La panchina gialla dove hanno posto i diritti umani
L’arredo urbano dedicato a Giulio Regeni e Patrick Zaki è già stato installato in decine di località italiane. E si continua: in prima fila tra le associazioni che partecipano alla campagna per chiedere verità sulla morte del ricercatore italiano e libertà per lo studente egiziano c’è l’Anpi.
Una panchina dipinta di giallo acceso per indicare, come un segnale stradale, l’importanza dei diritti umani e il pericolo della loro assenza. L’iniziativa, promossa da Amnesty International, si concretizza, città dopo città, grazie alla stretta collaborazione tra istituzioni e associazioni, Anpi in primis, e la penisola inizia a essere costellata di questi fari puntati sulle vicende e sulle figure di Giulio Regeni e Patrick Zaki.
L’installazione ha preso il via lo scorso gennaio, a cinque anni esatti dal rapimento di Regeni, proprio a Fiumicello (UD), luogo natale del giovane ricercatore, dove sono collocate quattro panchine attorno all’albero piantato dagli amici nel parco a lui intitolato. La cerimonia ha visto la partecipazione, oltre che dei genitori di Giulio e delle istituzioni, anche di molti liceali che hanno presentato una tela con metà volto del dottorando italiano dell’Università di Cambridge ucciso in Egitto, a simboleggiare una verità ancora parziale.
Tra i primi paesi ad aderire all’iniziativa ci sono stati Colleferro, in provincia di Roma, e Troina, in provincia di Enna, dove a fine febbraio è stato espresso parere unanime sul conferimento della cittadinanza onoraria a Patrick Zaki (ora dopo il pronunciamento del Parlamento, sarà il governo a doversi impegnare per il riconoscimento della cittadinanza italiana effettiva) e sul posizionamento di una panchina con l’incisione della frase di Martin Luther King: “No, non siamo ancora soddisfatti e non lo saremo finché la giustizia non scorrerà come l’acqua e il diritto come un fiume possente”.
Un percorso fitto di iniziative e adesioni in cui, però, non sono mancati vili atti vandalici aidanni di questi elementi di arredo urbano: a Cropani Marina, in provincia di Catanzaro, la targa della panchina collocata nei pressi di un’area giochi è stata danneggiata lo scorso 8 giugno. A denunciare l’accaduto è stato il primo cittadino, Raffaele Mercurio, dal suo profilo social in cui ha definito l’atto di teppismo come “ignobile gesto” imputabile all’ignoranza e alla mancanza di rispetto, sottolineando che “la targa verrà riposizionata perfettamente nello stesso posto con uguali dimensioni” ed esprimendo vicinanza alla locale Anpi e al suo segretario, Salvatore Borrelli. Sempre in Calabria, a Cosenza, lo scorso febbraio è stata scoperta su corso Mazzini la panchina gialla, posizionata accanto a una rossa in memoria delle vittime di femminicidio.
Il 3 giugno è stata la volta di Bari, con la collocazione del sedile pubblico di fronte al palazzo dell’economia sul centralissimo corso Vittorio Emanuele. Anche qui l’obiettivo è quello di non abbassare “la guardia nei confronti dei diritti umani e di tutti i prigionieri di coscienza incarcerati ingiustamente in ogni parte del mondo”, come dichiarato in una nota diffusa dal Comune.
Poco distante dal capoluogo pugliese, a Gioia del Colle, la panchina per i diritti umani, simbolo delle nuove resistenze, era già stata inaugurata qualche mese prima, nella data non casuale del 25 aprile, attraverso uncrowdfunding partito dal basso. E sempre in Puglia, a Racale, in provincia di Lecce, solo due giorni fa è stata posizionata quella dipinta dall’artista Eleonora Renni nei pressi della stazione. Nel capoluogo salentino, invece, il network associazionistico ha operato per presentare l’opera su viale dell’università in occasione della Giornata del rifugiato, il 20 giugno.
Nelle scorse settimane, anche il borgo di Castelnuovo Cilento, nel Salernitano, ha aderito all’iniziativa, mentre la prossima inaugurazione avverrà il 18 luglio alle ore 11 a Milano, in piazza Miani, con Anpi Barona in prima fila, accanto al Comune di Milano e al VI Municipio cittadino. Un’iniziativa diffusa da nord a sud, in cui le adesioni quotidiane, con queste piccole macchie di colore, confermano la grande sinergia tra l’associazione dei partigiani, con volontarie e volontari il cui impegno sui territori è quotidiano e infaticabile, e le amministrazioni locali.
Una panchina dipinta di giallo acceso per indicare, come un segnale stradale, l’importanza dei diritti umani e il pericolo della loro assenza. L’iniziativa, promossa da Amnesty International, si concretizza, città dopo città, grazie alla stretta collaborazione tra istituzioni e associazioni, Anpi in primis, e la penisola inizia a essere costellata di questi fari puntati sulle vicende e sulle figure di Giulio Regeni e Patrick Zaki.
L’installazione ha preso il via lo scorso gennaio, a cinque anni esatti dal rapimento di Regeni, proprio a Fiumicello (UD), luogo natale del giovane ricercatore, dove sono collocate quattro panchine attorno all’albero piantato dagli amici nel parco a lui intitolato. La cerimonia ha visto la partecipazione, oltre che dei genitori di Giulio e delle istituzioni, anche di molti liceali che hanno presentato una tela con metà volto del dottorando italiano dell’Università di Cambridge ucciso in Egitto, a simboleggiare una verità ancora parziale.
Tra i primi paesi ad aderire all’iniziativa ci sono stati Colleferro, in provincia di Roma, e Troina, in provincia di Enna, dove a fine febbraio è stato espresso parere unanime sul conferimento della cittadinanza onoraria a Patrick Zaki (ora dopo il pronunciamento del Parlamento, sarà il governo a doversi impegnare per il riconoscimento della cittadinanza italiana effettiva) e sul posizionamento di una panchina con l’incisione della frase di Martin Luther King: “No, non siamo ancora soddisfatti e non lo saremo finché la giustizia non scorrerà come l’acqua e il diritto come un fiume possente”.
Un percorso fitto di iniziative e adesioni in cui, però, non sono mancati vili atti vandalici aidanni di questi elementi di arredo urbano: a Cropani Marina, in provincia di Catanzaro, la targa della panchina collocata nei pressi di un’area giochi è stata danneggiata lo scorso 8 giugno. A denunciare l’accaduto è stato il primo cittadino, Raffaele Mercurio, dal suo profilo social in cui ha definito l’atto di teppismo come “ignobile gesto” imputabile all’ignoranza e alla mancanza di rispetto, sottolineando che “la targa verrà riposizionata perfettamente nello stesso posto con uguali dimensioni” ed esprimendo vicinanza alla locale Anpi e al suo segretario, Salvatore Borrelli. Sempre in Calabria, a Cosenza, lo scorso febbraio è stata scoperta su corso Mazzini la panchina gialla, posizionata accanto a una rossa in memoria delle vittime di femminicidio.
Il 3 giugno è stata la volta di Bari, con la collocazione del sedile pubblico di fronte al palazzo dell’economia sul centralissimo corso Vittorio Emanuele. Anche qui l’obiettivo è quello di non abbassare “la guardia nei confronti dei diritti umani e di tutti i prigionieri di coscienza incarcerati ingiustamente in ogni parte del mondo”, come dichiarato in una nota diffusa dal Comune.
Poco distante dal capoluogo pugliese, a Gioia del Colle, la panchina per i diritti umani, simbolo delle nuove resistenze, era già stata inaugurata qualche mese prima, nella data non casuale del 25 aprile, attraverso uncrowdfunding partito dal basso. E sempre in Puglia, a Racale, in provincia di Lecce, solo due giorni fa è stata posizionata quella dipinta dall’artista Eleonora Renni nei pressi della stazione. Nel capoluogo salentino, invece, il network associazionistico ha operato per presentare l’opera su viale dell’università in occasione della Giornata del rifugiato, il 20 giugno.
Nelle scorse settimane, anche il borgo di Castelnuovo Cilento, nel Salernitano, ha aderito all’iniziativa, mentre la prossima inaugurazione avverrà il 18 luglio alle ore 11 a Milano, in piazza Miani, con Anpi Barona in prima fila, accanto al Comune di Milano e al VI Municipio cittadino. Un’iniziativa diffusa da nord a sud, in cui le adesioni quotidiane, con queste piccole macchie di colore, confermano la grande sinergia tra l’associazione dei partigiani, con volontarie e volontari il cui impegno sui territori è quotidiano e infaticabile, e le amministrazioni locali.
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