09 ottobre 2011

Paolo Limonta scrive al Questore di Milano...

Caro signor Questore di MIlano, ieri mattina in piazza Miani i suoi uomini hanno pensato bene di intervenire a suon di manganellate per impedire a un folto gruppo di antifascisti di protestare contro l'apertura di una sede della fiamma tricolore poco distante. 
La colpa degli antifascisti era di volersi spostare dalla piazza e fare un breve corteo nel quartiere. 
Lei ha riaffermato una posizione già espressa che si può riassumere così: " Non posso concedervi di fare un corteo perché, se me lo chiedessero anche gli altri, dovrei autorizzare anche loro ! ! ! " e, i suoi ragazzi, hanno sostituitu i punti esclamativi con i manganelli.
Vede Signor Questore, io credo che la sua posizione sia profondamente sbagliata e le spiego perché.
Perché " gli altri " nello stesso momento in cui lei esternava il suo pensiero, intonavano canzoni del ventennio e si esibivano in una selva di saluti romani ( che, mi risulta, continua essere un reato ).
Ma, soprattutto, perché lei come tutti i pubblici ufficiali, ha giurato fedeltà alla nostra Costituzione che, sarebbe bene lo ricordassimo sempre, è nata dalla Resistenza di milioni di donne e uomini che hanno sconfitto il fascismo e ci hanno consegnato questa Repubblica e, in particolare, questa città che, faremmo bene a non dimenticarlo mai, è Medaglia d'Oro della Resistenza.
Una città governata da un'Amministrazione democratica e antifascista il cui Sindaco, ha fermamente e in più occasioni, espresso il suo pensiero a sostegno dell'ANPI che, ieri, insieme alla Camera del Lavoro e a numerosi rappresentanti delle Istituzioni erano presenti in piazza Miani.
In conclusione penso che ieri sia stato commesso un enorme errore che spero non si ripeterà in futuro.
Perché Milano è stata, è e sarà sempre profondamente antifascista e, su questo tema, nessuno si può permettere alcun tipo di equidistanza.

Paolo Limonta... 

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