15 novembre 2012

La DUCE vita - Riflessione di Paola Vallata


Una bella riflessione di Paola Vallatta su "La Duce Vita" di cui consigliamo la visione...

È un blog ed è, al tempo stesso, un documentario interattivo che può essere visto in rete. Girato dal giornalista Cyril Bérard e dal fotografo Samuel Picas e co-prodotto dal quotidiano “Le Monde”, si intitola “La Duce Vita” e così si autopresenta sull'omonimo blog (www.lemonde.fr/laducevita/?lang=it#): “Benvenuti a Predappio, terra natale di Benito Mussolini. Un'immersione nella vita quotidiana di una città costruita per servire la propaganda del dittatore. Un racconto che evoca l'Italia di ieri e racconta l'Italia di oggi”. Due Italie accomunate da soggetti che, a dir poco, mettono i brividi. Non a tutti, forse. Purtroppo. “C'è una buona dose di tolleranza da parte di tutti, perché, comunque, parliamoci chiaro: portano ricchezza. Perché parliamo di migliaia di persone che tutti gli anni vengono a Predappio” dice, per esempio, in uno degli interventi a corredo del film, il giornalista Gaetano Foggetti.
Il documentario si può vedere a pezzi e bocconi, composto com'è di tanti piccoli, brevi video: alcuni formano il film vero e proprio, mentre altri offrono spaccati sulla vita del villaggio, non necessariamente legati al duce (“Il barbiere” o “L'osteria” per fare qualche esempio), oppure presentano commenti di filosofi, storici, giornalisti, deputati, storici dell'architettura, etc. Il racconto è suddiviso in tre “atti”, ciascuno dei quali si compone di frammenti. Ci sono i raduni di neofascisti, le prediche raccapriccianti del prete lefebvriano padre Tam, scomunicato, gli orrendi souvenir, che si possono trovare in alcuni negozi della cittadina (contrari alla XII disposizione transitoria e finale? Il sindaco sostiene che non si tratta di “apologia di fascismo”: “si parla di apologia – dice - nell'ottica, nella direzione, di ricostituire il partito fascista, non di vendere un busto di Mussolini”) , le commemorazioni, la “Villa Mussolini”, la Liberazione (“i partigiani è come se ci hanno tradito perché c'hanno umiliato. (…) È per questo che io preferisco i fascisti, perché loro, almeno, hanno seguito i tedeschi fino alla fine” sostiene un bambino in camicia nera e fez), Braunau, cittadina austriaca dove è nato Hitler e molto altro.
Procedendo a piacere si può saltare, volendo, anche l'introduzione che, tuttavia, merita. È a commento delle immagini che scorrono nel breve video-prefazione, infatti, che il sindaco racconta come si costruisce una “leggenda”, per quanto lugubre, “un mito che non corrisponde alla realtà”, come dice nel suo commento lo storico Giovanni Tassani. “La Predappio di oggi”, narra infatti Giorgio Frassineti, sindaco di Predappio, appunto e altro protagonista del documentario, nell'introduzione, “non esisteva. Si chiamava Dovìa. Era un gruppo di case, che diventa famoso perché lì nasce, nel 1883, Benito Mussolini. Il babbo era un socialista internazionalista, seguace di Bakunin, e lo chiama Benito. Da Benito Juarez, il rivoluzionario messicano. Questo è l'ambiente in cui nasce Benito Mussolini. Succede che, dopo il '22, si decide di creare, qui, dove nacque Mussolini, il luogo in cui propagandare il mito delle origini dell'uomo nuovo. Quindi Predappio diventa un luogo di pellegrinaggio: si viene a vedere i luoghi della vita di Mussolini. E questo paese è subito indissolubile dalla figura di Mussolini: parlare di Predappio significa parlare di Mussolini”.
E Predappio com'è (o come appare nel documentario interattivo)? Complessa, naturalmente. Romagna, Sangiovese (“io penso di essere l'unico comune che ha il grappolo d'uva nel proprio stemma e fa parte della nostra tradizione” dice ancora Frassineti) e Mussolini. Non necessariamente in quest'ordine. Nel dopoguerra ha sempre avuto sindaci di sinistra. E per di più, secondo quello attuale (che cita per la verità l'articolo di un quotidiano), soltanto tre predappiesi parteciparono alla marcia su Roma. Ivo Marcelli, ex sindaco, racconta: “Un po' di anni fa c'era un irrigidimento e una reazione della comunità predappiese, del fastidio di queste manifestazioni di apologie fasciste perché c'era anche un atteggiamento di prepotenza e di occupazione del territorio predappiese da parte di queste persone. Poi gli anni hanno un pochino attenuato tutte queste cose qui, oggi è una manifestazione, a me personalmente fastidiosa. La comunità di Predappio, civilmente, la tollera”.

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