24 gennaio 2021

NON DIMENTICHIAMO... 27 Gennaio 2021


GIORNO DELLA MEMORIA 2021 - ANPI BARONA MILANO.

I Partigiani della Barona e del Giambellino, deportati politici uccisi nei campi di concentramento. 

Noi NON dimentichiamo. Più di novanta i nominativi sulle lapidi Partigiane della Barona e del Giambellino/Lorenteggio, riportiamo qui la storia di nove di loro che terminarono la loro breve vita nei campi di concentramento nazifascisti. Uccisi tra fame, indicibili sofferenze, strazianti torture, malattie e violenze, morti per ideali di libertà, morti per la Resistenza del bene contro il male assoluto. Non dimentichiamoli. 


Dal Corriere della Sera, 27 maggio 1945. 

“Un appello del prefetto per gli internati di Mauthausen e Dachau. Il prefetto di Milano ing. Riccardo Lombardi ha fatto una importante comunicazione riguardante i prigionieri politici italiani in Germania. Egli ha detto:

Una delegazione dei campi di “eliminazione” di Mauthausen e di Dachau è giunta ieri a Milano. Dei prigionieri politici italiani ivi detenuti l’85 per cento è perito. I superstiti, circa 1500, sono tuttora, a differenza degli internati francesi, belgi, olandesi, cechi, polacchi, russi e anglo-americani, chiusi nei campi e versano in gravissime condizioni fisiche. Ogni giorno parecchi di essi soccombono alle malattie e allo stato di sfinimento portato dalle sevizie e dalle privazioni a cui sono stati sottoposti. E’ urgente il rientro in patria di questi nostri fratelli per i quali è stata predisposta ogni assistenza. E’ mancato finora il consenso delle autorità alleate competenti che sono a quanto sembra, il Comando generale alleato nel Mediterraneo. Chiediamo di essere autorizzati a spedire una colonna di automezzi a prelevare questi infelici nostri confratelli e portarli a Milano, dove essi avranno ogni possibile cura. Questo rientro non pregiudica il divieto provvisorio stabilito dalle autorità alleate per il ritorno delle centinaia di migliaia di ex-internati italiani, per i quali continua a valere il piano fissato. Migliaia di famiglie e tutto il popolo italiano attendono con angoscia la decisione degli alleati. A nome del popolo italiano facciamo un caloroso appello al Governo britannico e al Governo americano affinché vengano date immediate istruzioni ai Comandi militari competenti di autorizzare il rientro a Milano dei superstiti dei campi di “eliminazione” di Mauthausen e Dachau”.

Il prefetto ha ribadito la necessità di provvedere sollecitamente al rimpatrio degli italiani internati nel campo di Mauthausen anche in un telegramma inviato al Maresciallo Alexander. 


Bossi Luigi - Milano 23/11/1922 - Ebensee 23/04/1945.  - Cippo di Via Moncucco di Via Moncucco 29. Nato a Milano in Via Chiesa Rossa 67, abitava in Via Moncucco 38 di professione Operaio Saldatore. Partigiano nelle Brigate Matteotti dal 1/1/1944. Arrestato per attività sovversive il 13/12/1944, veniva deportato nel lager di Bolzano e da li tradotto il 1/2/1945 in Germania nel campo di concentramento di Mauthausen e poi in quello di Ebensee, dove moriva a soli 22 anni tra stenti, torture e supplizi il 23/04/1945. 

Cimini Guido - Napoli 14/03/1889 - Dachau 6/2/1945. - Lapide di Via Biella 30 (Abitazione). Guido Partigiano nella Brigata volante “Aldo Oliva” della Divisione Ticino. Nato a Napoli, antifascista dalle sue origini si trasferisce a Milano con la famiglia in cerca di lavoro, viene catturato dai fascisti nel settembre del 1944, incarcerato a San Vittore e poi passando dal lugubre binario 21 della Stazione Centrale di Milano, viene deportato nel campo di concentramento di Dachau dove viene ucciso a 46 anni di vita il 6 febbraio 1945. 

Giovanni 25/2/1925-3/5/1945; 20 anni e Pietro Negri 27/3/1906-5/10/1944; 38 anni. Abitavano in via Lodovico il Moro 135 dove li ricorda una Lapide “Nei campi di eliminazione sacrificarono la fiorente giovinezza alla libertà”. Partigiani combattenti, appartenevano alla 113ª Brigata Garibaldi SAP: Giovanni dall’8 settembre 1943, Pietro dal 26 luglio 1943. (Diplomi Alexander 227352 e 229780) Furono arrestati alla Cascina Beldiletto in Barona con l’accusa di occultare armi e munizioni. Vennero deportati in Germania nel campo di concentramento di Mauthausen. Secondo le schede della Federazione Comunista Milanese, sezione “Antonio Gramsci”, i due fratelli vennero arrestati in piazzale Baracca, su denuncia di certo Bortolotti Giovanni, il 30 novembre 1943. Pietro morì a Mauthausen il 5 ottobre 1944, quasi un anno dopo il suo arresto. Giovanni due giorni prima della liberazione del campo.  (Da un verbale della 113ª Brigata Garibaldi SAP veniamo a conoscenza delle gravi conseguenze della delazione di Giovanni Bortolotti. “Costui, al soldo dei fascisti, denunciava i cittadini combattenti, e non, sospettati di tramare contro lo status quo. A seguito di tale atto trovarono la morte 6 giovani della nostra zona, sorpresi mentre erano riuniti per organizzare un’operazione di guerriglia in uno scantinato di via Ludovico il Moro ed arrestati il 4 agosto 1944. (Giovanni e Pietro Negri, Vittorio Morneghini, Giuseppe Frazzei, Francesco Migliavacca e Luciano Paschini). “Furono arrestati tutti e portati al carcere di San Vittore dove vennero pesantemente torturati al fine di ottenere i nomi dei loro compagni d’azione, ma nessun nome venne fatto.”

Vittorio Morneghini. Milano il 5/6/1922. Gusen 1/4/1945. Lapide presso la sua abitazione Via Lodovico il Moro 135, con i Partigiani Negri Giovanni e Negri Pietro. Di professione  Operaio Meccanico, Partigiano combattente 113° Brigata Garibaldi SAP. dal 17/03/1944. Catturato per delazione durante un’azione di disarmo in Via Vigevano, Milano il 4/8/1944, incarcerato a San Vittore e deportato a Mauthausen il 17/8/1944  e poi ucciso nel sotto campo di Gusen il 1/04/1945. 

Luigi Corradini.  Milano 1/6/1908 – Gusen 10/4/1945. Lapide dove abitava in via Parenzo 8. Operaio Meccanico. Partigiano 114ª Brigata Garibaldi Sap dal gennaio 1944. Viene arrestato dai nazifascisti il 18 marzo 1944 e deportato a Gusen dove è ucciso tra stenti e malattie a 36 anni.

Vittorio Malandra. Milano26/6/1894 – Mauthausen 22/4/1945. Abitava in viale Famagosta 4, dove una lapide ricorda il suo sacrificio  Partigiano nella 128° Brigata Garibaldi SAP operante a Sesto San Giovanni, dove lavorava alla Breda come Operaio verniciatore. Viene arrestato a casa sua la notte del 14 marzo 1944, in uno dei maggiori rastrellamenti eseguiti dai fascisti repubblichini in seguito agli scioperi avvenuti nelle fabbriche milanesi e dell’hinterland all’inizio del mese. Quella notte furono 63 gli operai catturati. La Breda fu una delle fabbriche più colpite con un totale di 125 arrestati di cui 121 deportati. Malandra prima incarcerato a San Vittore viene poi portato a Bergamo alla caserma Umberto I. Da qui partì il 17 marzo 1944 per Mauthausen con il trasporto n. 34. Arrivò nel campo di concentramento dopo 3 giorni di viaggio, numero di matricola: 58958. Rimase in vita per più di un anno fino al 22 aprile 1945. Morì ucciso a 51 anni.

Federico Fossati. Milano 12/9/1912 –  Mauthausen 18/4/1945. Abitava in via Apuli 1. Giambellino, Milano. Federico è ricordato nella lapide collettiva di Via Segneri.  Partigiano nella 113° Brigata Garibaldi SAP dal 10 febbraio 1944. (Diploma Alexander 233568)  Lavorava alla C.G.E. in qualità di Elettrotecnico. Viene arrestato come “misura preventiva” anche a causa di un odio personale con uno squadrista fascista della zona (detto “Ciuffolo”), trasferito al carcere di Verona e poi mandato a Mauthausen dove giunge il 13 marzo 1944, numero di matricola 57630.  Viene più volte trasferito, una vera e propria “via Crucis” tra soprusi e torture tra vari sottocampi, tra cui St. Lambercht, una fattoria delle SS dove il lavoro era estremamente duro. Rientrò a Mauthausen il 15 maggio del 1944 ma già il 21 settembre veniva mandato a Gusen a lavorare negli impianti sotterranei di produzione degli armamenti. Il 6 marzo 1945, in pessime condizioni, viene portato al campo principale, nel Sanitaslager dove morì, ucciso poche settimane prima della liberazione, Aveva 33 anni. 

Adriano Pogliaghi. Milano 25/11/1923 –  Gusen 19/4/1945.  Abitava in via Segneri 8. Lapide collettiva di Via Segneri e lapide presso la sua abitazione. Partigiano combattente in varie formazioni Matteotti. Squadre d’Azione giovanili P.S.I. e Brigata Cucciniello. Diploma Alexander n° 230297.  Fin dal novembre 1943 entra a far parte del movimento clandestino Socialista, Capo settore della zona S. Cristoforo – Barona e, contemporaneamente, agisce come uomo di collegamento con le Brigate del Varesotto.  E’ tra i più attivi durante il grande sciopero del marzo 1944, motivo per cui viene arrestato: Aveva sabotato con altri  compagni Partigiani (Arrigo Veneri, Angelo Doninotti e Paolo Barbieri) un lungo tratto della linea tranviaria tra Via Biella e il naviglio Grande in Barona. Avendo obblighi di leva viene mandato al comando militare della Marina da dove riesce ad evadere.  Tornato a Milano riprende con ancora più fervore la lotta contro il nazifascismo, nuovamente arrestato e deportato, dopo un periodo trascorso nel carcere di San Vittore, a Mauthausen dove morì ucciso a soli 21 anni.


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