Ci fa rabbia, ci indigna ogni lapide martoriata, perché aggiunge oltraggio allo strazio di quelle morti ingiuste ma eroiche.
Ci fa bollire il sangue nelle vene perché l'odio continua ad essere il motore di queste azioni, un odio che viene tramandato, propagandato da gente meschina a gente ignobile.
Ma pensate forse di intaccare così il loro ricordo? Pensate forse che la nostra memoria diminuisca? Credete forse di spaventarci?
Il ricordo diventa ogni volta più grande, la nostra memoria ogni volta più solida e il nostro coraggio sempre più forte.
E non è retorica ma un dato di fatto: voi spaccate una pietra, noi raccontiamo chi era il nome su quella pietra e se qualcuno ancora non conosceva la sua storia ora la scoprirà e si aggiungerà a noi che già ricordiamo.
Questa volta è toccato ad Adriano Pogliaghi, un ragazzo ucciso a Mauthausen a soli 22 anni. Un uomo coraggioso che entrò nel movimento socialista clandestino fin dal novembre 1943, senza temporeggiare, pronto a cacciare gli invasori nazisti e a distruggere la dittatura fascista.
Un uomo forte, così tanto da riuscire a divellere un binario dei tram durante i grandi scioperi del marzo '44, insieme ad altri compagni.
Fu proprio questa azione la causa del suo arresto che viene tramutato in arruolamento forzato nella Marina avendo lui obblighi di leva. Ma Adriano non vuole combattere per i nazifascisti. Scappa e torna a Milano a lottare con le squadre giovanili Socialiste.
La lotta comporta rischi. Questo Adriano lo sa bene. Viene arrestato nuovamente e, dopo in breve ma duro periodo a San Vittore, viene inviato a Mauthausen dove sarà ucciso poche settimane prima della liberazione del campo.
Nessuno di coloro i quali ha dato fuoco alla corona e danneggiato la lapide per Adriano vale anche soltanto un'unghia di questo Partigiano...eppure lui ha combattuto anche per la loro libertà.
Ma i grandi si sa, sono sempre magnanimi specie verso i vigliacchi.
- Lapide di Via Segneri 8 nel quartiere Giambellino in Milano.
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