29 aprile 2010

Jalla Jalla - Cippo del Ronchetto.

L'audio della trasmissione di Radio Popolare
"Jalla Jalla" di venerdì 23 aprile...
Intervento dal Cippo del Ronchetto. Barona. 
ringraziando Radio Popolare, ringraziando Paolo Maggioni.


Clik: http://mir.it/servizi/radiopopolare/blogs/jalla/?p=1584
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MAY DAY primo maggio Milano.


Diverse organizzazioni neofasciste, manifestamente appoggiate e patrocinate dalle istituzioni comunali e provinciali di Milano (anche se poi negano) e dal Pdl e dalla Lega, stanno mettendo in campo una serie di iniziative a cavallo del 25 aprile e del primo maggio. Queste due ricorrenze, come tutti sanno, costituiscono il patrimonio culturale simbolico della repubblica antifascista nata dalla resistenza popolare, espressione della ribellione di operai e contadini al dominio nazifascista. Sappiamo benissimo come, nell’Italia di Berlusconi, questi valori, che una volta costituivano la base di legittimazione repubblicana, siano diventati invece oggetto di denigrazione e revisione. Ancor più sconcertante è un appoggio cosi smaccatamente palese alle provocazioni evidenti di organizzazioni politiche ultraminoritarie e nostalgiche che sovrappongono iniziative e concerti proprio in occasione di queste ricorrenze. L’attacco al 25 aprile è come s’è detto un attacco ai valori antifascisti della resistenza. L’attacco al primo maggio riveste un significato addirittura più fosco. La festa dei lavoratori non è semplicemente la festa del lavoro in quanto bene costituzionale come qualcuno ci vorrebbe far intendere. Essa costituisce la celebrazione (la sacralizzazione) dei lavoratori in quanto produttori di ricchezza. Da questo punto di vista, il significato assume un aspetto radicale di fortissima attualità.  Dire che sono i lavoratori (precari e non), i disoccupati, i poveri, gli ultimi della terra a produrre il mondo che ci (li circonda) serve a dire due cose:
1) che quella ricchezza spetta a loro essendo frutto delle loro menti e delle loro braccia.
2) e questo è l’aspetto più importante, che il senso di quella ricchezza può anche assumere una declinazione sociale, utile alla vita dei più e non alle brame di potere e di lusso dei pochi.
Quindi il primo maggio è un inno alla trasformazione egualitaria, sostenibile della società.  Al giorno d’oggi, queste tematiche sono impellenti: la crisi, la criminalizzazione dei migranti, la precarizzazione, l’esaltazione della cultura del profitto, sono emergenze sociali contro le quali il primo maggio gioca un ruolo simbolico fortissimo. In questo senso la MayDay recepisce totalmente quest’aspetto tradizionale rinnovandone i linguaggi e le prospettive, adattandosi alle nuove figure sociali del lavoro  materiale ed immateriale. Non a caso il primo maggio precario verrà aperto dallo spezzone no-oil e dalle fabbriche in lotta, seguita dai teatri, dai lavoratori della conoscenza, dai migranti, dagli studenti, dal Comitato No Expo, ed è agitato dalle tematiche rivendicative legate al welfare, ai diritti, ai salari, unite a quella della sostenibilità ambientale, alla critica della proprietà dei saperi e alle questioni di genere, alla richiesta di spazi e libertà per la produzione artistica contro-culturale.  Queste sono le tematiche che rappresentano perfettamente la ricchezza di ciò che noi consideriamo i veri creatori sociali: lavoratori, precarie, operai, cognitari, donne o uomini, nativi e migranti. Da questo punto di vista, il concerto del primo maggio al Lido è una provocazione da un lato inaccettabile, dall’altro velleitaria, perché su queste tematiche a destra, all’estrema destra (ci riferiamo a Pdl e Lega, visto che le micro-organizzazioni fasciste sono così a destra da essere fuori dal quadro della storia) non sanno proprio cosa farne, visto che rappresentano l’elemento parassitario della cooperazione sociale produttiva, giorno dopo giorno espropriata a vantaggio di pochi. E’ per questo, lo ricordiamo, che uno dei primi provvedimenti adottato dai governi nazisti e fascisti è stato proprio l’abolizione del 1 maggio. Contemporaneamente però pensiamo che il primo maggio debba continuare a rimanere un simbolo, un esempio delle costruzione di alternative, relazioni e sinergie sociali e che la MayDay si collochi esattamente nello spirito e nelle intenzioni questi obiettivi. E che l’importanza primaria di tutti sia quella di ribadire, che malgrado la provocazione inaccettabile e inaccettata il centro della giornata rimane la lotta per i diritti, reddito e cittadinanza per tutti. Solidarizziamo quindi con le realtà di quartiere che vedranno calare le  squadre nazifasciste nei propri territori; come MayDay ci prendiamo l’impegno di sviluppare forme di coordinamento, sostegno e visibilità alle  mobilitazioni antifasciste.
MAYDAY Milano - Prime adesioni:
- Intelligence Precaria / San Precario
- SOS Fornace (Rho)
- Boccaccio 003 (Monza)
- Comitato No Expo
- Uniti contro la crisi (lavoratori in lotta Maflow, Mercegallia, Omnia)
- Cub
- Sinistra Critica
- Ambulatorio Medico Popolare
- MilanoX
- Corsari-Milano
- KNR / Ponte della ghisolfa
- Collettivo interfacolta’
- Fuxia Bloc (Padova)
- Centro Sociale Barattolo (Pavia)
- Studenti in Crisi (Pavia)
- Pillole del Giorno Prima – collettivo femminista Pavia
- Collettivo GnuFunk
- Autorganizzati del teatro alla Scala
- Sexy Shock (Bologna)
- CSA Pacì Paciana (Bergamo)
- Movimento Sogno 3.0
- Modal Nodes Crew
- Leoncavallo
- Assemblea Unitaria Interfacoltà di Milano
… E tutte le realtà lavorative, politiche, sociali e culturali che animano la MayDay.

27 aprile 2010

su coraggio PRIMO MAGGIO

Su coraggio primo maggio 
di Linda Barbarino 


C'eravamo tutti quel primo maggio a Portella della Ginestra. Portavamo le frittate e le olive, le uova e il formaggio, il vino e la terra... tutta nostra quel giorno era la terra. Alcune coppie ballavano fin dal mattino perchè c'era chi suonava la chitarra. Dietro una mula bardata a festa la picciotta allattava, era voluta venire anche lei, portarsi appresso anche l'altro picciriddo, quello che camminava. I giovanotti saltavano di qua e di là col fiasco in mano,parevano puledri rimasti a lungo nella stalla. Le vecchie sopportavano a stento i fazzoletti neri; il primo sole ruggiva gagliardo come un vecchio leone dopo il letargo. Dietro i lastroni di roccia gli uomini anziani stavano all'ombra, un filo d'erba tra i denti ad accompagnare i discorsi .
La vecchia credeva che fossero mortaretti e cominciò a battere le mani festosa. Rideva. Per una frazione di secondo continuò a ridere, allegra, dentro di sé, ma il suo sorriso si era già rattrappito in un ghigno di terrore. Un mulo cadde con il ventre all'aria. A una bambina, all’improvviso, la piccola mascella si arrossò di sangue. La polvere si levava a spruzzi come se il vento avesse preso a danzare. C'era gente che cadeva, in silenzio, e non si alzava più. Altri scappavano urlando, come impazziti. E scappavano, in preda al terrore, i cavalli, travolgendo uomini, donne, bambini. Poi si udì qualcosa che fischiava contro i massi. Qualcosa che strideva e fischiava. E ancora quel rumore di mortaretti. Un bambino cadde colpito alla spalla. Una donna, con il petto squarciato, era finita esanime sulla carcassa della sua cavalla sventrata. Il corpo di un uomo, dalla testa maciullata cadde al suolo con il rumore di un sacco pieno di stracci. E poi quell'odore di polvere da sparo.
E' stato il bandito Giuliano, ci dissero dopo; ma noi non potevamo crederci. Ai poveracci la verità la servono i soprastanti, come piace a loro: fiele coi maccarroni o il pane schetto, per ingannarci, per tenerci divisi. E come potevamo credere che l'angelo dei braccianti, dei contadini, era una spia dei miricani, amico degli sbirri e dei baroni! C'è cu dici ca era un fascisa un venduto alla mafia ,un traditore; cu dici ca lottava per la Sicilia indipendente e morì in un conflitto a fuoco; c'è cu dici ca l'ammazzaru l'amici.
Cu dici che noi in quel maggio del '47 recitavamo il primo mistero, festeggiavamo la prima strage dell'Italia repubblicana.
C'eravamo anche quest'anno al primo maggio, stavolta davanti la tv con Che Guevara e Bella ciao i jeans e la maglietta strappata che anche se non siamo comunisti va bene per la scampagnata. Stavamo lì a fare la ola, quelli del lavoro interinale, a progetto, flessibile, delle cooperative, cococo; quelli del preservativo ma non per far peccato, è che se resti incinta ti licenziano; quelli senza ferie e malattie, quelli senza tredicesima, quelli che non gli fanno il mutuo, part time cassa integrati, licenziati senza giusta causa; quelli che tanto non si vede se non c'arrivi a fine mese: ci sono i mercatini per la roba e il cellulare lo cambi comunque. E poi c'erano anche loro, gli stranieri: quelli che cadono dai tralicci che non c'hanno il casco e l'assicurazione, quelli della zona grigia:lavoro in nero e morti bianche. Quelli invisibili che non vanno in ospedale per non tradire il capocantiere, quelli che raccolgono i pomodori a un euro l'ora, quelli che non avranno mai la pensione. Stavamo tutti lì a battere le mani, alzare il pugno chiuso: lavoro lavoro per tutti! Sì lavora il tempo a maciullare la storia da quel maggio lontano; lavorano le imprese fasulle, le fabbriche e non possono più fermarsi a produrre quanto l'ambiente non riesce a smaltire. Lavorano i cinesi giorno e notte, i media a bombardarci, la tecnologia ad andare avanti; lavora questo tempo ad azzerare i nostri diritti. Nessuno ha alzato le armi contro di noi, come allora. Non facciamo paura a nessuno e siamo confusi: lavoro lavoro lavoro pur che sia, anche se la sera a casa non ci torni.
Né mafia né Stato, nessuno ci teme e i problemi sono ancora più grandi.
Lavora la notte a togliere il peso del giorno che quello dopo non è più lo stesso e già il primo del mese è passato: “ei fu”. Riposiamoci. Alla prossima festa.

 

un interessante articolo..!

La mobilitazione dell'estrema destra a Milano e in Italia contro il 25 aprile 
Le coperture della destra istituzionale e la confluenza nel Pdl e nella Lega di consistenti spezzoni del neofascismo L'escalation delle aggressioni

















Poche decine, soprattutto anziani, con i labari dell'Uncrsi (Unione nazionale dei combattenti della repubblica sociale italiana) e dell'Anai (Associazione nazionale arditi d'Italia), hanno sfilato in fila per cinque, la mattina di domenica scorsa, 18 aprile, per i vialetti del cimitero maggiore di Milano, fino al campo X, dove sono raccolte le spoglie di alcune centinaia di repubblichini caduti tra il 1943 e il 1945. A rimpolpare la compagnia anche qualche reduce della Legione Muti. Altri, in divisa delle Brigate nere, quasi si confondevano con il drappello dei carabinieri chiamati a sorvegliare la cerimonia. Alla fine, officiante “padre” Giulio Maria Tam, un prete lefebvriano vicino a Forza nuova, è stata celebrata una messa in onore di Benito Mussolini, presente un pronipote del duce. 
L'iniziativa, ripresa da qualche giornale locale, rientrava in un fitto calendario di appuntamenti programmati dall'estrema destra milanese. Solo la settimana precedente, infatti, quasi in incognito, organizzato trasversalmente da esponenti sia del neofascismo milanese sia della Lega, era stato invece pubblicizzato il proposito di comporre con fiaccole in piazza Duomo una croce di dodici metri “proprio dove due anni fa i musulmani hanno pregato provocatoriamente”

L'intervento della questura aveva evitato che la manifestazione avesse luogo. Ma ancor prima, il 23 marzo, in occasione del 91° anniversario della fondazione dei Fasci di combattimento, al cimitero Monumentale si era svolta un'altra commemorazione presso una sorta di mausoleo fatto erigere nel 1925 dal regime fascista per gli squadristi milanesi caduti nel corso dei loro assalti alle camere del lavoro e alle sedi dei partiti di sinistra. Sempre identico il nucleo promotore: ancora l'Anai e Roberto Jonghi Lavarini, fondatore di Cuore nero ora nel Popolo della libertà. L'ultima notizia, in ordine di tempo, ha infine riguardato lo spostamento, dopo le proteste dei partiti e dei movimento antifascisti, di un concerto nazi-rock organizzato da “I camerati” (una specie di coordinamento di tutte le realtà dell'estrema destra milanese, da Forza nuova a Hammerskin) dal 24 aprile, giorno in cui sarebbe stato presente a Milano per celebrare la Resistenza il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, a domenica 2 maggio. Il tutto con il patrocinio e il sostegno economico del consiglio di zona, a maggioranza guidato da Pdl e Lega. Alle spalle, come madrina dell'evento, la consigliera provinciale del Pdl Roberta Capotosti, con un passato tra Forza nuova e Alleanza nazionale. 
Il clou di questa vera e propria campagna di mobilitazione dovrebbe essere rappresentato dalla fiaccolata di giovedì 29 aprile per le vie del quartiere di Città studi “in ricordo di Sergio Ramelli, Enrico Pedenovi e Carlo Borsani, caduti per mano dell'odio comunista”. Vale solo la pena di ricordare che Carlo Borsani, un importante gerarca fascista, firmatario del “Manifesto della razza”, fu attivo fino all'ultimo, a fianco dei tedeschi, nel reclutare giovani per la Rsi.
È necessario, a questo punto, domandarsi cosa stia accadendo. Questa ripresa dell'estrema destra segna un indubbio salto di qualità. Riguarda Milano, ma non solo. Il taglio delle iniziative promosse dalle diverse sigle a scadenza ravvicinata, ha via via assunto un profilo sempre più aggressivo, che esalta il fascismo repubblichino come lo squadrismo degli anni Venti, puntando a condurre un attacco aperto e frontale al 25 aprile. In questi termini non era mai accaduto. Ma soprattutto mai così esplicite erano state le coperture politiche da parte dei partiti della destra istituzionale, una delle conseguenze dell'apertura del Pdl milanese come della Lega, al reclutamento di consistenti spezzoni organizzati del neofascismo. Un fenomeno in corso, assai sottovalutato. 
Prima l'ingresso nel Pdl del gruppo di Destra per Milano, poi di Area identitaria (una scheggia fuoriuscita da Cuore nero) infine di Comunità in movimento. Ma a collocarsi sotto lo stesso ombrello, sponda Comunione e liberazione, ci avevano già pensato anche i principali gruppi della destra integralista, da Alleanza cattolica al Circolo La Rocca di Benedetto Tusa. In orbita Lega, invece, si sono ultimamente posti, dopo la chiusura della sede, i rimasugli di Cuore nero, ora Casa Pound Milano, rifugiandosi in uno dei locali a disposizione di Mario Borghezio, presso il Centro identitario padano. Nel giro di un paio d'anni si è dunque realizzata una confluenza sostanziale. A rimanerne fuori solo quelli di Forza nuova, la setta neonazista degli Hammer e poco più. Un laboratorio che sta facendo scuola anche a livello nazionale, complice il bipolarismo. Già la Fiamma tricolore, non a caso, sta valutando di approdare nel suo insieme al Pdl. 
La crescita delle aggressioni di matrice fascista sul territorio nazionale non è a sua volta estranea a questi fenomeni di interazione e sovrapposizione fra destra istituzionale ed estrema. In Italia tra il 2005 e il 2008 (così come monitorato dal sito
www.ecn.org/antifa, sulla base della semplice consultazione dei media nazionali e locali), si sono contati almeno 329 episodi di violenza, tra cui cinque tentati omicidi e un omicidio vero e proprio, quello del compagno Renato Biagetti di 26 anni a Focene, presso Roma, accoltellato il 27 agosto 2006. Le vittime di queste azioni sono stati soprattutto i militanti di sinistra e i giovani dei centri sociali, ma anche diversi immigrati, omosessuali e rom. 
Nell'ultimo anno e mezzo, le cose non sono andate meglio. Nel 2009 si è passati dagli assalti di fine novembre a Napoli con “mazze tricolori” da parte di Casa Pound, all'accoltellamento di fine dicembre di tre studenti di sinistra a Teramo. Nei primi quattro mesi del 2010 abbiamo già avuto un accoltellamento a Modena, l'aggressione a un ragazzo marocchino a Riva del Garda, qualche pestaggio tra Firenze e Napoli, gli episodi di qualche giorno fa di Roma con l'assalto di un gruppo di naziskin a un bar gestito da una famiglia di origini ebraiche e di Alghero, dove in sei hanno aggredito due fratelli congolesi al grido di “Sporchi negri tornate a casa vostra”. Ma l'offensiva, quasi militare, sembra avere come epicentro ancora una volta Roma, con tanto di spedizioni squadriste alla Garbatella e all'Università di Tor Vergata da parte di Casa Pound e del Blocco studentesco.
A Milano, in gennaio Forza nuova ha proposto “classi separate per i bambini immigrati”, a febbraio ha pure tentato un blitz in viale Padova dopo l'uccisione di un immigrato in una rissa tra stranieri, in marzo un rabbino è stato insultato su un bus al grido “Via gli ebrei, vi ammazziamo tutti!”. Tutto ciò mentre il vicesindaco Riccardo De Corato esultava per il duecentesimo sgombero di un campo rom e un clochard, a febbraio, inspiegabilmente veniva sprangato quasi a morte al quartiere Ticinese, nella cabina telefonica divenuta il suo rifugio. L'escalation di queste violenze, minacciate o praticate, organizzate o spontanee, sembra sempre più accompagnare la crescita della destre. Da qui un nuovo spazio per i fascisti.

comunicato stampa -Portella della Ginestra


Il Primo Maggio a Portella della Ginestra per la prima volta nella tradizione delle iniziative per la festa, accanto alla CGIL ci sarà l’ANPI, associazione nazionale partigiani d’Italia: la lotta alla mafia, le istanze contadine si incontrano con l’antifascismo.

Un evento straordinario che ha già raccolto decine e decine di adesioni da parte del mondo politico, culturale, associativo: da Giorgio Bocca a Pier Luigi Bersani e Nichi Vendola. Da Andrea Camilleri a Giuseppe Tornatore l’elenco completo su  http://www.anpi.it/comunicati/appello_portella_0101510.pdf 

Gli interventi previsti per le giornate del 30/04 e del Primo Maggio saranno i seguenti:

Venerdì 30, alle ore 16 circa, iniziativa al cinema Rouge e Noir di Palermo.
Sono previsti: performance di Ivana Monti sui fatti di Portella; esibizione del cantautore Giuseppe Giunta e di alcuni giovani; proiezione di un video curato da Ottavio Terranova (presidente Anpi Palermo) sulla riforma agraria preceduto da una introduzione del Prof. Giuseppe Carlo Marino (Università di Palermo). A seguire gli interventi della CGIL (Maurizio Calà, Segretario della Camera del Lavoro di Palermo) e dell' ANPI (Sen. Luciano Guerzoni, della Segreteria Nazionale, e lo stesso Terranova).

Alla manifestazione del Primo Maggio parleranno:

Raimondo Ricci (Presidente Nazionale ANPI)
Susanna Camusso (Segreteria Nazionale CGIL)
Kikki Ferrara (Segretaria della Camera del Lavoro di Piana degli Albanesi).

Noi siamo a PORTELLA DELLA GINESTRA.

"Le radici della Pace"




Giovanni Pesce "Visone"

ANPI Brianza- Lecchese

26 aprile 2010

ANPI oggi...


ROMA – Più che mai rinvigorita. L’Anpi, l’associazione dei partigiani, fa un bilancio alla vigilia del 25 aprile, dal quale risulta che ha raggiunto 110 mila iscritti, nel 2009. Un boom mai visto. Ma soprattutto, dovuto alle nuove leve di “ragazzi partigiani”, giovani e perfino giovanissimi che di guerra e Resistenza hanno solo sentito parlare, ma convinti di poter contribuire lo stesso alla causa per cui i partigiani doc lottarono e morirono: la democrazia e la Costituzione.

I partigiani snocciolano i numeri: a controbilanciare il 10% di iscritti, ovviamente in calo, di partigiani storici e di ‘patriotì delle Sap e delle Gap (le Squadre e i Gruppi di Azione Patriottica), uomini e donne che hanno doppiato da un pezzo gli 80 anni, c’è ormai un altro 10% di ‘juniores’ fra i 18 e i 30 anni, mentre il grosso degli iscritti (60-65%) appartiene alla fascia, ampiamente “postbellica”, di 35-65enni. Una vera rivoluzione, anagrafica e culturale, resa possibile dal nuovo statuto che dal 2006 ha aperto le porte dell’Anpi a chiunque dichiari e sottoscriva di essere “antifascista”. Nel giro di tre anni si è passati così da 83 a 110 mila iscritti, con un più 27 mila che, confrontato con il calo costante degli anni pre-riforma (dai 75 mila iscritti del 2000 se ne stavano perdendo centinaia l’anno), ha riportato l’entusiasmo nei comitati di tutta Italia.
Ma guai a pensare che la modifica dello statuto sia stata un escamotage anti-età: “Noi abbiamo combattuto per valori che tutti gli uomini hanno dentro, e che spetta a tutti difendere, in qualunque epoca” sostiene Silvano Sarti, 84enne protagonista della Resistenza fiorentina e presidente dell’Anpi di Firenze. Dove, nelle due sezioni più grandi della provincia, i giovani di 18-35 anni sono passati in tre anni da zero a 342, i 35-60enni sono più di due terzi degli iscritti, e a capo di un’altra è stato da poco eletto il segretario più giovane d’Italia: “Chi si associa all’Anpi” spiega Sarti “semplicemente ama la Costituzione e vuole difenderla. E chi deve scendere per primo in piazza se non dei giovani con le gambe buone?”. E che non si tratti solo di numeri, lo dimostra, spiega il vicepresidente dell’Anpi nazionale Armando Cossutta, quel che avviene nelle sezioni e nei comitati provinciali: “Pieni di gente di ogni classe sociale, di ogni professione, di ogni età, felici di avere uno spazio che i partiti non offrono più: limpido, pulito, senza arrivismi”. La “nuova giovinezza” dell’Anpi “sembra figlia anche della crisi della politica”. 

Milano... contestata l'ANPI..!

vi segnalo alcuni link...
sulla situazione venuta a crearsi ieri.. durante il corteo del 25 aprile  pomeridiano in Duomo. 
Evito volutamente qualsiasi commento in merito...  
anche perché io ero li...! 
Ma concedetemelo, su questo non posso star zitto..!  
sputare in faccia ai DEPORTATI..??
gridare "fascisti" a noi dell'ANPI..?? 
insultare i PARTIGIANI...???
a voi le riflessioni i commenti..!
Milano 25 aprile.. FESTA NAZIONALE. 65° anniversario della LIBERAZIONE.








 

24 aprile 2010

ANPI Barona - 25 APRILE 2010

ANPI Barona. 
Solo dal 1° aprile ad oggi - 
93 blog inseriti. 
48 segnalazioni iniziative Milano e Provincia
16 comunicati informativi e di denuncia 
29 segnalazioni iniziative tutta Italia.
2436  visitatori 
4473 pagine visitate.
su un totale  odierno di 27331 visite e 47132 pagine consultate con statistiche certificate dal 1 gennaio 2008.
Ringraziando tutti i lettori del blog.
Auguro di cuore... Buon 25 Aprile.! 

L'Alba del 25 Aprile.

Stava sorgendo l’alba
in un altro mondo!
Dove il ricercar di pace si imponeva,
dove i fiori sarebbero sbocciati
non più curvi ed anneriti
da nubi di polvere nera!
Dove il vociare di bimbi
non si sarebbe interrotto di frequente,
dove il cuculo e le cicale
ancora si sarebbero sentiti
dove le lacrime di troppa gente
(che aspettavano quell’alba)
finalmente si sarebbero fermate.!

Tajetti Pietro "Mario"

comunicato STAMPA. ANPI zona 6. Mi.

Milano CDZ 6 - NO al 25 Aprile. Niente PATROCINIO ai Partigiani

Come tutti gli anni il coordinamento ANPI Milano zona 6 inviava in data 3 marzo c.a. richiesta di patrocinio per le manifestazioni locali, “25 APRILE – 65° ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE” al proprio Consiglio di Zona che da sempre aderiva, patrocinava, e sosteneva le manifestazioni di questa importante ricorrenza “FESTA NAZIONALE”
Purtroppo quest’anno, nessuna risposta. Negazione alla richiesta.
No al patrocinio.
Nella nostra zona dal 1946, l’ANPI e tutti i cittadini celebrano e festeggiano questa data fondamentale. Tante, troppe lapidi sui muri della nostra zona, sui muri di una Milano città medaglia d’oro alla Resistenza, ricordano che i Partigiani si sentono Istituzione e chiedono da sempre che le Istituzioni da loro create, sorte da quella fulgida pagina della guerra di Liberazione, base fondante della Costituzione e della nostra Repubblica, siano senza remore e perplessità parte fondamentale della ricorrenza, dell’anniversario di una giornata di Festa Nazionale.
Siamo perplessi, siamo amareggiati, un CDZ che vuole una strada per Giorgio Almirante. Un CDZ che continua a non rispondere alle richieste dell’ANPI, che per voce del suo presidente considera l’ANPI e la sua storia come una semplice associazione non degna di una risposta, perché non interessa le commissioni, non interessa i consiglieri, non interessa chi decide, gestisce e governa.
Un CDZ che dimentica un Decreto Legge che certifica l’ANPI “ente morale”.
Un CDZ senza memoria... ci preoccupa e ci fa riflettere.
Denunciamo con tutta la nostra forza questa negazione, questa estrema posizione.
Le nostre manifestazioni nella zona ci saranno, anche senza la maggioranza di centrodestra che governa il CDZ; chiediamo dunque sostegno e la diffusione di questo nostro comunicato, chiediamo adesione e partecipazione a tutte le manifestazioni per il 25 aprile in tutta Italia, a Milano e soprattutto nella nostra zona.
  
Il coordinatore ANPI Milano. Zona 6.
Ivano Tajetti. 
Sezioni. Barona, Giambellino\Lorenteggio, Porta Genova

ANPI Milano. zona 6.

ANPI Comitato Provinciale SALERNO.

COMUNICATO STAMPA DEL COMITATO PROVINCIALE DI SALERNO

DELL'ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARTIGIANI D'ITALIA (ANPI)


Il 25 Aprile si celebra la Liberazione d’Italia dalla dittatura fascista e
dall’occupazione nazista e il ritorno della Democrazia nel nostro Paese. In
questo giorno si onora l’eroismo di quanti, militari e civili, i Partigiani,
lottarono, fino al sacrificio estremo della propria vita, contro il nazifascismo.
In questo giorno si riconferma la fedeltà alla Costituzione repubblicana nata dalla
Resistenza antifascista. La lotta di Liberazione dei Partigiani ridette
dignità all’Italia nel consesso internazionale e, grazie alla lotta dei Partigiani,
Alcide De Gasperi potette presentarsi alla Conferenza di Pace, a Parigi,
il 10 agosto 1946, e affermare: “L’Italia ha liberato se stessa dal regime fascista...
Le perdite nella resistenza contro i tedeschi, prima e dopo la dichiarazione di
guerra, furono di oltre 100 mila uomini tra morti e dispersi, senza contare
i militari e civili vittime dei nazisti nei campi di concentramento ed i 50
mila patrioti caduti nella lotta partigiana."
Gli alleati Americani non intervennero per salvare l’Italia dalla dittatura
comunista, ma per combattere in tutta Europa il mostro sanguinario del nazifascismo.
Un Presidente di Provincia non può e non deve imbrattare i muri dei paesi della
provincia con un manifesto che stravolgendo la Storia cancella la lotta contro
i nazisti e i fascisti ad essi completamente asserviti, il sacrificio dei Partigiani
e, sempre con le parole di De Gasperi, quello "delle Forze armate italiane
che hanno preso parte attiva alla guerra contro la Germania... si tratta di tutta
la marina da guerra, di centinaia di migliaia di militari per i servizi di retrovia,
del "Corpo Italiano di Liberazione", trasformatosi poi nelle divisioni
combattenti. Il sacrificio delle Forze armate e dei Partigiani non va negato
con tanta arroganza. Un Presidente di Provincia non può e non deve corrompere
con la menzogna e la disinformazione la coscienza dei suoi concittadini,
specialmente i più giovani. Un Presidente di Provincia che si abbandona
ad una tale inaudita e volgare arroganza non è un Presidente di Provincia. La
Provincia di Salerno non ha un Presidente. Edmondo Cirielli se vuole restare ad
occupare la carica istituzionale di Presidente della Provincia deve chiedere scusa
ai cittadini per aver disonorato la solenne celebrazione del 25 Aprile con il suo
manifesto. Altrimenti lasci quella carica.

Il Comitato provinciale di Salerno dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia
chiede al Prefetto e al Questore di Salerno di vigilare, come loro dovere, per il
rispetto della legalità a partire dalla difesa dei principi e dei valori della
Costituzione, legge suprema dello Stato, perseguendo come prescritto chiunque con
la menzogna e la disinformazione operi per negarne l’eredità morale che è alla base
delle Istituzioni repubblicane e dell’identità nazionale.

Il Comitato provinciale di Salerno assieme alla Presidenza e alla Segreteria
Nazionale dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia lancia un appello a
tutti i cittadini affinché questo 25 Aprile, Festa della Liberazione dalla
dittatura fascista e dai nazisti, divenga un grande momento di mobilitazione
civile e unitaria contro i tentativi della destra di trasformare il nostro sistema
politico, conforme ai principi della Costituzione, in un sistema autoritario e
personale non più soggetto ai controlli e ai limiti previsti dalle Istituzioni
di garanzia.

23 aprile 2010

Camera del Lavoro. Milano.


Camera del Lavoro di Milano: La Sindaca Moratti revochi il patrocinio alle iniziative neofasciste!
Quella che dovrebbe essere la settimana dedicata solo alle iniziative di commemorazione del 25 aprile, è segnata invece da decine di eventi patrocinati, voluti e deliberati dal Comune di Milano, che rasentano l’apologia di fascismo e sovente ispirate ad una visione anti storica della resistenza.
Fra la fine di aprile e i primi di maggio, i  gruppi neofascisti organizzeranno a Milano una serie di eventi (concerto nazirock, corteo e festa) con l’evidente obiettivo di contrapporre “ricorrenza a ricorrenza”  ponendole sullo stesso piano per sminuire il significato nazionale ed unitario della Resistenza e delle sue celebrazioni.
Tra i tanti eventi organizzati, in contrapposizione mascherata o palese,  per offende la conquista della democrazia e l’onore di tutti coloro che ci hanno regalato la libertà il 25° aprile 1945, se ne segnala uno in particolare, finanziato e patrocinato dal Comune di Milano: un torneo di calcetto coronato da stands eno-gastronomici, mostra fotografica e, infine, premiazione - si dice - da parte delle autorità..
La Camera del lavoro di Milano, denuncia l’ irresponsabile politica del comune di Milano che avvallando questi eventi -  dal chiaro intento provocatorio - soffia sul fuoco delle divisioni e annebbia i valori della nostra Memoria Storica, da sempre condivisa nella nostra Milano, città simbolo e capitale  della Resistenza.
I valori della nostra Carta Costituzionale,  che indicano come priorità  la ribellione ad ogni forma di razzismo ed emarginazione, rimangono ancora i veri simboli della vita democratica.
Ed è proprio in base a questi che chiediamo alla Sindaca Moratti di ritirare la sponsorizzazione dell’evento nonché, ai responsabili dell’ordine pubblico,  di revocare la autorizzazione alle manifestazioni previste.

comunicato stampa ANPI zona 5 Milano.


A.N.P.I. (ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARTIGIANI D’ITALIA)
Sezioni: Martiri di Viale Tibaldi – Fiore – Stadera  – Vigentina
“Ente morale”, D.L. n.224 del 5 aprile 1945”

Comunicato Stampa

Milano – Il Consiglio di Zona 5 - non autorizza l’uso della sala “Walter Tobagi” per il tradizionale incontro dedicato ai Partigiani della Zona 5, nel 65°anniversario della Liberazione.

Il Coordinamento ANPI di Zona 5 di Milano ha inviato in data 10/03/2010, come ogni anno, la richiesta dell’uso spazio della sala consigliare “W. Tobagi”  per  il tradizionale incontro del 23/4/2010, che normalmente si tiene presso il Consiglio di Zona 5 per la ricorrenza del 25 APRILE e che il Consiglio di Zona 5 ha sempre concesso e sostenuto, quest'anno dedicato ai Partigiani della Zona 5.

La maggioranza di centro – destra del Consiglio di Zona 5, con la delibera di giovedì 15/4/2010, ha respinto la richiesta sia del Coordinamento ANPI di Zona 5  sia di un Consigliere, in rappresentanza dei Gruppi Consiliari di opposizione.

Nella nostra zona, da anni, l’ANPI e la cittadinanza si incontrano al Consiglio di Zona 5 in occasione della ricorrenza del 25 aprile, ricordano i tanti caduti portando le corone alle lapidi poste sui muri delle case dei nostri quartieri e celebrano questa data fondamentale di Milano, città medaglia d’oro alla Resistenza, perché i Partigiani, che si sono sempre riconosciuti nel dettato Costituzionale e nella Repubblica, nata dalla Resistenza Antifascista,  si sentono Istituzione e chiedono da sempre che le Istituzioni siano parte fondamentale della giornata della Festa Nazionale.

La decisione del Consiglio di Zona 5 ci amareggia in quanto pensiamo doveroso che le istituzioni ed i suoi rappresentanti partecipino insieme all’ANPI, ed alla cittadinanza a questa importante ricorrenza,  mettendo a disposizione la sala del suo Consiglio, come avvento per tanti anni.

Le nostre manifestazioni nella zona ci saranno, anche senza la maggioranza di centro-destra che governa il Consiglio di Zona 5. In particolare il 23/4/2010, dalle ore 20,30, ci sarà con un INCONTRO con CONFERENZA STAMPA a cura del  Coordinamento delle Sez. ANPI di Zona 5, che avrà luogo nello spazio antistante l’ingresso del Consiglio di Zona 5, in Viale Tibaldi 41 a Milano. Al termine dell'incontro i partecipanti, in corteo, porteranno la corona dell'ANPI alla lapide dei Martiri di Viale Tibaldi e, a seguire, ci sarà la deposizione delle corone ai Caduti per la Libertà, nel quartiere Tibaldi-Ticinese.

Desideriamo esprimere con forza la nostra disapprovazione verso un comportamento ingiustificato della maggioranza di centro - destra del  Consiglio di Zona 5 e invitiamo tutta la cittadinanza, i giornalisti e le Agenzie di stampa a partecipare  a detto INCONTRO con CONFERENZA STAMPA.


Il coordinamento ANPI Sezioni Martiri di Viale Tibaldi, Fiore-Stadera e Vigentina
  
Coordinamento ANPI di Zona 5 - Ufficio Stampa
Via Bellezza 16/A Milano

GRUPPI CONSILIARI DI OPPOSIZIONE DEL COMUNE DI MILANO

COMUNICATO STAMPA

20 aprile 2010
  
25 APRILE IN ZONA 5: PRESIDENZA E CENTRO DESTRA, STATURA POLITICA DA SEMINTERRATO!!!!!

Prendendo a pretesto un presunto insulto ricevuto tempo fa, il Presidente della Zona 5 e la sua maggioranza, negano all'ANPI ed alle forze antifasciste della zona di celebrare il 25 aprile nella Sala Consiliare della Zona, relegandone lo svolgimento in una sala al seminterrato.

Questa decisione viene assunta nonostante una lettera, firmata dai Capigruppo dell'opposizione a Palazzo Marino, rimasta peraltro senza risposta.

Ciò avviene inoltre a poche settimane dalle ingiurie rivolte da un esponente della maggioranza di Centrodestra alla memoria del Presidente della Repubblica e Capo Partigiano Sandro Pertini, senza che il Presidente Ferrari prendesse immediatamente le distanze da queste affermazioni.

E' inammissibile che il Presidente di una Zona si dimostri incapace di saper distinguere tra un eventuale insulto ricevuto e la Celebrazione della Liberazione dal nazifascismo, momento fondativo della riconquistata libertà e democrazia per tutti gli Italiani.

Con questa decisione il Presidente del consiglio di Zona e la sua maggioranza ritengono probabilmente di aver mostrato una grande determinazione sicuramente degna di miglior causa, sfugge loro invece di aver dimostrato soltanto che la loro statura politica è pari al seminterrato.

Pierfrancesco Majorino, Capogruppo PD
Aldo Ugliano, Consigliere PD
Milly Moratti, Capogruppo Milano Civica
Enrico Fedrighini, Capogruppo Verdi
Giuseppe Landonio, Consigliere Gruppo Misto
Vladimiro Merlin, Capogruppo Rifondazione Comunista
Francesco Rizzati, Capogruppo Comunisti Italiani
Raffaele Grassi, Consigliere Gruppo Misto
Basilio Rizzo, Capogruppo Uniti con Dario Fo per Milano

Aldo Ugliano - Consigliere del Gruppo Partito Democratico 

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