento, sotto le macerie di una scuola. Nel convegno: nessuna menzione delle responsabilità del fascismo per l'entrata in guerra dell'Italia, un esplicito omaggio alla "grande tradizione" dell'Asso di bastoni e dei suoi "intrepidi aviatori", un reparto dell'aeronautica della Rsi (loro sì che potevano mitragliare e bombardare i bambini degli altri paesi), nel logo, infine, la riproduzione del manifesto della Rsi stampato dopo la tragedia, disegnato da Gino Boccasile, tenente delle SS italiane.
Ciò che sta accadendo è il prodotto di più fatti. Da un lato, dopo le elezioni politiche del 2008, con la sconfitta del cartello de La Destra con la Fiamma tricolore, si è assistito al rifluire nel partito di Berlusconi di molte realtà del neofascismo milanese: Area identitaria, proveniente da Cuore nero, Comunità in movimento di Lino Guaglianone, Destra per Milano di Jonghi Lavarini. Dall'altro, al radicalizzarsi stesso di Pdl e Lega.
A Milano il Popolo della libertà è in mano alla famiglia La Russa: Romano ne è il coordinatore provinciale, mentre il cognato, Marco Osnato (guarda caso dirigente Aler, a proposito di sedi date all'estrema destra), svolge le funzioni di vice coordinatore cittadino. Dietro di loro Fare occidente e Destrafuturo, le due correnti entro cui sono confluiti i militanti provenienti dall'estrema destra.
Attorno al Pdl, sponda Comunione e liberazione, ormai ruota anche gran parte della destra cattolica oscurantista, in primis Alleanza cattolica. La Lega, a sua volta, tramite la componente di Borghezio, svolge un ruolo di copertura e sostegno dei gruppi neofascisti. Casa Pound Milano, in attesa di una sistemazione migliore (sembrerebbe ci stia pensando l'assessore regionale alle politiche giovanili Massimo Buscemi), è ospitata nella sede dei Volontari verdi di via Bassano del Grappa, a tutti gli effetti ormai una sede fascista. Sarà proprio lì, infatti, che l'11 dicembre, si terrà il prossimo "raduno" dell'Associazione degli ex combattenti della X Flottiglia Mas, presente Mario Bordogna, uno dei più stretti collaboratori di Junio Valerio Borghese.
Nel capoluogo lombardo si voterà in primavera per il nuovo Sindaco. Intanto Letizia Moratti, il 21 novembre, ha fatto visita a un convegno de La Destra, suo prossimo alleato nella corsa alla riconferma, presenti Adriano Tilgher, condannato per ricostituzione del partito fascista, e Francesco Cappuccio, l'ex capo di Cuore nero, mentre Forza nuova in un suo comunicato nazionale ha annunciato che il 18 dicembre «si impossesserà per un giorno intero del centro cittadino» con l'apertura di una nuova sede in Corso Buenos Aires, messa loro a disposizione dal Comune. A Milano, è vero, il fascismo sta tornando di moda.

01 dicembre 2010

sabato 18 dicembre... no al fascismo.!


A TUTTE LE CITTADINE E I CITTADINI DI MILANO CHE SI RICONOSCONO NEI VALORI DELLA COSTITUZIONE REPUBBLICANA NATA DALLA LOTTA DI RESISTENZA PER LIBERARE IL NOSTRO PAESE DALLA DITTATURA NAZI-FASCISTA 


Abbiamo appreso la notizia dell'apertura in Corso Buenos Aires a Milano di una sede di Forza Nuova, in un locale di proprietà dell'Amministrazione Comunale di Milano. 

Come ben sapete, Forza Nuova, è una organizzazione di stampo neo-fascista. 

Tale notizia lascia tutti noi, cittadini democratici e antifascisti, sgomenti e preoccupati per la gravità e la portata di tale iniziativa che si colloca a ridosso della commemorazione dell'eccidio di Piazza Fontana. 

Ancora una volta si prova ad infangare la memoria di Milano città medaglia d'Oro della Resistenza autorizzando e riconoscendo spazi organizzativi e politici a forze che hanno sempre osteggiato la democrazia e la nostra Repubblica nata dalla Resistenza antifascista. 

Noi non intendiamo assistere a questo scempio. 

Noi non possiamo e non vogliamo stare fermi; non si può non vedere in questo gesto di Forza Nuova una provocazione politica che rischia di alimentare tensioni di cui francamente la nostra città e la nostra democrazia non ne ha bisogno. 

Per questo chiediamo a tutti coloro che intendono opporsi in tutti i modi e in tutte le forme democratiche, e nel rispetto delle nostre leggi, di sostenere queste nostre ragioni! 

Chiediamo al Comune di Milano, alla Questura ed alla Prefettura , un intervento immediato per impedire l'apertura della sede di Forza Nuova. 

A sostegno delle nostre richieste viene indetta una manifestazione cittadina per il giorno: SABATO 18 DICEMBRE 2010 

Hanno già aderito: 

Anpi Milano
Osservatorio Democratico sulle nuove Destre 
Anpi Varzi
Partito Democratico 
Anpi Voghera
Partito dei Comunisti Italiani 
Arci Milano
Rifondazione Comunista 
Associazione Adesso Basta
Sinistra Ecologia Libertà
Associazione Archivio del Lavoro
Unione degli Studenti 
Associazione Punto Rosso
Casa della Cultura Milano 
CGIL Camera del Lavoro Metropolitana di Milano
Federazione della Sinistra 
Fiap 
Fondazione Aldo Aniasi
Italia dei Valori 
Libera Milano 
Memoria Antifascista coordinamento Milanese 

Bella ciao... ANPI Mirano.

30 novembre 2010

No al neofascismo e al razzismo

Dal sito ufficiale dell'ANPI Nazionale.
Un articolo sulla denuncia ANPI Barona e
Comitato Antifascista per la difesa della Democrazia. Milano zona 6.


http://www.anpi.it/milano-no-al-neofascismo-e-al-razzismo



28 novembre 2010

No al fascismo... viva la Costituzione

Comunicato stampa.

Milano: Convegni razzisti e xenofobi, manifestazioni d’odio e violenza, aperture di sedi fasciste.

L’assegnazione al gruppo militante Forza Nuova, di un locale di proprietà pubblica in C.so Buenos Aires, importante zona centrale di Milano, compiuta dal Comune, è un atto inqualificabile, offensivo e inaccettabile.
Chiediamo al Sindaco Moratti di revocare immediatamente questo incredibile contratto. Con questa vergogna il centrodestra milanese si ripete, infatti, sono passate soltanto poche settimane dalla concessione di un altro spazio di proprietà pubblica, nelle case popolari di Viale Brianza 20 a un’altra formazione esplicitamente nazifascista.
A Milano, sono in atto insidiosi tentativi di radicamento territoriale di gruppi fascisti e razzisti con tanto di supporto delle Istituzioni comunali, provinciali e regionali. Preoccupante sostegno d’Istituzioni che dimenticano che l’apologia di fascismo è reato, che dimenticano che Milano è città medaglia d’oro alla Resistenza, che dimenticano i valori su cui è fondata la nostra Costituzione.

Il comitato Antifascista per la difesa della Democrazia. Milano zona sei condanna fermamente questa brutta pagina della storia Milanese, e chiede a tutte le organizzazioni democratiche e antifasciste di organizzare una mobilitazione unitaria in difesa del patrimonio ideale e culturale della Resistenza.

Che da tutte le forze democratiche della città si alzi forte un grido:
Viva la Democrazia, viva la Costituzione, no al fascismo.


Comitato Antifascista per la difesa della Democrazia.
Milano zona 6.



Adesione: Comitato Immigrati Milano

Comunicato stampa.

Dal 5 novembre un gruppo d’immigrati è salito in cima alla torre ex Carlo Erba in Via Imbonati a Milano. Non scenderanno fino a che non sarà data risposta alla richiesta di veder riconosciuto il diritto a una vita dignitosa.
Il comitato Antifascista per la difesa della Democrazia Milano zona sei invia piena adesione e solidarietà al comitato Immigrati Milano. Riteniamo nostri concittadini a tutti gli effetti questi donne, questi uomini.
Il lavoro, la dignità, i diritti, l’identità sono nostre e vostre radici comuni. Ed anche in questo caso ci sia da faro la nostra bella Costituzione…

“Art. 3

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”
Siamo con voi.
Comitato Antifascista per la difesa della Democrazia.  Milano zona 6. 

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