…”Io quando tornerò a Genova dal baracchino del caffè di rito
l'antico samovar della tristezza, che sta bollendomi dentro al fiato
questo dolore che mi ha tradito l'enorme sagoma del lutto
il mio tormento che ho malcelato e queste lacrime che tengo stretto...
e in una Genova liberata, senza chiusura, senza sgomento
senza sott'occhio la via di fuga, senza furore, senza spavento
avrà senso cadere in ginocchio, alzare e prendersi le mani
piangere in piazza Alimonda...
Pardon: in Piazza Carlo Giuliani.”
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