09 marzo 2011

Emendamenti - Congresso Provinciale ANPI Milano.

A.N.P.I. CONGRESSO PROVINCIALE MILANO
Documento politico-programmatico per il 15° Congresso Nazionale dell’ANPI EMENDAMENTI
Il testo è quello del documento nazionale in cui sono stati inseriti gli emendamenti approvati all’unanimità dalla Commissione politica, con l’indicazione della sezione che li ha presentati e di quelli che per omogeneità sono stati assorbiti.
Gli emendamenti che la Commissione all’unanimità ha deciso di respingere sono indicati solo dal nome della sezione e dal numero progressivo risultante dal verbale di ciascun congresso.
La proposta è di votare tutto in blocco perché decisa all’unanimità, dopo un esame compiuto su ogni singolo emendamento, tenendo conto anche che nella commissione erano presenti rappresentanti di sezioni che avevano approvato o addirittura presentatori di emendamenti..

Documento politico-programmatico per il 15° Congresso Nazionale dell’ANPI

La crisi economica e sociale che il nostro Paese sta attraversando è parte di quella più generale che pervade l’intero pianeta. È necessario che la risposta avvenga in modo (em. Codè 1 NO) unitario fra tutti i Paesi che fanno parte dell’Unione Europea (em. Codè 2 NO)di cui, ricordiamo, l’Italia è stata fondatrice dopo la fine di quella epocale tragedia che fu la Seconda Guerra Mondiale. Anche a questo fine è quindi doverosa la promozione di una positiva unità antifascista europea resa necessaria e urgente dalla sempre più drammatica situazione dal punto di vista della crescita delle forze razziste e di estrema destra. Particolare attenzione all’Est europeo teatrio di movimenti nostalgici dei passati regimi collaborazionisti dei nazisti (em. Carugate 2, assorbe Abb.sso 3). Fin dal 2008 l’ANPI ha evidenziato la gravità della situazione e il suo forte impatto sui lavoratori, le loro famiglie e i giovani e le donne in particolare: i più colpiti dalla disoccupazione e dai drammatici effetti del precariato che nega sicurezza e possibilità di costruirsi progetti di vita. Abbiamo posto in luce, nel contempo, l’irresponsabilità dell’attuale governo che ha minimizzato la crisi, evitando di assumere (em. Giambellino 1 NO) tutti i provvedimenti necessari a fronteggiarla.
Favorito da queste nefaste e assenti politiche del governo, oltre che dall’utilizzo spregiudicato, cinico e irresponsabile della crisi, forte come non mai nel passato è oggi l’attacco al potere ed alla funzione costituzionale del sindacato nei luoghi di lavoro e nella società tale che si consente che contratti di lavoro di milioni di lavoratori non siano rinnovati. Si opera, da parte delle stesse destre al governo, per la divisione sindacale oltre che per favorire soluzioni alle vertenze unilaterali e non contrattate con i sindacati, talché i diritti dei lavoratori vengono ridotti quando non negati. L’ANPI e l’antifascismo, mentre denunciano tutto ciò, (em. Giambellino 1 NO) sono in campo a difesa della funzione del sindacato, fattore essenziale e costitutivo della democrazia repubblicana.
Autoritarismo e populismo stravolgono la democrazia repubblicana (em. Lambrate 1 NO)
Per responsabilità delle destre e della Lega Nord, in primo luogo per l’impulso di politiche governative autoritarie e populiste e con l’ausilio di una vera e propria offensiva culturale - esercitata innanzitutto attraverso il monopolio berlusconiano sull’editoria e sulla televisione privata e il controllo di gran parte di quella pubblica – anche attraverso un diffuso revisionismo storico e negazionismo (em. Lambrate 1) la stessa identità politica dell’Italia di Repubblica parlamentare si sta trasformando secondo un disegno volto a dar luogo ad un potere governativo autoritario prevaricatore degli altri poteri e per sottrarlo ad ogni equilibrio costituzionale a partire da quello stesso di garanzia del Presidente della Repubblica. La campagna revisionista di rivalutazione di azioni e figure del passato, di attacco alla Resistenza e alla guerra di Liberazione in parte sostenuto da alcuni mezzi di informazione, si esprime nei ripetuti tentativi di equiparare i repubblichini ai partigiani, nella concessione di spazi a forze neonaziste/neonaziste, o nella intitolazione di piazze o vie a gerarchi fascisti. (em. Carugate 1, assorbe Segrate 1 e Abb.sso 4)
A fronte di questa situazione, l’ANPI rivendica la propria natura di Associazione custode della vicenda storica attraverso la quale il nostro Paese - che ha vissuto l’esperienza autoritaria e violenta della dittatura fascista ( em. Giambellino 2 NO)e che, per quattro dei sei anni di guerra, è stato a fianco del nazismo - ha saputo ritrovare la via di un “ritorno alla ragione” che ha consentito di mutare la propria identità passando dal totalitarismo alla democrazia. È in questa motivazione profonda che le forze antifasciste, di ogni orientamento politico e culturale, (em. Cinisello 1, assorbe Buccinasco 7) trovarono la ragione di una unità che ha consentito la realizzazione di due grandi obiettivi: il mutamento della forma istituzionale dello Stato da monarchia a Repubblica e l’elaborazione e l’approvazione, a larghissima maggioranza, della Costituzione.
Difesa e attuazione dei principi costituzionali
Entrata in vigore il 1° gennaio del 1948, la Costituzione afferma valori, principi, regole e obblighi che definiscono con chiarezza la nuova identità politica e sociale della nostra Patria: il lavoro come fondamento della Repubblica; la sovranità che appartiene al popolo il quale la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione; i diritti inviolabili di ogni persona umana; l’eguaglianza e la coesione
sociale che devono essere promosse dalla Repubblica attraverso la rimozione di tutti gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana (em. Donne 1) e la piena partecipazione dei cittadini e dei lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese; la libertà dell’iniziativa economica privata che deve svolgersi senza recare danno alla libertà, alla sicurezza e alla dignità umana; il ripudio della guerra (em. Colombo 3 NO) come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; il consenso alle limitazioni di sovranità necessarie, a condizione di reciprocità, per assicurare la pace e la giustizia fra le nazioni; l’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge e il riconoscimento della parità di diritti e opportunità tra uomini e donne. In particolare, nel quadro internazionale occorre rivedere tutta l’onerosa partita delle spese militari e delle missioni all’estero e quindi favorire il rientro delle truppe italiane dalla disastrosa guerra in Afghanistan, nella quale l’Italia era entrata con un ruolo di pace, in rispetto dell’art. 11 Cost. ed è invece stata coinvolta direttamente nella guerra (em. XXV Aprile 1, Donne 2). Sono questi principi inderogabili che vengono posti a fondamento dell’essenza repubblicana nei primi dodici articoli della Costituzione oltre che negli articoli dal 13° al 54°, riguardanti i diritti e i doveri dei cittadini. Questi principi sono stati difesi, affermati, posti in essere e potenziati attraverso grandi movimenti e battaglie sociali e civili durante tuta la storia repubblicana. In questo processo di costruzione e sviluppo della vita democratica, le donne e i loro movimenti hanno potuto affermarsi come nuova grande forza di cambiamento e di rinnovamento(em. Donne 3). Inoltre la Costituzione prevede altresì le istituzioni di garanzia: dalle prerogative del Presidente della Repubblica, alla funzione della Corte Costituzionale, ai compiti della magistratura come istituzione autonoma e indipendente.
Le leggi “ad personam” concepite con l’unico scopo di giovare alla tutela giudiziaria del Presidente del Consiglio; le pressioni occulte per influenzare le decisioni degli organismi di garanzia; l’improponibile richiesta di dimissioni del Presidente della Camera; il ricorso anticipato alle urne usato come minaccia; l’attacco alla magistratura come “istituzione politicizzata” portato anche a livello legislativo e con un forte tambureggiamento mediatico; gli attentati alla libertà di informazione, sono questi i più chiari segni di quel mutamento del regime democratico, incompatibile con la Costituzione, stigmatizzato da tutti i maggiori esponenti della cultura italiana.
La destra si divide
Negli ultimi tempi abbiamo assistito al manifestarsi, nello stesso schieramento politico del PdL, di contraddizioni che sono venute via via delineando un vero e proprio scontro politico tra una destra che sostanzialmente si riconosce nelle regole e nei principi della Costituzione (em. Codè 3 NO\) e quella berlusconiana e leghista che, invece, persegue di fatto un mutamento del regime democratico.
Oggi, dunque, il problema che si prospetta con sempre maggiore evidenza nella realtà politica italiana, non è solo il contrasto (em. Colombo 1) dialettico tra destra e sinistra, come molti esponenti politici affermano, bensì, innanzitutto, un insanabile dissidio fra chi aggredisce l’identità democratica del nostro Paese, realizzata attraverso il dettato costituzionale, e chi tale identità tende a rispettare e a salvaguardare. Ciò non muta il giudizio di fondo sulle destre italiane, prive, con ogni evidenza, nella loro gran parte, di una reale cultura democratica e antifascista, ben diversamente dalle destre conservatrici di stampo europeo. Prova ne sono gli accordi elettorali e politici stretti con formazioni dichiaratamente neofasciste (em. Zona 1 Milano 1, assorbe Abb.sso 6)Tale situazione rende sempre più necessaria un’intesa fra tutte le forze democratiche al fine di superare e rimuovere la china verso la quale l’Italia sta andando.(em. Precotto 8 NO) Questa è la priorità assoluta alla quale deve ispirarsi – mediante concrete prese di posizione, scelte politiche e battaglie sociali e culturali - la parte più consapevole del popolo e soprattutto le giovani generazioni, nell’interesse dell’intera nostra comunità.
Salvaguardare l’identità costituzionale e democratica dell’Italia (em. Giambellino 3 NO) Scongiurato questo pericolo, (em Colombo 2 NO) si renderà possibile ritornare a un dialettico e normale confronto di idee e di programmi nell’ambito di un ritrovato clima di rispetto e di attuazione dei principi costituzionali. Sarebbe invece del tutto negativo che le diversità di visioni politiche e programmatiche fra le forze in campo in una democrazia compiuta divenissero veicolo di una
pericolosa deriva autoritaria.
Ciò che chiediamo all’opposizione antifascista e democratica
Per sventare e battere questo pericolo, l’ANPI sollecita ancora una volta l’opposizione politica e parlamentare - a partire dalle forze antifasciste - a svolgere la sua preziosa e indispensabile funzione in Parlamento e nel Paese in modo più efficace e incisivo, facendosi più consapevole della grave sfida in atto contro la democrazia, e a rendersi più vicina ai cittadini ed ai lavoratori e più capace di interpretare e rappresentare le loro impellenti necessità. Per tutto ciò occorre porre al bando le persistenti, irriducibili e laceranti divisioni foriere di impotenza politica e dar luogo a scelte di unità e collaborazione richieste in modo sempre più pressante da ampi settori dell’opinione pubblica ed innanzitutto da milioni di antifascisti e democratici.
Battaglie nazionali dell’ANPI
Riforma della legge elettorale
Necessaria e urgente è una riforma della legge elettorale coerente con il dettato costituzionale e in materia di diritti politici dei cittadini affinché gli elettori, fin dal prossimo Parlamento, possano scegliere con libertà i propri rappresentanti da eleggere alla Camera dei Deputati ed al Senato della Repubblica. (em. Precotto 7, Giambellino 4, Cinisello 2 NO)
Per la giustizia
Ci battiamo per una giustizia fondata sul principio dell’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge e per una magistratura autonoma e indipendente sostenuta adeguatamente dallo Stato con le necessarie risorse finanziarie (em. XXV Aprile 4), decisiva per assicurare il diritto alla giustizia e alla sicurezza dei cittadini e per rendere sempre più adeguata e vincente la battaglia alla mafia ed ai poteri criminali. Basta con le leggi ad personam! Si rendono inoltre necessarie riforme in materia di vivibilità delle carceri a risoluzione in particolare del non più derogabile problema dell’eccessivo sovraffollamento degli istituti penitenziari (em. Cinisello 3)
No al razzismo, no alla xenofobia, no alla omofobia (em. Cesano B. 1, assorbe integr. Magenta 1)
Ogni anno milioni di uomini e donne, in un mondo in cui si muore di fame e di guerre (em. Donne 4), lasciano i loro Paesi in cerca di una vita migliore laddove, per diverse ragioni, c’è bisogno di forza lavoro. Anche in Italia l’immigrazione è una grande questione nazionale da affrontare con adeguate politiche strutturali e di accoglienza e integrazione e non invece, come avviene ad opera delle destre e della Lega nord al governo con la politica dei respingimenti (em. Donne 6), con visioni di mero ordine pubblico che alimentano esasperazioni e paure, e strumentalizzano per fini elettoralistici gli stessi bisogni di sicurezza dei cittadini. Si negano così i diritti degli immigrati e in particolare quelli garantiti ai rifugiati politici dalla convenzione di Ginevra (em. Donne 5), quelli stessi garantiti dalla Costituzione. Risoluta è l’opposizione dell’ANPI al razzismo e alla xenofobia come dimostrato nella grande manifestazione nazionale che l’Associazione ha promosso e realizzato, su questi temi, a Mirano (VE) il 12 dicembre 2009. Per questo si rende necessario sviluppare azioni concrete al fine di eliminare le intollerabili condizioni di semi schiavitù a cui molti lavoratori immigrati sono costretti nel nostro Paese, promuovere sostanziali modifiche al sistema dei Centri di Identificazione e di Espulsione – oggi inaccettabili e da chiudere – che non garantisce il pieno rispetto dei diritti democratici e prevedere l’abolizione del reato di clandestinità (em. Cinisello 4, Precotto 4 NO)
In questa battaglia politica e culturale, l’ANPI e l’antifascismo devono essere in campo quali essenziali punti di riferimento e per far pesare: la storia d’Italia quale Paese di grande emigrazione; la dura lezione delle famigerate leggi razziali del fascismo e, non di meno, la luminosa lezione che deriva dalla significativa partecipazione di tanti antifascisti stranieri alla Resistenza italiana e il contributo di tanti militari delle truppe alleate alla liberazione del Paese.
Un più forte impegno per i diritti umani universali (em. Donne 7)
Per i valori cui si ispira e per la sua grande tradizione di solidarietà internazionale, l’Anpi rinnova l’impegno per la pace, la democrazia e per i diritti umani universali, ancora negati e conculcati in tanti paesi. In particolare, rinnova il sostegno e la solidarietà alle donne che in ogni parte del mondo sono in prima fila nella lotta per la democrazia e le libertà nei loro paesi e si battono per il diritto alla vita contro guerre, violenze di ogni tipo, dittature, per contrastare regimi autoritari e per superare culture e società patriarcali.
L’Unità Nazionale non si tocca
L’unità dell’Italia riconquistata dalla Resistenza è un bene irrinunciabile per il presente ed il futuro del Paese. (em. Codè 4 NO) L’ANPI è contro il secessionismo leghista ammantato di federalismo e contro politiche governative ad esso corrive ma, al tempo stesso, esasperatamente centraliste e taglieggiatrici dei poteri locali e regionali e delle loro risorse finanziarie necessarie per le politiche sociali.
Occorre sottolineare l’art. 15 Cost. che afferma “La Repubblica è una e indivisibile.” Anche il Presidente Napolitano ha detto, in occasione del suo discorso alla Scala per il 25 Aprile 2010, che “l’Italia è chiamata a vivere come Nazione e come Stato nell’unità del suo territorio, della sua lingua e della sua storia.
Infatti, l’unità d’Italia, di cui celebriamo il 150° anniversario, frutto del Risorgimento, è stata riconquistata dalla Resistenza antifascista. Pertanto occorre evitare che si affermi ogni forma di federalismo che comporti un secessionismo strisciante e possa creare disuguaglianze sociali e territoriali.
(em. XXV Aprile 2, assorbe: Precotto 5, Codè 5, Abb.sso 2, Buccinasco 6, Barona 2, Carugate 4, Lambrate 6, Cesano B. 2, Crescenzago)
►Promuovere una nuova etica pubblica; la “questione morale” (em. Donne 8) Sia regolato il conflitto d’interessi
Forte è la preoccupazione per il persistere e l’acuirsi di una questione morale che investe responsabilità di governo nazionali e locali, i partiti e la politica, oltre che alte responsabilità della stessa Pubblica Amministrazione come mai nel passato era accaduto. (em. Cinisello 5 NO) Debellare la corruzione, renderla estranea al Parlamento, ai governi nazionali e locali, alle istituzioni, alla pubblica amministrazione, ai partiti ed alla politica, è una urgente necessità, per un’Italia pulita e più giusta nell’economia e nella vita civile. Combattere l’avvilente modello culturale che viene proposto a ragazze e ragazzi, fondato sull’uso del corpo come merce da esibire e di scambio. Promuovere una cultura che proponga una idea di sé e del proprio futuro basata sulla dignità e responsabilità personale (em. Donne 9) Liberare l’Italia dalla questione morale, contrastare con efficacia l’evasione fiscale e l’illegalità diffusa, regolare il conflitto d’interessi con norme di legge rigorose, è condizione necessaria anche per una rigenerazione e per il rinnovamento dei partiti e della politica. Dall’esito di questa battaglia dipende il futuro della democrazia e la stessa possibilità di contrastare e vincere i pericolosi orientamenti populisti, di antipolitica, di ostilità e diffidenza verso i partiti e le istituzioni e i poteri pubblici democratici, presenti in settori dell’opinione pubblica dai quali emerge lo smarrimento della nozione stessa di “bene comune” oltre che la necessità di salvaguardare e rafforzare la convivenza civile e la coesione sociale che la Costituzione invece tutela come beni irrinunciabili.
Scuola
Nella visione costituzionale, la scuola pubblica, insieme ala lavoro, costituisce un valore essenziale, è un presidio fondamentale per rimuovere gli ostacoli alla realizzazione della persona umana (art. 3 Cost.), per educare alla cittadinanza e per formare la coscienza civile delle nuove generazioni; coscienza che deve essere fondata sulla reintroduzione in tutti gli ordini di scuola dell’insegnamento della storia contemporanea, su una più strutturata e rigorosa conoscenza della storia dell’antifascismo e della Resistenza, fondativi della Carta Costituzionale. La scuola pubblica, l’Università, la ricerca, la cultura sono altresì un fattore essenziale dello viluppo economico, sociale, civile e culturale del Paese. Dalla loro qualità dipende il suo stesso futuro, soprattutto in una società globale in cui il principale fattore di disuguaglianza rischia di essere la conoscenza. Va perciò contrastato con una grande battaglia civile e culturale con un investimento adeguato di idee, progetti e responsabilità, il disegno promosso dal centrodestra che umilia risorse preziose e che punta a snaturare il ruolo costituzionale della scuola pubblica attraverso vere e proprie controriforme e stagli indiscriminati.(em. Donne 10, assorbe: Cinisello 6 e 7, Codè 6, Magenta integr. 2, Precotto 6, Giambellino 56, XXV Aprile 3,)
Giovani e lavoro. Sicurezza sul lavoro
È agli occhi di tutti lo svilimento in atto nel lavoro, come diritto di ogni cittadino, sempre più carente e privato di tutele e diritti (em. XXV Aprile 5), oltre che di centralità e dignità. I più colpiti sono i giovani, condannati al precariato e alla disoccupazione. Uno su tre è senza lavoro. Per non parlare del fenomeno troppo diffuso degli incidenti e dei morti sul lavoro che denunciano una grave inapplicazione delle regole. Il lavoro diviene in questi casi una rischiosa avventura nel buio. Tutto ciò è in palese e profondo contrasto con la Costituzione che tanta importanza ha conferito al lavoro da renderlo fondamento della Repubblica. Per questo si rende necessario un aggiornamento del sistema di protezioni sociali con riferimento al mutato contesto internazionale in seguito alla globalizzazione economica. Per garantire un futuro di stabilità sociale ed economica al Paese, l’Anpi fa voto che vengano riprese procedure di stabilizzazione dei lavoratori precari della PA, della scuola e degli altri comparti produttivi. (em. Cinisello 8, Zona 1Milano 3; Giambellino 6 NO)
Informazione libera e indipendente
Un’informazione che racconti realmente e liberamente il Paese, senza legacci, ostacoli, minacce, è oggi quasi del tutto assente. Assistiamo ad una occupazione a tutto campo dei mezzi di informazione da parte di un potere, anche di governo, che ha urgenza di coprire verità e inadempienze al fine di perpetuarsi. L’ANPI conferma il suo impegno a sostenere le battaglie a favore di una informazione libera e indipendente, presupposto cardine per una sana e robusta democrazia.
Difendere, riaffermare e promuovere la dignità e i diritti delle donne Come abbiamo detto alla Conferenza nazionale di organizzazione dell’Anpi, dopo il grande contributo delle donne alla Resistenza e alle lotte democratiche dell’Italia repubblicana, ancora oggi la democrazia italiana ha bisogno della cultura, delle lotte, del punto di vista delle donne. Deve perciò essere contrastata la grave involuzione sociale, civile e culturale dell’identità stessa, della condizione e del ruolo delle donne nella vita del Paese di cui il centrodestra porta la principale responsabilità. Lavoro, scuola cultura, riconoscimento del valore sociale della maternità, possibilità di conciliare maternità e lavoro, battaglia contro la violenza sessuale, laicità nello Stato, costituiscono per le donne una condizione essenziale di dignità, autonomia e crescita personale. Ormai oggi nel mondo si riconosce il ruolo innovatore delle donne in ogni campo: nell’economia, neo sociale, nella cultura. Da loro dipende non solo la crescita della ricchezza materiale, ma lo sviluppo più libero, giusto, umano, sostenibile della nostra società, una più forte rinnovata democrazia. (em. Donne 11)
La nostra proposta
Di fiducia e speranza l’Italia è priva e ne ha invece bisogno! L’unità antifascista è stata protagonista vittoriosa della Resistenza e per la conquista della Costituzione, della Repubblica e della democrazia. Può e deve essere ancora oggi per tutti i democratici, per le nuove generazioni, un esemplare stimolo per dare coraggio, fiducia a scendere in campo con una rinnovata e ampia unità al fine di salvaguardare e attuare la Costituzione.
I giovani rappresentano realtà molto complesse. Dobbiamo riuscire a confrontarci con tutti, con tutte le realtà organizzate tenendo conto delle esperienze compiute sul territorio, ma
anche di quelle nella scuola e nelle battaglie studentesche e – in forme loro proprie – nell’associazionismo e nel volontariato. (proposta della Commissione, supera em. Zona 1 Milano 2, Abb.sso 5, Lambrate 2, Buccinasco 10, Segrate 2, Barona 1, Carugate 3, Codé 7) Per questo fondamentale obbiettivo, è l’ora di una GRANDE ALLEANZA tra l’ANPI, l’associazionismo antifascista, le confederazioni sindacali e il vasto campo dell’associazionismo democratico italiano!
Avanti con la “Nuova stagione dell’ANPI”
Il bilancio è positivo. Importanti sono i traguardi raggiunti dopo la Conferenza nazionale di Organizzazione svoltasi a Chianciano Terme nel 2009 e nell’attuazione delle sue decisioni. Vi sono ora iscritti in tutte le 110 province italiane. Oltre che in Belgio, vi sono sezioni ANPI a Londra, in Argentina, nella Repubblica Ceca, e se ne stanno costituendo in Germania, Svizzera, a Parigi e a Madrid. Nel 2009 l’ANPI era presente solo in 81! L’Associazione è ora più nazionale, con più iscritti, più giovani e più donne. Documenti e iniziative realizzate a partire dalla Prima Conferenza nazionale delle donne dell’Anpi sono patrimonio e fanno parte integrante della politica della Associazione e devono coerentemente impegnarla nell’insieme. (em. Donne 12). Si è attivata verso l’ANPI l’attenzione, l’iniziativa e la collaborazione di significativi settori della cultura e dell’intellettualità oltre che delle forze politiche, democratiche e antifasciste. In 29 province del mezzogiorno si stanno costituendo i Comitati Provinciali. Più ampia, intensa e qualificata si è fatta l’iniziativa politica nazionale e locale. In particolare ciò si è evidenziato sui temi della lotta alla mafia - manifestazione nazionale a Portella della Ginestra il Primo Maggio 2010 - contro il razzismo e la xenofobia e per la pace, anche attraverso la Feste Nazionali di Gattatico (RE) e di Ancona e le tante feste locali dell’ANPI.
Più intensi sono ora i rapporti di collaborazione con le associazioni dell’Antifascismo, con i sindacati, in particolare CGIL, SPI-CGIL e Fondazione “G. Di Vittorio” e con l’ARCI, Libera, Articolo 21, e l’associazionismo democratico. Superiamo le inerzie e le resistenze residuali. Andiamo avanti verso nuovi traguardi: di qualificazione, consolidamento e di crescita dell’Associazione. I 150.000 iscritti al Congresso Nazionale del 2011 sono possibili e si possono superare. Ovunque si accrescano nell’ANPI impegno e responsabilità degli antifascisti. Valorizziamo i partigiani, i patrioti e i benemeriti ancora viventi. Abbiamo memoria degli scomparsi. In questo ambito si propone di attuare un censimento dei partigiani viventi, in collaborazione con i Comitati Provinciali. Ciò per dar luogo ad una campagna nazionale di incontri con i partigiani, i patrioti e i benemeriti.
Crescita dell’ANPI: consolidare anche nelle nuove leve i valori e la progettualità dell’Associazione (em. Vigentina 1)
Nell’Associazione si riduce la presenza dei partigiani. Crescono gli antifascisti che non hanno vissuto direttamente la Resistenza. Cambia la fisionomia dell’Associazione e dei suoi organi dirigenti. Si ampliano e diversificano rispetto al passato l’iniziativa e le motivazioni con le quali si aderisce all’Associazione.
Il ruolo dell’ANPI
Nella “nuova stagione” dell’ANPI va ribadito che:
L’ANPI non è un partito. Si aderisce all’ANPI non per una scelta di schieramento partitico bensì per la sua storia, per la memoria, per i valori ed i principi dell’ Antifascismo e della Resistenza che l’Associazione rappresenta e difende battendosi per il rispetto e l’attuazione della Costituzione, oltre che per i contenuti delle sue politiche e per la condivisione del suo Statuto. L’autonomia dell’ANPI, innanzitutto da ogni partito, è condizione irrinunciabile dell’unità per un’Associazione culturalmente e politicamente pluralista quale è l’ANPI ancor più oggi, affinché possa esercitare con efficacia, credibilità, vasta partecipazione e consenso la sua funzione di “coscienza critica” della democrazia e della società; l’ANPI ripudia la violenza e la contrasta poiché estranea al contesto democratico conquistato dall’Antifascismo e dalla Resistenza e quale arma dei nemici della democrazia e della libertà. Il disagio sociale e l’impotenza politica non giustificano il ricorso alla violenza! La protesta politica e sociale va espressa attraverso l’esercizio dei diritti e nelle forme previste dalla Costituzione. l’ANPI rispetta e collabora con le istituzioni della Repubblica quali conquiste della Resistenza anche quando, a seguito di elezioni, sono governate da esponenti della destra. Si batte affinché chi governa transitoriamente – Comuni, Province, Regioni e lo Stato – operi in ottemperanza ai valori, ai principi e alle norme sancite dalla Costituzione e dall’ordinamento dello Stato.(em. Cesano B. 3, Magenta 1, Rozzano 1, Precotto 2, Codè 8, Cinisello 9 e 10) Quando ciò non avviene, lo si contrasta con le armi della democrazia distinguendo sempre le istituzioni da rispettare e difendere e con le quali collaborare, dalle politiche e dalle ideologie di chi le governa alle quali opporsi quando necessario. Si ritiene quanto sopra essenziale per contrastare e vincere orientamenti sbagliati presenti - sia pure in modo minoritario – anche nell’Anpi. E’ intollerabile che forme di contestazione violenta si siano esercitate nei confronti di manifestazioni del 25 Aprile – Roma, Milano, Catania, ed anche nei confronti di dirigenti dell’Anpi e comandanti partigiani, e non può essere taciuta la tolleranza manifestata da alcuni esponenti dell’Antifascismo e della stessa Anpi (proposta della commissione che supera gli emendamenti: Buccinasco 8, Codè 10, Lambrate 3, Vigentina 2, Segrate 3, Abb.sso 7, Precotto 1, Codè 9, Abb.sso 1 e 9, Barona 3)
Ritenere l’Antifascismo, la Resistenza e la Costituzione patrimonio solo della sinistra è valutazione da contrastare con il necessario confronto culturale, storico e politico. Così come va ribadito che l’ANPI è “la casa” di tutti gli antifascisti. (em. Cinisello 11)
Nella “nuova stagione dell’ANPI” sono da confermare:
l’autorevolezza politica e morale dell’Associazione e dei suoi dirigenti affinché essa continui ad essere punto di riferimento per i democratici e gli antifascisti; l’unità, il rigore, la disciplina, il rispetto e l’applicazione dello Statuto e delle regole a partire dalle procedure per le nuove iscrizioni e dal dovere di chi aderisce di iscriversi nella sezione del Comune, del quartiere in cui risiede o nel luogo in cui lavora o nell’università in cui studia. Questa regola ha un fondamento, prima di tutto nell’esigenza di un reale radicamento nel territorio. Va intesa, naturalmente con saggezza e buon senso. Gli organismi che usciranno dal Congresso dovranno approvare un Regolamento nazionale di attuazione dello Statuto che permetta, tra l’altro, di gestire limitate deroghe, motivate in modo trasparente. Con il tesseramento del 2011 vanno risolte o avviate a risoluzione situazioni anomale eventualmente esistenti. Vi è anche la necessità che tutto sia sempre riconducibile ad unità di intenti e di finalità, che la stessa autonomia delle sezioni sia sempre ricondotta ad un corretto rapporto con gli organismi provinciali, quanto meno ogni volta che si impegna il nome dell’Anpi e si adottano iniziative che vanno al di là dei singoli livelli territoriali. (riformulazione della Commissione, assorbe em. Buccinasco 9, Lambrate 4, Cesano B. 4)
“l’attenzione che l’ANPI ha sempre riservato all’istituzione militare: al suo ruolo specifico nella compagine dello Stato e delle Pubbliche Amministrazioni e, con particolare riguardo all’attività di formazione e di educazione delle Forze Armate negli ORGANI DIRIGENTI ideali della Resistenza e nei principi della Costituzione nei quali si è fuso il più alto patrimonio ideale del Risorgimento” (dal Documento della Conferenza Nazionale di Organizzazione – Chianciano Terme 2009). In considerazione del fatto che le FFAA sono oggi costituite da volontari, è fondamentale che le attività di educazione e formazione siano integrate con corsi svolti da docenti di diritto costituzionale (em. Lambrate 5)
Corrette posizioni su queste ed altre questioni, cosiddette di orientamento, sono decisive per un lineare svolgersi della vita associativa e per salvaguardare l’identità dell’ANPI e delle sue politiche ed affinché vi sia sempre ed ovunque dell’Associazione, dell’Antifascismo e della Resistenza una giusta percezione da parte dell’opinione pubblica in particolare delle nuove generazioni. Nei confronti di queste ultime come Associazione operiamo affinché alla Resistenza e alla Costituzione si ispirino la loro educazione e formazione politica anche con iniziative dei Comitati Provinciali e delle Sezioni dell’ANPI. (em. Cinisello 12 NO )
Con il Congresso, nel rinnovo degli organi dirigenti, dal livello nazionale alle sezioni, si presenta la necessità urgente – per evitare il declino purtroppo ancora in atto in alcune province e per perseguire ovunque il consolidamento, la crescita e la qualificazione dell’Associazione – che ovunque si possa contare ancor più sull’apporto degli antifascisti, di donne e giovani accanto a quello, esperto e autorevole dei partigiani. (em. Giambellino 7 NO)
È questa la condizione necessaria per soddisfare l’esigenza forte di una crescita della capacità di direzione politica e di iniziativa. Sono necessari quindi: più tempestività, una più ampia gamma di temi del nostro intervento sulla politica e nella società e una più adeguata visibilità. Sono entrati e stanno entrando nell’Associazione tanti democratici e giovani. Non deludiamoli!
Per le strutture organizzative e gli organi dirigenti si confermano le proposte approvate dalla Conferenza Nazionale di Organizzazione di Chianciano Terme (2009) e successivamente adottate dal Comitato Nazionale:
PRESIDENZA ONORARIA. Si ipotizza che sia utile sostituirla con un Comitato Nazionale d’Onore composto da alte e qualificate personalità antifasciste della cultura, della politica, dell’economia, della scienza oltre che da partigiani e antifascisti. Altrettanto si propone per i livelli provinciali e di Sezione. Laddove non fosse praticabile, si può comunque continuare a mantenere la Presidenza Onoraria (em. Buccinasco 4)
COMITATO NAZIONALE. Si ritiene necessario aumentarne il numero dei componenti. Ciò con riferimento all’ampliamento della presenza dell’ANPI nel territorio nazionale e per consentire una più ampia rappresentanza nel massimo organo dirigente. Questa esigenza – da soddisfare senza tuttavia dare luogo ad organismi pletorici – può essere perseguita in forza del disposto del quarto comma dell’art. 5 dello Statuto, che testualmente recita: “Il Comitato Nazionale può procedere alla cooptazione di nuovi membri, scelti tra i soci dell’ANPI, in caso di decesso o impedimento assoluto di alcuno dei propri componenti ovvero quando ciò si renda necessario per la funzionalità dell’Associazione”. Tale norma consente, con assoluta evidenza, l’aumento del numero dei componenti del Comitato Nazionale per esigenze relative appunto alla funzionalità dell’Associazione.
CONSIGLIO NAZIONALE. Si ritiene necessario un restringimento del numero dei suoi componenti anche per renderne più agevole, frequente e meno dispendiosa la convocazione e per un aumento della presenza di dirigenti effettivi dell’Associazione con attenzione oltre che ai Comitati Provinciali, alle Sezioni.
COMITATI REGIONALI. Da alcune parti è stata avanzata la proposta di dare ai Comitati Regionali i caratteri e le prerogative di un organo dirigente, attraverso una modifica dello Statuto che, da un lato, renda obbligatoria la costituzione di Comitati Regionali laddove la regola statutaria ne prevede semplicemente la possibilità e, dall’altro, ad essi attribuisca una funzione dirigente, la quale non potrebbe che essere sovraordinata rispetto alle funzioni dei Comitati Provinciali. Dopo approfondita riflessione, si esprime la ferma convinzione che sia sufficiente, sotto il primo profilo (quello dell’obbligatorietà), sollecitare la costituzione di Comitati Regionali relativamente a tutte le strutture associative, anziché stabilirne statutariamente l’obbligo. Per quanto riguarda il tema relativo ad eventuali funzioni di direzione politica, è invece più prudente conservare per i Comitati Regionali una funzione di coordinamento – come definito dallo Statuto – onde evitare che possa determinarsi fra regioni tra di loro distanti, e aventi tradizioni e visioni non sempre coincidenti sul profilo storico e politico, il rischio di diversificazioni e contrasti che potrebbero compromettere l’irrinunciabile, necessaria visione unitaria e condivisa dell’Associazione e delle sue politiche. A suo tempo si procederà a definire con regolamento, procedure e criteri per la formazione dei Comitati Regionali ed eventualmente ad individuarne competenze affinché ad esempio essi innanzitutto possano contribuire ad un continuo e buon funzionamento dei Comitati Provinciali presenti nel territorio della regione e ciò in collaborazione con gli organi dirigenti nazionali.
STRUTTURE ORGANIZZATIVE
A livello provinciale e delle Sezioni, varie sono le situazioni in atto. Vi sono Comitati Provinciali in cui la Presidenza è anche organo esecutivo e altre in cui esiste una segreteria o/e un segretario. Si propone che ovunque, per i Comitati Provinciali e le Sezioni, ci si doti di una sede autonoma (em. Buccinasco 3 NO) e vi sia oltre al presidente almeno un segretario responsabile dell’organizzazione oltre che il responsabile dell’amministrazione (tesoriere).
Sono queste necessità imprescindibili per una buona conduzione dell’Associazione e delle sue iniziative, e nondimeno per rapporti fluidi, continui e corretti tra il Centro nazionale e il territorio.
LA COMUNICAZIONE
Va tenuto conto che la comunicazione e i suoi presidi (il Sito – è finalmente online la nuova versione – e “Patria indipendente”) sono oggi per l’ANPI strumenti di comunicazione ma al tempo stesso anche pressoché i soli mezzi di organizzazione e di intervento politico. Da ciò deriva la necessità che i Comitati Provinciali e le Sezioni si dotino di un computer e di un indirizzo di posta elettronica.
TESSERAMENTO
Una buona gestione del tesseramento e dell’elenco degli iscritti da parte dei Comitati Provinciali e delle Sezioni è richiesta non solo da necessità di correttezza nella vita associativa, ma altresì per assicurare un carattere trasparente e democratico dell’ANPI. In questo senso, mentre sul piano nazionale sarà ripreso il lavoro per definire il progetto dell’Anagrafe Nazionale degli iscritti, a livello provinciale e di Sezione si dovrà operare in corrispondenza affinché si creino le condizioni per realizzare detto progetto.
RISORSE FINANZIARIE
Per evitare il rischio di paralisi nella vita associativa e nell’iniziativa, vi deve essere riflessione e impegno per il reperimento delle necessarie risorse finanziarie essendo purtroppo a rischio, tra l’altro, lo stesso esiguo contributo dello Stato, peraltro gravemente ipotecato anche dagli aumenti dei costi postali relativi alla spedizione della nostra pubblicazione e all’ attività associativa notevolmente aumentata. In questo senso, attenzione e impegno sono richiesti per:
il lancio ed il successo della Sottoscrizione Nazionale per il 15° Congresso Nazionale; una ulteriore estensione - del tutto possibile dopo i risultati raggiunti nel 2008 (4.000 adesioni) - della destinazione del 5x1000 all’ANPI da parte di iscritti e amici antifascisti e democratici; un aumento del prezzo della tessera, sia per il nazionale che per l’attività dei Comitati Provinciali e delle Sezioni; (em. Buccinasco 5 NO) sostenere ed aumentare gli abbonamenti a “Patria indipendente” – anche come strumento di attività dei dirigenti dell’Associazione tra gli iscritti e all’esterno dell’Associazione. (em. Cinisello 13 NO) Per il raggiungimento di questi obbiettivi conforta, come testimonianza di possibilità, la disponibilità che si riscontra tra chi chiede di iscriversi sia per un più adeguato contributo per la tessera che per l’abbonamento a “Patria indipendente”.
STATUTO
Si propone di modificare lo Statuto limitatamente all’introduzione di norme richieste da disposizioni di legge e per definire l’età per iscriversi all’ANPI. Per altre necessità si ritiene di poter procedere attraverso la eventuale definizione di norme regolamentari. (em. Precotto 3)
LE GIORNATE NAZIONALI
25 Aprile: Festa della Liberazione. Evitare la ritualità e il declino del 25 Aprile è il nostro compito. Celebrare il 25 Aprile in tutti i Comuni e adoperarsi perché alla festa partecipino istituzioni, forze armate, scolaresche - e la giornata sia arricchita di eventi di riflessione storica e politica, sport, spettacolo - sono presupposti fondamentali affinché il 25 Aprile sia vissuto come grande festa popolare. ►27 Gennaio: Giornata della Memoria di tutte le vittime ►9 Maggio: fine della 2a guerra mondiale e riconquista dell'unità d'Italia. Giornata a ricordo delle vittime del terrorismo e delle stragi.
2 Giugno: Festa nazionale della Repubblica e della Costituzione a Milano. ►8 settembre: armistizio e avvio della Resistenza ►4 Novembre: fine della Ia Guerra mondiale (em. Buccinasco 2 NO) 10 Febbraio: Giorno del Ricordo. L'ANPI e i democratici debbono uscire dalla difensiva e non consentire che questa giornata, complici anche autorità pubbliche corrive, sia occasione per celebrazioni “dell'orgoglio fascista”, con volgari strumentalizzazioni del dramma delle foibe ed intollerabili aggressioni alla memoria dei partigiani e della Resistenza. L’Anpi deve collaborare con le istituzioni locali, con gli istituti storici e con tutte le associazioni democratiche e antifasciste che promuovano dibattiti o momenti di confronto sugli avvenimenti che hanno coinvolto il confine nord orientale dell’Italia, partendo almeno dalla Prima guerra mondiale(em. Buccinasco 1; Giambellino 8 NO).
21 Marzo, giornata nazionale contro le mafie (em. Barona 5)
I 150 ANNI DELL’UNITA’ D’ITALIA
Proposta
Far conoscere la storia. Porre in luce ciò che unisce e differenzia il Risorgimento e la Resistenza quali tappe del cammino unitario e democratico dell’Italia. Essere al fianco del Presidente della Repubblica nel difendere, come conquista irrinunciabile, l’unità d’Italia. Sollecitare le forze politiche antifasciste e democratiche all’impegno necessario per contrastare l’indifferenza ed il sabotaggio governativo ai programmi del 150°. Stimolare all’iniziativa prefetti, Comuni, Province, Regioni, scuole e università.
SETTEMBRE 2011: UN GRANDE RADUNO NAZIONALE DI POPOLO E DI GIOVANI PER I 150 ANNI DELL’UNITÀ D’ITALIA CONTRO I FAUTORI DELLA SECESSIONE E PER UNA REPUBBLICA UNITA E DEMOCRATICA.
L’EUROPA
Risulta decisivo estendere all'Europa – in collaborazione con l'Antifascismo europeo e con il coinvolgimento e il sostegno dell’Unione Europea – il contrasto al revisionismo e la strategia della memoria della Resistenza quale presupposto e fondamento della stessa Unione Europea. L'Europa è un nostro orizzonte. Dobbiamo contrastare le derive nazionalistiche e la ricomparsa di forze neonaziste, razziste e xenofobe. Un forte impegno culturale e politico, in collaborazione con gli istituti storici, va riservato affinché le ANPI del Mezzogiorno, nell’ambito della strategia della memoria, avviino una incisiva iniziativa sull’Antifascismo che precedette la Resistenza in quei territori.
In questo senso è opportuno e doveroso promuovere una grande campagna in tutto il Paese, e in particolare nel Mezzogiorno, per valorizzare e ricordare: eccidi, battaglie, proteste, movimenti, associazioni, uomini e donne che ne furono protagonisti. (em. Giambellino 9) L’ANPI, custode della vicenda storica attraverso la quale l’Italia è riuscita a passare dal totalitarismo alla democrazia, è in campo – come coscienza critica del Paese – per ridare ai cittadini fiducia e speranza, per la difesa e la piena attuazione della Costituzione, contro la corruzione diffusa, per il diritto ad un lavoro dignitoso, contro il razzismo e la xenofobia, per la salvaguardia dell’unità dell’Italia, per una scuola non più “fabbrica del precariato”. L’ANPI è in grado di impegnarsi positivamente per tali obbiettivi grazie alla sua “nuova stagione” con la quale l’Associazione è potuta crescere ed essere presente in tutte le 110 Province italiane. Con il Congresso Nazionale di Torino del marzo 2011, l’ANPI intende confermare e approfondire impegni e prospettive anche attraverso i necessari aggiornamenti e rafforzamenti delle sue strutture organizzative, in particolare con l’inserimento negli organi dirigenti degli antifascisti che, per ragioni anagrafiche, non parteciparono alla Resistenza e che sono entrati - e continuano ad entrare – numerosi nell’Associazione grazie alla modifica statutaria apportata col Congresso Nazionale del 2006.

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