22 aprile 2009

lettera aperta...

In allegato inviamo una "lettera aperta" al Comitato nazionale dell'ANPI. Chi l'ha scritta e chi la sottoscrive chiede all'Associazione di essere coerente con l'appello lanciato nei giorni scorsi sul 25 aprile e di impegnarsi a chiedere al Presidente del Consiglio un impegno chiaro e inequivocabile al ritiro della Pdl 1360 (equiparazione partigiani-repubblichini sotto le insegne del cosidetto "Ordine del Tricolore").
Infatti, come è chiaramente detto nella chiusura della lettera, senza tale impegno "la presenza di Silvio Berlusconi su un qualsiasi palco del 25 aprile sarebbe, è inutile negarlo, un grave atto di disdoro verso tutte le donne e gli uomini della Resistenza e i combattenti per la libertà dell’Italia".
Per aderire: mandare una mail con nome cognome, eventuale sezione ANPI a cui si è iscritti alla seguente mail:
collettivodentici@tiscali.it

Nel mio calendario “laico” non c’è ricorrenza che mi sia più cara del 25 aprile. È così da sempre, il 25 aprile mi appartiene fin da quando ero piccina. Milano, la mia città, quel giorno sembra comunque, e in ogni condizione meteorologica, bellissima e radiosa. Mettendosi in viaggio per raggiungere i Bastioni di Porta Venezia - concentramento “storico” del corteo - sui mezzi pubblici o per strada non si può fare a meno di notare come le persone, anche se non si sono mai viste prima, si riconoscono, si sorridono, si danno del tu. Penso sia così perché, in tantissimi, sentiamo di essere indissolubilmente parte di quella Liberazione che celebriamo. Padri e madri hanno riconquistato la libertà e l’hanno affidata ai figli e ai nipoti, di generazione in generazione. E noi quella libertà la abitiamo e la esercitiamo nel nostro oggi e dunque continuiamo, - anche se il più delle volte inconsapevolmente - ad agire la Liberazione, la manteniamo viva… “Non esistono liberatori. Solo uomini che si liberano”.
Da bambina, quando vedevo sfilare il gruppo che procedeva in silenzio, portando cartelli neri con scritte bianche in stampatello, mi veniva un groppo in gola e solo l’applauso commosso che ne salutava il passaggio aveva il potere di tranquillizzarmi. Erano i sopravvissuti ai campi di sterminio. Le scritte bianche indicavano i nomi degli inferni terreni da cui, solo fisicamente, essi riuscirono a salvarsi. Prima che con la mente, capivo il loro dolore con il corpo. Quando succede così la Memoria non ha bisogno di una Giornata in un certo punto dell’anno. E non è un dovere, bensì una scelta e un impegno in continuo divenire. Non mi piace quello che sta accadendo intorno alla celebrazione del prossimo 25 aprile. Chi parla di una Festa monopolizzata da una parte politica di cui è necessario riappropriarsi, chi divide i partigiani in rossi/cattivi e bianchi /buoni, chi definisce “sovietica” la Costituzione italiana deforma la storia, stravolgendola per fini di propaganda e in ragione di miseri - e pericolosi - calcoli e provocazioni. Ma soprattutto non sa nulla - e nulla potrebbe sapere - di quanto sia speciale la mia, la nostra Milano del 25 aprile. I fischi non bastano e non servono in questo caso.
Io il mio fiato non intendo sprecarlo. Se sarà necessario quest’anno andrò altrove. Posso, sono ricca dei tanti 25 aprile gioiosi, densi di umanità e fraternità, del camminare gli uni a fianco degli altri, compagne e compagni. Magari salirò a Cicognola, nell’Oltrepo Pavese. Lì, nel castello che vide operare i torturatori sanguinari della Sicherheits e le Brigate nere, esiste una memoria dei luoghi che non lascia spazio alla speculazione dei troppi avventurieri della politica odierni. Ma ovunque si vada a celebrare il 25 aprile, c’è qualcosa che non possiamo noi dell’ANPI esimerci dal chiedere, per coerenza con l’appello che i vertici della nostra Associazione hanno stilato e diffuso nei giorni scorsi, in particolare nel passaggio in cui si afferma che “…per un futuro desiderabile dell’Italia è necessaria e urgente una diffusa, appassionata e unitaria assunzione di responsabilità, capace di contrastare validamente e sconfiggere un’insidiosa deriva populista che sta allontanando le istituzioni e la società italiana dalla Costituzione repubblicana per dar luogo ad un sistema autoritario, incontrollato e personalistico. Frutto di questa degenerazione politica è per esempio il tentativo di equiparare i repubblichini di Salò ai partigiani con una proposta di legge (n. 1360) contro cui l’ANPI è impegnata e che deve essere bloccata con il contributo di tutte le forze istituzionali e democratiche. Dobbiamo difendere la Costituzione, bussola della democrazia, e pretenderne l’attuazione.” L’ANPI e tutte le organizzazioni democratiche rivolgano dunque al Presidente del Consiglio la composta, ma fermissima richiesta di una dichiarazione inequivocabile che impegni la sua maggioranza di governo al ritiro della p.d.l. 1360. Senza questo gesto la presenza di Silvio Berlusconi su un qualsiasi palco del 25 aprile sarebbe, è inutile negarlo, un grave atto di disdoro verso tutte le donne e gli uomini della Resistenza e i combattenti per la libertà dell’Italia.
Roberta Migliavacca
ANPI Voghera – Membro del Direttivo Provinciale ANPI Pavia

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