Come si ricuce l’Italia? Un filo di decenza ci porta in piazza, sabato 8 ottobre, a Milano, a partire dalle 14 e 30, per reagire all’indignazione. Una grande manifestazione, nel cuore della città, per dare spazio a quanti, ago e filo in mano, vogliono un abito dignitoso per il paese.
Libertà e Giustizia, si riconosce nel MANIFESTO firmato da Gustavo ZAGREBELSKY e nato nel corso del seminario di studi a Poppi
“Noi proviamo scandalo per ciò che traspare dalle stanze del governo. Ma non è questo, forse, il peggio. Ci pare anche più gravemente offensivo del comune sentimento del pudore politico un Parlamento che, in maggioranza, continua a sostenerlo, al di là d’ogni dignità personale dei suoi membri che, per “non mollare” – come dicono –, sono disposti ad accecarsi di fronte alla lampante verità dei fatti e, con il voto, a trasformare il vero in falso e il falso in vero, e così non esitano a compromettere nel discredito, oltre a se stessi, anche le istituzioni parlamentari e, con esse, la stessa democrazia”.
Presenta
Luisella Costamagna
Luisella Costamagna
sul palco, tra gli altri,
Gustavo Zagrebelsky, Sandra Bonsanti, Valerio Onida, Giuliano Pisapia, Marco Revelli, Paul Ginsborg, Bruno Tinti, Lorenza Carlassare,
Salvatore Veca, Franco Siddi, Carlo Smuraglia, Onorio Rosati, Lirio Abbate, Giuliano Turone
Il bisogno di partecipazione e rappresentanza politica deve farsi largo nelle strutture sclerotizzate della politica del nostro Paese.Gustavo Zagrebelsky, Sandra Bonsanti, Valerio Onida, Giuliano Pisapia, Marco Revelli, Paul Ginsborg, Bruno Tinti, Lorenza Carlassare,
Salvatore Veca, Franco Siddi, Carlo Smuraglia, Onorio Rosati, Lirio Abbate, Giuliano Turone
Libertà e Giustizia, si riconosce nel MANIFESTO firmato da Gustavo ZAGREBELSKY e nato nel corso del seminario di studi a Poppi
“Noi proviamo scandalo per ciò che traspare dalle stanze del governo. Ma non è questo, forse, il peggio. Ci pare anche più gravemente offensivo del comune sentimento del pudore politico un Parlamento che, in maggioranza, continua a sostenerlo, al di là d’ogni dignità personale dei suoi membri che, per “non mollare” – come dicono –, sono disposti ad accecarsi di fronte alla lampante verità dei fatti e, con il voto, a trasformare il vero in falso e il falso in vero, e così non esitano a compromettere nel discredito, oltre a se stessi, anche le istituzioni parlamentari e, con esse, la stessa democrazia”.
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