29 aprile 2010

MAY DAY primo maggio Milano.


Diverse organizzazioni neofasciste, manifestamente appoggiate e patrocinate dalle istituzioni comunali e provinciali di Milano (anche se poi negano) e dal Pdl e dalla Lega, stanno mettendo in campo una serie di iniziative a cavallo del 25 aprile e del primo maggio. Queste due ricorrenze, come tutti sanno, costituiscono il patrimonio culturale simbolico della repubblica antifascista nata dalla resistenza popolare, espressione della ribellione di operai e contadini al dominio nazifascista. Sappiamo benissimo come, nell’Italia di Berlusconi, questi valori, che una volta costituivano la base di legittimazione repubblicana, siano diventati invece oggetto di denigrazione e revisione. Ancor più sconcertante è un appoggio cosi smaccatamente palese alle provocazioni evidenti di organizzazioni politiche ultraminoritarie e nostalgiche che sovrappongono iniziative e concerti proprio in occasione di queste ricorrenze. L’attacco al 25 aprile è come s’è detto un attacco ai valori antifascisti della resistenza. L’attacco al primo maggio riveste un significato addirittura più fosco. La festa dei lavoratori non è semplicemente la festa del lavoro in quanto bene costituzionale come qualcuno ci vorrebbe far intendere. Essa costituisce la celebrazione (la sacralizzazione) dei lavoratori in quanto produttori di ricchezza. Da questo punto di vista, il significato assume un aspetto radicale di fortissima attualità.  Dire che sono i lavoratori (precari e non), i disoccupati, i poveri, gli ultimi della terra a produrre il mondo che ci (li circonda) serve a dire due cose:
1) che quella ricchezza spetta a loro essendo frutto delle loro menti e delle loro braccia.
2) e questo è l’aspetto più importante, che il senso di quella ricchezza può anche assumere una declinazione sociale, utile alla vita dei più e non alle brame di potere e di lusso dei pochi.
Quindi il primo maggio è un inno alla trasformazione egualitaria, sostenibile della società.  Al giorno d’oggi, queste tematiche sono impellenti: la crisi, la criminalizzazione dei migranti, la precarizzazione, l’esaltazione della cultura del profitto, sono emergenze sociali contro le quali il primo maggio gioca un ruolo simbolico fortissimo. In questo senso la MayDay recepisce totalmente quest’aspetto tradizionale rinnovandone i linguaggi e le prospettive, adattandosi alle nuove figure sociali del lavoro  materiale ed immateriale. Non a caso il primo maggio precario verrà aperto dallo spezzone no-oil e dalle fabbriche in lotta, seguita dai teatri, dai lavoratori della conoscenza, dai migranti, dagli studenti, dal Comitato No Expo, ed è agitato dalle tematiche rivendicative legate al welfare, ai diritti, ai salari, unite a quella della sostenibilità ambientale, alla critica della proprietà dei saperi e alle questioni di genere, alla richiesta di spazi e libertà per la produzione artistica contro-culturale.  Queste sono le tematiche che rappresentano perfettamente la ricchezza di ciò che noi consideriamo i veri creatori sociali: lavoratori, precarie, operai, cognitari, donne o uomini, nativi e migranti. Da questo punto di vista, il concerto del primo maggio al Lido è una provocazione da un lato inaccettabile, dall’altro velleitaria, perché su queste tematiche a destra, all’estrema destra (ci riferiamo a Pdl e Lega, visto che le micro-organizzazioni fasciste sono così a destra da essere fuori dal quadro della storia) non sanno proprio cosa farne, visto che rappresentano l’elemento parassitario della cooperazione sociale produttiva, giorno dopo giorno espropriata a vantaggio di pochi. E’ per questo, lo ricordiamo, che uno dei primi provvedimenti adottato dai governi nazisti e fascisti è stato proprio l’abolizione del 1 maggio. Contemporaneamente però pensiamo che il primo maggio debba continuare a rimanere un simbolo, un esempio delle costruzione di alternative, relazioni e sinergie sociali e che la MayDay si collochi esattamente nello spirito e nelle intenzioni questi obiettivi. E che l’importanza primaria di tutti sia quella di ribadire, che malgrado la provocazione inaccettabile e inaccettata il centro della giornata rimane la lotta per i diritti, reddito e cittadinanza per tutti. Solidarizziamo quindi con le realtà di quartiere che vedranno calare le  squadre nazifasciste nei propri territori; come MayDay ci prendiamo l’impegno di sviluppare forme di coordinamento, sostegno e visibilità alle  mobilitazioni antifasciste.
MAYDAY Milano - Prime adesioni:
- Intelligence Precaria / San Precario
- SOS Fornace (Rho)
- Boccaccio 003 (Monza)
- Comitato No Expo
- Uniti contro la crisi (lavoratori in lotta Maflow, Mercegallia, Omnia)
- Cub
- Sinistra Critica
- Ambulatorio Medico Popolare
- MilanoX
- Corsari-Milano
- KNR / Ponte della ghisolfa
- Collettivo interfacolta’
- Fuxia Bloc (Padova)
- Centro Sociale Barattolo (Pavia)
- Studenti in Crisi (Pavia)
- Pillole del Giorno Prima – collettivo femminista Pavia
- Collettivo GnuFunk
- Autorganizzati del teatro alla Scala
- Sexy Shock (Bologna)
- CSA Pacì Paciana (Bergamo)
- Movimento Sogno 3.0
- Modal Nodes Crew
- Leoncavallo
- Assemblea Unitaria Interfacoltà di Milano
… E tutte le realtà lavorative, politiche, sociali e culturali che animano la MayDay.

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