24 novembre 2009

Acqua: Bene comune. ANPI Catania.

Giù le mani dall’ACQUA
Acqua: Bene comune.
Espropriate democrazia e Costituzione

Giorno 19 novembre, con l’ulteriore comando del voto di fiducia, il governo Berlusconi, con l’art 15 del decreto 135, ha imposto ai cittadini italiani la privatizzazione della gestione dell’acqua. Hanno votato compatti i partiti della maggioranza, dai grandi del Pdl e Lega, ai regionalisti siciliani, autodefinitosi “autonomisti”, dell’Mpa.
L’ ACQUA, a partire da quella che esce dai rubinetti, è il principale Bene comune dei cittadini, come l’aria. Acqua e aria determinano la vita. L’ acqua, basilare per la salvaguardia della salute, non può essere sottratta al pubblico controllo dei cittadini. L’ acqua, diritto universale fondamentale, è un valore primario dei diritti civili su cui si regge la nostra democrazia, sancita dalle norme costituzionali conquistate dagli atti valorosi di uomini e donne che si batterono nella Lotta di Liberazione per riconquistare libertà, giustizia, solidarietà, diritti ed equità sociali, violentemente represse dai nazifascisti.
Con questa legge Si espropriano le Regioni e i Comuni dalle proprie funzioni fondamentali di reale ed autonoma gestione del territorio, dei beni locali e dei servizi, sancita a chiari lettere dalla Costituzione. Si violano drasticamente le prerogative dello Statuto siciliano.

Si sottraggono ai cittadini i requisiti fondamentali che devono rappresentare una vera democrazia, con la partecipazione e la scelta diretta su questioni fondamentali che Li riguardano. Si cancellano le 400.000 firme, frutto della democrazia partecipata, consegnate nel 2007, proponenti una Legge di iniziativa popolare. Si Spoglia il Parlamento, in forma autoritaria, con il voto di fiducia e con la massima accelerazione del voto, dalla sua vera funzione democratica. Calpestando la volontà popolare si consegna l’ACQUA agli enormi interessi economici-finanziari rappresentati da ben noti gruppi nazionali e multinazionali. Entro il 2011, la gestione dei servizi idrici, attualmente affidata alle pubbliche strutture degli ATO controllate da Comuni e Province, sarà strutturalmente stravolta.
In questa maniera l’ ACQUA, da fondamentale Bene comune, viene trasformata in merce, in balia delle più ampie speculazioni, come già avvenuto in tante altre realtà mondiali. E’ conseguentemente facile prefigurare le tragiche ed inique conseguenze che a breve si determineranno sulle bollette e sulla qualità. A partire dal nostro territorio già attraversato ga grandi contraddizioni di gestione e di servizio. Anche a Catania, come già avvenuto da parecchi mesi in tante città e paesi della Sicilia, si deve organizzare la RESISTENZA in difesa del nostro principale BENE COMUNE.
giovedì 26 novembre alle ore 18.00
organizzato dall’A.N.P.I. – Associazione Nazionale Partigiani d’Italia – si terrà un pubblico incontro
presso il CPO Experia, via Plebiscito 782.

Invitiamo i cittadini, le forze politiche, sociali, sindacali ed associative a partecipare.
A.N.P.I. Catania
anpicatania@yahoo.it

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