Tra i tanti premiati oggi da Penati; si e sentito parlare anche di ANTIFASCISMO, i nostri più sinceri, autentici, emozionati complimenti al nostro iscritto Antonio Bozzetti.
Premio Isimbardi Provincia di Milano
Giornata della Riconoscenza 2007
Antonio Bozzetti
"Partigiano nelle file del corpo volontari libertà, ha preso parte attivamente alla resistenza. Finita la guerra si è impegnato con lo stesso entusiasmo nella vita civile, dedicandosi all'assistenza e all'aiuto dei milanesi non più autosufficienti. Ha partecipato alla creazione di una cooperativa sociale di servizi a domicilio per gli anziani, al centro anziani della barona e al coordinamento terza età. Oggi è impegnato nel teatro e nella recitazione e testimonia nelle scuole la sua passione per la libertà come volontario dell'auser e dell'anpi. Si dedica con passione all'insegnamento della lingua e letteratura milanese nelle biblioteche comunali. I suoi molteplici interessi coltivati con generosità e impegno rappresentano una insostituibile testimonianza per tutta la comunità. "
Associazione Nazionale Partigiani d'Italia - ANPI Barona Milano.
17 dicembre 2007
15 dicembre 2007
14 dicembre 2007
Istituto pedagogico della Resistenza
INVITO A RIFLETTERE!
LA CITTA’ DI MILANO SI E’ SEMPRE CONTRADDISTINTA PER IL SOSTEGNO ALLE ASSOCIAZIONI SENZA SCOPO DI LUCRO CHE FAVORISCONO L’AGGREGAZIONE SOCIALE CON INIZIATIVE DI CARATTERE PEDAGOGICO MIRATE A SENSIBILIZZARE LA CITTADINANZA E A FORNIRE UN SUPPORTO E UN AGGIORNAMENTO CONTINUO NEI SETTORI EDUCATIVO, CIVICO, STORICO E LETTERARIO, nel nostro caso A TUTTI I CITTADINI DEL MONDO.
UN CLIMA DI CRESCENTE OSTILITA’
SEMBRA MINARE TALE TRADIZIONE
ESORTIAMO PERTANTO
· TUTTE LE FORZE POLITICHE E SOCIALI
· LE ASSOCIAZIONI CULTURALI
CHE ANCORA SI RICONOSCONO NEI VALORI DELLA COSTITUZIONE ITALIANA
A LEGGERE ATTENTAMENTE IL NOSTRO COMUNICATO E A SOSTENERE LA NOSTRA CAUSA NELL’INTERESSE DELLA CITTADINANZA E DELLE SUE COMUNITA’
COMUNICATO
Il 27 novembre 2007 sul quotidiano Il Giornale, la giornalista Marta Bravi scrive un articolo difficile da interpretare: è un’intervista? E’ un’indagine giornalistica? Se si tratta del risultato di un’intervista fatta al presidente del Consiglio di Zona 6, precisiamo che fortunatamente le opinioni dell’intervistato non paiono rappresentare l’intero sentire del Consiglio dallo stesso presieduto. Se invece l’articolo in questione deve essere interpretato quale indagine giornalistica, non si comprende perchè la giornalista non abbia interpellato l’IpR, e non abbia pertanto raccolto fonti dirette dai suoi rappresentanti, notizie circa le sue attività e la situazione relativa ai locali della sede di via Anemoni e al titolo in base al quale l’IpR li occupa. In ogni caso, il quotidiano, con l’articolo in questione, ha divulgato circostanze in parte non rispondenti al vero, che vengono qui smentite e che sono attualmente oggetto di esame da parte di un legale, al fine di valutare eventuali azioni a tutela della reputazione dell’IpR.
In particolare, nell’articolo di Marta Bravi, la nostra associazione è più volte menzionata con denominazioni diverse e allusive, quali "gli amici dei partigiani" e i "pedagoghi della Resistenza".
In esso si legge inoltre:
l’IpR occupa un appartamento di 300 metri quadri > falso;
i "pedagoghi della Resistenza hanno tenuto con la forza" [i locali, ndr] > falso;
vicino alla sede dell’IpR sono comparse delle scritte "Girtanner fascista" > il lettore può essere indotto a pensare che le abbiamo scritte noi > falso;
"… non fanno altro che adempiere alla missione di proselitismo antifascista…" > falso perché le attività dell’associazione, ben note al Consiglio di zona, sono più articolate (per citarne alcune: organizzazione di convegni e lezioni in Scuole ed Università, tutoring a studenti diplomandi e laureandi, corsi gratuiti di lingua italiana per stranieri) e in ogni caso essere antifascisti è diventata una colpa? Non è forse coerente con i valori indicati dalla nostra Costituzione, la quale diversamente condanna l’apologia del fascismo?
" continue sollecitazioni da parte del presidente di zona a regolarizzarsi …[cioè a pagare un affitto, ndr] > falso: alla fine del 2001 ricevemmo una prima lettera dal presidente del CdZ, che reclamava, senza averne titolo, parecchie decine di milioni delle vecchie lire, per pretesi arretrati non meglio specificati. Successivamente l’IpR proseguì la trattativa nel tentativo di addivenire, inutilmente, al raggiungimento di un nuovo accordo. Inutilmente perché, e qui si legge una notizia corretta nell’articolo di Marta Bravi, nessuno si fece avanti. Aggiungiamo a precisazione: nemmeno lo stesso intervistato, Massimo Girtanner, presidente del Consiglio di zona, che pure aveva in precedenza formulato la proposta per una locazione, insieme al direttore del Settore Demanio!
Nell’articolo viene anche citato più volte l’ex sindaco Carlo Tognoli, indicato come colui che permise "sprechi e regalie" di tal genere. A destra dell’articolo, infine, un altro siluro: un trafiletto dal titolo "Locali in centro a costo zero per i partigiani", cioè, la sede ANPI di Via Mascagni.
Chi siamo lo leggete qui http://www.resistenza.org/
Come siamo arrivati nell’attuale sede e perché lo leggete ora
Nel 1983 il Comune di Milano, in accordo con il Consiglio di Zona 17 (ora CdZ 6), assegna all’IpR una porzione della struttura Morteo di cui è proprietario. Il prefabbricato fa parte del patrimonio indisponibile in quanto eretto con la funzione di sede scolastica.
A causa della denatalità degli anni ’70-’80, la Scuola chiude e la struttura torna a disposizione della città.
Grazie al merito che viene riconosciuto all’IpR per i lavori di progetto e ricerca in campo didattico, pedagogico, storico e di crescita sociale largamente intesa, rivolti prevalentemente alle Scuole e alle diverse Agenzie Educative su tutto il territorio nazionale, la modalità d’ingresso nei locali di via Anemoni non prevede il pagamento di un canone. A patto che il nostro lavoro venga offerto in forma gratuita. La concessione in uso dell’immobile, a titolo gratuito, viene pertanto intesa dalle parti quale controprestazione, espressione di sostegno della città di Milano all’Associazione e al suo ruolo di centro di aggregazione dei cittadini, a fronte dell’impegno dell’IpR a continuare ad esercitare le sue attività nell’interesse della collettività ed in assenza di altri contributi dell’amministrazione.
E così è stato sino ad oggi. I soci dell’IpR non beneficiano di alcun compenso, nessun compenso viene riconosciuto all’IpR per lo studio e la progettazione di un lavoro commissionato o proposto d’iniziativa; ai destinatari dei progetti vengono richiesti esclusivamente rimborsi per il pagamento di esperti esterni all’IpR (quando gli stessi lo richiedono) e per le spese di riproduzione documentale e di segreteria; ai destinatari del progetto/intervento, in ogni caso, rimane sempre la documentazione del lavoro.
L’IpR si finanzia esclusivamente con il tesseramento associativo e con le sporadiche donazioni di Soci che frequentano la sede o che si riconosco negli ideali e nelle finalità dettate dal nostro art. 2 dello Statuto.
… sono sette anni che la maggioranza al governo del Consiglio di Zona 6 ci manifesta ostilità, anche mediante il tentativo riferitoci e documentabile di coinvolgere altri organismi dell’amministrazione cittadina e regionale a controllarci e monitorarci, come se le attività dell’associazione non fossero manifestamente lecite. Abbiamo ricevuto molte visite di funzionari. NON HANNO MAI, RIPETIAMO, NON HANNO MAI RISCONTRATO NULLA DI ANOMALO. AL CONTRARIO, LI ABBIAMO VISTI SPESSO ESEGUIRE IL SOPRALLUOGO CON DISAGIO E IMBARAZZO.
Ebbene, prima che comparisse l’articolo di cui si è detto, il settore Demanio e Patrimonio del Comune di Milano in data 4 ottobre 2007 ci ha comunicato l’avvio di un procedimento amministrativo ex L. 241/ ’90, inteso all’ottenimento di un’ordinanza di sgombero dei locali della nostra sede, perchè asseriti occupati senza titolo dall’IpR, contrariamente al vero.
Abbiamo provveduto al deposito di una memoria il 30 ottobre seguente, la stessa citata nell’articolo di giornale di cui sopra, corredata di idonea documentazione comprovante la liceità della nostra permanenza nei locali di via Anemoni, assegnatici in uso nel 1983 e pertanto tuttora occupati legittimamente, in mancanza di modificazioni successive del titolo. Dal Demanio, a tutt’oggi, nessuna risposta: dal presidente del Consiglio di Zona 6 Massimo Girtanner (Alleanza Nazionale), perfettamente a conoscenza della veridicità dei contenuti delle nostre osservazioni 30.10.’07, avallate dalle prove documentali depositate in Comune, e dal quotidiano Il Giornale, invece, la pubblicazione di quell’articolo offensivo.
Che cos’è, dunque, che cosa definisce - per voi che leggete – un contesto democratico? E rappresentare pubblicamente circostanze non veritiere, indi divulgarle, e denigrare e umiliare, cosa significano esattamente? A cosa preludono?
Aspettiamo le vostre riflessioni su questi interrogativi e ci permettiamo a tal fine di sottolineare che la difesa della libertà non spetta solo a coloro che in un determinato periodo storico si sentono ostacolati ingiustificatamente: tocca invece a tutti, perché prima o poi, se non si pone un freno, la Storia insegna …
ipr@resistenza.org
11 Dicembre 2007
LA CITTA’ DI MILANO SI E’ SEMPRE CONTRADDISTINTA PER IL SOSTEGNO ALLE ASSOCIAZIONI SENZA SCOPO DI LUCRO CHE FAVORISCONO L’AGGREGAZIONE SOCIALE CON INIZIATIVE DI CARATTERE PEDAGOGICO MIRATE A SENSIBILIZZARE LA CITTADINANZA E A FORNIRE UN SUPPORTO E UN AGGIORNAMENTO CONTINUO NEI SETTORI EDUCATIVO, CIVICO, STORICO E LETTERARIO, nel nostro caso A TUTTI I CITTADINI DEL MONDO.
UN CLIMA DI CRESCENTE OSTILITA’
SEMBRA MINARE TALE TRADIZIONE
ESORTIAMO PERTANTO
· TUTTE LE FORZE POLITICHE E SOCIALI
· LE ASSOCIAZIONI CULTURALI
CHE ANCORA SI RICONOSCONO NEI VALORI DELLA COSTITUZIONE ITALIANA
A LEGGERE ATTENTAMENTE IL NOSTRO COMUNICATO E A SOSTENERE LA NOSTRA CAUSA NELL’INTERESSE DELLA CITTADINANZA E DELLE SUE COMUNITA’
COMUNICATO
Il 27 novembre 2007 sul quotidiano Il Giornale, la giornalista Marta Bravi scrive un articolo difficile da interpretare: è un’intervista? E’ un’indagine giornalistica? Se si tratta del risultato di un’intervista fatta al presidente del Consiglio di Zona 6, precisiamo che fortunatamente le opinioni dell’intervistato non paiono rappresentare l’intero sentire del Consiglio dallo stesso presieduto. Se invece l’articolo in questione deve essere interpretato quale indagine giornalistica, non si comprende perchè la giornalista non abbia interpellato l’IpR, e non abbia pertanto raccolto fonti dirette dai suoi rappresentanti, notizie circa le sue attività e la situazione relativa ai locali della sede di via Anemoni e al titolo in base al quale l’IpR li occupa. In ogni caso, il quotidiano, con l’articolo in questione, ha divulgato circostanze in parte non rispondenti al vero, che vengono qui smentite e che sono attualmente oggetto di esame da parte di un legale, al fine di valutare eventuali azioni a tutela della reputazione dell’IpR.
In particolare, nell’articolo di Marta Bravi, la nostra associazione è più volte menzionata con denominazioni diverse e allusive, quali "gli amici dei partigiani" e i "pedagoghi della Resistenza".
In esso si legge inoltre:
l’IpR occupa un appartamento di 300 metri quadri > falso;
i "pedagoghi della Resistenza hanno tenuto con la forza" [i locali, ndr] > falso;
vicino alla sede dell’IpR sono comparse delle scritte "Girtanner fascista" > il lettore può essere indotto a pensare che le abbiamo scritte noi > falso;
"… non fanno altro che adempiere alla missione di proselitismo antifascista…" > falso perché le attività dell’associazione, ben note al Consiglio di zona, sono più articolate (per citarne alcune: organizzazione di convegni e lezioni in Scuole ed Università, tutoring a studenti diplomandi e laureandi, corsi gratuiti di lingua italiana per stranieri) e in ogni caso essere antifascisti è diventata una colpa? Non è forse coerente con i valori indicati dalla nostra Costituzione, la quale diversamente condanna l’apologia del fascismo?
" continue sollecitazioni da parte del presidente di zona a regolarizzarsi …[cioè a pagare un affitto, ndr] > falso: alla fine del 2001 ricevemmo una prima lettera dal presidente del CdZ, che reclamava, senza averne titolo, parecchie decine di milioni delle vecchie lire, per pretesi arretrati non meglio specificati. Successivamente l’IpR proseguì la trattativa nel tentativo di addivenire, inutilmente, al raggiungimento di un nuovo accordo. Inutilmente perché, e qui si legge una notizia corretta nell’articolo di Marta Bravi, nessuno si fece avanti. Aggiungiamo a precisazione: nemmeno lo stesso intervistato, Massimo Girtanner, presidente del Consiglio di zona, che pure aveva in precedenza formulato la proposta per una locazione, insieme al direttore del Settore Demanio!
Nell’articolo viene anche citato più volte l’ex sindaco Carlo Tognoli, indicato come colui che permise "sprechi e regalie" di tal genere. A destra dell’articolo, infine, un altro siluro: un trafiletto dal titolo "Locali in centro a costo zero per i partigiani", cioè, la sede ANPI di Via Mascagni.
Chi siamo lo leggete qui http://www.resistenza.org/
Come siamo arrivati nell’attuale sede e perché lo leggete ora
Nel 1983 il Comune di Milano, in accordo con il Consiglio di Zona 17 (ora CdZ 6), assegna all’IpR una porzione della struttura Morteo di cui è proprietario. Il prefabbricato fa parte del patrimonio indisponibile in quanto eretto con la funzione di sede scolastica.
A causa della denatalità degli anni ’70-’80, la Scuola chiude e la struttura torna a disposizione della città.
Grazie al merito che viene riconosciuto all’IpR per i lavori di progetto e ricerca in campo didattico, pedagogico, storico e di crescita sociale largamente intesa, rivolti prevalentemente alle Scuole e alle diverse Agenzie Educative su tutto il territorio nazionale, la modalità d’ingresso nei locali di via Anemoni non prevede il pagamento di un canone. A patto che il nostro lavoro venga offerto in forma gratuita. La concessione in uso dell’immobile, a titolo gratuito, viene pertanto intesa dalle parti quale controprestazione, espressione di sostegno della città di Milano all’Associazione e al suo ruolo di centro di aggregazione dei cittadini, a fronte dell’impegno dell’IpR a continuare ad esercitare le sue attività nell’interesse della collettività ed in assenza di altri contributi dell’amministrazione.
E così è stato sino ad oggi. I soci dell’IpR non beneficiano di alcun compenso, nessun compenso viene riconosciuto all’IpR per lo studio e la progettazione di un lavoro commissionato o proposto d’iniziativa; ai destinatari dei progetti vengono richiesti esclusivamente rimborsi per il pagamento di esperti esterni all’IpR (quando gli stessi lo richiedono) e per le spese di riproduzione documentale e di segreteria; ai destinatari del progetto/intervento, in ogni caso, rimane sempre la documentazione del lavoro.
L’IpR si finanzia esclusivamente con il tesseramento associativo e con le sporadiche donazioni di Soci che frequentano la sede o che si riconosco negli ideali e nelle finalità dettate dal nostro art. 2 dello Statuto.
… sono sette anni che la maggioranza al governo del Consiglio di Zona 6 ci manifesta ostilità, anche mediante il tentativo riferitoci e documentabile di coinvolgere altri organismi dell’amministrazione cittadina e regionale a controllarci e monitorarci, come se le attività dell’associazione non fossero manifestamente lecite. Abbiamo ricevuto molte visite di funzionari. NON HANNO MAI, RIPETIAMO, NON HANNO MAI RISCONTRATO NULLA DI ANOMALO. AL CONTRARIO, LI ABBIAMO VISTI SPESSO ESEGUIRE IL SOPRALLUOGO CON DISAGIO E IMBARAZZO.
Ebbene, prima che comparisse l’articolo di cui si è detto, il settore Demanio e Patrimonio del Comune di Milano in data 4 ottobre 2007 ci ha comunicato l’avvio di un procedimento amministrativo ex L. 241/ ’90, inteso all’ottenimento di un’ordinanza di sgombero dei locali della nostra sede, perchè asseriti occupati senza titolo dall’IpR, contrariamente al vero.
Abbiamo provveduto al deposito di una memoria il 30 ottobre seguente, la stessa citata nell’articolo di giornale di cui sopra, corredata di idonea documentazione comprovante la liceità della nostra permanenza nei locali di via Anemoni, assegnatici in uso nel 1983 e pertanto tuttora occupati legittimamente, in mancanza di modificazioni successive del titolo. Dal Demanio, a tutt’oggi, nessuna risposta: dal presidente del Consiglio di Zona 6 Massimo Girtanner (Alleanza Nazionale), perfettamente a conoscenza della veridicità dei contenuti delle nostre osservazioni 30.10.’07, avallate dalle prove documentali depositate in Comune, e dal quotidiano Il Giornale, invece, la pubblicazione di quell’articolo offensivo.
Che cos’è, dunque, che cosa definisce - per voi che leggete – un contesto democratico? E rappresentare pubblicamente circostanze non veritiere, indi divulgarle, e denigrare e umiliare, cosa significano esattamente? A cosa preludono?
Aspettiamo le vostre riflessioni su questi interrogativi e ci permettiamo a tal fine di sottolineare che la difesa della libertà non spetta solo a coloro che in un determinato periodo storico si sentono ostacolati ingiustificatamente: tocca invece a tutti, perché prima o poi, se non si pone un freno, la Storia insegna …
ipr@resistenza.org
11 Dicembre 2007
09 dicembre 2007
assemblea annuale 2008
A tutti gli iscritti.
A tutti i partiti, organismi,circoli e associazioni Zona 6 Milano.
INVITO ALL’ASSEMBLEA ANNUALE DEGLI ISCRITTI ALLA SEZIONE ANPI Barona
DOMENICA 13 GENNAIO 2008 ORE 09.30
Presso la COOP. BARONA – E. SATTA – Via MODICA 8 - MILANO
L’assemblea degli iscritti costituisce un momento importante non solo per un bilancio ed un giudizio sulle iniziative svolte nel corso dell’anno passato, ma soprattutto per una riflessione sull’ attualità politica nazionale e della nostra zona, e sulle conseguenti iniziative “dell’ANPI”.
Programma dei lavori:
Apertura dei lavori
nomina del Presidente dell’Assemblea
relazione del presidente della sez. Ivano Tajetti
relazione e approvazione di Bilancio
discussione sulle iniziative 2007
proposte ed iniziative 2008
interventi convenuti.
elezione rappresentanti e nuovo comitato direttivo
conclusioni del rappresentante dell’ANPI provinciale
Certi di poter contare sulla tua presenza, visto l’importanza dell’assemblea, ricordiamo che la nostra sezione considera prioritari: la difesa dei valori della Resistenza; la salvaguardia dei principi sanciti nella costituzione della Repubblica; e la vigilanza continua contro ogni forma di razzismo, di emarginazione e fascismo. Non delegare, non accantonare, partecipa… ti aspettiamo, vi aspettiamo…
A tutti i partiti, organismi,circoli e associazioni Zona 6 Milano.
INVITO ALL’ASSEMBLEA ANNUALE DEGLI ISCRITTI ALLA SEZIONE ANPI Barona
DOMENICA 13 GENNAIO 2008 ORE 09.30
Presso la COOP. BARONA – E. SATTA – Via MODICA 8 - MILANO
L’assemblea degli iscritti costituisce un momento importante non solo per un bilancio ed un giudizio sulle iniziative svolte nel corso dell’anno passato, ma soprattutto per una riflessione sull’ attualità politica nazionale e della nostra zona, e sulle conseguenti iniziative “dell’ANPI”.
Programma dei lavori:
Apertura dei lavori
nomina del Presidente dell’Assemblea
relazione del presidente della sez. Ivano Tajetti
relazione e approvazione di Bilancio
discussione sulle iniziative 2007
proposte ed iniziative 2008
interventi convenuti.
elezione rappresentanti e nuovo comitato direttivo
conclusioni del rappresentante dell’ANPI provinciale
Certi di poter contare sulla tua presenza, visto l’importanza dell’assemblea, ricordiamo che la nostra sezione considera prioritari: la difesa dei valori della Resistenza; la salvaguardia dei principi sanciti nella costituzione della Repubblica; e la vigilanza continua contro ogni forma di razzismo, di emarginazione e fascismo. Non delegare, non accantonare, partecipa… ti aspettiamo, vi aspettiamo…
20 novembre 2007
ANPI Via Mascagni
A.N.P.I. –
Associazione Nazionale Partigiani d’Italia
Comitato Provinciale di Milano
Nelle settimane scorse la stampa ha diffusamente informato i cittadini di Milano delle iniziative che il Comune ha adottato o è in via di adottare per valorizzare patrimonialmente il proprio demanio immobiliare, mettendolo sul mercato, sia pure previa adozione di provvedimenti che evitino i disagi che dall’operazione possano derivare alle famiglie, agli enti o alle Associazioni che occupano gli immobili da porre in vendita.
Anche se ancora non è ufficialmente apparso, tra gli immobili già posti in vendita, quello che in parte è occupato dall’ANPI in via Mascagni, è ben risaputo e non c’è dubbio che anche l’immobile di via Mascagni sarà posto in vendita e che l’ANPI, correlativamente, sarà coinvolta nelle conseguenze gravissime di tale vendita, che comporterebbe, chiaramente, lo sloggio dell’ANPI.
Ciò non può che suscitare, in tutti coloro che partecipano alla vita dell’ANPI o che in essa comunque si riconoscono, una profonda preoccupazione, perché, con il trascorrere degli anni, per tutte le ragioni note o intuibili del caso, è certo, in questo momento, che l’ANPI, se nel passato riuscì con immensi sacrifici a compensare il Comune, proprietario dell’immobile, riconoscendogli un canone di locazione, oggi non è più assolutamente in grado di farlo.
Questa situazione non può e non deve, in assoluto, essere occasione di umiliazioni inaccettabili per l’ANPI, che non può essere sfrattata come un inquilino moroso, né può essere trattata con caritatevole considerazione e mandata non si sa dove a vivere un tramonto che tanti le vorrebbero infliggere.
L’ANPI è ben viva e operante ed ha diritto ad una casa che le Istituzioni della Repubblica hanno il dovere di garantirle. Una casa come quella che ha, centrale e funzionale.
Proprio in questi mesi cade in 60° della creazione della fondazione del Corpo Volontari della Libertà italiana, che fu voluta, dopo la liberazione, perché nella società nuova nata dalla Resistenza e plasmata nella proiezione dei valori della Costituzione, continuasse ad essere riconosciuto e rispettato il Corpo Volontari della Libertà, che nacque nel marzo del 1944 per unificare nella lotta resistenziale tutti i combattenti della libertà, sotto l’egida e il riconoscimento ufficiale del Comitato Nazionale Liberazione Alta Italia e del Governo legittimo di quel tempo.
I componenti di quel Corpo Volontari della Libertà sono oggi i partigiani e i soci dell’ANPI, della FIAP e della FVL, che, nel rapporto con la nostra Repubblica, senza enfasi e senza retorica, si collocano come un fattore primario.
Un rapporto che non può, per le Istituzione Repubblicane, che essere funzione di un dovere preciso di provvedere alla vita di queste Associazioni, che oggi ancora danno legittimità politica alle Istituzioni della democrazia italiana, dopo avere dato a loro, prima, la possibilità stessa di venire alla luce.
Per queste ragioni l’ANPI ha ritenuto di non potere accettare che la vicenda della sua sede fosse ricondotta dal Comune di Milano burocraticamente alla categoria delle locazioni, ma di chiedere al Comune e direttamente al suo Sindaco una radicale riconsiderazione dei rapporti che debbono intercorrere tra l’Amministrazione e l’ANPI.
È in questa luce che l’ANPI ha inviato al Sindaco di Milano, dottoressa Letizia Moratti, la seguente lettera:
A. N. P. I.
Associazione Nazionale Partigiani d’Italia
Comitato Provinciale di Milano
Milano, 16 Novembre 2007
Dott. Letizia Moratti
Sindaco di Milano
Piazza Scala, 2
M i l a n o
Prot. 31/007/TC/lp
Gentile dottoressa,
nell’ottobre scorso l’Assessore Ingegner Gianni Verga, a fronte di "notizie di stampa" sulla possibilità di un "presunto sfratto" dell’ANPI dalla sua sede di Milano in via Mascagni, cortesemente si preoccupò di tranquillizzare me, quale Presidente Nazionale dell’ANPI, e, con me, l’opinione pubblica, sull’assoluta infondatezza di una siffatta notizia, scrivendo a me la lettera di cui Le compiego copia, inviata anche, per conoscenza, al quotidiano la Repubblica.
La lettera dell’Assessore Ingegner Verga, nonostante le sue indubbie buone intenzioni, ha profondamente turbato l’animo dell’ANPI, anche se conteneva assicurazioni che l’ANPI non solo avrebbe sicuramente potuto contare sulla possibilità di restare negli spazi di Via Mascagni quantomeno sino al 31 dicembre 2009, ma che avrebbe successivamente potuto contare sull’Amministrazione per l’individuazione di una sede alternativa.
E’ questa la ragione che mi induce a rivolgermi direttamente a Lei, Sindaco di Milano, così come mi richiedono di fare tutti le componenti della Associazione, le quali ritengono che la questione della sede dell’ANPI non possa essere ricondotta a un puro rapporto burocratico, sia pure in qualche misura protetto, in quanto attinente all’espletamento di attività sociali prive di lucro, ma che sia riconducibile in assoluto ad un "unicum", che comporta il dovere civico, da parte di tutte Istituzioni dello Stato, centrali e locali, di garantire una casa all’Associazione che è, nell’oggi del Paese, la proiezione di quelle strutture, figlie del Corpo Volontari della Libertà e del Comitato di Liberazione Nazionale Altitalia, e, quindi, del Governo Italiano del tempo, che contribuirono ieri a realizzare quella Repubblica che oggi, da quella lotta, trae la legittimità internazionale e la legalità costituzionale.
Nel tempo in cui viviamo una siffatta sensibilità e una tale consapevolezza sono condizioni indispensabili per la vita democratica della nostra comunità.
È per questo che sento il dovere di prospettarLe la necessità che Lei si assuma personalmente e con il Consiglio Comunale l’impegno etico e politico della casa dell’ANPI, che non appartiene alla categoria delle locazioni ma alla categoria della vita democratica del Paese e della sua identità storica.
Un nostro incontro ci consentirà sicuramente di ritrovarci uniti sugli stessi valori.
Cordiali saluti.
Il Presidente
Tino Casali
All. lettera Ass. Verga
Per tutto quanto esposto, ritengo molto importante una riunione con i Gruppi consiliari di minoranza del Comune, Regione, Provincia, con le Associazioni della Resistenza, forze politiche, sindacali
Venerdì 23 Novembre alle ore 17 –
nella sede di Via Pietro Mascagni, 6 –
Raccomandando una puntuale presenza, saluto cordialmente.
Il Presidente dell’ANPI
Tino Casali
Associazione Nazionale Partigiani d’Italia
Comitato Provinciale di Milano
Nelle settimane scorse la stampa ha diffusamente informato i cittadini di Milano delle iniziative che il Comune ha adottato o è in via di adottare per valorizzare patrimonialmente il proprio demanio immobiliare, mettendolo sul mercato, sia pure previa adozione di provvedimenti che evitino i disagi che dall’operazione possano derivare alle famiglie, agli enti o alle Associazioni che occupano gli immobili da porre in vendita.
Anche se ancora non è ufficialmente apparso, tra gli immobili già posti in vendita, quello che in parte è occupato dall’ANPI in via Mascagni, è ben risaputo e non c’è dubbio che anche l’immobile di via Mascagni sarà posto in vendita e che l’ANPI, correlativamente, sarà coinvolta nelle conseguenze gravissime di tale vendita, che comporterebbe, chiaramente, lo sloggio dell’ANPI.
Ciò non può che suscitare, in tutti coloro che partecipano alla vita dell’ANPI o che in essa comunque si riconoscono, una profonda preoccupazione, perché, con il trascorrere degli anni, per tutte le ragioni note o intuibili del caso, è certo, in questo momento, che l’ANPI, se nel passato riuscì con immensi sacrifici a compensare il Comune, proprietario dell’immobile, riconoscendogli un canone di locazione, oggi non è più assolutamente in grado di farlo.
Questa situazione non può e non deve, in assoluto, essere occasione di umiliazioni inaccettabili per l’ANPI, che non può essere sfrattata come un inquilino moroso, né può essere trattata con caritatevole considerazione e mandata non si sa dove a vivere un tramonto che tanti le vorrebbero infliggere.
L’ANPI è ben viva e operante ed ha diritto ad una casa che le Istituzioni della Repubblica hanno il dovere di garantirle. Una casa come quella che ha, centrale e funzionale.
Proprio in questi mesi cade in 60° della creazione della fondazione del Corpo Volontari della Libertà italiana, che fu voluta, dopo la liberazione, perché nella società nuova nata dalla Resistenza e plasmata nella proiezione dei valori della Costituzione, continuasse ad essere riconosciuto e rispettato il Corpo Volontari della Libertà, che nacque nel marzo del 1944 per unificare nella lotta resistenziale tutti i combattenti della libertà, sotto l’egida e il riconoscimento ufficiale del Comitato Nazionale Liberazione Alta Italia e del Governo legittimo di quel tempo.
I componenti di quel Corpo Volontari della Libertà sono oggi i partigiani e i soci dell’ANPI, della FIAP e della FVL, che, nel rapporto con la nostra Repubblica, senza enfasi e senza retorica, si collocano come un fattore primario.
Un rapporto che non può, per le Istituzione Repubblicane, che essere funzione di un dovere preciso di provvedere alla vita di queste Associazioni, che oggi ancora danno legittimità politica alle Istituzioni della democrazia italiana, dopo avere dato a loro, prima, la possibilità stessa di venire alla luce.
Per queste ragioni l’ANPI ha ritenuto di non potere accettare che la vicenda della sua sede fosse ricondotta dal Comune di Milano burocraticamente alla categoria delle locazioni, ma di chiedere al Comune e direttamente al suo Sindaco una radicale riconsiderazione dei rapporti che debbono intercorrere tra l’Amministrazione e l’ANPI.
È in questa luce che l’ANPI ha inviato al Sindaco di Milano, dottoressa Letizia Moratti, la seguente lettera:
A. N. P. I.
Associazione Nazionale Partigiani d’Italia
Comitato Provinciale di Milano
Milano, 16 Novembre 2007
Dott. Letizia Moratti
Sindaco di Milano
Piazza Scala, 2
M i l a n o
Prot. 31/007/TC/lp
Gentile dottoressa,
nell’ottobre scorso l’Assessore Ingegner Gianni Verga, a fronte di "notizie di stampa" sulla possibilità di un "presunto sfratto" dell’ANPI dalla sua sede di Milano in via Mascagni, cortesemente si preoccupò di tranquillizzare me, quale Presidente Nazionale dell’ANPI, e, con me, l’opinione pubblica, sull’assoluta infondatezza di una siffatta notizia, scrivendo a me la lettera di cui Le compiego copia, inviata anche, per conoscenza, al quotidiano la Repubblica.
La lettera dell’Assessore Ingegner Verga, nonostante le sue indubbie buone intenzioni, ha profondamente turbato l’animo dell’ANPI, anche se conteneva assicurazioni che l’ANPI non solo avrebbe sicuramente potuto contare sulla possibilità di restare negli spazi di Via Mascagni quantomeno sino al 31 dicembre 2009, ma che avrebbe successivamente potuto contare sull’Amministrazione per l’individuazione di una sede alternativa.
E’ questa la ragione che mi induce a rivolgermi direttamente a Lei, Sindaco di Milano, così come mi richiedono di fare tutti le componenti della Associazione, le quali ritengono che la questione della sede dell’ANPI non possa essere ricondotta a un puro rapporto burocratico, sia pure in qualche misura protetto, in quanto attinente all’espletamento di attività sociali prive di lucro, ma che sia riconducibile in assoluto ad un "unicum", che comporta il dovere civico, da parte di tutte Istituzioni dello Stato, centrali e locali, di garantire una casa all’Associazione che è, nell’oggi del Paese, la proiezione di quelle strutture, figlie del Corpo Volontari della Libertà e del Comitato di Liberazione Nazionale Altitalia, e, quindi, del Governo Italiano del tempo, che contribuirono ieri a realizzare quella Repubblica che oggi, da quella lotta, trae la legittimità internazionale e la legalità costituzionale.
Nel tempo in cui viviamo una siffatta sensibilità e una tale consapevolezza sono condizioni indispensabili per la vita democratica della nostra comunità.
È per questo che sento il dovere di prospettarLe la necessità che Lei si assuma personalmente e con il Consiglio Comunale l’impegno etico e politico della casa dell’ANPI, che non appartiene alla categoria delle locazioni ma alla categoria della vita democratica del Paese e della sua identità storica.
Un nostro incontro ci consentirà sicuramente di ritrovarci uniti sugli stessi valori.
Cordiali saluti.
Il Presidente
Tino Casali
All. lettera Ass. Verga
Per tutto quanto esposto, ritengo molto importante una riunione con i Gruppi consiliari di minoranza del Comune, Regione, Provincia, con le Associazioni della Resistenza, forze politiche, sindacali
Venerdì 23 Novembre alle ore 17 –
nella sede di Via Pietro Mascagni, 6 –
Raccomandando una puntuale presenza, saluto cordialmente.
Il Presidente dell’ANPI
Tino Casali
09 novembre 2007
1 novembre. Cimitero Maggiore campo della Gloria.
Dice monsignor Bottoni, rappresentante dell'arcivescovo di Milano: "Un conto è la pietas religiosa, per cui tutti i morti sono uguali perché tutti accolti nella misericordia di Dio, un altro è la pietas civile...Non tutti con la loro vita e la loro morte hanno voluto che la polis terrena fosse la casa di tutti. La casa è di tutti se nessuno se ne appropria, come ha fatto il fascismo e ancora potrebbe sotto mentite spoglie. Né qui né in altro luogo della nostra città medaglia d'oro della Resistenza il desiderio di riconciliazione deve portare a mettere tutti i morti sullo stesso piano, cadendo in una sorta di relativismo della memoria."
Maurizio Maggiani. Ora e sempre Resistenza
"Lo scrittore Maurizio Maggiani, classe 1951 racconta cosa abbia significato Resistenza per suo padre e ci dice anche cosa significhi per lui oggi. Questa toccante testimonianza è stata una delle pagine del Festival - Fino al cuore della rivolta. Artisti per la Resistenza tenutosi dal 3 al 6 agosto 2007 presso il Museo Multimediale della Resistenza di Fosdinovo (MS)."
Una storia... Ora e sempre Resistenza.
http://movies9.arcoiris.tv/movies/conferenze/ora_e_sempre_resistenza_big.ram
Una storia... Ora e sempre Resistenza.
http://movies9.arcoiris.tv/movies/conferenze/ora_e_sempre_resistenza_big.ram
Spyke Lee/Sant'Anna di Stazzema
Cari amici di Milano permettetemi di farvi conoscere quello che ho scritto al regista americano circa le scene girate da lui a sant'Anna di Stazzema per un film sulla Buffalo. Come forse saprete anche dalla stampa c'è il dubbio che per "esigenze di copione" il regista abbia creato nella sceneggiatura qualche aggiustamento alla ricostruzione storica della strage ormai appurata anche dal tribunale militare, riprendendo suggestioni che in qualche modo attribuivano alla presenza di partigiani in paese la spinta a compiere il criminale gesto del massacro di tanti innocenti.
Un saluto da amica. Didala Ghilarducci, segretaria Anpi di Viareggio.
Lettera aperta al regista Spyke Lee
Gentile regista, mi chiamo Didala Ghilarducci. Sono una vecchia partigiana. Mio marito, Chittò, fu ucciso dai nazisti sui monti versiliesi alcune settimane dopo la strage di Sant'Anna di Stazzema, in quel terribile agosto del '44. Mi sono risolta a scriverle perché quello che leggo sui giornali a proposito del film che lei sta girando mi fa sentire il cuore pesante come un macigno. Pare infatti che nel film si avvalori la falsa tesi che la strage venga compiuta a causa della ricerca di partigiani presenti in paese. E' una falsa tesi che i detrattori della Resistenza hanno sempre sostenuto per dare ai partigiani la colpa di quella strage.Tutte queste voci che si rincorrono sul contenuto delle scene girate a Sant'Anna, se possono poco turbare lei, danno agli uomini ed alle donne della Resistenza italiana una dolorosa inquietudine.So che lei è un grande regista, so che nei sui film è riuscito sempre a raccontare drammi, dolori ed oppressioni che ci hanno emozionato ed hanno fatto crescere la coscienza civile anche qui in Europa. Di questo soprattutto le sono grata. Ho lottato una vita per la democrazia, i diritti civili e la libertà che non posso non trovarmi accanto a chi combatte e denuncia ingiustizie e sopraffazioni.Proprio per questo vorrei essere altrettanto brava da poterle non solo spiegare, ma farle sentire in qualche modo, perché ogni finzione, ogni aggiustamento di quanto avvenuto a Sant'Anna di Stazzema mi pare, ci pare, inaccettabile. Quando le persone, una comunità, hanno vissuto un lutto così profondo e traumatico, comprenderà che conservino sul tema una sensibilità esasperata dal dolore che brucia ancora la carne a distanza di sessant'anni. Nel raccontare la sua storia, una storia importante non solo per il suo Paese, lei ha scelto di fermarsi su quella piccola piazza davanti alla chiesa, a Sant'Anna. Una piazza che io, come altri, ho visto nel suo orrore reale ed inenarrabile nel '44. Il vento può aver portato tra i boschi e verso il mare la cenere di quel rogo, ma l'angoscia, il pianto e il sangue restano aggrumati là e resteranno là nel tempo e nelle nostre coscienze di uomini e donne. Se lei, gentile regista, si soffermerà in questo pensiero allora capirà come non sia possibile in quella piazza raccontare un'altra morte. Non lo possiamo fare per le vittime, non lo possiamo fare per quei ragazzi e quelle ragazze della Resistenza rimasti sui monti insieme a loro a ricordarci per sempre l'orrore della guerra e il prezzo altissimo della libertà. Se togliamo loro la storia, allora li priviamo del senso della loro morte. E questo non è possibile in quella piazza. In un'altra ricostruita altrove, ma non lì. Non riesco ad immaginare che per raccontare una storia di diritti e di persone si finisca per sottrarre la propria storia ad altre vittime.Ecco, gentile regista, le ho aperto il cuore nella speranza che in qualche modo da lei possa giungere una risposta che ci faccia comprendere che il senso del faticoso cammino di impegno civile, di riconciliazione che come comunità e persone abbiamo ricercato e percorso in questi sessant'anni, non sarà disperso.
Didala Ghilarducci
Un saluto da amica. Didala Ghilarducci, segretaria Anpi di Viareggio.
Lettera aperta al regista Spyke Lee
Gentile regista, mi chiamo Didala Ghilarducci. Sono una vecchia partigiana. Mio marito, Chittò, fu ucciso dai nazisti sui monti versiliesi alcune settimane dopo la strage di Sant'Anna di Stazzema, in quel terribile agosto del '44. Mi sono risolta a scriverle perché quello che leggo sui giornali a proposito del film che lei sta girando mi fa sentire il cuore pesante come un macigno. Pare infatti che nel film si avvalori la falsa tesi che la strage venga compiuta a causa della ricerca di partigiani presenti in paese. E' una falsa tesi che i detrattori della Resistenza hanno sempre sostenuto per dare ai partigiani la colpa di quella strage.Tutte queste voci che si rincorrono sul contenuto delle scene girate a Sant'Anna, se possono poco turbare lei, danno agli uomini ed alle donne della Resistenza italiana una dolorosa inquietudine.So che lei è un grande regista, so che nei sui film è riuscito sempre a raccontare drammi, dolori ed oppressioni che ci hanno emozionato ed hanno fatto crescere la coscienza civile anche qui in Europa. Di questo soprattutto le sono grata. Ho lottato una vita per la democrazia, i diritti civili e la libertà che non posso non trovarmi accanto a chi combatte e denuncia ingiustizie e sopraffazioni.Proprio per questo vorrei essere altrettanto brava da poterle non solo spiegare, ma farle sentire in qualche modo, perché ogni finzione, ogni aggiustamento di quanto avvenuto a Sant'Anna di Stazzema mi pare, ci pare, inaccettabile. Quando le persone, una comunità, hanno vissuto un lutto così profondo e traumatico, comprenderà che conservino sul tema una sensibilità esasperata dal dolore che brucia ancora la carne a distanza di sessant'anni. Nel raccontare la sua storia, una storia importante non solo per il suo Paese, lei ha scelto di fermarsi su quella piccola piazza davanti alla chiesa, a Sant'Anna. Una piazza che io, come altri, ho visto nel suo orrore reale ed inenarrabile nel '44. Il vento può aver portato tra i boschi e verso il mare la cenere di quel rogo, ma l'angoscia, il pianto e il sangue restano aggrumati là e resteranno là nel tempo e nelle nostre coscienze di uomini e donne. Se lei, gentile regista, si soffermerà in questo pensiero allora capirà come non sia possibile in quella piazza raccontare un'altra morte. Non lo possiamo fare per le vittime, non lo possiamo fare per quei ragazzi e quelle ragazze della Resistenza rimasti sui monti insieme a loro a ricordarci per sempre l'orrore della guerra e il prezzo altissimo della libertà. Se togliamo loro la storia, allora li priviamo del senso della loro morte. E questo non è possibile in quella piazza. In un'altra ricostruita altrove, ma non lì. Non riesco ad immaginare che per raccontare una storia di diritti e di persone si finisca per sottrarre la propria storia ad altre vittime.Ecco, gentile regista, le ho aperto il cuore nella speranza che in qualche modo da lei possa giungere una risposta che ci faccia comprendere che il senso del faticoso cammino di impegno civile, di riconciliazione che come comunità e persone abbiamo ricercato e percorso in questi sessant'anni, non sarà disperso.
Didala Ghilarducci
Enzo Biagi
Ricordando il Partigiano Enzo Biagi...
...“Una persona onesta”: così, dice Carla Biagi, suo padre avrebbe voluto essere ricordato. “ Ha sul petto -prosegue- il distintivo di Giustizia e libertà perché era una delle cose più care di cui parlava di più, ossia dei partigiani e anche questo mi piace ricordarlo”. Anche noi vogliamo ricordarlo così: una persona onesta, un partigiano che aveva combattuto per la libertà. Con lui se ne va un giornalismo d’ altri tempi, il giornalismo, quello vero, che ti fornisce realmente strumenti di conoscenza, che ti fa pensare, riflettere, che ti arricchisce. Un giornalismo d’altri tempi trapiantato nella società della comunicazione che ti fornisce notizie, milioni di notizie, in tempo reale ma non arricchisce la tua conoscenza, la tua formazione di cittadino...
01 novembre 2007
23 ottobre 2007
Video Giovanni Pesce
Omaggio a Giovanni Pesce, video dal sito per non dimenticare
http://www.pernondimenticare.net/filmati/pesce.wmv
http://www.pernondimenticare.net/filmati/pesce.wmv
22 ottobre 2007
Serial... Il sangue dei vinti.
Il 15 ottobre il regista Soavi ha iniziato a girare il serial "Il sangue dei vinti" tratto dall'omonimo libro di Pansa, con celebri attori e sceneggiatura dello stesso autore. Una grande offesa si ripete e si perpetua, assieme alla rabbia e al dolore che provocano le menzogne, reiterate e amplificate, di Pansa: da anni utilizza la sua penna al servizio del più cinico e pericoloso revisionismo storico (edizioni Mondadori ...) oltre che, ovviamente, al servizio del suo conto in banca. Sui banchi di scuola si impara ormai ben poco sulla Resistenza e sulla lotta di Liberazione, con la conseguenza di avere generazioni ignare della pagina storica più dignitosa ed eroica del popolo Italiano. Con questo film si continua a svilire e infangare l'epopea Partigiana e i sacrifici di tanti giovani che rischiarono e spesso persero la loro vita, per liberare l'Italia dai criminali nazisti e fascisti.Con questo film si persegue ancora la parificazione tra i carnefici fascisti e le loro vittime. Con questo film si banalizza, si offende e si stravolge il dolore di tante famiglie antifasciste che videro uccidere i loro cari dalla ferocia delle camice nere. Nel più assordante e incredibile silenzio del centrosinistra, al governo del Paese e che affonda le proprie radici in quell'antifascismo e in quella Resistenza, la Rai di Stato realizza questa vergognosa e nauseante "soap opera revisionista", progettata durante il governo Berlusconi. Nello stesso periodo, gli ultimi diciotto mesi, si sono contati oltre 200 tra agguati e ferimenti di giovani antifascisti, attentati a case del popolo, danni a sedi di associazioni democratiche : violenze squadristiche opera di gruppi e organizzazioni neofasciste e neonaziste, libere di agire vigliaccamente e impunemente .Cominciò così anche 85 anni fa, tra l'indifferenza dei partiti borghesi, ma ben presto vennero gli anni del terrore, dei crimini, del regime. Oggi rimane viva la fiducia e la speranza che noi tutti, ci dobbiamo impegnare a ricostruire e consolidare una coscienza e una memoria antifascista che tanti, troppi altri, hanno contribuito a indebolire e annichilire .
Fate tutto ciò che siete in grado di fare, consci come siete che un Paese che dimentica il proprio tragico passato, è destinato fatalmente a riviverlo.
Fate tutto ciò che siete in grado di fare, consci come siete che un Paese che dimentica il proprio tragico passato, è destinato fatalmente a riviverlo.
20 ottobre 2007
campo della gloria
Il campo della Gloria è testimonianza
tangibile di coloro che per la riconquista della libertà sacrificarono la vita. E' il simbolo della lotta e del valore partigiano, del sacrificio dei deportati, degli internati militari, dell'eroismo dei combattenti per l'indipendenza e la dignità della patria.
Rendiamo loro, onore
Il 1° novembre 2007 alle ore 10.30 al Cimitero Maggiore - campo della Gloria (64) - Milano.
tangibile di coloro che per la riconquista della libertà sacrificarono la vita. E' il simbolo della lotta e del valore partigiano, del sacrificio dei deportati, degli internati militari, dell'eroismo dei combattenti per l'indipendenza e la dignità della patria.
Rendiamo loro, onore
Il 1° novembre 2007 alle ore 10.30 al Cimitero Maggiore - campo della Gloria (64) - Milano.
14 ottobre 2007
riceviamo e pubblichiamo
Carissimi,
è ormai da troppo tempo che le denunce dell'A.n.e.d, dei Familiari degli ex Deportati ed ex Partigiani, dell'A.n.p.i. e delle Associazioni antifasciste vengono considerate anacronistiche. I gruppi di naziskin, fioriti o rifioriti si sono moltiplicati e già da molti anni: prima negli stadi, poi nelle scuole, infine nella società civile, le avvisaglie sono state sottovalutate, così come il revisionismo, troppo spesso considerato "bonariamente" una ricerca storica. E mentre si tentava di rileggere la storia, altri, che invece l'avevano letta bene e prima, si stavano organizzando, stavano reclutando e cominciavano a ripeterla la storia…. senza errori e senza omissioni….. Siamo giunti così a episodi di:
- puro antisemitismo con l'incendio di sinagoghe;
- a spedizioni punitive contro nomadi e rom tanto da incendiare i loro campi;
- alla ghettizzazione e violenza dei portatori di handicap nelle scuole;
- al linciaggio contro gli omosessuali;
- al negazionismo di Stato (conferenza di Teheran);
- ai tentativi costanti di lottizzazione dei terreni degli ex KZ ;
- agli atti vandalici e alle scritte intimidatorie alle sedi A.n.p.i.;
- all'aggressione in pieno centro a Busto Arsizio, di sabato pomeriggio, ai danni dell'ottantaquattrenne Deportato Politico Angioletto Castiglioni.
Si è permessa l'infiltrazione nei luoghi della Politica: locale e nazionale di gruppi che non tentano neppure di celare di rifarsi e di essere NAZIFASCISTI!
E la Società Civile? Continua a guardare … indifferente, passiva! Come se tutto fosse un reality! Mentre le più alte Istituzioni minimizzano. Troppo spesso i familiari, che con solerzia denunciano tali fatti e chiedono mobilitazioni, vengono considerati anacronistici: addirittura "ossessionati".
Ebbene: di ossessione in ossessione, siamo giunti all'ennesimo fatto odierno:
Naziskin italiani, di Bolzano, organizzano un viaggio in pullman fino al KZ DACHAU per fare scempio, per festeggiare all'interno del Campo, forse per "pisciare" vicino ai Crematori o per posare provocatoriamente di fronte al Monumento Internazionale "Mai Più"…
Chiederemo una interrogazione parlamentare affinché questi gruppi siano resi fuorilegge e perseguiti, e chiederemo al Parlamento Europeo di rendere patrimonio dell'Umanità ciò che resta di tutti i KZ.
Vorremmo avere le Istituzioni locali e Voi tutti al nostro fianco: pertanto Vi chiediamo di discutere nei Consigli Comunali, Provinciali, Regionali, nei Comitati di partito, nei consigli dei Docenti, nelle assemblee dei Soci al fine di stilare documenti da far giungere alle sedi Parlamentari ed Europee.
Dimostriamo che l'Italia è ancora un Paese Antifascista!
Pretendiamo che fra i Valori comuni su cui è costruita l'Europa ci siano l'antinazismo e l'antifascismo come punti cardine per la Dignità dell'Uomo.
Laura Geloni
A.N.E.D.
Ass. Naz. Ex Deportati Politici nei Campi nazisti - Sez. di Pisa
Via Pietro Micca, 12 - 56125 Pontedera (PI)
( +39 0587 292449 Fax +39 0587 292449
* aned.pi.geloni@virgilio.it
è ormai da troppo tempo che le denunce dell'A.n.e.d, dei Familiari degli ex Deportati ed ex Partigiani, dell'A.n.p.i. e delle Associazioni antifasciste vengono considerate anacronistiche. I gruppi di naziskin, fioriti o rifioriti si sono moltiplicati e già da molti anni: prima negli stadi, poi nelle scuole, infine nella società civile, le avvisaglie sono state sottovalutate, così come il revisionismo, troppo spesso considerato "bonariamente" una ricerca storica. E mentre si tentava di rileggere la storia, altri, che invece l'avevano letta bene e prima, si stavano organizzando, stavano reclutando e cominciavano a ripeterla la storia…. senza errori e senza omissioni….. Siamo giunti così a episodi di:
- puro antisemitismo con l'incendio di sinagoghe;
- a spedizioni punitive contro nomadi e rom tanto da incendiare i loro campi;
- alla ghettizzazione e violenza dei portatori di handicap nelle scuole;
- al linciaggio contro gli omosessuali;
- al negazionismo di Stato (conferenza di Teheran);
- ai tentativi costanti di lottizzazione dei terreni degli ex KZ ;
- agli atti vandalici e alle scritte intimidatorie alle sedi A.n.p.i.;
- all'aggressione in pieno centro a Busto Arsizio, di sabato pomeriggio, ai danni dell'ottantaquattrenne Deportato Politico Angioletto Castiglioni.
Si è permessa l'infiltrazione nei luoghi della Politica: locale e nazionale di gruppi che non tentano neppure di celare di rifarsi e di essere NAZIFASCISTI!
E la Società Civile? Continua a guardare … indifferente, passiva! Come se tutto fosse un reality! Mentre le più alte Istituzioni minimizzano. Troppo spesso i familiari, che con solerzia denunciano tali fatti e chiedono mobilitazioni, vengono considerati anacronistici: addirittura "ossessionati".
Ebbene: di ossessione in ossessione, siamo giunti all'ennesimo fatto odierno:
Naziskin italiani, di Bolzano, organizzano un viaggio in pullman fino al KZ DACHAU per fare scempio, per festeggiare all'interno del Campo, forse per "pisciare" vicino ai Crematori o per posare provocatoriamente di fronte al Monumento Internazionale "Mai Più"…
Chiederemo una interrogazione parlamentare affinché questi gruppi siano resi fuorilegge e perseguiti, e chiederemo al Parlamento Europeo di rendere patrimonio dell'Umanità ciò che resta di tutti i KZ.
Vorremmo avere le Istituzioni locali e Voi tutti al nostro fianco: pertanto Vi chiediamo di discutere nei Consigli Comunali, Provinciali, Regionali, nei Comitati di partito, nei consigli dei Docenti, nelle assemblee dei Soci al fine di stilare documenti da far giungere alle sedi Parlamentari ed Europee.
Dimostriamo che l'Italia è ancora un Paese Antifascista!
Pretendiamo che fra i Valori comuni su cui è costruita l'Europa ci siano l'antinazismo e l'antifascismo come punti cardine per la Dignità dell'Uomo.
Laura Geloni
A.N.E.D.
Ass. Naz. Ex Deportati Politici nei Campi nazisti - Sez. di Pisa
Via Pietro Micca, 12 - 56125 Pontedera (PI)
( +39 0587 292449 Fax +39 0587 292449
* aned.pi.geloni@virgilio.it
06 ottobre 2007
"Il futuro della memoria"
A.N.P.I. (ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARTIGIANI D’ITALIA)
Sezioni: Barona – Giambellino – Lorenteggio – Porta Genova
“Ente morale”, D.L. n.224 del 5 aprile 1945”
“Il futuro della memoria”
Un progetto che chiede il contributo e la collaborazione
di tutti i soggetti disponibili, La nostra zona deve esprimere una nuova ed ulteriore coesione per contrastare i preoccupanti e concreti segnali di un nuovo fascismo, che con la sua opera di revisionismo, di violenza verso la società e la sua base civile e democratica, determina una attenta riflessione e una risposta unitaria. “La giornata della memoria, il 25 aprile, i valori della Costituzione”.
Le nostre comuni radici chiedono una programmazione politica e culturale, forte e incisiva sul nostro territorio, soprattutto ora, in questo delicato momento di crisi politica, ancora una volta, insieme...
Il coordinamento ANPI zona 6. indice un assemblea
Venerdì 19 ottobre 2007 alle ore 21.00
presso la cooperativa Barona E. Satta di via Modica 10. Milano.
Sono invitati: i cittadini, i consiglieri di zona, le istituzioni e i loro rappresentanti, i partiti politici, le organizzazioni sindacali, i comitati, le associazioni e i circoli zona 6 Milano.
Uniti per la difesa dei valori della Resistenza; la salvaguardia dei principi sanciti nella costituzione della Repubblica; e la vigilanza continua contro ogni forma di razzismo, d’emarginazione e fascismo.
Sezioni: Barona – Giambellino – Lorenteggio – Porta Genova
“Ente morale”, D.L. n.224 del 5 aprile 1945”
“Il futuro della memoria”
Un progetto che chiede il contributo e la collaborazione
di tutti i soggetti disponibili, La nostra zona deve esprimere una nuova ed ulteriore coesione per contrastare i preoccupanti e concreti segnali di un nuovo fascismo, che con la sua opera di revisionismo, di violenza verso la società e la sua base civile e democratica, determina una attenta riflessione e una risposta unitaria. “La giornata della memoria, il 25 aprile, i valori della Costituzione”.
Le nostre comuni radici chiedono una programmazione politica e culturale, forte e incisiva sul nostro territorio, soprattutto ora, in questo delicato momento di crisi politica, ancora una volta, insieme...
Il coordinamento ANPI zona 6. indice un assemblea
Venerdì 19 ottobre 2007 alle ore 21.00
presso la cooperativa Barona E. Satta di via Modica 10. Milano.
Sono invitati: i cittadini, i consiglieri di zona, le istituzioni e i loro rappresentanti, i partiti politici, le organizzazioni sindacali, i comitati, le associazioni e i circoli zona 6 Milano.
Uniti per la difesa dei valori della Resistenza; la salvaguardia dei principi sanciti nella costituzione della Repubblica; e la vigilanza continua contro ogni forma di razzismo, d’emarginazione e fascismo.
04 ottobre 2007
Murale Giuliani
MURALE GIULIANI: UNA PULIZIA SELETTIVA
PER UNA MEMORIA SELETTIVA.
IMPEDIRNE LA CANCELLAZIONE
E RESTAURARE IL MURALE DI DAX
Dichiarazione di Luciano Muhlbauer,
consigliere regionale del Prc
“È passato appena un mese dalla cancellazione del murale che ricordava Dax, il giovane assassinato da alcuni neofascisti, ed ecco che gli amministratori di Milano tornano alla carica, annunciando l’eliminazione di quello di via Bramante, dedicato a Carlo Giuliani, il manifestante ucciso nel corso della repressione delle iniziative genovesi del 2001.
Il vicesindaco De Corato, come sempre, motiva questi proclami con la necessità di ridare decoro alla città, pulendone i muri dai graffiti. Ammesso e non concesso che a Milano il principale problema in materia di decoro urbano siano i graffiti e non, per esempio, il prolungato abbandono istituzionale delle periferie popolari, resterebbe comunque da spiegare come mai gli amministratori milanesi se la prendano sempre e soltanto con una determinata categoria di murales. Cioè, come mai ci sia una pulizia selettiva.
Infatti, come sanno bene anzitutto i funzionari dell’Amsa, sui muri cittadini vi è un numero significativo e crescente di scritte e disegni di stampo neofascista o peggio, compresi degli insulti contro i Partigiani. Diverse volte, cittadini indignati o la stessa Anpi ne hanno chiesto la rimozione, ma senza ottenere risposta alcuna. Anzi, il solitamente prolisso De Corato non sente nemmeno il bisogno di dedicare alla vicenda una riga di un suo comunicato stampa.
Lasciando un attimo da parte le nostre considerazioni sulle campagne sommarie contro i writers, risulta tuttavia evidente che qui il problema non è il decoro urbano, bensì la cancellazione delle memorie ritenute scomode. Ebbene sì, perché murales come quelli di Dax o Carlo rappresentano un monito, un promemoria collettivo. D’altra parte, cosa aspettarsi da un’amministrazione comunale che cerca di far sparire la lapide a Pinelli da Piazza Fontana oppure di tumulare i resti dei partigiani insieme a quelli dei loro assassini?
Qui la pulizia dei muri non c’entra proprio nulla. Qui c’entra soltanto la peggior politica possibile, cioè quella che abusa dei poteri amministrativi per aggredire gli avversari politici con ogni mezzo, compresa la manipolazione della memoria della città.
Per questi motivi, aderiamo con convinzione all’appello alla mobilitazione per impedire questo ennesimo scempio, reso pubblico oggi dal centro sociale Il Cantiere, così come riaffermiamo il nostro sostegno agli amici di Dax, che si apprestano a restaurare il murale già cancellato”.
PER UNA MEMORIA SELETTIVA.
IMPEDIRNE LA CANCELLAZIONE
E RESTAURARE IL MURALE DI DAX
Dichiarazione di Luciano Muhlbauer,
consigliere regionale del Prc
“È passato appena un mese dalla cancellazione del murale che ricordava Dax, il giovane assassinato da alcuni neofascisti, ed ecco che gli amministratori di Milano tornano alla carica, annunciando l’eliminazione di quello di via Bramante, dedicato a Carlo Giuliani, il manifestante ucciso nel corso della repressione delle iniziative genovesi del 2001.
Il vicesindaco De Corato, come sempre, motiva questi proclami con la necessità di ridare decoro alla città, pulendone i muri dai graffiti. Ammesso e non concesso che a Milano il principale problema in materia di decoro urbano siano i graffiti e non, per esempio, il prolungato abbandono istituzionale delle periferie popolari, resterebbe comunque da spiegare come mai gli amministratori milanesi se la prendano sempre e soltanto con una determinata categoria di murales. Cioè, come mai ci sia una pulizia selettiva.
Infatti, come sanno bene anzitutto i funzionari dell’Amsa, sui muri cittadini vi è un numero significativo e crescente di scritte e disegni di stampo neofascista o peggio, compresi degli insulti contro i Partigiani. Diverse volte, cittadini indignati o la stessa Anpi ne hanno chiesto la rimozione, ma senza ottenere risposta alcuna. Anzi, il solitamente prolisso De Corato non sente nemmeno il bisogno di dedicare alla vicenda una riga di un suo comunicato stampa.
Lasciando un attimo da parte le nostre considerazioni sulle campagne sommarie contro i writers, risulta tuttavia evidente che qui il problema non è il decoro urbano, bensì la cancellazione delle memorie ritenute scomode. Ebbene sì, perché murales come quelli di Dax o Carlo rappresentano un monito, un promemoria collettivo. D’altra parte, cosa aspettarsi da un’amministrazione comunale che cerca di far sparire la lapide a Pinelli da Piazza Fontana oppure di tumulare i resti dei partigiani insieme a quelli dei loro assassini?
Qui la pulizia dei muri non c’entra proprio nulla. Qui c’entra soltanto la peggior politica possibile, cioè quella che abusa dei poteri amministrativi per aggredire gli avversari politici con ogni mezzo, compresa la manipolazione della memoria della città.
Per questi motivi, aderiamo con convinzione all’appello alla mobilitazione per impedire questo ennesimo scempio, reso pubblico oggi dal centro sociale Il Cantiere, così come riaffermiamo il nostro sostegno agli amici di Dax, che si apprestano a restaurare il murale già cancellato”.
20 settembre 2007
relazione Tino Casali - assemblea Ass. della Resistenza
Cari compagni dell’ANPI e di tutte le Associazioni della Resistenza,
siamo qui riuniti per ricordare con affetto la figura e l’opera di Giovanni Pesce.
Caro Giovanni, a nome della nostra Associazione, che tu hai contribuito a creare, ti esprimo la tristezza ed il profondo vuoto che ha creato la tua perdita nei compagni, nell’impegno politico e sociale, per il lascito morale e di esperienze. Un patrimonio di idee che non deve disperdersi in quanto segna un percorso e una vita che va ancora considerata e rivista nella sua giusta, autentica dimensione e statura.
Caro Visone voglio dirti che la tua vita appartiene alla storia non solo di Milano ma della nazione tutta. Hai lasciato un’impronta operosa interamente iscritta in tutta la tua vita, che ha preso l’avvio da un cammino comune iniziato in una stagione – quella della Resistenza - che fu ricca di impegni e attività, condotti sempre allo scopo di consolidare la democrazia, per una civile convivenza ed un maggiore sviluppo sociale.
Ma sono anche qui, come compagno, con il dolore che si sente per la scomparsa di un amico fraterno al quale sono rimasto legato per oltre mezzo secolo, non solo per la stessa militanza politica ma da ragioni fatte di ideali e di lotta, di esperienze vissute insieme. Quando raccontavi e illustravi ai ragazzi ed alle giovani generazioni squarci della tua vita complessa e ricca di contenuti suscitavi immediatamente la loro attenzione tanto ché potevano stare delle ore ad ascoltarti.
Altrettanto preziosa resta la tua continua azione di memoria storica e con essa la tua modestia, ma anche i tuoi eccezionali contributi alle tematiche della vita politica, tesa al riesame dei fatti e delle vicende della nostra vita recente.
Anche in questa occasione voglio ribadire che la conoscenza della storia ed il suo rispetto sono condizioni essenziali di democrazia, specie nella società in cui viviamo, che rimuove e dimentica in fretta ogni accadimento che proprio per questo diventa debole e indifesa anche di fronte ad un revisionismo che si prefigge esplicitamente di cancellare con la penna, la storia scritta col sangue e ripropone i fantasmi che la guerra di Liberazione avrebbe dovuto definitivamente sconfiggere.
Un revisionismo tanto eticamente spregiudicato, con la Giunta comunale chiamata a fungere da apripista, da non sentire neppure vergogna ad equiparare e tentare di agire di convenienza le ragioni delle lotte contrapposte, strumentalizzando il sentimento di uguaglianza tra i morti ai quali appartiene il senso di pietà ed il costume civile di ogni popolo.
Pietà che non può essere strumentalizzata e abusata per negare l’evidenza della impossibilità di equiparare tra loro scelte di vita e di lotta diametralmente opposte.
Caro Giovanni, nei tuoi scritti e nei preziosi contributi allo studio ed elaborazione dei documenti associativi, sottolineavi in più occasioni la necessità di essere chiari nell’approfondire l’analisi degli eventi e delle situazioni della nostra storia recente anche al fine di acquisire una sempre maggior conoscenza degli stessi avvenimenti che, all’epoca, ci coinvolsero. Nel contempo affermavi la necessità di considerare il presente del nostro paese e dell’Europa, guardando al futuro per individuare problemi, tendenze, rischi e prospettive.
È stato detto della tua partecipazione, giovanissimo, alla guerra di Spagna e della tua responsabilità nella funzione di Presidente dell’AICVAS. Ma voglio anche ricordare il tuo impegno e le qualificate iniziative collegate alla memoria, nell’ANPI milanese e nazionale.
Con onestà hai onorato la tua Milano, città nella quale è unanime il riconoscimento dell’opinione pubblica per il tuo operato anche come uomo delle istituzioni.
Sappiamo che la morte sovente, attenua le passioni, cancella o sfuma le differenze, esalta le qualità. Ma ciò avviene più facilmente quando passioni e differenze e sono qualità piccole.
Naturalmente non è il tuo caso.
Sei stato uomo di parte, fiero di esserlo, come di parte sono gli uomini costretti a scegliere e quindi a prendere posizione in un momento cruciale per la storia nazionale. "Scelta" che fu per la libertà, scelta che facesti per tutti; scelta che diviene chiara e pienamente compresa attraverso i tuoi scritti:
"Senza Tregua", "Quando cessarono gli spari", sulla liberazione di Milano. E poi "Soldati senza uniforme", il tuo primo libro, "Garibaldini in Spagna", che raccontano le drammatiche vicende della guerra civile spagnola.
Fra gli ultimi tuoi scritti, ve ne è uno dal titolo emblematico: "Attualità dell’antifascismo" che raccoglie un tuo intervento in una scuola superiore di Varese.
La tua vita ha espresso una chiara eticità, che contraddistingue gli uomini onesti, leali ed intransigenti. Moneta rara in tempi così difficili e confusi. Hai stabilito un fecondo e sereno rapporto di collaborazione con il mondo della scuola, cosciente com’eri che le nuove generazioni aspettano dagli adulti risposte a domande fondamentali e fra queste il significato da dare alla vita ed al senso della storia.
Ecco caro Visone cosa volevo dirti. E voglio aggiungere che il mio rimpianto e quello dell’ANPI sono grandi ed uniti al dolore di avere perso un vero, caro ed insostituibile amico.
Ma è ancora più pesante ricordarti dopo la presa di posizione della giunta comunale di Milano e le polemiche sortite dopo la proposta del Sindaco Moratti di tumularti nel Famedio, da parte di alcuni esponenti di un partito di giunta. Polemiche alla cui base vi è una ricostruzione insensata della storia, e che in ultima analisi esprimono la volontà di seppellire la storia.
È stato affermato che "Pesce non è uomo di riconciliazione"; è stato detto da alcuni in giunta comunale: "Dovremmo fare come in Spagna dove è stato costruito nella valle di Los Caìdos un monumento alla riconciliazione". Secondo costoro, là in quella tomba collettiva, sono stati tumulati franchisti e repubblicani. Questa insulsaggine ha osato pronunciare chi ha proposto un passo riconciliativi post mortem: spoglie di repubblichini e partigiani nello stesso luogo. Il proponente, figlio di un sindaco socialista di Milano del passato, ora in carica in altro partito di destra, non sa veramente nulla. Non sa che quel monumento contiene le spoglie di Francisco Franco e Primo De Rivera. Non sa che lo stesso è stato costruito, in epoca franchista, dal 1940, appena finì la guerra civile, sino al 1958, da prigionieri repubblicani costretti allo sfinimento, morendo a decine per portare a termine l’opera.
Nessun partito della sinistra rivendica quel luogo come orgoglio nazionale, perché i costruttori sono stati usati per rivendicare il superamento storico e per contrastare il "pericolo" determinato dal comunismo spagnolo.
Luogo che ogni 20 novembre è teatro di manifestazioni di nostalgici del franchismo spagnolo.
Un bell’esempio di riconciliazione quindi. L’ignoranza del proponente è veramente crassa.
La nostra posizione vuole anche essere un impegno, una conferma, una decisione dell’ANPI e delle altre Associazioni della Resistenza.
Per tutti un impegno a "non dimenticare". Si deve avere conoscenza che la lotta di Liberazione ha provocato la maggiore rottura di tutta l’età della storia moderna. Partigiani sono stati Italiani con una strategia e con un indirizzo di fondo che venivano da lontano: esponenti di forze politiche antifasciste diverse per le loro concezioni morali, culturali e sociali, ma unite nel comune denominatore della Libertà, di giustizia e della democrazia.
Per questo anche oggi respingiamo con fermezza l’interpretazione di coloro che insistono a considerare la guerra di Liberazione come "guerra civile", per la conquista di nuovi centri di potere.
La lotta di Liberazione – lo sappiano Pillitteri ed altri componenti della Giunta – fu un movimento popolare di donne e uomini, di combattenti antifascisti sostenuto da una grande solidarietà di massa, con i militari delle tre Forze Armate che hanno combattuto assieme a noi per riconquistare la Libertà per tutti, con una generosità non sempre conosciuta in altre epoche storiche.
Questo è il grande dato storico che anche oggi vogliamo sottolineare.
Oggi con l’onore reso a Giovanni Pesce, rinnoviamo l’omaggio a tutti i caduti e a quanti della nostra generazione sono scomparsi e che ci hanno lasciato un mobilissimo testamento, che non può essere dimenticato o tradito.
Se il Sindaco Moratti ha rivendicato per te il Famedio lo avrà fatto conoscendoti e rendendosi conto della tua statura.
Il resto è sostanziato dalle solite posizioni di coloro che cercano di sotterrare e cancellare una stagione splendida, quella della Resistenza italiana.
Caro Giovanni, difenderemo sempre il tuo ricordo, onoreremo la tua Medaglia d’oro al Valor Militare, la tua schiettezza. Ancora una volta dobbiamo dire che si può studiare ed inquadrare storicamente le diverse posizioni politiche che nella storia si sono espresse. Ma le diversità morali rimangono imperiture per sempre. I repressori, i fascisti rimangono tali e gli antifascisti pure, e sono altra cosa, sempre, sia da vivi sia da morti.
Voglio unire in questa occasione nel nostro ideale abbrazzio la cara Nori, la nostra "Sandra", la staffetta che dal 1943 hai avuto sempre al tuo fianco come compagna di una vita intera. Nori, ci uniamo al tuo dolore e a quello di tua figlia Tiziana e di tuo nipote Davide.
È un dolore vero, profondo, non facilmente esprimibile.
Il mio rimpianto e dolore sono grandi: quelli di avere perso un grande, insostituibile amico.
siamo qui riuniti per ricordare con affetto la figura e l’opera di Giovanni Pesce.
Caro Giovanni, a nome della nostra Associazione, che tu hai contribuito a creare, ti esprimo la tristezza ed il profondo vuoto che ha creato la tua perdita nei compagni, nell’impegno politico e sociale, per il lascito morale e di esperienze. Un patrimonio di idee che non deve disperdersi in quanto segna un percorso e una vita che va ancora considerata e rivista nella sua giusta, autentica dimensione e statura.
Caro Visone voglio dirti che la tua vita appartiene alla storia non solo di Milano ma della nazione tutta. Hai lasciato un’impronta operosa interamente iscritta in tutta la tua vita, che ha preso l’avvio da un cammino comune iniziato in una stagione – quella della Resistenza - che fu ricca di impegni e attività, condotti sempre allo scopo di consolidare la democrazia, per una civile convivenza ed un maggiore sviluppo sociale.
Ma sono anche qui, come compagno, con il dolore che si sente per la scomparsa di un amico fraterno al quale sono rimasto legato per oltre mezzo secolo, non solo per la stessa militanza politica ma da ragioni fatte di ideali e di lotta, di esperienze vissute insieme. Quando raccontavi e illustravi ai ragazzi ed alle giovani generazioni squarci della tua vita complessa e ricca di contenuti suscitavi immediatamente la loro attenzione tanto ché potevano stare delle ore ad ascoltarti.
Altrettanto preziosa resta la tua continua azione di memoria storica e con essa la tua modestia, ma anche i tuoi eccezionali contributi alle tematiche della vita politica, tesa al riesame dei fatti e delle vicende della nostra vita recente.
Anche in questa occasione voglio ribadire che la conoscenza della storia ed il suo rispetto sono condizioni essenziali di democrazia, specie nella società in cui viviamo, che rimuove e dimentica in fretta ogni accadimento che proprio per questo diventa debole e indifesa anche di fronte ad un revisionismo che si prefigge esplicitamente di cancellare con la penna, la storia scritta col sangue e ripropone i fantasmi che la guerra di Liberazione avrebbe dovuto definitivamente sconfiggere.
Un revisionismo tanto eticamente spregiudicato, con la Giunta comunale chiamata a fungere da apripista, da non sentire neppure vergogna ad equiparare e tentare di agire di convenienza le ragioni delle lotte contrapposte, strumentalizzando il sentimento di uguaglianza tra i morti ai quali appartiene il senso di pietà ed il costume civile di ogni popolo.
Pietà che non può essere strumentalizzata e abusata per negare l’evidenza della impossibilità di equiparare tra loro scelte di vita e di lotta diametralmente opposte.
Caro Giovanni, nei tuoi scritti e nei preziosi contributi allo studio ed elaborazione dei documenti associativi, sottolineavi in più occasioni la necessità di essere chiari nell’approfondire l’analisi degli eventi e delle situazioni della nostra storia recente anche al fine di acquisire una sempre maggior conoscenza degli stessi avvenimenti che, all’epoca, ci coinvolsero. Nel contempo affermavi la necessità di considerare il presente del nostro paese e dell’Europa, guardando al futuro per individuare problemi, tendenze, rischi e prospettive.
È stato detto della tua partecipazione, giovanissimo, alla guerra di Spagna e della tua responsabilità nella funzione di Presidente dell’AICVAS. Ma voglio anche ricordare il tuo impegno e le qualificate iniziative collegate alla memoria, nell’ANPI milanese e nazionale.
Con onestà hai onorato la tua Milano, città nella quale è unanime il riconoscimento dell’opinione pubblica per il tuo operato anche come uomo delle istituzioni.
Sappiamo che la morte sovente, attenua le passioni, cancella o sfuma le differenze, esalta le qualità. Ma ciò avviene più facilmente quando passioni e differenze e sono qualità piccole.
Naturalmente non è il tuo caso.
Sei stato uomo di parte, fiero di esserlo, come di parte sono gli uomini costretti a scegliere e quindi a prendere posizione in un momento cruciale per la storia nazionale. "Scelta" che fu per la libertà, scelta che facesti per tutti; scelta che diviene chiara e pienamente compresa attraverso i tuoi scritti:
"Senza Tregua", "Quando cessarono gli spari", sulla liberazione di Milano. E poi "Soldati senza uniforme", il tuo primo libro, "Garibaldini in Spagna", che raccontano le drammatiche vicende della guerra civile spagnola.
Fra gli ultimi tuoi scritti, ve ne è uno dal titolo emblematico: "Attualità dell’antifascismo" che raccoglie un tuo intervento in una scuola superiore di Varese.
La tua vita ha espresso una chiara eticità, che contraddistingue gli uomini onesti, leali ed intransigenti. Moneta rara in tempi così difficili e confusi. Hai stabilito un fecondo e sereno rapporto di collaborazione con il mondo della scuola, cosciente com’eri che le nuove generazioni aspettano dagli adulti risposte a domande fondamentali e fra queste il significato da dare alla vita ed al senso della storia.
Ecco caro Visone cosa volevo dirti. E voglio aggiungere che il mio rimpianto e quello dell’ANPI sono grandi ed uniti al dolore di avere perso un vero, caro ed insostituibile amico.
Ma è ancora più pesante ricordarti dopo la presa di posizione della giunta comunale di Milano e le polemiche sortite dopo la proposta del Sindaco Moratti di tumularti nel Famedio, da parte di alcuni esponenti di un partito di giunta. Polemiche alla cui base vi è una ricostruzione insensata della storia, e che in ultima analisi esprimono la volontà di seppellire la storia.
È stato affermato che "Pesce non è uomo di riconciliazione"; è stato detto da alcuni in giunta comunale: "Dovremmo fare come in Spagna dove è stato costruito nella valle di Los Caìdos un monumento alla riconciliazione". Secondo costoro, là in quella tomba collettiva, sono stati tumulati franchisti e repubblicani. Questa insulsaggine ha osato pronunciare chi ha proposto un passo riconciliativi post mortem: spoglie di repubblichini e partigiani nello stesso luogo. Il proponente, figlio di un sindaco socialista di Milano del passato, ora in carica in altro partito di destra, non sa veramente nulla. Non sa che quel monumento contiene le spoglie di Francisco Franco e Primo De Rivera. Non sa che lo stesso è stato costruito, in epoca franchista, dal 1940, appena finì la guerra civile, sino al 1958, da prigionieri repubblicani costretti allo sfinimento, morendo a decine per portare a termine l’opera.
Nessun partito della sinistra rivendica quel luogo come orgoglio nazionale, perché i costruttori sono stati usati per rivendicare il superamento storico e per contrastare il "pericolo" determinato dal comunismo spagnolo.
Luogo che ogni 20 novembre è teatro di manifestazioni di nostalgici del franchismo spagnolo.
Un bell’esempio di riconciliazione quindi. L’ignoranza del proponente è veramente crassa.
La nostra posizione vuole anche essere un impegno, una conferma, una decisione dell’ANPI e delle altre Associazioni della Resistenza.
Per tutti un impegno a "non dimenticare". Si deve avere conoscenza che la lotta di Liberazione ha provocato la maggiore rottura di tutta l’età della storia moderna. Partigiani sono stati Italiani con una strategia e con un indirizzo di fondo che venivano da lontano: esponenti di forze politiche antifasciste diverse per le loro concezioni morali, culturali e sociali, ma unite nel comune denominatore della Libertà, di giustizia e della democrazia.
Per questo anche oggi respingiamo con fermezza l’interpretazione di coloro che insistono a considerare la guerra di Liberazione come "guerra civile", per la conquista di nuovi centri di potere.
La lotta di Liberazione – lo sappiano Pillitteri ed altri componenti della Giunta – fu un movimento popolare di donne e uomini, di combattenti antifascisti sostenuto da una grande solidarietà di massa, con i militari delle tre Forze Armate che hanno combattuto assieme a noi per riconquistare la Libertà per tutti, con una generosità non sempre conosciuta in altre epoche storiche.
Questo è il grande dato storico che anche oggi vogliamo sottolineare.
Oggi con l’onore reso a Giovanni Pesce, rinnoviamo l’omaggio a tutti i caduti e a quanti della nostra generazione sono scomparsi e che ci hanno lasciato un mobilissimo testamento, che non può essere dimenticato o tradito.
Se il Sindaco Moratti ha rivendicato per te il Famedio lo avrà fatto conoscendoti e rendendosi conto della tua statura.
Il resto è sostanziato dalle solite posizioni di coloro che cercano di sotterrare e cancellare una stagione splendida, quella della Resistenza italiana.
Caro Giovanni, difenderemo sempre il tuo ricordo, onoreremo la tua Medaglia d’oro al Valor Militare, la tua schiettezza. Ancora una volta dobbiamo dire che si può studiare ed inquadrare storicamente le diverse posizioni politiche che nella storia si sono espresse. Ma le diversità morali rimangono imperiture per sempre. I repressori, i fascisti rimangono tali e gli antifascisti pure, e sono altra cosa, sempre, sia da vivi sia da morti.
Voglio unire in questa occasione nel nostro ideale abbrazzio la cara Nori, la nostra "Sandra", la staffetta che dal 1943 hai avuto sempre al tuo fianco come compagna di una vita intera. Nori, ci uniamo al tuo dolore e a quello di tua figlia Tiziana e di tuo nipote Davide.
È un dolore vero, profondo, non facilmente esprimibile.
Il mio rimpianto e dolore sono grandi: quelli di avere perso un grande, insostituibile amico.
29 luglio 2007
l'intervento di Giovanni Pesce in Duomo a Milano il 25 Aprile
Il 25 Aprile che ogni anno rinnova in tutti noi il ricordo delle radici della nostra Repubblica e della ritrovata democrazia dopo un infausto ventennio fascista, i lutti delle guerre di invasione, le distruzioni, la morte di migliaia e migliaia di italiani innocenti, estranei alla cultura coloniale e imperiale di Mussolini, mi rimanda a un’altra memorabile pagina della lotta per la Libertà: la guerra di Spagna, dove circa cinquemila italiani combatterono in difesa della Libertà nelle Brigate Internazionali, o nella Brigata Garibaldi. Spagna e Resistenza italiana si coniugano e si fondono in una stessa riva di speranza e di nuovi traguardi. Esse furono due interfacce della stessa medaglia.Ancora oggi non ci si può sottrarre all’emozione e alla commozione pensando a quanta forza e quanto coraggio, in una situazione così tragica il popolo italiano abbia saputo esprimere, nonostante i massacri, le impiccagioni, le brutalità e le torture praticate dalle SS e dalle Brigate nere. Il terrore sistematico era l’obiettivo di tedeschi e fascisti, la crudeltà era ostentata, i cadaveri delle vittime erano esposti come monito per giorni, la morte, secondo il proclama del generale Graziani, era la pena per chi non si presentava alla chiamata per il servizio di leva. La stampa era stata di nuovo imbavagliata, così come la radio.D’altra parte l’esempio dato da casa Savoia in fuga aveva provocato sbandamento politico nel Paese così come la latitanza dello Stato maggiore aveva abbandonato nel caos le Forze Armate in Italia e all’estero.Interi Reggimenti finirono nei carri bestiame diretti in Germania. Comparvero allora le pagine d’un eroismo nato dal basso, coma a Cefalonia, del coraggio come quello dei marinai e degli ammiragli italiani nelle acque greche, con i comandanti sopravvissuti, processati e fucilati dai repubblichini.Il 25 Aprile significa questo. Per non essere vuota retorica, questa storica data va riempita di quei valori e di quelle lontane esperienze conquistate per sempre. La giornata in cui l’insurrezione popolare segna la definitiva sconfitta del nazifascismo e di una politica di repressione e di morte è punto di riferimento attuale, molto attuale.Occorre sempre riandare a quel giorno. Non mi stancherò mai di ripeterlo. La democrazia nel nostro Paese è salda ma è anche quotidianamente incalzata da prepotenze, violenze, fenomeni di sfruttamento, emarginazione, spinte razziste, ingiustizie sociali. I temi della sicurezza sul luogo di lavoro, dell’occupazione giovanile, del salario dignitoso per tutti, di una scuola libera, di una informazione al riparo da interessi e veleni di parte, di pensioni rispettose dei sacrifici compiuti in una intera esistenza, di una giustizia che colpisca in termini rapidi e con pene certe i colpevoli di ogni reato, sono appuntamenti cui occorre dare una risposta .Abbiamo combattuto per questo.La festa – perché il 25 Aprile è la festa di tutti – deve essere onorata dunque in modo concreto. Va rispettata e difesa nell’applicazione costante della Costituzione.Ogni suo passo è frutto del nostro sacrificio e di chi è stato spazzato via dai barbari del tempo.Non sono concesse distrazioni, fughe in avanti, dimenticanze. La Liberazione è stata una pietra fondante del nostro vivere civile. Su essa poggia la speranza non solo nostra, ma soprattutto delle giovani generazioni.
--
Giovanni Pesce Medaglia d'Oro al valor Militare.
--
Giovanni Pesce Medaglia d'Oro al valor Militare.
27 luglio 2007
Giovanni Pesce. "Visone"
Le sezioni ANPI zona 6. Milano.
Ricordano con grande affetto ed immensa riconoscenza il caro Giovanni.
Visone e stato per noi, da sempre esempio di onestà, sacrificio, coerenza, e il suo spirito antifascista, i suoi alti ideali ci accompagneranno in questa Italia, che sta dimenticando la sua storia e la storia di uomini che come Giovanni hanno aiutato a costruirla, la sua vita esempio di dedizione alla democrazia, alla pace ed alla giustizia, continuerà a rimanere come esempio per noi tutti, antifascisti e partigiani.
Non dimenticheremo il tuo sorriso, addio Visone, addio compagno Pesce.
sezioni ANPI Barona, Lorenteggio, Giambellino, Porta Genova.
Era consuetudine da qualche anno a questa parte, aspettare te e Nori dopo i discorsi dal palco del 25 aprile in Piazza Duomo, per poi.. sottobraccio fare la galleria Vittorio Emanuele e recarci piano piano, chiacchierando su tutti i tuoi passati 25 aprile per arrivare nelle sale del Municipio in piazza della Scala. Era per me un onore e li in quei brevi attimi capivo la tua grande storia, bevevo assetato dalle tue labbra i mille racconti di una vita, e sempre piu comprendevo che l’antifascismo non morirà mai, proprio perché uomini come te l’hanno costruito e difeso in tutti questi travagliati anni.. grazie Giovanni.
Un forte abbraccio a Nori. Ivano Tajetti.
--- ---
--- ---
--- ---
"La camera ardente sarà allestita Lunedì 30 luglio
dalle ore 8 alle ore 15 nella sala Alessi
di Palazzo Marino. Milano.
Alle ore 15 si terrà la commemorazione ufficiale"
Alle ore 15 si terrà la commemorazione ufficiale"
11 luglio 2007
A.N.P.I.
A S S O C I A Z I O N E N A Z I O N A L E P A R T I G I A N I D ’ I T A L I A
COMITATO NAZIONALE
L’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia esprime profonda amarezza e inquietudine per gli episodi violenti che continuano a verificarsi nel nostro Paese ai danni di giovani di sinistra e antifascisti, di immigrati, donne o omosessuali. Si tratta di aggressioni che, per le vittime che ne sono bersaglio e per le modalità di esecuzione, tradiscono la loro chiara matrice neofascista.
I partigiani ritengono che con il recente attacco agli spettatori inermi di un concerto dell’Estate Romana, una vera e propria spedizione squadrista che ha causato numerosi feriti tra i quali alcuni in modo grave, si sia assolutamente passato il segno. Perché fatti come questi sospingono nel passato la nostra memoria, richiamando alla mente le azioni brutali delle squadracce fasciste che preannunciarono la fase più buia della storia d’Italia nel secolo scorso. Simili atti di violenza indiscriminata segnano un preoccupante innalzamento del livello di pericolo rappresentato dall’esistenza di gruppi e formazioni di estrema destra che esplicitamente si richiamano all’ideologia del fascismo.
L’ANPI Nazionale manifesta la propria solidarietà e vicinanza a coloro che sono stati aggrediti e aderisce alla manifestazione di sabato 7 luglio a Roma.
Invita, inoltre, tutte le forze democratiche a non rispondere a provocazioni che hanno il solo intento di ricondurre il Paese agli anni delle sterili e luttuose contrapposizioni ideologiche, per sostituire alla logica del dialogo e del confronto delle idee quella della violenza fisica.
Al tempo stesso, chiede alle autorità civili e alle forze di sicurezza di agire con fermezza e solerzia, e con gli strumenti sempre validi messi a disposizione dalle leggi e dalla Costituzione italiana, per arginare fenomeni che non possono e non devono trovare spazio in un ordinamento pienamente democratico.
Roma, 6 luglio 2007
24 giugno 2007
Bruciata la lapide dei Partigiani
Presumibilmente nella notte tra venerdì 22/06 e sabato 23/06 sono state accantonate vicino alla lapide dei caduti in centro di Piazza Miani, Milano, le due corone deposte il passato 25 Aprile, e poi incendiate, la lapide con ben trenta nominativi di Partigiani caduti durante la liberazione e cinque nominativi di agenti di pubblica sicurezza vittime del terrorismo, è stata completamente deteriorata ed i due angoli in marmo alla base per il calore si sono rotti.
L'ANPI zona 6. oltre che sporgere denuncia verso ignoti alle autorità competenti, denuncia pubblicamente questo ignobile atto vandalico.
Nell’esprimere forte preoccupazione per il crescendo nella città di Milano di episodi violenti di inequivocabile matrice fascista, in particolare negli ultimi tre mesi, consideriamo ulteriormente allarmante il continuo crescere di tali atti e facciamo affidamento a tutte le Istituzioni per una vigilanza, ed una risposta democratica affinché Milano non torni a conoscere una nuova stagione di violenze politiche.
L'ANPI zona 6. oltre che sporgere denuncia verso ignoti alle autorità competenti, denuncia pubblicamente questo ignobile atto vandalico.
Nell’esprimere forte preoccupazione per il crescendo nella città di Milano di episodi violenti di inequivocabile matrice fascista, in particolare negli ultimi tre mesi, consideriamo ulteriormente allarmante il continuo crescere di tali atti e facciamo affidamento a tutte le Istituzioni per una vigilanza, ed una risposta democratica affinché Milano non torni a conoscere una nuova stagione di violenze politiche.
17 giugno 2007
Maria Cervi
In memoria di Maria Cervi.
Una visita con la sua voce e la sua figura
al museo dei fratelli Cervi
http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Unique&id=6398
Una visita con la sua voce e la sua figura
al museo dei fratelli Cervi
http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Unique&id=6398
19 maggio 2007
Contro il terrorismo.
COMITATO PERMANENTE ANTIFASCISTA CONTRO IL TERRORISMO PER LA DIFESA DELL’ORDINE REPUBBLICANO
Il Comitato riunitosi il 7 e il 10 maggio 2007, al termine dei suoi lavori ha approvato il seguente documento:
Nell’esprimere forte preoccupazione per il crescendo nella città di Milano di episodi violenti di inequivocabile matrice fascista, in particolare negli ultimi due mesi, consideriamo ulteriormente allarmante la vicenda di una possibile apertura di una sede intestata a “Cuore nero”.Pur ribadendo la nostra ferma condanna all’attentato che lo scorso aprile ha distrutto i locali, dove inizialmente avrebbe dovuto avviarsi l’attività di questo circolo, metodo di lotta assolutamente inaccettabile, intendiamo tuttavia sottolineare come questa aggregazione denominata “Cuore nero” si ispiri apertamente a posizioni nostalgiche non solo del fascismo ma dello stesso nazismo. I simboli, quali croci celtiche, fasci littori e bandiere con lo stemma della Rsi, sono stati infatti utilizzati dai suoi stessi promotori anche nella manifestazione svoltasi in viale Certosa il 14 aprile scorso, notati e denunciati da numerosi cittadini, nonché riprodotti in diversi successivi servizi televisivi e fotografici. Un fatto che ha colpito ed offeso l’opinione pubblica democratica milanese.Vorremmo a tale proposito ricordare come l'ostentazione di queste simbologie è anche espressamente vietata dalla legge che norma le manifestazioni pubbliche calcistiche, impedendone l’esibizione come espressione di incitamento all’odio razziale, pena la sospensione immediata degli incontri sportivi. Sarebbe alquanto curioso che venissero invece consentite nelle vie cittadine.Ultimamente la Procura della Repubblica della nostra città ha, a sua volta, perseguito un gruppo di partecipanti ad una manifestazione, svoltasi a Milano l’11 marzo 2006, organizzata dal Msi-Fiamma tricolore, proprio per il reato di apologia di fascismo, rinviandoli a giudizio. Due di costoro, già riconosciutisi colpevoli, hanno, per altro, immediatamente provveduto a patteggiare la propria pena, evitando ulteriori guai giudiziari, dati i comportamenti assunti e gli slogan lanciati nell’occasione. Ne citiamo uno per tutti, tratto dagli stessi atti processuali: “camicia nera trionferà, se non trionferà sarà un macello col manganello e le bombe a man”. Altre iniziative giudiziarie sappiamo essere in corso per fatti analoghi, per scritte razziste o apologetiche, ma anche per detenzione di armi improprie da parte di aderenti a formazioni della destra radicale milanese. I promotori di “Cuore nero” non lasciano, d’altro canto, spazio a dubbi circa l’attività che intenderebbero svolgere. Non possiamo, infine, non rilevare come nelle loro fila si allineino personaggi notissimi alle passate cronache della violenza politica. Tra gli altri, un ex “sanbabilino” che nel 1973 concorse all’omicidio di un poliziotto a Milano, con il lancio di una bomba a mano nel corso di una manifestazione neofascista; il capo di un conosciutissimo raggruppamento di ultras denominato gli “Irriducibili”, pluricondannato per violenza, furto e stupefacenti, ma soprattutto per aver costituito negli anni Novanta un sodalizio denominato “Azione skinheads”, sciolto dalla magistratura per istigazione all’odio razziale, etnico e religioso. Al loro fianco, sempre il 14 aprile scorso, sono anche comparse altre figure di rilievo nazionale, giunte da Roma, a loro volta condannate in modo definitivo per associazione sovversiva e banda armata.Crediamo in conclusione che consentire l’apertura di una sede a “Cuore nero”, non significherebbe semplicemente concedere a un gruppo di cittadini la possibilità del libero esercizio delle proprie opinioni, ma la legittimazione di un luogo in cui verrebbero irrisi e offesi i valori fondanti la nostra Costituzione, nonché violate le leggi esistenti contro il razzismo. I rischi, per altro, di incardinare sul territorio una sede punto di ritrovo per bande violente, è altissimo. Sempre la magistratura ebbe modo di far risalire ad alcuni degli stessi promotori di “Cuore nero” la gestione della cosiddetta “Skin House”, in via Cannero a Milano, oggi chiusa, da cui partirono gli aggressori che, nell’agosto del 2004, ferirono gravemente sui Navigli con diverse coltellate giovani appartenenti ad un centro sociale. La stessa “Skin House” fu perquisita ritrovando al suo interno numerose armi da taglio e improprie. Facciamo affidamento alle istituzioni, a sole poche settimane dallo svolgimento del 25 aprile, affinché Milano non torni a conoscere una nuova stagione di violenze politiche.
Il Presidente-CoordinatoreTino Casali Milano, 10 Maggio 2007
Il Comitato riunitosi il 7 e il 10 maggio 2007, al termine dei suoi lavori ha approvato il seguente documento:
Nell’esprimere forte preoccupazione per il crescendo nella città di Milano di episodi violenti di inequivocabile matrice fascista, in particolare negli ultimi due mesi, consideriamo ulteriormente allarmante la vicenda di una possibile apertura di una sede intestata a “Cuore nero”.Pur ribadendo la nostra ferma condanna all’attentato che lo scorso aprile ha distrutto i locali, dove inizialmente avrebbe dovuto avviarsi l’attività di questo circolo, metodo di lotta assolutamente inaccettabile, intendiamo tuttavia sottolineare come questa aggregazione denominata “Cuore nero” si ispiri apertamente a posizioni nostalgiche non solo del fascismo ma dello stesso nazismo. I simboli, quali croci celtiche, fasci littori e bandiere con lo stemma della Rsi, sono stati infatti utilizzati dai suoi stessi promotori anche nella manifestazione svoltasi in viale Certosa il 14 aprile scorso, notati e denunciati da numerosi cittadini, nonché riprodotti in diversi successivi servizi televisivi e fotografici. Un fatto che ha colpito ed offeso l’opinione pubblica democratica milanese.Vorremmo a tale proposito ricordare come l'ostentazione di queste simbologie è anche espressamente vietata dalla legge che norma le manifestazioni pubbliche calcistiche, impedendone l’esibizione come espressione di incitamento all’odio razziale, pena la sospensione immediata degli incontri sportivi. Sarebbe alquanto curioso che venissero invece consentite nelle vie cittadine.Ultimamente la Procura della Repubblica della nostra città ha, a sua volta, perseguito un gruppo di partecipanti ad una manifestazione, svoltasi a Milano l’11 marzo 2006, organizzata dal Msi-Fiamma tricolore, proprio per il reato di apologia di fascismo, rinviandoli a giudizio. Due di costoro, già riconosciutisi colpevoli, hanno, per altro, immediatamente provveduto a patteggiare la propria pena, evitando ulteriori guai giudiziari, dati i comportamenti assunti e gli slogan lanciati nell’occasione. Ne citiamo uno per tutti, tratto dagli stessi atti processuali: “camicia nera trionferà, se non trionferà sarà un macello col manganello e le bombe a man”. Altre iniziative giudiziarie sappiamo essere in corso per fatti analoghi, per scritte razziste o apologetiche, ma anche per detenzione di armi improprie da parte di aderenti a formazioni della destra radicale milanese. I promotori di “Cuore nero” non lasciano, d’altro canto, spazio a dubbi circa l’attività che intenderebbero svolgere. Non possiamo, infine, non rilevare come nelle loro fila si allineino personaggi notissimi alle passate cronache della violenza politica. Tra gli altri, un ex “sanbabilino” che nel 1973 concorse all’omicidio di un poliziotto a Milano, con il lancio di una bomba a mano nel corso di una manifestazione neofascista; il capo di un conosciutissimo raggruppamento di ultras denominato gli “Irriducibili”, pluricondannato per violenza, furto e stupefacenti, ma soprattutto per aver costituito negli anni Novanta un sodalizio denominato “Azione skinheads”, sciolto dalla magistratura per istigazione all’odio razziale, etnico e religioso. Al loro fianco, sempre il 14 aprile scorso, sono anche comparse altre figure di rilievo nazionale, giunte da Roma, a loro volta condannate in modo definitivo per associazione sovversiva e banda armata.Crediamo in conclusione che consentire l’apertura di una sede a “Cuore nero”, non significherebbe semplicemente concedere a un gruppo di cittadini la possibilità del libero esercizio delle proprie opinioni, ma la legittimazione di un luogo in cui verrebbero irrisi e offesi i valori fondanti la nostra Costituzione, nonché violate le leggi esistenti contro il razzismo. I rischi, per altro, di incardinare sul territorio una sede punto di ritrovo per bande violente, è altissimo. Sempre la magistratura ebbe modo di far risalire ad alcuni degli stessi promotori di “Cuore nero” la gestione della cosiddetta “Skin House”, in via Cannero a Milano, oggi chiusa, da cui partirono gli aggressori che, nell’agosto del 2004, ferirono gravemente sui Navigli con diverse coltellate giovani appartenenti ad un centro sociale. La stessa “Skin House” fu perquisita ritrovando al suo interno numerose armi da taglio e improprie. Facciamo affidamento alle istituzioni, a sole poche settimane dallo svolgimento del 25 aprile, affinché Milano non torni a conoscere una nuova stagione di violenze politiche.
Il Presidente-CoordinatoreTino Casali Milano, 10 Maggio 2007
05 maggio 2007
L'ANPI contro le iniziative per ricostruire il partito fascista
La Presidenza Nazionale dell’ANPI – Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, denuncia alla pubblica opinione le iniziative per la ricostituzione del partito fascista e le manifestazioni apologetiche del regime che oppresse per un ventennio il popolo italiano, lo trascinò nella guerra di aggressione, collaborò con i nazisti invasori del nostro Paese condividendone le responsabilità delle deportazioni e sterminio degli ebrei e degli oppositori, dei campi di prigionia e lavoro forzato, delle stragi di innocenti.L'ANPI richiama le autorità all’applicazione delle leggi costituzionali e ordinarie che vietano tali iniziative qualificate delitti contro la democrazia e le relative manifestazioni, le invita alla repressione delle rinnovate, anche sanguinose, gesta di violenza squadrista.
La Presidenza Nazionale dell’ANPI – Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, denuncia alla pubblica opinione le iniziative per la ricostituzione del partito fascista e le manifestazioni apologetiche del regime che oppresse per un ventennio il popolo italiano, lo trascinò nella guerra di aggressione, collaborò con i nazisti invasori del nostro Paese condividendone le responsabilità delle deportazioni e sterminio degli ebrei e degli oppositori, dei campi di prigionia e lavoro forzato, delle stragi di innocenti.L'ANPI richiama le autorità all’applicazione delle leggi costituzionali e ordinarie che vietano tali iniziative qualificate delitti contro la democrazia e le relative manifestazioni, le invita alla repressione delle rinnovate, anche sanguinose, gesta di violenza squadrista.
22 aprile 2007
25 aprile 1945 - 25 aprile 2007
25 APRILE 1945:
L’ITALIA CONQUISTA LA LIBERTÀ
Quando i primi partigiani scelsero la via della lotta e salirono sulle montagne per
combattere il nazifascismo, rischiarono e spesso offrirono la loro vita per affermare
i principi stessi sui quali costruire la convivenza civile: la libertà, l’uguaglianza, la
giustizia, la democrazia.
Il prezzo pagato fu altissimo: decine di migliaia di partigiani uccisi, feroci
rappresaglie contro la popolazione civile che sosteneva il movimento di Liberazione,
oltre 40 mila, tra cittadini e lavoratori, deportati nei campi di concentramento,
eccidi, come a Cefalonia, di soldati che rifiutarono di consegnarsi ai tedeschi, 600
mila militari internati in Germania, 87 mila militari caduti nella guerra di Liberazione.
Da quella lotta, che vide combattere fianco a fianco uomini e donne, operai e
intellettuali, contadini e liberi professionisti di diversa fede politica e religiosa,
nacque la nostra Costituzione.
Una Costituzione ancora attuale e vitale, fra le più avanzate tra quelle esistenti, non
a caso difesa dalla stragrande maggioranza dei cittadini italiani nel referendum del
giugno scorso, quando si cercò di snaturarne la sostanza ed i valori.
Ma, a sessantadue anni dal giorno della Liberazione, l’Italia sta correndo nuovi
pericoli. Non può essere, infatti, sottaciuto l’allarme per una ripresa del terrorismo,
un nemico da sempre della democrazia e delle libertà, che ha sempre visto in prima
fila per sradicarlo le forze democratiche antifasciste.
Permangono, d’altro canto, ancora oggi, i tentativi di sminuire e infangare la storia
della Resistenza, cercando di equiparare i “repubblichini”, sostenitori dei nazisti,
ai partigiani e ai combattenti degli eserciti alleati contro il nazifascismo a cui
dobbiamo in Europa la distruzione del regime del genocidio: un modo per intaccare
le ragioni stesse fondanti la nostra Repubblica.
Per questi motivi, per difendere nuovamente le conquiste della democrazia, il
25 APRILE, anniversario della Liberazione, assume il valore di una ricorrenza non
formale.
Il Comitato Antifascista e la Confederazione Italiana tra le Associazioni
Combattentistiche e Partigiane, nel ricordo dei caduti, si rivolge ai giovani, ai
democratici, agli antifascisti, per una mobilitazione straordinaria in tutto il Paese.
Il 25 Aprile è oggi una data più viva che mai, in grado di unire tutti gli italiani attorno
ai valori della democrazia.
Confederazione Italiana fra le Associazioni Combattentistiche e Partigiane
Fondazione Corpo Volontari della Libertà (CVL)
ANPI-FIAP-FIVL-ANPPIA-ANED-ANEI
DS-LA MARGHERITA-PRC-SDI-PdCI
CGIL-CISL-UIL-ACLI-Centro Puecher
Comitato Permanente Antifascista contro il terrorismo
per la difesa dell’ordine repubblicano
L’ITALIA CONQUISTA LA LIBERTÀ
Quando i primi partigiani scelsero la via della lotta e salirono sulle montagne per
combattere il nazifascismo, rischiarono e spesso offrirono la loro vita per affermare
i principi stessi sui quali costruire la convivenza civile: la libertà, l’uguaglianza, la
giustizia, la democrazia.
Il prezzo pagato fu altissimo: decine di migliaia di partigiani uccisi, feroci
rappresaglie contro la popolazione civile che sosteneva il movimento di Liberazione,
oltre 40 mila, tra cittadini e lavoratori, deportati nei campi di concentramento,
eccidi, come a Cefalonia, di soldati che rifiutarono di consegnarsi ai tedeschi, 600
mila militari internati in Germania, 87 mila militari caduti nella guerra di Liberazione.
Da quella lotta, che vide combattere fianco a fianco uomini e donne, operai e
intellettuali, contadini e liberi professionisti di diversa fede politica e religiosa,
nacque la nostra Costituzione.
Una Costituzione ancora attuale e vitale, fra le più avanzate tra quelle esistenti, non
a caso difesa dalla stragrande maggioranza dei cittadini italiani nel referendum del
giugno scorso, quando si cercò di snaturarne la sostanza ed i valori.
Ma, a sessantadue anni dal giorno della Liberazione, l’Italia sta correndo nuovi
pericoli. Non può essere, infatti, sottaciuto l’allarme per una ripresa del terrorismo,
un nemico da sempre della democrazia e delle libertà, che ha sempre visto in prima
fila per sradicarlo le forze democratiche antifasciste.
Permangono, d’altro canto, ancora oggi, i tentativi di sminuire e infangare la storia
della Resistenza, cercando di equiparare i “repubblichini”, sostenitori dei nazisti,
ai partigiani e ai combattenti degli eserciti alleati contro il nazifascismo a cui
dobbiamo in Europa la distruzione del regime del genocidio: un modo per intaccare
le ragioni stesse fondanti la nostra Repubblica.
Per questi motivi, per difendere nuovamente le conquiste della democrazia, il
25 APRILE, anniversario della Liberazione, assume il valore di una ricorrenza non
formale.
Il Comitato Antifascista e la Confederazione Italiana tra le Associazioni
Combattentistiche e Partigiane, nel ricordo dei caduti, si rivolge ai giovani, ai
democratici, agli antifascisti, per una mobilitazione straordinaria in tutto il Paese.
Il 25 Aprile è oggi una data più viva che mai, in grado di unire tutti gli italiani attorno
ai valori della democrazia.
Confederazione Italiana fra le Associazioni Combattentistiche e Partigiane
Fondazione Corpo Volontari della Libertà (CVL)
ANPI-FIAP-FIVL-ANPPIA-ANED-ANEI
DS-LA MARGHERITA-PRC-SDI-PdCI
CGIL-CISL-UIL-ACLI-Centro Puecher
Comitato Permanente Antifascista contro il terrorismo
per la difesa dell’ordine repubblicano
17 aprile 2007
14 aprile 2007
Invito
Circolo Didattico "De Nicola"
25 aprile 1945 - 25 aprile 2007
Art. 3. Costituzione. Tutti i cittadini hanno pari dignita sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
-
il circolo didattico De Nicola
Invita
presso la scuola elementare De Nicola il giorno 23 Aprile 2007 alle ore 18.00
alunni, genitori e parenti delle classi quinte
a celebrare insieme l'anniversario della liberazione
interverranno i partigiani dell' ANPI Barona:
Elisa Radice, Filippo Davis, Gianfranco Introzzi e Antonio Bozzetti.
Per i morti della Resistenza
-
Qui
vivono per sempre
gli occhi che furono chiusi
alla luce
perchè tutti
li avessero aperti
per sempre
alla luce
-
G.Ungaretti
13 aprile 2007
02 aprile 2007
28 marzo 2007
22 marzo 2007
Donne...
Generazioni di donne a confronto a Milano
Il coordinamento femminile dell'ANPI, in occasione dell'anno internazionale delle pari opportunità della comunità europea, organizza
Domenica 25 marzo 2007, ore 15,00 presso il Salone del centro culturale "l'Incontro",Via Pietro Mascagni, 6 - Milano, un'assemblea sul tema:
"Dal diritto al voto ai diritti delle donne nella società di oggi
Generazioni a confronto"
Ne parleranno:
Nori Brambilla Pesce
Ardemia Oriani
Debora Migliucci
Presiede
Tino Casali
Seguirà concerto "Il voto delle femmine"A conclusione del pomeriggio ci sarà un rinfresco
Il coordinamento femminile dell'ANPI, in occasione dell'anno internazionale delle pari opportunità della comunità europea, organizza
Domenica 25 marzo 2007, ore 15,00 presso il Salone del centro culturale "l'Incontro",Via Pietro Mascagni, 6 - Milano, un'assemblea sul tema:
"Dal diritto al voto ai diritti delle donne nella società di oggi
Generazioni a confronto"
Ne parleranno:
Nori Brambilla Pesce
Ardemia Oriani
Debora Migliucci
Presiede
Tino Casali
Seguirà concerto "Il voto delle femmine"A conclusione del pomeriggio ci sarà un rinfresco
14 febbraio 2007
100 anni della CGIL
Convegno per i 100 anni della CGIL a Milano
I LAVORATORI, IL SINDACATO
E LA LOTTA DI LIBERAZIONE
(dagli scioperi del Marzo 1943 ai GAP)
10 Marzo 2007 9.30 – 13.30 Palazzo “Le Stelline”Corso Magenta 61 - Milano
Presiede
Onorio ROSATI Segretario Generale CGIL Milano
Introduce i lavori
Tino CASALI Presidente ANPI Nazionale
Relazione di:
Prof. Adolfo PEPE – Direttore Fondazione Di Vittorio
Intervengono:
Dario VENEGONI - Presidente ANED Milanese
Virginio ROGNONI - Direzione Nazionale FVL
Mario ARTALI - Vice Presidente FIAP Nazionale
Giordano BRUSCHI - Organizzatore scioperi del 44 Genova
Gianni ALASIA - Organizzatore scioperi del '44 a Torino
Antonio PIZZINATO - Vice Presidente ANPI Milano
Oscar Luigi SCALFARO - Presidente Emerito della Repubblica (in video)
conclude
Giuseppe CASADIO Presidente Associazione Centenario CGIL
Comitato Centenario - Fondazione Di Vittorio - CGIL - ANPI
I LAVORATORI, IL SINDACATO
E LA LOTTA DI LIBERAZIONE
(dagli scioperi del Marzo 1943 ai GAP)
10 Marzo 2007 9.30 – 13.30 Palazzo “Le Stelline”Corso Magenta 61 - Milano
Presiede
Onorio ROSATI Segretario Generale CGIL Milano
Introduce i lavori
Tino CASALI Presidente ANPI Nazionale
Relazione di:
Prof. Adolfo PEPE – Direttore Fondazione Di Vittorio
Intervengono:
Dario VENEGONI - Presidente ANED Milanese
Virginio ROGNONI - Direzione Nazionale FVL
Mario ARTALI - Vice Presidente FIAP Nazionale
Giordano BRUSCHI - Organizzatore scioperi del 44 Genova
Gianni ALASIA - Organizzatore scioperi del '44 a Torino
Antonio PIZZINATO - Vice Presidente ANPI Milano
Oscar Luigi SCALFARO - Presidente Emerito della Repubblica (in video)
conclude
Giuseppe CASADIO Presidente Associazione Centenario CGIL
Comitato Centenario - Fondazione Di Vittorio - CGIL - ANPI
06 febbraio 2007
23 gennaio 2007
22 gennaio 2007
corteo a Milano 28 gennaio
A.N.P.I. (ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARTIGIANI D’ITALIA)
Sezione Barona – Via Modica 8 – 20143 Milano.
Telefono 028135271 – E.mail anpibarona@fastwebnet.it.
http://anpibarona.blogspot.com
Milano, 21 gennaio, 07
A seguito assemblea annuale di sezione tenutasi in data odierna e sentiti
gli iscritti, i rappresentanti politici dei partiti, sindacati, associazioni, organismi presenti, si convoca una riunione aperta a tutti gli interessati,
martedì 23 gennaio ’07 alle ore 18.00
presso la sezione D.S di via Voltri - Milano,
per approfondire, discutere, analizzare le tematiche preoccupanti legate alla preparazione del corteo cittadino di domenica 28 gennaio ’07, legato alla Giornata della Memoria 2007.
Alla data attuale tale corteo e l’organizzazione dello stesso, ci inducono ad una seria riflessione ed a un adeguata preparazione analitica politica e partecipativa.
Chiediamo dunque a tutti voi la presenza a questo incontro visto l’urgenza, i problemi e l’importanza di tale evento.
Inviamo inoltre in allegato locandina nostra manifestazione per la giornata della memoria.
Vi aspettiamo dunque martedì 23 gennaio e sabato 3 febbraio.
Ringraziandovi per l’attenzione.
ANPI Barona, il presidente.
Sezione Barona – Via Modica 8 – 20143 Milano.
Telefono 028135271 – E.mail anpibarona@fastwebnet.it.
http://anpibarona.blogspot.com
Milano, 21 gennaio, 07
A seguito assemblea annuale di sezione tenutasi in data odierna e sentiti
gli iscritti, i rappresentanti politici dei partiti, sindacati, associazioni, organismi presenti, si convoca una riunione aperta a tutti gli interessati,
martedì 23 gennaio ’07 alle ore 18.00
presso la sezione D.S di via Voltri - Milano,
per approfondire, discutere, analizzare le tematiche preoccupanti legate alla preparazione del corteo cittadino di domenica 28 gennaio ’07, legato alla Giornata della Memoria 2007.
Alla data attuale tale corteo e l’organizzazione dello stesso, ci inducono ad una seria riflessione ed a un adeguata preparazione analitica politica e partecipativa.
Chiediamo dunque a tutti voi la presenza a questo incontro visto l’urgenza, i problemi e l’importanza di tale evento.
Inviamo inoltre in allegato locandina nostra manifestazione per la giornata della memoria.
Vi aspettiamo dunque martedì 23 gennaio e sabato 3 febbraio.
Ringraziandovi per l’attenzione.
ANPI Barona, il presidente.
16 gennaio 2007
01 gennaio 2007
Iscriviti a:
Post (Atom)