Sul quotidiano la Repubblica (ed. Genova) intervista al Presidente nazionale ANPI Gianfranco Pagliarulo
Questo 25 aprile, dopo l'inverno della pandemia, è una nuova primavera di memoria attiva e di giustizia sociale, dice Gianfranco Pagliarulo, dallo scorso autunno presidente nazionale dell'Anpi dopo la scomparsa di Carla Nespolo. E sottolinea sia l'impegno solidale di Anpi sia la crescita della sua presenza nella società italiana: tanto più di fronte alla rabbia sociale che l'estrema destra cerca di cavalcare.
Pagliarulo, ancora un 25 aprile senza le piazze e con la pandemia: cosa significa, per Anpi?
“Questo 25 aprile 2021 per noi è un compleanno, quello di una bella signora di una certa età che ci è molto cara. Un grande compleanno come quelli dell'unità d'Italia nel 1861 e della Liberazione che è la rinascita dopo la mostruosità del nazifascismo. Ma questo compleanno mi sembra operare una nuova primavera di giustizia sociale, tanto più necessaria per la crisi dovuta alla pandemia, che speriamo di eliminare attraverso i vaccini. Inoltre quest'anno lanceremo il Memoriale della Resistenza Italiana con le interviste a 500 partigiani sul portale web di Anpi. Una prima pietra virtuale in attesa del Museo nazionale della Resistenza che nascerà a Milano”.
Cos'è stato quest'anno per Anpi?
“Un anno terribile, sconvolgente. E Anpi ha moltiplicato le sue attività, con tante iniziative di solidarietà materiale verso le persone bisognose: a Genova gli esempi non sono certo mancati. Per alcuni aspetti, sebbene la situazione non sia più così grave, la nostra attività continua ancora. Ma noi abbiamo anche mobilitato le persone nelle case il 25 aprile di un anno fa, cantando Bella Ciao dai balconi per sentirsi insieme; ma abbiamo chiesto a tutti, da ogni casa, anche attraverso il web, di mobilitarsi contro il razzismo dopo il caso Floyd, ad esempio. E abbiamo continuato a crescere, nonostante il virus siamo ben oltre i 130 mila iscritti e anche i dati del 2021 sono positivi”.
Nuovi iscritti soprattutto giovani…
“La memoria passa ai giovani, e se posso dire una frase di Sepulveda, un popolo senza memoria è un popolo senza futuro, per non rimanere con la testa girata al passato. Le giovani generazioni vivono in un mondo completamente diverso non solo rispetto al 1945, ma anche alle generazioni successive. Dobbiamo portare noi ai giovani le culture della liberazione nei luoghi della formazione, le scuole. Già ci siamo, ma potenzieremo un accordo con il ministero nei prossimi giorni”.
Le proteste legate alla crisi rischiano di essere orientate dall'estrema destra. Come si può evitare?
“La protesta è giustificabilissima, perché la situazione è molto grave e dobbiamo far sì che il grande flusso di denaro del Recovery Fund vada incontro non tanto all'emergenza ma alla costruzione di un vero e proprio piano del lavoro, perché se anche il dramma della pandemia fosse risolto, mai si potrà tornare al 2019 perché ci saranno situazioni di lavoro decimate e molte cose sono cambiate. Dico al governo, e qui finora non ho visto tante differenze tra Conte e Draghi, che dobbiamo innovare salvaguardando il massimo dell'occupazione. E in questo dramma si connette la presenza di forte fasciste che si nutrono di disperazioni sociali”.
a cura di Donatella Alfonso
(Da la Repubblica (Ed. Genova) del 12 aprile 2021)
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