24 anni fa la strage mafiosa di via Palestro
Il 27 Luglio 1993 alle ore 23,14 un'autobomba esplose nei pressi del Padiglione d'Arte Contemporanea in via Palestro, provocando cinque vittime: i vigili del fuoco Carlo La Catena, Sergio Pasotto, Stefano Picerno, il vigile urbano Alessandro Ferrari e un immigrato marocchino Moussafir Driss, che dormiva su una panchina.
La strage di via Palestro che seguì di pochi mesi quella di Firenze di via Georgofili e quella di Roma rientrava nella strategia mafiosa volta a minare le basi della convivenza civile e ad indebolire le istituzioni democratiche.
Via Palestro rappresenta, insieme a piazza Fontana, dove ha avuto inizio il 12 dicembre 1969 la strategia della tensione, a via Fatebenefratelli colpita dalla strage neofascista davanti alla Questura di Milano, e a tutti quei luoghi che sono stati teatro di attentati e azioni eversive, un simbolo di lutto, ma anche di fierezza, dignità e orgoglio. Milano, città Medaglia d'Oro della Resistenza che ha saputo resistere al terribile periodo della strategia della tensione e del terrorismo, difendendo le istituzioni repubblicane nate dalla Resistenza, ha reagito alla strage di via Palestro, con una risposta forte e senza tentennamenti, una risposta di tutti i milanesi, delle associazioni, delle forze democratiche e della società civile, che ne ha cementato l'alleanza nella ferma e incessante battaglia contro tutte le mafie.
A 24 anni di distanza da quel tragico episodio occorre riaffermare con forza la cultura della legalità, richiamando con grande fermezza i valori e i principi della Costituzione repubblicana, contro ogni forma di criminalità organizzata e ogni tentativo eversivo e autoritario, comunque mascherato.
Le nostre organizzazioni di base sono invitate a partecipare con le bandiere.
Il 27 Luglio 1993 alle ore 23,14 un'autobomba esplose nei pressi del Padiglione d'Arte Contemporanea in via Palestro, provocando cinque vittime: i vigili del fuoco Carlo La Catena, Sergio Pasotto, Stefano Picerno, il vigile urbano Alessandro Ferrari e un immigrato marocchino Moussafir Driss, che dormiva su una panchina.
La strage di via Palestro che seguì di pochi mesi quella di Firenze di via Georgofili e quella di Roma rientrava nella strategia mafiosa volta a minare le basi della convivenza civile e ad indebolire le istituzioni democratiche.
Via Palestro rappresenta, insieme a piazza Fontana, dove ha avuto inizio il 12 dicembre 1969 la strategia della tensione, a via Fatebenefratelli colpita dalla strage neofascista davanti alla Questura di Milano, e a tutti quei luoghi che sono stati teatro di attentati e azioni eversive, un simbolo di lutto, ma anche di fierezza, dignità e orgoglio. Milano, città Medaglia d'Oro della Resistenza che ha saputo resistere al terribile periodo della strategia della tensione e del terrorismo, difendendo le istituzioni repubblicane nate dalla Resistenza, ha reagito alla strage di via Palestro, con una risposta forte e senza tentennamenti, una risposta di tutti i milanesi, delle associazioni, delle forze democratiche e della società civile, che ne ha cementato l'alleanza nella ferma e incessante battaglia contro tutte le mafie.
A 24 anni di distanza da quel tragico episodio occorre riaffermare con forza la cultura della legalità, richiamando con grande fermezza i valori e i principi della Costituzione repubblicana, contro ogni forma di criminalità organizzata e ogni tentativo eversivo e autoritario, comunque mascherato.
Le nostre organizzazioni di base sono invitate a partecipare con le bandiere.
Un caro saluto
Roberto Cenati
Presidente ANPI Comitato Provinciale di Milano
Roberto Cenati
Presidente ANPI Comitato Provinciale di Milano
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