08 febbraio 2012

ANPI NO TAV...


VISTO
l’art. 2 della Costituzione: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”;
l’art 9 della Costituzione: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”;
l’art.21 della Costituzione: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”;
l’art. 41 della Costituzione: “L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”;
l'art. 42 della Costituzione: "La proprietà privata può essere, nei casi preveduti dalla legge, e salvo indennizzo, espropriata per motivi di interesse generale";
l’art. 2 lettera m) dello Statuto Nazionale dell’ANPI, che afferma che “l’ANPI ha lo scopo di: dare aiuto e appoggio a tutti coloro che si battono, singolarmente o in associazioni, per quei valori di libertà e di democrazia che sono stati fondamento della guerra partigiana e in essa hanno trovato la loro più alta espressione”;
il documento politico approvato all’unanimità dal 15° Congresso Provinciale ANPI di Torino del 16 gennaio 2011 nel quale si afferma: “che gli investimenti pubblici debbano essere realizzati con il reale coinvolgimento delle popolazioni e delle Istituzioni locali in un confronto dialettico che percorra ed esamini tutte le possibili opzioni, nel rispetto dell’Articolo 41 della Costituzione”;
il comunicato della Presidenza Provinciale ANPI di Torino del 30 maggio 2011;
i documenti e i comunicati delle Sezioni ANPI di Nizza Lingotto, Chivasso, Martinetto, e del coordinamento delle dieci sezioni della Valle Susa e Val Sangone scritti tra l’11 dicembre 2010 e il 1° luglio 2011;
il documento scritto da Alessandra Algostino, Professore associato di Diritto Costituzionale Comparato dell’Università degli Studi di Torino, intitolato “NO TAV e Costituzione”;
l’appello unitario di centinaia di associazioni democratiche per il ripristino della legalità e della democrazia in Valle Susa del 7 giugno 2011;
gli appelli “Fermiamoli” del 26 giugno 2011 e “NO TAV Bene Comune” del 6 luglio 2011 firmati da numerosi intellettuali e amministratori antifascisti di livello nazionale e internazionale per la smilitarizzazione del territorio e per il ritorno al confronto politico e democratico;
l’approvazione del documento a sostegno dell’opera votato all’unanimità da tutte le forze politiche rappresentate alla Camera dei Deputati;

TENUTO CONTO
che in Val di Susa è in corso un’emergenza democratica;
che l’ANPI si è espressa e si esprime sull’emergenza democratica, sui diritti e su quanto previsto dalla Costituzione e non sull’opportunità ne sulla fattibilità dell’opera;
che il dissenso è tutelato dalla Costituzione ed è legittimato nei limiti della legalità;

CONSIDERATO
quanto emerso dal confronto nel comitato di sezione nella riunione del 10 giugno 2011;
quanto emerso dal confronto, sia diretto e sia telematico, tra i militanti della sezione nel periodo giugno-luglio 2011;
quanto emerso dal confronto tra il comitato di sezione e gli iscritti durante la riunione apposita del 6 Luglio 2011;
quanto emerso dal confronto nel comitato di sezione nella riunione del 15 luglio 2011;
la Sezione A.N.P.I. “68 Martiri” di Grugliasco - (e l'ANPI Barona di Milano)

CONDIVIDE E SOTTOSCRIVE
il documento della Presidenza Provinciale ANPI di Torino del 30 maggio 2011;

RICONOSCE
al Movimento NO TAV piena legittimità di dissenso e di resistenza civile, in quanto nella sua storia ultraventennale ha dimostrato la propria natura antifascista, democratica e non violenta, tipica dei movimenti popolari radicati sul territorio;
ai Comitati NO TAV la funzione costituzionale di presidio della democrazia, vissuto con metodo assembleare e comunitario, praticato come luogo sociale attivo e dinamico volto all’educazione e alla formazione di cittadini liberi, informati e consapevoli, in sintonia con i valori ed i principi della Costituzione nata dalla Resistenza;
alle centinaia di gruppi, associazioni e soggetti che partecipano al Movimento NO TAV il ruolo di promotori della cultura dei diritti umani e dei beni comuni, per una transizione a stili di vita sostenibili, il progresso civile, la tutela dell’equilibrio tra azione antropica e territorio montano;
a tutti i lavoratori il diritto inviolabile di svolgere la propria attività in condizioni di sicurezza;
all’ANPI, a qualsiasi livello, di esprimersi legittimamente su questioni che riguardano la democrazia, i diritti e la Costituzione;

ESPRIME
la propria solidarietà a quanti, cittadini, lavoratori, studenti, disoccupati, pensionati, famiglie della Valle Susa, vivono con preoccupazione e apprensione la trasformazione di un un’opera pubblica civile in una questione di ordine pubblico;
la propria preoccupazione in seguito alla degenerazione dei tavoli politici e tecnici in militarizzazione del territorio;
la differenza, in modo chiaro e inequivocabile, tra la Resistenza al nazifascismo, che fu lotta armata organizzata contro l’invasore nazista e la dittatura fascista, e la resistenza civile e non violenta del Movimento NO TAV;

CONDANNA CON FERMEZZA
la militarizzazione del territorio;
l’uso della violenza sotto qualsiasi forma e da qualsiasi parte provenga;
l’infiltrazione di individui violenti all’interno del Movimento NO TAV;
la propaganda dei mezzi di comunicazione che, salvo poche eccezioni, non stanno rappresentando la realtà dei fatti, in particolare sui costi dell’opera e sulle motivazioni tecniche di opposizione all’opera;

AUSPICA
l’immediata smilitarizzazione del territorio;
il ripristino della legalità democratica;
la riapertura in tempi rapidi del confronto politico, democratico e tecnico;
la divulgazione da parte dei mezzi di comunicazione delle ragioni democratiche e delle motivazioni tecniche di opposizione all’opera documentate dal Movimento NO TAV in oltre vent’anni di raccolta dati e di partecipazione dei cittadini;
la restituzione alla cittadinanza del Museo Archeologico di Chiomonte, situato in località Maddalena e di tutti i siti ad esso collegati, per la fruizione locale, naturalistica, culturale, scientifica, accademica e turistica in generale;
l’avvio all’interno dell’ANPI a tutti i livelli e in tempi ragionevoli di un confronto sull’emergenza democratica attualmente in corso in Valle Susa;

RICHIEDE
al Comitato Provinciale, all’Esecutivo Provinciale e alla Presidenza Provinciale ANPI di Torino di avviare in tempi ragionevoli e tenendo conto della massima disponibilità delle Sezioni, un confronto apposito interno all’ANPI, in particolare con il supporto delle Sezioni del territorio maggiormente interessate dall’opera, per la condivisione di informazioni e riflessioni sull’emergenza democratica attualmente in corso in Valle Susa;

INVITA
le altre sezioni ANPI del territorio provinciale di Torino (e Milano) a prendere visione dei documenti citati e a discutere la questione;
il Comitato Provinciale, l’Esecutivo Provinciale, la Presidenza ANPI di Torino (e Milano) e i responsabili delle commissioni di lavoro provinciali ad avviare all’interno dell’ANPI, da settembre in poi e a tutti i livelli oltre che con l’ausilio di studiosi ed esperti, un confronto e un’analisi sui beni comuni, sulla relazione tra democrazia e territorio, distribuzione delle risorse, limiti dello sviluppo e transizione a stili di vita più sostenibili, in continuità con le decisioni del recente Congresso ANPI Nazionale, in continuità con il pensiero di Aurelio Peccei, intellettuale antifascista torturato nella famigerata caserma di via Asti a Torino nel 1944, in continuità con la vittoria dei referendum del 12 e 13 giugno 2011 su acqua, energia e giustizia, e coerentemente con il prosieguo della ”nuova stagione dell’ANPI”, affinché questa si traduca concretamente in cammino collettivo per la costruzione di modalità e pratiche unitarie, nella pluralità e nella diversità, per l’antifascismo del XXI secolo.

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